Nasce il MACO'
CONFERENZA STAMPA
Sabato 11 maggio 2013, alle ore 10:30, presso la Sede di ROSSOCONTEMPORANEO, in Via Regina Margherita n. 40, Taranto, sarà presentato a pubblico e stampa il Progetto MACO' | Movimenti Artistici Collettivi.
CHI E' IL MACO'
Il MACO' si propone come un Organismo vivo e aperto.
Il MACO' parte da un gruppo iniziale di lavoro, composto da:
- Il Posto delle Fragole;
- Jonio Jazz;
- RECO RECO Hub / Orchestra Popolare Jonica
- ROSSOCONTEMPORANEO
- Teatro del Mare.
Il MACO' si apre al territorio, aggregando realtà operative di ricerca e sperimentazione sul territorio.
Il MACO' è un luogo di sinergia tra creatività ed economia.
PERCHE' MACO'
La scelta dell’acronimo MACO’ parte da considerazioni diverse. Da sempre un nome “plurale” e inteso come collettivizzazione delle esperienze, MACO’ racchiude il senso del dinamismo (movimento) e dell’eccellenza (museo).
MACO’ non nasce da un luogo, caratterizzante, e non nasce per indicare un luogo specifico, essendo invece un contenitore d’idee, di energie, di sinergie.
Il MACO’ rappresenterebbe innanzitutto un pensiero, uno stile di vita. Come per ogni stile di vita, il pensiero è più forte della forma, la forma diventa l’esplicazione di quel pensiero. Il MACO’ è un gruppo costituito da figure o entità fluttuanti, il MACO’ è qui, ma al tempo stesso è altrove.
Il nostro pensiero, la nostra azione, può essere ovunque.
Al tempo stesso, il MACO’ decide di vivere una “casa comune”, uno spazio di condivisione che si trasforma in una magia. Il MACO’ non è un contenitore vuoto, ma un involucro per preservare le energie e per contaminare di bellezza il suo fruitore. Lo spazio del MACO’ sarà uno spazio “sacrale”, in cui la cultura si trasforma in strumento di bellezza, in strumento di lotta.
Il MACO’ potrebbe paradossalmente avere una implicita significazione di “Museo”, in quanto da sempre il Museo, non è un mero luogo fisico. Il Museo non è un “civico”, come tanti. Il Museo è il Tempio della Bellezza.
Etimologicamente Museo, dal greco MOYSEION (formato su MOYSA - MUSE). In origine luogo sacro alle Muse, Tempio delle Muse; quindi un Istituto creato da Tolomeo in Alessandria per promuovere la cultura e mantenere uomini di lettere e di scienze. Oggi il significato si sposta su Galleria o Raccolta di cose insigni per Eccellenza, Rarità, o Antichità.
Ecco quindi che anche il termine Museo acquista la valenza di un luogo superiore, di casa della cultura e delle eccellenze. Un luogo dove poter osare.
(Angelo Raffaele Villani - ROSSOCONTEMPORANEO)
FINALITA' DEL MACO'
MACO’ è un laboratorio permanente di antropologia, che attraverso la musica, il teatro, le arti figurative, la danza, il cinema e la letteratura intende dialogare con il territorio, per ricostruire, o ripensare, un mondo totalmente nuovo. Un’azione che porti alle estreme conseguenze il rifiuto della realtà, così impoverita, e che oggi viviamo richiede coraggio nel non fermarsi d’un solo passo davanti a leggi e leggine (impedimenti e burocrazia) e nel dare ascolto a ciò che sentiamo spingere dal profondo dell’anima: gli slanci ideali e visionari, la furia generosa e creativa, la ferma decisione artistica di non cercare consensi ma inseguire i sogni, in particolare quelli impossibili.
Per combattere utilmente le dittature in campo culturale e politico occorre opporre esempi di dignità tenace. MACO’ è una questione di carattere, di intransigenza e rigorismo. MACO’ nasce per liberare la cultura da ogni freno che tenda a limitare o circoscrivere scelte, metodi e finalità.
Occorre ricostruire legami di senso con gli spazi, con le persone e con le cose, occorre un intervento decisivo della cultura che disegni un’immagine altra, quella del nuovo in antitesi con l’esistente; riconsegnare alla parola “territorio” la propria identità, quale quella d’essere un’entità fisica e concettuale ad un tempo; al centro di scambi ed incontri politici e culturali insieme.
MACO’ è un’altra strada da percorrere, fatta di percorsi condivisi umani e creativi, dove è possibile incontrare l’altro.
MANIFESTO
- Rivendicare il diritto ad immaginare un futuro diverso.
- Ridefinire, evidentemente, il concetto di cultura come bene primario della comunità che come tale va restituito.
- Stimolare esperienze di tipo estetico, che rendano operativo un intervento sulla realtà.
- Dimostrare che l’evento musicale, teatrale, artistico presenta ricadute significative in ambito educativo, politico ed economico.
- La produzione culturale può diventare un vero e proprio asset imprenditoriale e non solo un’attività “collaterale” al core-business.
- Occorre “imporre”, rendendola inevitabile, la nostra esistenza e la visione del nostro progetto nella formulazione delle politiche territoriali, indirizzando lo sguardo verso la cultura come ad uno dei “motori” di rinascita e ripensamento del territorio e del suo nuovo sviluppo socio economico.
- Confrontarsi dialetticamente con la volontà di abbattere le strettoie istituzionali e le vigliaccherie personali che spengono ogni iniziativa in antitesi con il consentito.
- Unire competenza e professionalità per avvicinare nuovi segmenti di pubblico e di interessi (anche economici) al programma culturale, agli eventi e spettacoli.
- Operare in seno ad una capillare ricerca sul territorio di potenzialità esistenti inespresse, valorizzandole, sostenendole e promuovendole, adoperandosi affinché la creatività apra la strada ad una trasformazione sociale ampia.
- Considerare la formula Festival come esperienza simbolica, un canale privilegiato per valorizzare talento e capacità individuali in una dimensione collettiva. Una casa dell’Arte, uno spazio vivo, di intervento sulla propria realtà, in vista di una produzione indipendente. Un luogo polivalente dove sperimentare diversi linguaggi.
AGORA’
[Crocevia d’arte, filosofia, pensiero e libertà]
Ospiterà artisti fuori dai circuiti istituzionali del mondo teatrale, editoriale, musicale e i sognatori, quelli in balia di…, i fuori scaletta di buona volontà che hanno l’esigenza di approfondire aspetti della condizione sociale e culturale contemporanea.
Un orologio idraulico, anticamente, serviva a misurare la lunghezza dei discorsi. Dieci minuti per ogni intervento: poesie, pensieri, suoni.
Agorà vuole preservare e stimolare l’aspetto visionario dell’arte, essenziale nella ricostruzione di un’identità culturale e politica.
Agorà, come punto d’intersezione di tante strade percorribili, è un luogo dove sconfiggere l’indifferenza e le dimenticanze, dove immaginare alternative di vita reali, concrete, condivise.
OSSERVATORIO DI MONITORAGGIO CULTURALE
L’osservatorio ha la funzione di studiare e stimolare il territorio dal punto di vista socio-culturale con l’obiettivo di definire una programmazione condivisa coerentemente ai parametri di qualità sottoscritti.
Obiettivi:
1. dare visibilità a tutti quegli artisti “inesistenti” e indipendenti, quasi un genere letterario a sé stante;
2. ricognizione degli infiniti spazi dimessi e concessione degli stessi anche in comodato d’uso per la realizzazione di progetti culturali;
3. creare uno sportello operativo della cultura che non sia solo informativo, rispetto alle attività laboratoriali e agli eventi in programmazione, ma specializzato nei vari settori artistici e che sia da supporto alla elaborazione di progetti culturali.
(Mariaelena Leone - TEATRO DEL MARE)
CONFERENZA STAMPA
Sabato 11 maggio 2013, alle ore 10:30, presso la Sede di ROSSOCONTEMPORANEO, in Via Regina Margherita n. 40, Taranto, sarà presentato a pubblico e stampa il Progetto MACO' | Movimenti Artistici Collettivi.
CHI E' IL MACO'
Il MACO' si propone come un Organismo vivo e aperto.
Il MACO' parte da un gruppo iniziale di lavoro, composto da:
- Il Posto delle Fragole;
- Jonio Jazz;
- RECO RECO Hub / Orchestra Popolare Jonica
- ROSSOCONTEMPORANEO
- Teatro del Mare.
Il MACO' si apre al territorio, aggregando realtà operative di ricerca e sperimentazione sul territorio.
Il MACO' è un luogo di sinergia tra creatività ed economia.
PERCHE' MACO'
La scelta dell’acronimo MACO’ parte da considerazioni diverse. Da sempre un nome “plurale” e inteso come collettivizzazione delle esperienze, MACO’ racchiude il senso del dinamismo (movimento) e dell’eccellenza (museo).
MACO’ non nasce da un luogo, caratterizzante, e non nasce per indicare un luogo specifico, essendo invece un contenitore d’idee, di energie, di sinergie.
Il MACO’ rappresenterebbe innanzitutto un pensiero, uno stile di vita. Come per ogni stile di vita, il pensiero è più forte della forma, la forma diventa l’esplicazione di quel pensiero. Il MACO’ è un gruppo costituito da figure o entità fluttuanti, il MACO’ è qui, ma al tempo stesso è altrove.
Il nostro pensiero, la nostra azione, può essere ovunque.
Al tempo stesso, il MACO’ decide di vivere una “casa comune”, uno spazio di condivisione che si trasforma in una magia. Il MACO’ non è un contenitore vuoto, ma un involucro per preservare le energie e per contaminare di bellezza il suo fruitore. Lo spazio del MACO’ sarà uno spazio “sacrale”, in cui la cultura si trasforma in strumento di bellezza, in strumento di lotta.
Il MACO’ potrebbe paradossalmente avere una implicita significazione di “Museo”, in quanto da sempre il Museo, non è un mero luogo fisico. Il Museo non è un “civico”, come tanti. Il Museo è il Tempio della Bellezza.
Etimologicamente Museo, dal greco MOYSEION (formato su MOYSA - MUSE). In origine luogo sacro alle Muse, Tempio delle Muse; quindi un Istituto creato da Tolomeo in Alessandria per promuovere la cultura e mantenere uomini di lettere e di scienze. Oggi il significato si sposta su Galleria o Raccolta di cose insigni per Eccellenza, Rarità, o Antichità.
Ecco quindi che anche il termine Museo acquista la valenza di un luogo superiore, di casa della cultura e delle eccellenze. Un luogo dove poter osare.
(Angelo Raffaele Villani - ROSSOCONTEMPORANEO)
FINALITA' DEL MACO'
MACO’ è un laboratorio permanente di antropologia, che attraverso la musica, il teatro, le arti figurative, la danza, il cinema e la letteratura intende dialogare con il territorio, per ricostruire, o ripensare, un mondo totalmente nuovo. Un’azione che porti alle estreme conseguenze il rifiuto della realtà, così impoverita, e che oggi viviamo richiede coraggio nel non fermarsi d’un solo passo davanti a leggi e leggine (impedimenti e burocrazia) e nel dare ascolto a ciò che sentiamo spingere dal profondo dell’anima: gli slanci ideali e visionari, la furia generosa e creativa, la ferma decisione artistica di non cercare consensi ma inseguire i sogni, in particolare quelli impossibili.
Per combattere utilmente le dittature in campo culturale e politico occorre opporre esempi di dignità tenace. MACO’ è una questione di carattere, di intransigenza e rigorismo. MACO’ nasce per liberare la cultura da ogni freno che tenda a limitare o circoscrivere scelte, metodi e finalità.
Occorre ricostruire legami di senso con gli spazi, con le persone e con le cose, occorre un intervento decisivo della cultura che disegni un’immagine altra, quella del nuovo in antitesi con l’esistente; riconsegnare alla parola “territorio” la propria identità, quale quella d’essere un’entità fisica e concettuale ad un tempo; al centro di scambi ed incontri politici e culturali insieme.
MACO’ è un’altra strada da percorrere, fatta di percorsi condivisi umani e creativi, dove è possibile incontrare l’altro.
MANIFESTO
- Rivendicare il diritto ad immaginare un futuro diverso.
- Ridefinire, evidentemente, il concetto di cultura come bene primario della comunità che come tale va restituito.
- Stimolare esperienze di tipo estetico, che rendano operativo un intervento sulla realtà.
- Dimostrare che l’evento musicale, teatrale, artistico presenta ricadute significative in ambito educativo, politico ed economico.
- La produzione culturale può diventare un vero e proprio asset imprenditoriale e non solo un’attività “collaterale” al core-business.
- Occorre “imporre”, rendendola inevitabile, la nostra esistenza e la visione del nostro progetto nella formulazione delle politiche territoriali, indirizzando lo sguardo verso la cultura come ad uno dei “motori” di rinascita e ripensamento del territorio e del suo nuovo sviluppo socio economico.
- Confrontarsi dialetticamente con la volontà di abbattere le strettoie istituzionali e le vigliaccherie personali che spengono ogni iniziativa in antitesi con il consentito.
- Unire competenza e professionalità per avvicinare nuovi segmenti di pubblico e di interessi (anche economici) al programma culturale, agli eventi e spettacoli.
- Operare in seno ad una capillare ricerca sul territorio di potenzialità esistenti inespresse, valorizzandole, sostenendole e promuovendole, adoperandosi affinché la creatività apra la strada ad una trasformazione sociale ampia.
- Considerare la formula Festival come esperienza simbolica, un canale privilegiato per valorizzare talento e capacità individuali in una dimensione collettiva. Una casa dell’Arte, uno spazio vivo, di intervento sulla propria realtà, in vista di una produzione indipendente. Un luogo polivalente dove sperimentare diversi linguaggi.
AGORA’
[Crocevia d’arte, filosofia, pensiero e libertà]
Ospiterà artisti fuori dai circuiti istituzionali del mondo teatrale, editoriale, musicale e i sognatori, quelli in balia di…, i fuori scaletta di buona volontà che hanno l’esigenza di approfondire aspetti della condizione sociale e culturale contemporanea.
Un orologio idraulico, anticamente, serviva a misurare la lunghezza dei discorsi. Dieci minuti per ogni intervento: poesie, pensieri, suoni.
Agorà vuole preservare e stimolare l’aspetto visionario dell’arte, essenziale nella ricostruzione di un’identità culturale e politica.
Agorà, come punto d’intersezione di tante strade percorribili, è un luogo dove sconfiggere l’indifferenza e le dimenticanze, dove immaginare alternative di vita reali, concrete, condivise.
OSSERVATORIO DI MONITORAGGIO CULTURALE
L’osservatorio ha la funzione di studiare e stimolare il territorio dal punto di vista socio-culturale con l’obiettivo di definire una programmazione condivisa coerentemente ai parametri di qualità sottoscritti.
Obiettivi:
1. dare visibilità a tutti quegli artisti “inesistenti” e indipendenti, quasi un genere letterario a sé stante;
2. ricognizione degli infiniti spazi dimessi e concessione degli stessi anche in comodato d’uso per la realizzazione di progetti culturali;
3. creare uno sportello operativo della cultura che non sia solo informativo, rispetto alle attività laboratoriali e agli eventi in programmazione, ma specializzato nei vari settori artistici e che sia da supporto alla elaborazione di progetti culturali.
(Mariaelena Leone - TEATRO DEL MARE)
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Amalia di Lanno