a cura di Carlo Madesani
10 febbraio – 31 marzo 2012
Camera16, Via Pisacane 16, Milano
orari: martedì - sabato / 15.00 - 19.00
Camera16 contemporary art è lieta di presentare una doppia personale di due fotografi di fama internazionale, Fergus Greer e Johnny Rozsa, che attraverso i loro scatti raccontano la leggenda di Leigh Bowery (1961-1994), senza dubbio uno dei più controversi e avanguardistici personaggi che abbiano mai calcato le scene degli anni ‘80.
La mostra “About Leigh Bowery” vuole essere uno spaccato fotografico sulle gesta di un artista, performer, fashion designer, aspirante pop star e oggetto d’arte quale è stato Bowery. Semisconosciuto in Italia, ha di fatto cambiato il linguaggio visivo influenzando personaggi nel mondo dell’arte, della moda, della musica. Lucian Freud, Boy George, Antony and the Johnsons e David LaChapelle solo per citarne alcuni hanno condiviso e diffuso le sue idee d'avanguardia.
Leigh Bowery, per la sua abilità nel cambiare identità, può essere visto come un autentico testimone della protesta contro l'omologazione e il conservatorismo. Rappresenta l'unicità di ogni vita che non accetta regole estetiche e comportamentali. Nel puro stile new romantic che esalta l’individuo nella libertà espressiva del genio. Bowery si offre in un’immagine che, in un’ottica transgender, supera la divisione maschile/femminile mostrando i codici della seduzione e della comunicazione attraverso il corpo e i vestiti e dando origine a nuovi concetti di glamour e bellezza.
Leigh Bowery è tra gli interpreti più estremi del contesto storico in cui vive, quello dell’abolizione di qualsiasi restrizione a favore della creatività più libera e della totale sperimentazione e contaminazione tra i linguaggi della musica, dell’arte, della moda e del design. E’ il decennio di Margaret Thatcher (1979-1990), della nascita di MTV (1981), della caduta del muro di Berlino (1989), dell’uscita di Like a Virgin (1984) e di altri epigoni musicali come Thriller (1982). Inoltre, con l'avvento della TV, e in particolare con l'utilizzo promozionale del video musicale, l'impatto visivo diventa essenziale per ogni artista che vuole entrare nel circuito commerciale.Fergus Greer e Johnny Rozsa conoscono e collaborano con Bowery tra il 1986 e il ’94, anno della sua scomparsa a causa del virus dell’Hiv. Entrambi i fotografi, attraverso una serie di ritratti, restituiscono a chi non ha potuto conoscerlo una vera a propria guida visiva di ciò che ha prodotto attraverso l’immagine di se stesso.Johnny Rozsa collabora con Bowery in occasione del servizio fotografico per la realizzazione di Christmas Card. Attraverso una visione, singolarmente emotiva per un fashion photographer, Rozsa, rappresenta in tutta la sua autenticità il trasformismo boweryano in cui la vestibilità dell’abito è sacrificata alfine dello show.
Fergus Greer, oltre a collaborare attivamente con Bowery, ne è un caro amico. La conoscenza più intima tra i due emerge nel suo libro con scatti inediti “Leigh Bowery Looks”: un racconto per immagini che svela tutto il profondo e duro lavoro che Leigh Bowery sviluppa attorno al proprio corpo.
"Cerco di avere l'immagine migliore possibile grazie alla mia individualità ed espressività".
(Leigh Bowery)
Camera16
La galleria Camera16 contemporary art viene aperta da Carlo Madesani, fondatore della galleria Onepieceart di Roma, nel 2010 a Milano, sua città natale, alfine di aprire nuove finestre sul mondo dell’arte contemporanea. Così Madesani focalizza l’attenzione sulla ricerca di artisti, fotografi e non solo, storici e contemporanei, scelti perché svelano da diverse angolature i molteplici aspetti di una vita vissuta appieno, nella quale lo spazio e il tempo non sempre sono legati ad un luogo e ad un istante, ma mutano davanti agli occhi dello spettatore. Da Irina Ionesco a Nigel Coates, Massimo Listri, le giovani Gayle Chong Kwan e Indre Serpytyte, al fotogiornalismo dei grandi maestri italiani del ‘900 e di fotoreporter contemporanei e ancora Edgar Martins, Jason Oddy, due up and coming photography talents come Sandy Kim e Anthony Maule, fino alla scoperta di Wendy Bevan e all’ultima esposizione ancora in corso Alamar di Mauro D’Agati.
Info: http://www.camera16.it
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Amalia Di Lanno