giovedì 22 dicembre 2011

ZORAN MUSIC_Se questo è un uomo

A Palazzo Leone da Perego sarà visitabile fino al 19 febbraio una toccante mostra di Zoran Music, intitolata "Se questo un uomo". La sua personale esperienza del dramma del lager è stata tradotta in immagini, per non dimenticare.

Un'opera esposta a Legnano

Dal diciannove di novembre è stata aperta a Legnano, al Palazzo Leone da Perego, una nuova mostra, di grande rilievo storico e critico, dedicata a Zoran Music (Gorizia, 1909 - Venezia, 2005), una delle personalità più importanti dell'arte italiana del Novecento.
'importanza e il valore di Music sono stati riconosciute dalle più rinomate istituzioni italiane e straniere, come testimonia l'ampia retrospettiva del Grand Palais di Parigi nel 1995, oltre a quelle di Villa Medici a Roma e di Palazzo Reale a Milano nel 1992, del Musée d'Art Moderne della capitale francese (la prima antologica di un artista ancora vivente) e le varie partecipazioni alla Biennale di Venezia.

a recente mostra, curata da Flavio Arensi, direttore artistico di SALe - Spazi Arte Legnano, e intitolata "Se questo è un uomo", presenterà ben ottanta opere dell'artista sloveno, comprendendo 50 dipinti, disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni, che permetteranno di ripercorrere, attraverso i suoi cicli più importanti, l'intera carriera di un artista che ha saputo unire grandi tematiche esistenziali al mondo dell'arte.

La sofferenza sublimata in arte
- L'opera artistica di Zoran Music è, infatti, profondamente segnata dalle sue terribili esperienze personali che visse come prigioniero nel campo di concentramento nazista di Dachau, e proprio per questo costituisce una drammatica testimonianza di quanto fu angoscioso e oscuro quel periodo storico.

La mostra legnanese verte attorno alla tematica del ciclo "Noi non siamo gli ultimi", iniziato negli anni Settanta da Music proprio per denunciare come i prigionieri dei lager purtroppo non siano stati gli ultimi a subire violenze e torture disumane. Infatti, dopo di loro, la violenza dell'uomo è malauguratamente continuata dilagando in altri luoghi: Corea, Vietnam, Ruanda, ex-Jugoslavia, Cecenia, Iraq, Afghanistan, e altri. Il mondo non prese coscienza di Auschwitz, e genocidi e massacri sono continuati in tutte le aree del mondo: la storia, a quanto pare, sembra non abbia insegnato nulla, e il grido artistico lanciato da Music ha voluto sottolineare con forza la tragicità di questa triste realtà.

In questa mostra, dedicata appositamente al dramma della deportazione e dell'internamento nel campo di Dachau della Germania nazista, saranno dunque esposti anche alcuni disegni del 1945 realizzati proprio all'interno del lager.
L'orrore quotidiano vissuto da Music era tale che il suo solo pensiero era quello di poter lasciare almeno una traccia, una testimonianza, un segno, di quello che lo circondava e che vedeva intorno a sé, in modo che i posteri potessero venire a saperlo, e che non andasse tutto perduto e dimenticato.
A rischio della propria vita, riuscì a produrre di nascosto quasi duecento disegni, anche se alla fine se ne salvarono soltanto trentacinque. Il pericolo, nel realizzare quei disegni, era altissimo: oltre ad essere estremamente difficile riuscire a procurarsi i materiali necessari, c'erano anche le guardie che sorvegliavano

Un'opera esposta a Legnano

affinché nulla potesse rimanere e trapelare di quanto accadeva all'interno, né attraverso scritti, né attraverso immagini. Quindi, se lo avessero scoperto, se avessero trovato qualcuno dei suoi disegni, sarebbe stato immediatamente ucciso. Eppure, fu proprio il coraggio e la forza di volontà nel voler lasciare una testimonianza di quell'inferno, a dare a Music uno scopo per sopravvivere, per resistere tenacemente giorno dopo giorno.

Questi disegni
e molti dei dipinti del ciclo sono totalmente inediti per l'Italia, essendo stati per lungo tempo in collezioni private americane e da poco rientrati in Europa. Essi rappresentano tutto il dolore dei corpi scarnificati, dei morti o dei moribondi, e le sofferenze individuali che quotidianamente venivano inflitte ai prigionieri. L'eccezionale talento artistico di Music, spesso definito "Il Goya del novecento", rende loro onore e testimonianza, documentando le loro tragiche sofferenze e sottraendoli dall'oblio cui erano condannati.

Questa esposizione, che apre l'anno di iniziative legate alla Slovenia e a Maribor capitale della cultura europea 2012, si avvale di un comitato scientifico composto da Flavio Arensi, da Adriano Baccilieri, (direttore Accademia di Belle Arti di Bologna), da Flaminio Gualdoni (preside del Dipartimento di comunicazione e didattica dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Brera), da Lorenzo Respi (assistente alla curatela della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano), e da Davide W. Pairone (ricercatore all'Università per Stranieri di Perugia).
L'iniziativa si inserisce in linea di continuità con l'attività di SALe - Spazi d'Arte Legnano, nel solco tracciato dalle monografiche dedicate a Francisco Goya, Käthe Kollwitz, Varlin, e Leonardo Cremonini, che di Music sono stati colleghi, compagni di viaggio o semplicemente dei maestri da cui trarre l'ispirazione.


Se questo è un uomo
di Zoran Music
Dal 19 novembre 2011 al 19 febbraio 2012
Palazzo Leone da Perego
Legnano, via Gilardelli, 10
Orari: da martedì a venerdì, dalle 14.00 alle 19.00
sabato e domenica: dalle 10.00 alle 19.00
Chiuso lunedì, Natale e Capodanno
Ingresso libero

Fonte: http://www.artevarese.com

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Amalia Di Lanno