giovedì 29 luglio 2021

mounir fatmi - The Age of Consequences

Mounir Fatmi, Heavier than Words, 2020

Fino al 30 Luglio 2021, Officine dell’Immagine ospita nello spazio milanese la seconda personale di mounir fatmi (Tangeri, Marocco, 1970), autorevole voce dell’arte contemporanea internazionale. Curata da Silvia Cirelli, la mostra raccoglie una selezione delle opere più significative di questo grande interprete, omaggiandone la lunga e consolidata carriera.

Già molto noto a livello internazionale e sicuramente una delle figure di riferimento nell’odierno panorama artistico, mounir fatmi è tra i protagonisti dell’attuale mostra “Moroccan Trilogy” al Museo Nacional de Arte Moderno Reina Sofiadi Madrid, della collettiva “Memoria de la defensa” al Museo Es Baluarddi Palma, dell’esposizione "Icons" alla Boghossian Foundationdi Bruxelles, e "The Slipstream" al Brooklyn Museum; e sarà fra gli artisti della prossima Biennale di Casablancae della Biennale d’art contemporain Hybride di Lens.

Chiamato a esporre in prestigiosi Musei come il Centre Georges Pompidou, il Victoria & Albert Museum, il Mori Art Museum di Tokyo, o il MAXXI di Roma, i suoi lavori fanno inoltre parte di grandi collezioni pubbliche, fra le quali è doveroso ricordare quelle dello Stedelijk Museum, Amsterdam; il Louvre Abu Dhabi, la Fondation Louis Vuitton pour la création, Parigi; il Museum Kunstpalast di Düsseldorf; il Mathaf Arab Museum of Modern Art, Doha o il Brooklyn Museum di New York.

Da sempre testimone del complesso tessuto socio-culturale contemporaneo, fatmi si contraddistingue per una cifra stilista capace di relazionarsi con temi di grande attualità come l’identità, la multiculturalità, le ambiguità del linguaggio e l’importanza della comunicazione come termometro sociale dell’evoluzione umana. Confrontandosi con esperienze performative e partecipative, l’artista riporta la narrazione ai meccanismi comunicativi intesi come stratificazione culturale, traducendo la precarietà di un momento storico segnato dal senso di vulnerabilità e dallo sradicamento collettivo.

La mostra offre l’opportunità di uno sguardo ampio sulla poetica di mounir fatmi, esaltandone la grande abilità lessicale, esplorazione di linguaggi stilistici che variano dall’installazione alla scultura, dal disegno alla fotografia. 

In opere come La Pietà del 2007 ed Everything Behind Medel 2018 è baricentrica la scelta del materiale utilizzato, lunghi e bianchi cavi di antenne, una modalità espressiva che l’artista sviluppa fin dal 1998. Notoriamente adoperati per la trasmissione di dati, quali essi siano immagini, parole o audio, i cavi simboleggiano per eccellenza l’emblema della connessione, della trasmissibilità fra persone e cose. Ed è per questa loro funzione di condivisione e diffusione che fatmi ne esalta le dinamiche comunicative. L’interesse per un oggetto di uso comune, che viene poi decontestualizzato, perdendo la propria funzionalità primaria per diventare messaggio artistico, ritorna con l’opera Already Deaddel 2021, dove la nota videocassetta VHS si trasforma in un’imponete installazione immersiva che obbliga lo spettatore allo smarrimento e al senso di disorientamento. Una percezione questa, che si recupera anche nel lavoro Oil,Oil,Oil,Oil Suspendeddel 2019, in cui l’artista s’interroga invece sul problema dell’insufficienza delle risorse energetiche e le conseguenti tensioni economiche che ne derivano.

Chiudono l’esposizione milanese, le opere Heavier than words(2020), Coma,Manifesto(2018) e Calligraphy of the Unknown(serie che prosegue dal 2014) in cui fatmi si concentra su un tema ricorrente nella sua parabola espressiva: il potere del linguaggio e la sua affascinante indecifrabilità. Esaltando il valore della comunicazione, come fondamentale esperienza collettiva, l’artista ne misura però i fallimenti, conducendo la narrazione all’equivoco, alle ambivalenze di una precarietà obbligata, di certo complessa e a volte contorta, ma pur sempre sintesi di un autentico paesaggio emozionale.

mounir fatmi, Coma Manifesto, 2018

NOTE BIOGRAFICHE 
mounir fatmi è nato a Tangeri (Marocco) nel 1970, attualmente vive e lavora fra Parigi e Tangeri. 
Al suo attivo ha numerose partecipazioni sia in importanti Musei stranieri, come il Brooklyn Museum, il Victoria and Albert Museum, il Moscow Museum of Modern Art, il Centre Georges Pompidou, il Mori Art Museum di Tokyo, il Mathaf Arab Museum of Modern Art di Doha o il MAXXI di Roma; che in Festival e Biennali, come la Biennale di Venezia (nel 2007 e ancora nel 2017), la Biennale di Sharjah (2007), quella di Dakar (nel 2002 e ancora nel 2006), la Biennale di Bamako (2015 e 2017), di Lione (2009), la 5° Biennale di Gwangju (2004) o ancora la Shenzhen Architecture Biennale del 2018 o la 5° Triennale di Auckland del 2013.

I suoi lavori fanno inoltre parte di grandi collezioni pubbliche, fra le quali è doveroso ricordare quelle dello Stedelijk Museum, Amsterdam; il Louvre Abu Dhabi, la Fondation Louis Vuitton pour la création, Parigi; il Museum Kunstpalast di Düsseldorf; il Mathaf Arab Museum of Modern Art, Doha o il Brooklyn Museum di New York. fatmi ha inoltre ricevuto numerosi premi come il Silver Plane Prize Altai della Biennale di Mosca (2020) il Cairo Biennial Prize (2010), l’Uriöt Prize, Amsterdam e il Grand Prize Leopold Sedar Senghor della Biennale di Dakar nel 2006. Nel 2013 è stato poi selezionato per il Jameel Prize del Victoria & Albert Museum di Londra.


Milano, Officine dell’Immagine 
mounir fatmi | The Age of Consequences
a cura di Silvia Cirelli
fino al 30 luglio 2021

Officine dell’immagine, via Carlo Vittadini 11 Milano
info: tel. +39 02 91638758 - www.officinedellimmagine.com-info@officinedellimmagine.com
Orari:martedì – sabato 11 – 19; lunedì e giorni festivi su appuntamento. 

* In relazione all’emergenza Covid 19 vi ricordiamo che gli ingressi saranno contingentati, che è obbligatorio l’uso della mascherina protettiva e il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro. 

Catalogo in galleria

 

EF-FUSIONI performance di Federica Claudia Soldani

 







Ph.P.Coce Il Sito dell'Arte

EF-FUSIONI performance di Federica Claudia Soldani

Non una materia e neanche un materiale compatto dalla resa solida, e rassicurante per la sua durevolezza, bensì un elemento che non assicura alcuna garanzia di durata. Scegliere di realizzare una scultura utilizzando un composto chimico come l’acqua significa, tra le altre cose, affidare l’opera alla volubilità dell’incertezza. Un’operazione che Federica Claudia Soldani fa coincidere con la delicatezza dell’infanzia, congelando figure di ghiaccio sotto forma di neonati: creature fragili concepite dall’artista come allegorie della ciclicità, di un eterno ritorno rinnovato dalla fluidità dell’impermanenza.
La stabilità viene trasfigurata in forza liquida, mentre la metamorfosi generata dalla fusione racchiude un’intrinseca verità, portatrice per sua natura di una mutevolezza che sovverte la certezza della materia dura, indistruttibile e forte, incapace di esporsi alla trasformazione del cambiamento.
Michela Laporta


42 gradi idee che bruciano
Bisceglie Approdi Spa - Porto Turistico - Marina Resort Porto di Bisceglie.


.22:10, 28/7/2021

mercoledì 28 luglio 2021

KONFETTI di Giuseppina Giordano

Giuseppina Giordano per Una Boccata d'Arte, Gressoney Saint Jean


GIUSEPPINA GIORDANO A GRESSONEY-SAINT-JEAN

«KONFETTI (rägnò morceaux di primavera), in italiano CORIANDOLI (piovono pezzi di primavera), nasce dal desiderio di abbracciare in un unico titolo la ricchezza linguistica di Gressoney-Saint-Jean. Le opere, realizzate insieme agli abitanti, sono espressione di uno stato d’animo gioioso e voce delle diverse anime del borgo». 

Giuseppina Giordano per Una Boccata d’Arte 2021

Una Boccata d’Arte è progetto d’arte contemporanea diffuso in tutte le regioni italiane che, dal 26 giugno al 26 settembre 2021, promuove l’incontro tra arte contemporanea e bellezza storico artistica dei borghi più evocativi d’Italia. 

Una Boccata d'Arte è un progetto di Fondazione Elpis, in collaborazione con Galleria Continua, e con la partecipazione di Threes Productions, che consente all'artista la più ampia libertà creativa e l'utilizzo di qualsiasi media artistico all’interno di percorsi tematici che dialoghino in modo convincente con i borghi. 

I venti borghi selezionati ogni anno in base al numero di abitanti non superiore a 5.000, alla presenza di un tessuto culturale attivo e alla capacità artigianale, commerciale e ricettiva a carattere famigliare, diventano il teatro di venti interventi in situ d’arte contemporanea, realizzati da artisti emergenti e affermati, invitati da Fondazione Elpis e Galleria Continua. 

VALLE D’AOSTA 
Gressoney-Saint-Jean è il borgo che ospita, fino al 26 settembre 2021, la mostra KONFETTI (rägnò morceaux di primavera), in italiano CORIANDOLI (piovono frammenti di primavera) dell’artista Giuseppina Giordano. 


GIUSEPPINA GIORDANO A GRESSONEY-SAINT-JEAN 
TESTO A CURA DI ALICE PREVITALI 
Per Una Boccata d’Arte, l’artista interdipendente Giuseppina Giordano ha concepito KONFETTI, dal tedesco «coriandoli», progetto che compone una narrazione stratificata di avvicinamento graduale a Gressoney-Saint-Jean, attraverso immagini digitali e racconti, fino ad un processo creativo che non esprime solo partecipazione ma vera e propria co-autorialità con gli abitanti del borgo. 

Il lavoro di Giordano si compone di quattro interventi in situ. MORCEAUX DI PRIMAVERA (2021) è una grande scultura in esterni, realizzata con lastre metalliche sagomate secondo le cime delle montagne che circondano il Lago Gover, decorata con fiori disegnati dai bambini chiamati dalle scuole elementari e medie locali. 

SEI UNA NUVOLA DI ZUCCHERO (2021) è un’installazione sonora che unisce i messaggi vocali in diverse lingue autoctone che gli abitanti di Gressoney hanno registrato su invito dell’artista, e li diffonde tramite altoparlanti in Obre Platz. Questi messaggi sono trascritti su biscotti commestibili, KONFETTI (2021). Biscotti avvolti nello stesso incarto iridescente rosso di cui è rivestito il ponte in legno sul Lago Gover. I passanti sono invitati a prenderli e gustarli per innescare un’esperienza multisensoriale. 

ENSEMBLE (2021) è un dipinto realizzato dall’artista insieme con i pittori locali. È posto in una ghiacciaia, su un cavalletto adagiato su un letto di rami di pino profumati; gli elementi ritratti sono un camino e una volpe. Gressoney diventa palcoscenico delle visioni partecipate dell’artista, in cui gli abitanti sono i protagonisti principali. 

L'ARTISTA 
Giuseppina Giordano (Mazara del Vallo, 1987) utilizza media vari per creare installazioni immersive e interventi multisensoriali. Poesia, linguaggio, traduzioni, storia dell'arte, pittura, scultura e vita quotidiana, sono solo alcuni dei temi affrontati nel suo lavoro. Tra i vincitori di Cantica21, progetto di committenza pubblica promosso da Mic e MAECi, è inoltre creatrice di #10cents – ART AT THE SUPERMARKET, progetto di arte e filantropia. Tra le mostre recenti: BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, Palermo. Per maggiori info: www.giuseppinagiordano.com. 

IL BORGO 
Gressoney-Saint-Jean è un borgo di 810 abitanti in provincia di Aosta, da cui dista 78km, in Valle d'Aosta. Certificata con la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano dal 2017, sono numerosi gli ospiti illustri che si ricordano: Leonardo Da Vinci si avventurava sulle pendici del Monte Rosa; la Regina Margherita di Savoia è stata ospite del Barone Luigi Beck Peccoz. Suo marito Re Umberto I vuole la costruzione del castello in stile medievale. Villa Margherita è oggi sede del Municipio: all'entrata si leggono ancora i versi del poeta Giosuè Carducci, qui ospite. 

FONDAZIONE ELPIS 
Costituita nel 2020 da Marina Nissim, imprenditrice e collezionista d’arte contemporanea, ha tra le sue finalità la tutela, la valorizzazione e la promozione delle forme espressive delle arti e della creatività contemporanee. La sua azione si concentra in particolare sul sostegno di artisti giovani ed emergenti, provenienti da Paesi e culture differenti, il cui talento meriti una maggiore opportunità di visibilità e supporto. La sede espositiva, in via di ristrutturazione, inaugurerà al pubblico in primavera 2022, nel cuore della città di Milano. 

GALLERIA CONTINUA 
Galleria d’arte contemporanea fondata nel 1990 da Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, ad oggi conta sette sedi in tutto il mondo: nel 1990 apre a San Gimignano, piccolo borgo toscano; nel 2004 a Pechino, nel distretto 798; nel 2007 a Les Moulins, nella campagna parigina; nel 2015 a La Habana, Cuba; nel 2020 a Roma, all’interno del The St. Regis Rome, e a São Paulo, in Brasile. Nel gennaio 2021 ha inaugurato un nuovo spazio espositivo a Parigi, nel quartiere Le Marais. 

THREES PRODUCTIONS 
Team curatoriale e agenzia creativa con base a Milano, concentra la propria pratica su progetti che intersecano suono, arte e paesaggio. Nella seconda edizione di Una Boccata d'Arte 2021, Threes cura le mostre di Camille Norment a Santa Gertrude, Francesco Cavaliere a Vallo di Nera, Polisonum a Gesualdo. 


                            

Una Boccata d’Arte 
20 artisti 20 borghi 20 regioni 

GIUSEPPINA GIORDANO A GRESSONEY-SAINT-JEAN 

Giuseppina Giordano 
KONFETTI (rägnò morceaux di primavera) 
fino al 26.09.2021 

Obre Platz, 11025 Gressoney-Saint-Jean (AO). 
Aperto dal lun al ven, ore 10-20, ingresso libero (max 5 persone): 

ENSEMBLE (2021) tecnica mista su tela di lino, 150 x 200 x 1 cm. Ghiacciaia adiacente a Villa Margherita, Località Villa Margherita, 1, Gressoney-Saint-Jean (AO). Il dipinto è stato realizzato insieme ai pittori locali: Bruno Borello, Marika Curtaz, Leda Muraro, Desy Napoli, Gianfranco Stofler. 

Aperto senza limitazioni, in esterni: 
MORCEAUX DI PRIMAVERA (2021), scultura, stampa su dibond sagomato, pittura glitter , 450 x 200 x 110 cm. Lago Gover, 11025 Gressoney-Saint-Jean (AO). La scultura è stata realizzata insieme alle bambine e ai bambini delle scuole materne e elementari locali. 

KONFETTI (2021), installazione edibile, alluminio, stampa su biscotti, dimensioni ambientali. Lago Gover, 11025 Gressoney-Saint-Jean (AO). SEI UNA NUVOLA DI ZUCCHERO (2021), installazione sonora, durata variabile. Obre Platz, 11025 Gressoney-Saint-Jean (AO). 

Ufficio Stampa 
Maddalena Bonicelli | press@unaboccatadarte.it | +39 335 685 7707 

Si ringraziano: 
Il Comune di Gressoney-Saint-Jean, il Sindaco Mattia Alliod, il Vice Sindaco Guglielmo Ceresa, l’Assessore al Turismo e al Commercio Vanda Bieler, l’Assessore all’Agricoltura, Ambiente, Istruzione, Cultura e Welfare Manuela Parodi, la collaboratrice Rebecca, la Regione Valle d’Aosta, l’assessore allo Sport e ai Trasporti Andrea Gallo, Patrick Mittiga e PMPROMOTION, l’ufficio del turismo, Proloco Gressoney Saint-Jean, il centro studi Walser, tutti gli abitanti che hanno collaborato, le maestre e le scuole Materne e Elementari di Gressoney- Saint-Jean, i pittori: Bruno Borello, Marika Curtaz, Desy Napoli, Leda Muraro e Gianfranco Stofler.






martedì 27 luglio 2021

MAREDAMARE - Acquerelli di Puglia Mostra personale di Maria Bonaduce

 



COMUNICATO STAMPA

 

 Sabato 12 agosto 2021 alle ore 19.30, presso Spazio Start in via Cattedrale 14 – Giovinazzo (BA), con il Patrocinio del Comune di Giovinazzo, si inaugura

 

MAREDAMARE - Acquerelli di Puglia

Mostra personale di Maria Bonaduce

a cura di Patrizia Dinoi

visitabile dal 12 al 28 agosto 2021 con orario di apertura 19:30 − 21:00.

 

Maria Bonaduce

Notevole ritrattista e paesaggista ha esposto in varie mostre in Italia e all’estero (Canada, Messico, Ungheria,Francia,Inghilterra, Romania, Stati Uniti D’America, Emirati Arabi, Polonia, Bulgaria) e ricevuto importanti consensi internazionali. Da diversi anni si dedica all’Arte Sacra con dipinti e vetrate istoriate.

Ha scelto di non allontanarsi dalla figurazione per poter comunicare con un linguaggio di immediata intelligibilità per tutti.  La sua grammatica visiva  consente una percezione e una lettura anche subliminare  dell’opera  che, tuttavia, subito rivela anche ad un occhio poco attento la sapienza del tratto sicuro, esperto. La luce riflessa dagli acquerelli di Maria Bonaduce poi non lascia spazio a banali equivoci artistici. Invade il campo visivo, sprigiona energia  vitale, riconduce alla natura soprannaturale che pervade l’immanente, sostanzia ogni materia vivente e non vivente.

È la luce che irradia ogni elemento visivo, interagisce con esso, ne muta la forma e ne valorizza il potenziale architettonico ed evocativo.

È la luce, che tutto pervade e trasforma, a costringere ad un nuovo accomodamento il nostro sguardo.

È la luce a travolgere i nostri sensi, suggerendo improbabili mix percettivi, e a consegnare, infine, raffinate consapevolezze metacognitive alla nostra mente.

            Patrizia Dinoi

 

Progetto Grafico: Claudia Dagostino

 

Per informazioni e prenotazioni:

Tel.:  389 191 1159

Email :  spaziostart.giovinazzo@gmail.com

Web: https://www.facebook.com/spaziostart 

 

Alessadro Passaro Via la pittura a cura di Nicola Zito

 




Alessadro Passaro

Via la pittura

 

a cura di Nicola Zito

 

dal 31 luglio al 31 agosto 2021

Apertura: sabato 31 luglio, ore 19,30

 

Piazza IV novembre, 26

72023, Mesagne, Brindisi

 

 

Il 31 luglio 2021, a partire dalle ore 19,30, sarà aperta la personale di Alessandro Passaro, Via la pittura, mostra a cura di Nicola Zito.

 

Via la pittura, realizzato in collaborazione con l’associazione L’Ego di Artemide, è la prima esposizione di Passaro nel proprio paese d’origine, Mesagne, in piazza IV novembre 26. In questa occasione l’artista presenta una tela di 20 metri oltre a 5 opere più piccole (olio su tela), che trattano il rapporto tra la collettività e il paesaggio, facendo coincidere le due dimensioni in un unica visione fisiognomica; l’opera di 20m potrà essere acquistata a cm, venendo così a creare una riflessione sulla perdita dell’autorialitá e sulla caduta dello stereotipo di vendita del mercato.

 

La mostra, che vanta il patrocinio morale del Comune di Mesagne e il contributo di numerosi esercizi commerciali della zona (L’amo, pesca sportiva; Ursula Emiliano, hair stylist; Il Mangiameduse, sea food; Giù da Mino, cantina; Splendid 22, bar; Gwen Majesty; Xò Cafè; Officina Smart; Sottospirito; Seven B pub; Man of the trouble; Pecora Nera; Caffè dell’orologio; Sullo, gelateria; Masciullo; Caffè Vittorio Emanuele; Osteria del Leone; Tecnorete; Biscotto, gelateria; Celtic Public House; Benito abbigliamento; Zona 30 beer ‘n’ grill; L'incontro, trattoria; Studio 95, agenzia pubblicitaria; Architetto Carmelo), sarà visitabile fino al prossimo 31 agosto 2021, dalle ore 18 alle ore 22.

 

 

Per info:

+393397075963

alessandropassaroartist@gmail.com

Contemporanea Ventiventuno presenta 'La comunità inoperosa'


Il 31 luglio 2021, presso il Palazzo Ducale di Tagliacozzo (AQ), inaugura Contemporanea Ventiventuno, l’ottava edizione della rassegna di arti figurative contemporanee diretta da Emanuele Moretti, artista avezzanese, con la mostra collettiva La comunità inoperosa, curata dal filosofo Giuseppe Armogida. Le sale dello storico edificio, abitate un tempo dagli Orsini e dai Colonna, ospiteranno le opere di 33 artisti contemporanei – alcuni di fama nazionale e internazionale, altri emergenti –, appartenenti a generazioni diverse. Consulente artistica della mostra è la curatrice Arianna Sera.

L’evento, sostenuto dal Comune di Tagliacozzo, dalla Fondazione per l’Arte Cinese in Italia e dall’Accademia di Belle Arti di Roma, rientra nel programma del 37° Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo.

Il progetto di questa mostra prende spunto da La communauté désoeuvrée, il celebre testo di Jean-Luc Nancy, uno dei più importanti filosofi contemporanei, pubblicato in Francia nel 1983. La comunità – sostiene Nancy – deve essere intesa come l’essere-gli-uni-con-gli-altri, senza alcun rimando a un’idea o a una definizione preliminare di comunità da realizzare. La comunità non appartiene alla sfera dell’opera – perché ciò presupporrebbe che fosse oggettivabile e producibile in un luogo, in una persona, in un discorso o in un simbolo –, bensì è “inoperosa”, cioè al di qua di ogni progetto, programma o finalità; la comunità non è un essere comune, che potrebbe essere lo scopo e il compimento di un processo e di un progresso, ma un essere-in-comune, che semplicemente accade: un evento, un atto performativo. 

Riprendendo le questioni sollevate da Nancy, questa mostra si interroga sull’origine e sul destino della comunità, senza però voler offrire alcun tipo di risposta definita. Il Palazzo Ducale diventa lo spazio espositivo in cui enti singolari appaiono gli-uni-con-gli-altri, esposti in una scena. Obiettivo della mostra non è, dunque, quello di essere una raccolta di opere o un indiscriminato campionamento di tendenze artistiche, bensì l’esposizione delle relazioni che si creano tra le diverse opere, le quali inevitabilmente si articolano le une sulle altre lungo linee di forza la cui rete costituisce il loro essere-in-comune. 

Ma i fili che tessono insieme la tela, anche se possono sovrapporsi, non sono annodati. Sicché, il terreno di questa mostra è per sua natura instabile: l’aggregazione e la disgregazione sono in ogni momento possibili. La comunità, perciò, non assume una figura precisa o una connotazione identitaria. Essa resiste a darsi come opera compiuta, finita. Come scrive il curatore dell’evento, Giuseppe Armogida, nel testo critico di accompagnamento alla mostra, La comunità inoperosa «deve essere considerata come uno stato di cose temporaneo, fugace, fallibile, inesauribile, potenzialmente contraddittorio e provvisorio».

La mostra, visitabile gratuitamente fino al 29 agosto 2021, sarà accompagnata da un catalogo delle opere, fotografate da Giorgio Benni, corredato da un’introduzione del direttore Emanuele Moretti, da un testo critico del curatore Giuseppe Armogida e da un intervento della consulente artistica Arianna Sera.



Titolo: Contemporanea Ventiventuno / La comunità inoperosa
Artisti: Marco Affaitati, Sonia Andresano, Rodolfo Angelosante, Giulia Apice, Dario Carratta, Eleonora Cerri Pecorella, Laura Cionci, Ola Eyre Czuba, Alberto Di Fabio, Valerio Di Fiore, Gaia Di Lorenzo, Marco Emmanuele, Margherita Ferro, Gianfranco Fortuna, Federika Fumarola, Iulia Ghita, Alessandro Giannì, Delfina Giannattasio, Luca Grechi, Luca Grimaldi, LU.PA, Guglielmo Maggini, Gian Maria Marcaccini, Diego Miguel Mirabella, Matteo Montani, Emanuele Moretti, Marina Paris, Gianni Politi, Marta Roberti, Delfina Scarpa, Maddalena Scuderoni, Caterina Silva, Wang Yancheng

A cura di: Giuseppe Armogida
Direzione artistica: Emanuele Moretti
Consulenza artistica: Arianna Sera

Luogo: Tagliacozzo (AQ), Palazzo Ducale (ingresso gratuito)
Inaugurazione: sabato 31 luglio 2021, ore 17.30
Durata: dal 31 luglio al 29 agosto 2021
Orari: 10.00-13.00; 16.00-20.00 
Facebook: Contemporanea_art – Instagram: contemporanea_art


VinArte 2021 - XI edizione

Anuar Arebi, dal progetto Silent, Changing City, courtesy l'artista

Transizione & Rumore sono i due concetti chiave che guideranno la XI edizione di VinArte 2021, festival che, in seno alla kermesse Vinalia, e con alla direzione artistica l’ideatore Giuseppe Leone e alla guida della Sezione Fotografia & Videoarte Azzurra Immediato, daranno origine ad un percorso nell’entroterra che intende indagare, attraverso le prospettive degli artisti invitati, la nuova percezione generatasi in questo anno e mezzo mediante “i segreti del paesaggio, di quei luoghi ameni, nascosti che superino la dimensione di massa, commerciale, abituale, quasi banale. VinArte però farà anche di più. Andrà al di là del rumore. Passando per il silenzio lento della riflessione” e seguendo la teoria dell’inventario definita da Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia, si affiderà all’integrazione ragionata di “qualcosa di nuovo al percorso già intrapreso, aggiungendo qualcosa di essenziale al ‘rumore’ del primum vivere, che diventa, così, il gorgogliare del cuore, il ribollire della mente, come il ribollir nei tini di Vinalia”afferma Giuseppe Leone, dove arte e vino si fondono per una commistione perfetta. 

VinArte e Vinalia, anche nel 2021, propongono un rinnovato fermento culturale, importante per il Sud e per l’entroterra sannita, giacimento di persuasioni e di aspettative resistenti ad ogni semplificazione. VinArte 2021presenta al pubblico due sezioni: una legata alla pittura e alla scultura con Gli Altari dell’Arte in Ave Maria Gratia Plena, curata da Giuseppe Leone; l’altra riservata alla fotografia e alla videoartecon Transizioni, a cura di Azzurra Immediato. Sarà proprio questa generale inclinazione razionale, riflessiva, nella convergenza con l’empito dell’emozione artistica, il vero punto di forza di VinArte2021. “Passione e ragione, rumore e silenzio, fantasia e riflessione sono il cuore del progetto e della sua realizzazione.” 

L’arte, da sempre via prediletta della riscoperta e del passaggio da una fase all’altra della storia umana, sarà affidata a pittori, scultori e fotografi con diverse progettualità. Nell’antica Ave Gratia Plena Gli Altari dell’Arte un progetto che riunisce, anche in collaborazione con i galleristi Paolo Bowinkel e Andrea Nuovo, Leticia Burgos, Max Coppeta, Maya Pacifico, Luciano Caruso & Giuseppe Leone & Nicola Rivelli, Aniello Scotto, Giorgio Tentolini gli scultori Mariano Goglia ed Ernesto Pengue el’operarealizzata da Giuseppe Leone ed emblema di identità visuale del festival. Per la fotografia e la videoarte Palazzo Marotta Romano, la Sagrestia Vecchia e l’antico Monte dei Pegni, ospiteranno Transizioni, a cura di Azzurra Immediato con Anuar Arebi, Luca Gamberini, Fabio Ricciardiello, Anna Rosati, Natalino Russo, Luigi Salierno, Pasquale Palmieri con anche un’opera di video, e un progetto di Giovanni Izzo. 

Come ogni anno ci sarà la sezione Genius Loci, ove pittori, scultori e fotografi di questa terra si proporranno come trait d’union tra il Sannio e chi arriverà da altrove, primo punto di incontro e contatto, sguardo che accoglie ed invita il pubblico in un percorso inusitato e sorprendente: Carmine Carlo Maffei con un progetto personale nel suo Atelier Pietre Vive, Margherita Palmieri con una performance ed i fotografi Pasquale Di Cosmo, Francesco Garofano, Mariagrazia Pigna & Germana Stella.

A loro volta, ogni artista è quest’anno figlio di una transizione ed espressione di rumoreartistico, poiché per una felice concomitanza, molti ‘giungono da’ o ‘sono in partenza per’ – o entrambe le cose – con i propri progetti, per esser protagonisti di importanti mostre e festival in Italia e all’estero e di pubblicazioni di grande rilievo di cui, VinArte,propone anteprime o dettagli fondamentali. A latere, infine, il trentunesimo anniversario del progetto “Immagini del Sannio rurale” curato dal Circolo Fotografico Sannita diretto da Cosimo Petretti, che segue la presentazione ufficiale di due mesi fa. 

Il 4 agosto la conferenza di presentazione nel borgo antico di Guardia Sanframondi (Bn) accolta nella splendida Chiesa dell’Ave Gratia Plena, cuore pulsante del festival da cui si dipanerà l’intero percorso di VinArte, in piena sicurezza e seguendo un tragitto che da “Gli Altari dell’Arte”, innervato nell’architettura barocca della chiesa, proseguirà in altri luoghi chiave del borgo antico, quasi si trattasse di una sorta di salvifica via dove scopriremo, insieme, le bellezze che la vita nasconde e che l’arte fa riaffiorare, transitando verso il rumore di nuova espressione esistenziale

Giorgio Tentolini, Venere, courtesy Paolo Bowinkel
Max Coppeta, San Sebastiano, 2021, courtesy l'artista

VinArte 2021
XI edizione
Nell’ambito della kermesse VinaliaXXVIII edizione
Borgo Antico, Guardia Sanframondi (Bn) 
Dal 4 al 10 agosto 2021
Vernissage 4 agosto ore 18
Ave Gratia Plena, Via F. M. Guidi, 62
Direzione Artistica Giuseppe Leone
Direzione Sezione Fortografia & Videoarte Azzurra Immediato
In collaborazione con Vinalia e La Guardiense
E il Comune di Guardia Sanframondi (Bn)

Ingresso gratuito nel pieno rispetto delle norme anticovid


lunedì 26 luglio 2021

"Passi falsi. Riflessioni sull'Antropocene" di Nicola Genco. Noci (BA), Chiostro delle Clarisse, 29 luglio 1 agosto

 


COMUNICATO STAMPA

Sabato 31 luglio alle ore 20 nel Chiostro delle Clarisse a Noci (via Porta Putignano), ci sarà la presentazione dell’installazione di Nicola Genco, intitolata Passi falsi. Riflessioni sull’Antropocenea cura della critica d’arte Lia De Venere.

L’installazione, che sarà visitabile già dalla serata del 29 luglio, è stata realizzata con la collaborazione dell’Associazione ETRA E.T.S. e fa parte delle attività previste nell’ambito della seconda edizione del Festival Chiostri, inchiostri e claustri. Letture di mezza estate, che si terrà dal 29 luglio al 1° agosto nella cittadina pugliese, ed è organizzato da Formiche di Puglia Parco letterario “Tommaso Fiore”, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Puglia e del Comune di Noci e con la collaborazione di Lunedì Letterario, Fatti di carta, Mondadori point, Spillover Il contagio delle parole.

 

Così scrive la curatrice Lia De Venere:           

 

Nell’epoca geologica attuale che, con un termine puntuale ed efficace nato vent’anni fa, ma ancora non unanimemente condiviso a livello scientifico, viene definita Antropocene, l’azione dell’uomo sull’ecosistema, in particolare nell’ultimo secolo, è divenuta sempre più

invasiva e dannosa, provocando gravi effetti immediati e a lungo termine, come i cambiamenti climatici, il riscaldamento degli oceani, la riduzione delle foreste, la modifica dell’equilibrio idrogeologico naturale, il decremento progressivo della biodiversitàI cicli del carbonio, del fosforo e dell’azoto sono stati stravolti, l’anidride carbonica e il metano hanno raggiunto altissime concentrazioni nell’atmosfera. Scorie nucleari e grandi quantità di particelle di calcestruzzo, plastica, acciaio sono oggi massicciamente presenti nel suolo, nei mari e nell’aria.


  Con la consueta levità espressiva, frutto di un’attitudine narrativa affinata dalla capacità di trasfigurare poeticamente la realtà, attraverso questa complessa installazione Nicola Genco ci attrae all’interno di una toccante prefigurazione di un futuro non troppo lontano. Davanti a nostri sguardi, costruiti con assiduo esercizio di sintesi, Genco appronta scenari inquietanti, indizi eloquenti delle infinite e molteplici sofferenze odierne del pianeta Terra, di quella Madre Terra, che i suoi figli sembrano aver dissennatamente deciso di condannare a una morte lenta.

Un’umanità minacciata da se stessa, dunque, da tutto quanto in un lasso di tempo non superiore al secolo e mezzo è riuscita a fare ai danni dell’ecosistema, rendendolo – progressivamente e in maniera in alcuni casi irreversibile – in molti casi inospitale.   


           

                     
                       

       

Su formelle di argilla cruda, solcata da crepe profonde, quasi fosse aggredita da un’ineluttabile siccità, Genco ha posto degli uomini, seduti o in ginocchio, con le braccia conserte, pensosi e come in attesa di qualche evento. A fianco le foglie cadute, ma ancora vitali di specie diverse, a dare testimonianza delle serie minacce che subisce la biodiversità naturale e, poco più in là, un piccolo stormo di volatili in sosta, come sopravvissuti all’ennesima catastrofe ambientale, ma ancora capaci di aprire le ali e librarsi in volo.                              






E a suggello di una messa in scena struggente e affascinante al tempo stesso, che si può leggere come un’oggettiva presa d’atto e insieme come un accorato invito alla speranza, l’artista ha posto ­– deliberatamente e opportunamente – un piccolo campo di papaveri ancorati alla pietra e con i petali e gli steli arruffati dal vento. Il papavero, simbolo di fertilità, sacro alla dea Demetra (Madre Terra), che nella mitologia greca è la dea dell'agricoltura, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, è una pianta selvatica che si adatta a qualsiasi terreno, pur prediligendo quelli calcarei e asciutti, ma soprattutto – e qui, a mio avviso, risiede verosimilmente il motivo principale della scelta dell’artista – è una specie pioniera, tra le prime a ripopolare le terre incolte.


  

                              


 


 

 Uno scenario - quello ideato da Genco – realizzato interamente con la terra cruda o cotta e giocato esclusivamente sui toni del bianco e del grigio, in cui colori sono spariti, forse accantonati per un futuro diverso. E i papaveri hanno perso il loro seducente rosso vermiglio per farsi bianchi, come nelle specie rare della pianta, in alcuni luoghi considerate simboli di sventura e di sonno eterno, in altri invece metafore di felicità e di purezza e capaci di risvegliare in cuori insensibili il palpitare dei sentimenti.

 

“Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un gigantesco passo per l’umanità”: sono le prime parole pronunciate il 21 luglio 1969 da Neil Armstrong, mettendo piede sulla superficie

lunare. Un momento importante nella storia dell’umanità, di cui dopo oltre cinquant’anni si conserva un ricordo vivido e ancora emozionante.

Ai tanti e irragionevoli “passi falsi” impressi nell’ultimo secolo dagli uomini nel corpo vivente del nostro pianeta in nome di un’idea di progresso non sempre lungimirante, allude qui l’artista. Ad essi va imposto al più presto un saggio e perentorio dietro front, per avviare un indispensabile cambiamento epocale che possa rimettere in equilibrio virtuoso il rapporto tra la terra e l’umanità.

 

Perché, come aveva scritto François Mauriac: “È inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra” (Bloc-notes, 1952-1970). 

 

 

NICOLA GENCO

Putignano (BA), 1959

Vive e lavora a Putignano

 

Grafico, designer, pittore, scultore, fotografo, Genco è un artista visivo a tutto tondo.

In tutte le sue creazioni è sempre palese l’interesse per i diversi aspetti della natura,

così come il rapporto vivo e forte con la materia; frammenti di mondi diversi attraverso

la sintesi creativa danno vita a opere d'arte caratterizzate dalla ibridazione di più materiali.

 

Mostre personali

        2021 Promenade - KIR, Palazzo del Consiglio Regionale della Puglia, Bari

        2020 Exodus, Museo Sigismondo Castromediano, Lecce

        Meravigliosa, PiiiL Cultura Regione Puglia. Fiera del Levante, Bari

        2019/2020 L’altro mare, a cura di Apulia Stories, Faro di Punta Palascìa, Otranto (Le)

        2019 Promenade, a cura di Lia De Venere, Museo Archeologico Museo F. Ribezzo,  Brindisi

        Trattato di entomologia aliena, nell’ambito del progetto “Le parole del cibo, le

suggestioni dell’arte”, a cura di Lia De Venere, Palazzo Marchesale, Cavallerizza, Laterza (TA)

        2018 Sacra Famiglia – Omaggio ad Antonello da Messina. Castello Normanno Svevo, Cappella, Bari

        Dalla natura nella storia, a cura di Lia De Venere, Antiquarium e Parco archeologico di

Canne della Battaglia (Barletta)

        2017 Installazioni in occasione del Festival Tra i vicoli della mente, Centro

storico, diversi luoghi, Noci (BA)

        2016-2017-2018-2019 Installazioni in occasione di Cortili Aperti, a cura dell’ADSI,

Associazione Dimore Storiche Italiane. Sezione Puglia, Centro storico, Lecce

        2016 Festival della Terra delle Gravine, Laterza (TA)

 

Mostre collettive

        2021 Libri d’artista L’arte da leggere, a cura di Mariastella Margozzi, Museo Boncompagni Ludovisi, Roma

        2019 Libri d’artista L’arte da leggere, a cura di Mariastella Margozzi, Castello Normanno Svevo, Bari – Castello, Copertino (Le)

        Per mare, approdi e naufragi, a cura del Polo Museale della Puglia. Castello Normanno Svevo, Bari

        Viandanti festival, Piiil Cultura Regione Puglia, Stabilimento Patroni Griffi, Altamura (BA)

        Le parole del cibo, le suggestioni dell’arte, a cura di Lia De Venere. Mostra conclusiva

        del   progetto omonimo promosso dalla Teca del Mediterraneo-Biblioteca del

Consiglio Regionale della Puglia. Palazzo del Consiglio Regionale, Bari

        Festival Trilogy, Nabilah, Bacoli (NA).

        2018 - Rosso è…Dodici artisti alle prese con un colore molto speciale, a cura di Lia De

Venere, Galleria Cattedrale, Conversano (BA)