lunedì 28 dicembre 2020

Dragoș Bădiță | Light breeze touching the earth

Dragos Badita - Inside a tree, oil on wood, 50x50cm, 2019

Torna ad abitare gli spazi della Richter Fine Art, Dragoș Bădiță (classe 1987), con una mostra personale dal titolo Light breeze touching the earth.

Ho sognato una pioggia torrenziale; il cortile interno del mio condominio si riempì d’acqua, salendo fino al secondo piano, minacciando di entrare nel mio appartamento. Quando l’acqua alla fine si ritirò, lasciò dietro di sé una lussureggiante valle verde che ospitava un piccolo monastero”.

Le parole dell’artista ci trasportano subito nel suo immaginario, ben visibile in tutte le opere presenti in mostra, dagli olii, alle linoleografie, agli inchiostri, in cui cattura dalla realtà tutta una serie di stimoli basilari e capillari, come pure di suggestioni atmosferiche, che caricano l’immagine (e il suo contesto) di significati simbolici, di ambiguità ottiche, di costruzioni e corruzioni, di disorientamenti visivi.

Come afferma Antonello Tolve nel suo testo critico sulla mostra: “Interessato alla favola pittorica e ai suoi contenuti figurativi, Bădiță utilizza infatti il tessuto narrativo per elaborare personali nessi sintattici, organizzare spostamenti, recuperare l’emozione e il piacere del dipingere (non dimentichiamo che l’artista adotta anche la fotografia, il video, l’installazione e naturalmente il disegno), fino a coinvolgere lo spettatore e invitarlo, spingendolo, a vivere una illusione mediante la quale si smonta l’illusione stessa.

Il dipinto Motion sickness with cherry blossom (2013), ad esempio, è un lavoro che (nell’opera è leggibile l’aspetto di un uomo a torso nudo scottato dal sole che si sporge al muretto di un ponte di provincia per affondare i pensieri nell’acqua del brillante torrente sottostante) lascia intravedere tutta la carica organizzativa dell’immagine: da una parte Bădiță recupera l’inquadratura fotografica, dall’altra riporta e riorganizza sulla tela un sistema fabulatorio ben definito, aperto anche a strati emotivi quali il male di vivere, la malinconia, l’alienazione dell’uomo contemporaneo. 

A questo primo soggetto solitario seguono in questa sua nuova personale organizzata alla Galleria Richter Fine Art, un ragazzo accovacciato in un tronco d’albero (Inside a tree, 2019), una figura semivisibile femminile coperta dal denso fumo bianchiccio in un ambiente aspro (Iceland, 2019), un giovane uomo (Daniel, 2019) in meditazione: angoli di umanità che, assieme a due inchiostri su carta del 2020 (Burning tree e Lament) e alla preziosa linoleografia recenti (Fallen tree), raccontano la vita verificabile sui dati dell’esperienza e recuperano momenti esistenziali.

Dragoş Badiţă è nato nel 1987 in Romania, si è laureato presso l’Università di Arte e Design di Cluj e ora vive e lavora tra Bucarest e Cluj. Questa è la sua prima mostra personale in Italia. Usando la pittura, il disegno e talvolta il video e l’installazione, Dragoş cerca di stabilire una connessione contemplativa con la realtà quotidiana mentre si svolge. La maggior parte dei suoi argomenti consistono in luoghi e persone che incontra o scene a cui lui stesso si ispira. Questo approccio tende a rivelare in modo naturale, con semplicità, idee, temi e un certo atteggiamento nei confronti della vita. I suoi temi spaziano dal nostro rapporto con la natura e il tempo, con il corpo, con altre persone, con la natura fluttuante del sé fino ai limiti della comprensione dei mondi interiori degli altri. Lo stato d’animo generale oscilla dalla malinconia esistenziale all’equanimità spirituale.

Light breeze touching the earth
Dragoș Bădiță 
visitabile 29 gennaio 2021

vicolo del Curato, 3 - Roma - Lazio
Orari: dalle 13.00 alle 19.00 
dal lunedì al sabato - preferibilmente su appuntamento
Ingresso contingentato

sabato 19 dicembre 2020

Lodola, Mascoli e Cannistrà dal "Pop al Contemporaneo."

 


Collettiva d’Arte Contemporanea
Dal Pop al Contemporaneo
Lodola Marco –Mascoli Vincenzo - Cannistrà Leonardo
Dal 19 Dicembre al 2020 a Giugno 2021A cura di Avangart

Giorno 19 Dicembre 2020 sino a Giugno 2021 per sei mesi, parte la prima collettiva d’Arte in Cantine Pop che vi consentirà di ammirare sempre nuove opere di grandi Maestri dell’arte contemporanea come le coloratissime sculture luminonse di Marco Lodola o i collage pittorici dadaisti di Vincenzo Mascoli. La direzione artistica delle mostre è affidata a Nicolò Giovine e Sebastiano Pepe, fondatori di Avangart, progetto culturale volto a sensibilizzare il pubblico ad ogni forma d'arte.

Gli artisti scelti da Avangart sono: Leonardo Cannistrà, pittore e scultore Catanzarese che investiga temi di carattere sociale, focalizzandosi sulla rappresentazione della precarietà del mondo contemporaneo e la perdita d’identità. Per mezzo di tecniche miste, mélange di materiali e approcci transdisciplinari, l’artista propone opere che spaziano dal figurativo all’installativo, dalla caricatura alla performance partecipativa e dalla fotografia alla pittura digitale;

Marco Lodola artista poliedrico con le sue sculture luminose in plexiglas illuminate internamente con neon o tubi luminosi che lo caratterizzano nella sua immensa produzione le sagome luminose di Lodola si rivolgono al grande pubblico della televisione, della musica leggera, del cinema, confrontandosi con l’immaginario della comunicazione di massa, infatti le sue opere sono presenti in vari musei, e ha realizzato scenografie per film, trasmissioni, concerti ed eventi musicali e Teatrali e cinematrografici.

Vincenzo Mascoli artista pugliese, scenografo ricerca icone dei nostri giorni che come nella vita reale fanno da sfondo e colonna sonora a noi ed ai nostri ricordi , i suoi dipinti sono un repertorio di immagini tratte dalla quotidianità, i suoi soggetti sono presenze serene nel caos cittadino, elementi del grande gioco che è la vita. Nei suoi dipinti tutto concorre a creare il senso di straniamento dalla realtà, a definire un fuori fuoco immaginario che superando i limiti reali della superficie si può prolungare all’infinito, dove il soggetto predominante siamo noi ed il nostro io fanciullo.

Cantine Pop, nel cuore del centro storico di Molfetta, è la prima galleria enogastronomica della Puglia che unisce l'arte contemporanea ad una raffinata cucina di ispirazione "popolare".


Contatti:
Cantine Pop Via Piazza 11-19, MolfettaTel: 0806455168
Whatsapp: 3498430707 email: info@cantinepop.com

da sabato 19 Dicembre 2020 a mercoledì 30 giugno 2021
Cantine pop via piazza, 11 - Molfetta (Bari)
tutti i giorni
ingresso libero
Info. 080.645.51.68 

venerdì 18 dicembre 2020

3D - Isabella Ducrot, Margareth Dorigatti, Claire de Virieu

Margareth Dorigatti, “Charlotte von Stein”, 2020, tecnica mista su tela


Dopo il successo della personale dell'esordiente Anna Di Paola, Maja Arte Contemporanea prosegue il programma espositivo 2020-2021, interamente dedicato alle artiste, con una selezione di tredici opere di Isabella Ducrot, Margareth Dorigatti e Claire de Virieu, riunite insieme, per la prima volta, nella collettiva dal titolo 3D.

Di Isabella Ducrot si propone la serie di lavori su carta "Interno giorno", e una "Benda originale" esposta alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna (Roma) durante la personale del 2014 "Isabella Ducrot. Bende sacre". La materia di partenza di quest'ultimo lavoro è una sciarpa votiva tibetana (katha), il cui tessuto è rarefatto e ridisegnato fino a dipanarne la trama, sfidando la fragilità della seta.

Margareth Dorigatti è presente con un ensemble inedito dedicato al carteggio (circa 1.700 lettere in 10 anni) tra Goethe e la sua Amata, Charlotte von Stein. Alla conclusione della storia Charlotte chiese al grande poeta tedesco la restituzione delle proprie lettere e le distrusse. L'artista ci conduce alle parole segrete riscrivendo le lettere immaginarie e interpretandole attraverso una serie di opere pittoriche.

Nella camera oscura prende vita la serie "Photogrammes" di Claire de Virieu, dove l'artista francese - senza pellicola né macchina fotografica – forma direttamente la materia tra giochi d'ombra e di luce, agendo sulle trasparenze luminose degli oggetti disposti sulla superficie sensibile.


Isabella Ducrot (Napoli, 1931) vive e lavora a Roma. Nei molteplici viaggi in Oriente sviluppa un particolare interesse per i prodotti tessili di questi paesi; da qui parte un percorso di ricerca artistica che prevede l'uso di materiale tessile per la realizzazione delle opere. Alla Biennale di Venezia del '93 presenta un grande arazzo, oggi parte della Collezione del Museo di Gibellina. Del 2002 è una serie di arazzi di carta esposta all'Archivio di Stato a Milano. Nel 2005 realizza due mosaici per la stazione di Piazza Vanvitelli della metropolitana di Napoli. La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma ospita due sue personali (2008 e 2014). Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia, Padiglione Italia. Nel 2014 espone alla Galleryske di New Delhi e successivamente partecipa ad Art Basel dove torna nel 2019 con la Galerie Gisela Capitain che la espone nello stesso anno a Frieze (Londra) e alla FIAC (Parigi). Nel 2015 realizza l'installazione Effimero al Museo Archeologico di Napoli, a cura di Achille Bonito Oliva. Del 2019 sono le due personali presso la Galerie Gisela Capitain di Colonia e CapitainPetzel di Berlino. Nel 2020 espone alla galleria T293 (Roma) e Mezzanin (Ginevra). Realizza fondali per palcoscenico, per concerti e balletti (Filarmonica di Roma, Balletto del Sud di Lecce, Teatro Olimpico e Teatro Palladium di Roma). Quattro le sue pubblicazioni: La stoffa a quadri (2018, ed. Quodlibet), Fallaste Corazón (2012, ed. Il notes magico), Suonno (2012, ed. La Conchiglia), La matassa primordiale (2008, ed. Nottetempo).

Margareth Dorigatti (Bolzano, 1954) vive e lavora a Roma. Nel 1973 studia all'Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova. Nel 1975 si trasferisce a Berlino dove studia Pittura, Grafica e Fotografia presso la Universität der Künste Berlin. Nel 1977 fonda una Casa-atelier frequentata dai maggiori artisti e personaggi dello spettacolo presenti a Berlino. Nel 1980 inizia la sua attività espositiva in gallerie private di Berlino. Nel 1983, insieme a Joachim Szymzcak, realizza un progetto di vaste proporzioni all'interno della rete metropolitana berlinese: 75 dipinti all'interno di otto stazioni. Vince un concorso indetto dalla Internationalen Bauausstellung per la realizzazione di una facciata storica di un palazzo di Kreuzberg. Dopo la laurea in Comunicazione Visiva nel 1983 si trasferisce a Roma dove ha inizio la sua attività pittorica ininterrotta. Espone in Italia e all'estero presso gallerie private, luoghi pubblici e musei (Roma, Parigi, Milano, Pescara, Bolzano, Modena, Bologna, Berlino, Nimes, Lyon, Köln, Bonn, etc). Viene invitata ad esporre a numerose Biennali e Triennali internazionali, tra cui la Biennale di Venezia. È titolare della cattedra di Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Roma; ha inoltre insegnato alla Universität der Künste di Berlino, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, alla Akademie der Künste di Monaco e alla Libera Università di Bolzano.

Claire de Virieu (Parigi, 1948) vive e lavora tra Roma e Parigi. I soggetti fotografici da lei più amati sono la natura e i paesaggi. Ha pubblicato diversi libri con Pierre Bergé, Marc Augé, Hubert de Givenchy, etc. Negli ultimi vent'anni questi lavori sono stati esposti in varie mostre. Recentemente si è riavvicinata alla fotografia in bianco e nero, creando paesaggi immaginari di ispirazione giapponese e una serie di foto astratte. Nel 2017 e nel 2019 ha esposto queste ultime alla galleria Pierre-Alain Challier a Parigi ed ha partecipato al Festival Kyotographie a Kyoto. Un portfolio, intitolato NARA, con i suoi ultimi lavori, è stato realizzato dalle Éditions La Falaise. Oggi Claire de Virieu è tornata nella sua camera oscura in Borgogna per creare "Photogrammes": un lavoro in contatto diretto con la materia fotografica, senza macchina e senza pellicola. Tutti i fiori e le foglie che utilizza e che animano i suoi fotogrammi vengono dal suo giardino che, oltre ad essere la sua seconda passione, è anche la sua più grande fonte di ispirazione.


Titolo mostra: 3D
Artiste: Isabella Ducrot, Margareth Dorigatti, Claire de Virieu
Dove: Maja Arte Contemporanea, via di Monserrato 30, 00186 Roma
Quando: 9 dicembre 2020 - 30 gennaio 2021

Orari mostra: martedì - venerdì h. 15,30-19,30; sabato h. 11-13 / 15-19. Altri orari su appuntamento. Ingresso libero. 
Apertura straordinaria domenica 13 dicembre ore 12-19
Tel: +39 06 68804621, +39 338 5005483
Info e Ufficio stampa: press@majartecontemporanea.com; +39 338 5005483




ROMA NUDA


Elements 2020 - Romarama
presenta
ROMA NUDA
a cura di MINIERA e SPAZIOMENSA
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Non è un’esposizione,
non è un concerto,
non è uno spettacolo,
è un’espressione, una chiave magica.

Film, video, suoni, oggetti di 
Michel Auder, Heroin in Tahiti, 
Khalab, Panoram, Giacinto Scelsi, Union Editions
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18 dicembre 2020 – 18 gennaio 2021
SPAZIOMENSA
Via Salaria 971, Roma
Visitabile su appuntamento

Info e prenotazioni:
+39.380.7462786

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Presentazione del libro "ROMA NUDA",
a cura di Giuseppe Armogida

Presentazione del dvd "ROMA NUDA",
a cura di Marco Folco
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Per sostanza intendo ciò che è in sé e si concepisce per sé: vale a dire ciò il cui concetto non ha bisogno del concetto di un’altra cosa, da cui esso debba essere formato.
Per attributo intendo ciò che l’intelletto percepisce della sostanza, come costituente la sua essenza.
Per modo intendo le affezioni della sostanza, ossia ciò che è in altro, per il cui mezzo è pure concepito.
la sostanza [...] consta di infiniti attributi, ciascuno dei quali esprime un’eterna ed infinita essenza.
Spinoza, Etica, I, Def. 3-6

La sostanza si esprime in primo luogo negli attributi, ed ogni attributo esprime un’essenza. Ma, in secondo luogo, anche gli attributi si esprimono: si esprimono nei modi che ne dipendono, e ciascun modo esprime una modificazione.[...]
Da un lato, l’espressione è un’esplicazione: sviluppo di ciò che si esprime, manifestazione dell’Uno nel molteplice (manifestazione della sostanza negli attributi e degli attributi nei modi); dall’altro, l’espressione molteplice implica l’Uno. L’Uno rimane implicato in ciò che lo esprime, impresso in ciò che lo sviluppa, immanente a quel che lo manifesta: in tal senso, l’espressione è un’implicazione.
Gilles Deleuze, Spinoza e il problema dell’espressione

MICHEL AUDER. Roman Variations: un film epico del 1991 sulla magnificenza, il caos e la decadenza di Roma, girato da un pioniere del cinema sperimentale durante la sua residenza di un anno nella capitale italiana. L’occhio sofisticato di Auder cattura le espressioni paradossali di questa città complessa. Un documento inquietante della città eterna agli albori dell’era Berlusconi. 
HEROIN IN TAHITI. Absit omen (“sia assente il presagio!”): locuzione con la quale si vuole allontanare la malasorte, che si ritiene altrimenti possa presagirsi da un fatto o evento. Una traccia estratta da Sun And Violence, un viaggio epico di Valerio Mattioli e Francesco de Figuereido negli abissi della psiche mediterranea.
KHALAB. Un’eco sonora incisa sul muro. Proveniente come un alieno dal futuro e da un mondo distopico e afrocentrico. Tra radici e futuro, tribù e psiche, deserto e astronavi, giungla e grattacieli.
PANORAM. Un occhio errante tra i vari livelli della realtà, in cerca di dettagli frammentari. «...ed è davvero incredibile essere circondati da tutti i bei paesaggi e dal sole, ma d’altra parte non sempre capisco cosa significhi». Un inno alla mente vuota. 
GIACINTO SCELSI. «Così ho riscoperto Roma; l’ho ritrovata – ché infatti non l’avevo mai conosciuta, questa Roma che irriverentemente paragono ad un club sandwich, quelli fatti di carie cose in strati sovrapposti» (G. Scelsi, Il Sogno 101, a cura di Luciano Martinis e Alessandra Carlotta Pellegrini, Quodlibet, Macerata 2010, p. 347). Una visione fulminante di un compositore di culto nel panorama della musica contemporanea, che si è intensamente interessato alle arti visive.

UNION EDITIONS. Una foto di Mario Schifano, scattata a Roma, nel 1989, da Antonio Carmelo Erotico e ristampata dalla nuova casa editrice visionaria di Giandomenico Carpentieri. Uno stato letargico in attesa dell’high cerebrale.

MINIERA è un progetto a cura di Marco Folco e Giuseppe Armogida, che si propone di indagare il rapporto tra musica, arte visiva e senso dei luoghi, attraverso l’organizzazione di eventi in spazi sempre diversi e la produzione di libri e dischi.
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SPAZIOMENSA è un artist-run space che nasce all’interno del CityLab971, laboratorio di rigenerazione urbana che ha sede negli spazi dell’ex-cartiera di Roma, un complesso architettonico per lungo tempo abbandonato e recentemente trasformato in un ambiente polifunzionale per la cultura.
Pensato come un avamposto di resistenza finalizzato a valorizzare il fermento artistico romano, SPAZIOMENSA ospiterà al suo interno artisti connessi alla città di Roma, che contribuiranno alla costruzione di un dialogo basato sullo scambio e sulla gestione orizzontale della proposta espositiva.
Grazie alla sua struttura dinamica di spazio relazionale, in cui le diverse pratiche artistiche possano dialogare e confrontarsi al di là delle divisioni disciplinari, SPAZIOMENSA vuole offrire una risposta energica alle esigenze della città e della new reality in cui ormai siamo immersi, dove l’arte e tutto ciò che la riguarda stanno subendo una netta e improvvisa trasformazione verso qualcosa di ancora indefinito.
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CityLab 971
"Il nuovo ecosistema della Capitale, nel III Municipio, uno spazio poliedrico dedicato al mondo della formazione e dell’innovazione culturale, sociale e tecnologica. Con gli oltre 20000 mq di spazi rigenerati, CityLab 971 va a costituirsi come spina dorsale di un articolato progetto culturale: una struttura recuperata valorizzando gli elementi di archeologia industriale presenti, in un inedito dialogo partecipativo con il territorio".
CityLab 971 nasce dalla volontà di rigenerare una porzione di territorio attraverso la riqualificazione della struttura in via Salaria, accogliendo e sviluppando le idee di altre imprese e privati, con una predisposizione ricercata e quotidiana per il coinvolgimento diretto dei cittadini. Il progetto si caratterizza in spazi attivi di cultura contemporanea, identificando quelle realtà che alimentano dal basso il substrato creativo urbano, catalizzatori accessibili e innovatori. Le diverse attività sono parte di un ecosistema più grande, il cui dialogo è essenziale per un equilibrio armonico e dinamico. L’obiettivo è quello di bilanciare la tipologia delle attività da accogliere per consentire a pubblici diversi di re-impossessarsi degli spazi lasciati per tanto tempo inutilizzati, dando forma ad una nuova narrazione non solo della struttura ma anche dell’intero quartiere che la ospita facilitando la convergenza di investimenti e progettualità. 
Incubatore di processi culturali e sociali, laboratorio urbano che ha saputo ritagliare un ruolo sempre più significativo alle arti visive come elemento di un processo di rigenerazione urbana, un’azione liminale tra impegno sociale e utopia, dove l’arte riesce a intercettare delle terre fertili nei vuoti lasciati dal passato. L’ ex-cartiera della Salaria contiene in sé un’eredità complessa: la sua memoria biografica è fatta di note stridenti, criticità e tensioni, e lascia un retrogusto amaro in uno spazio che è destinato a conservarsi in un’ambigua e fascinosa condizione di contenuta decadenza.
La riqualificazione parte dalla condivisione di un polo culturale multifunzionale aperto a tutti in cui potranno convivere arte, musica, sport, cinema, teatro e tutte le attività umane che possono essere racchiuse negli spazi della struttura. La trasformazione di vecchi laboratori industriali in spazi di incontro, produzione, condivisione e sperimentazione è l’espressione di una generazione contemporanea che afferma le proprie radici sul territorio e lo apre ad influenze internazionali, in aperto dialogo con i fermenti metropolitani di tutto il mondo.
CityLab 971 vuole unire il mondo dell’arte contemporanea e dell’intrattenimento offrendo degli spazi con una panoramica del target rivolta alla città e al turismo; punto di riferimento quotidiano per un pubblico di Roma e provincia, con una programmazione di eventi e realtà diverse:
"Una sorta di osservatorio per scoprire ciò che emerge come segnale di innovazione, quel che non si vede ancora ma promette di diventare popolare".




ROMA NUDA
Un progetto in progress a cura di MINIERA

Film, video, suoni, oggetti di Michel Auder, Heroin in Tahiti, Khalab,Panoram, Giacinto Scelsi, Union Editions18 dicembre 2020 – 18 gennaio 2021

SPAZIOMENSA
Via Salaria 971, Roma
Visitabile su appuntamento info@minieraroma.it




giovedì 17 dicembre 2020

Rachele Moscatelli - ICON

Rachele Moscatelli, per la sua prima mostra personale allo Studio d'arte Cannaviello, presenta circa 20 lavori su carta pensati per gli spazi della galleria. L’esposizione testimonia l’interesse dell’artista per la rappresentazione della figura femminile indagata da un lato come icona di bellezza pubblicitaria e dall’altro come depositaria dell’affetto ma anche del dolore materno, come avviene nell’iconografia sacra. Nella volontà di unire contemporaneità e tradizione, voleri e valori, l'artista affronta con un linguaggio semplice e diretto l’aspetto estetico, sociologico e antropologico della questione dell’identità femminile, accantonando gli ideologismi a favore di una presa diretta con la realtà e l’esperienza personale. I ritratti sono realizzati attraverso stratificazioni di ritagli provenienti da riviste di moda o da frame estratti da vecchi filmini, che sono poi tradotti in pittura. Giuseppe Frangi scrive: «una femminilità antica e ultramoderna nello stesso tempo. Antica perché fonte di simbologie ancestrali; ultramoderna perché dotata di una sensibilità che gioca in anticipo sui tempi. [...] L'antico fa da base di tanti suoi lavori, l'ultramoderno si palesa invece in quei capovolgimenti linguistici che spezzano le immagini, che le lasciano fluttuare in uno spazio immaginario». Al centro c’è sempre la figura della donna, affascinante ma ferita dall’impatto con la modernità. Così questi corpi diventano una testimonianza contemporanea di una sacralità perduta.


Dopo i suoi studi all'Accademia di Brera, dove si diploma cum laude nel 2018, Rachele Moscatelli (1993) inizia il suo percorso artistico collaborando con lo Studio d'arte Cannaviello. Le sue opere, dal punto di vista contenutistico, racchiudono vari spunti tratti dal mondo della moda unito a quello dell'arte, con un forte accento sull'identità femminile. Anche formalmente il suo lavoro è generato dall'unione di differenti elementi che vanno dalla grafia, alla manipolazione fotografica fino alla pittura, stesa in strati di colori sovrapposti e ripetuti.

Rachele Moscatelli - Icon
Dal 17 dicembre 2020 al 30 gennaio 2021
Inaugurazione giovedì 17 dicembre, ore 18.00

STUDIO D'ARTE CANNAVIELLO
Piazzetta M. Bossi 4, 20121 Milano

+39 02 84148818
mar-sab 11-19


mercoledì 16 dicembre 2020

SUL MARGINE

Mario Nigro, 1948

La galleria A arte Invernizzi inaugura domani, giovedì 17 dicembre 2020, dalle ore 16 alle ore 20.30 la mostra Sul margine in cui sono presentati collages, opere su carta, progetti e piccole sculture realizzati tra il 1948 e il 2020 di artisti con cui la galleria collabora.

“Dopo la mostra Da vicino, presentata nel 2016, che si concentrava sugli aspetti della vicinanza e intimità della visione, la riflessione sulle opere di piccolo formato prosegue in questa occasione sottolineando un altro aspetto cruciale, ovvero quello della loro corporeità e intensità liminale, estrema. L’esposizione propone un’esperienza dell’incontro con l’opera come accadimento intimo e ravvicinato, portandoci sul margine del sensibile, per traguardare oltre il confine del nostro conoscere. Una fisicità in trasformazione continua dell’immagine come corpo vivente: non solo nella sua materialità ma anche nella sua articolazione e nelle sue traiettorie di senso. Nel divenire di una realtà che tutto comprende, sentito e senziente, l’opera ci coglie sul margine tra l’esperito e l’ignoto, sensibilizzando il limite del conoscere e il divenire del vivente come entità reciprocamente inscindibili: mette a fuoco l’esistere che si rinnova. Ci ritroviamo così tra queste immagini che sono come luoghi della mente: una costellazione di monadi collocate sul crinale che separa la vita dalla morte, la tensione alla conoscenza dalla verità di un assoluto inattingibile, in grado di far intuire, alle soglie dell’esistere, la corrispondenza tra individuo e cosmo.” (Francesca Pola)

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con un testo introduttivo di Francesca Pola, contributi di Giuseppe Cristian Bonanomi, Angela Faravelli, Daria Ghirardini, Davide Mogetta e la riproduzione delle opere in mostra.

INGRESSO CONTINGENTATO NEL RISPETTO DEI PROTOCOLLI DI SICUREZZA PER IL CONTRASTO E CONTENIMENTO DEL VIRUS COVID-19



SUL MARGINE

INAUGURAZIONE
GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2020 ORE 16-20.30

ARICÒ ASDRUBALI CANDELORO CARRINO CHARLTON CIUSSI COLOMBO DADAMAINO DECRAUZAT DE MARCHI DORAZIO FOXCROFT LEGNAGHI MORELLET NIGRO PINELLI QUERCI RÜCKRIEM SAVELLI SCARPITTA SONEGO STACCIOLI TORONI TREMLETT UMBERG VARISCO VARY VERJUX WACH

CATALOGO CON TESTO DI FRANCESCA POLA
CONTRIBUTI DI GIUSEPPE CRISTIAN BONANOMI
ANGELA FARAVELLI DARIA GHIRARDINI DAVIDE MOGETTA

17 DICEMBRE 2020 - 11 FEBBRAIO 2021

A ARTE INVERNIZZI
VIA DOMENICO SCARLATTI 12 20124 MILANO ITALY

pubblica: 




lunedì 14 dicembre 2020

CHUNG EUN-MO


La Galleria Alessandra Bonomo è lieta di presentare la personale dell'artista coreana Chung Eun Mo. Saranno presenti 14 tele, tra cui lavori del 2020, realizzati nel suo nuovo studio a Milano.

La pittura di Chung Eun Mo entra in dialogo con l'arte classica, con la pittura e l'architettura italiana dal Rinascimento. È interessata alla distribuzione planare dei colori, al loro rapporto e alle tensioni istituite da quadrati, rettangoli e forme curve. L'artista parte dalla sagoma e dalle dimensioni della tela per preordinare e bilanciare gli elementi che andranno a coesistere all'interno del quadro: i limiti dell'immagine diventano così "margini attivi" e linee-matrici d'origine spaziale. 

L'artista coreana concepisce una struttura compositiva ambivalente: gioca sull'equilibrio tra un sistema combinato di piani schiacciati e la tridimensionalità delle forme geometriche che tendono ad orientarsi diagonalmente, a premere fuori dal confine, non solo del dipinto ma della parete stessa. 

Il colore è applicato in modo che il fruitore possa riconoscere e percepirne la qualità tattile. 

Helmut Friedel, direttore del Lenbachhaus, scrive che il tocco finale dato dalla scelta dei colori di Chung Eun Mo ricorda la tecnica parietale romana dell'encausto. Fra i lavori in mostra, si contraddistinguono diversi formati realizzati ad olio su lino: quadrangolare, rettangolare, a mezzaluna. Le tre "lunette" rimandano ai frontoni stondati delle chiese tramite gli incastri geometrici e le forme globulari sospese al loro interno. Le tele rettangolari spingono su una maggiore dinamicità: l'occhio si trova dinanzi ad aperture e impedimenti, rapito in ambienti poliedrici e mobili.

La galleria sarà aperta solo su appuntamento, dal 18 dicembre fino alla fine dell’anno e riaprirà al pubblico dal 7 gennaio 2021. 


Bio
“In qualche modo, le tele di Chung, che evocano immediatamente costruzioni abitabili, hanno allo stesso tempo qualcosa di certe più semplici strutture che costituiscono i mobili d’arredamento. Di conseguenza, proprio come Erik Satie sognava “una musica dell’arredamento”, forse Chung l’ha svelata in modo inaspettato e intrigante. Sebbene vi sia anche una punta di humor in entrambi i casi, ciò che è presente è soprattutto la solenne proclamazione secondo cui l’arte possieda un compito ineludibile, urgentissimo e imperativo: quello di rendere abitabile il mondo.” 
Ángela González


Chung Eun-Mo, è un’artista coreana che vive e lavora fra l’Umbria e Milano. Nata a Seoul, si è trasferita a New York nel 1964 dove ha studiato presso il Pratt Institute e ottenuto un master in Fine Arts. Dagli anni '80 vive a Roma, viaggiando spesso in Irlanda e in tutta Europa. Nel 2009 si stabilisce a Torre Orsina, piccolo borgo umbro sulle colline vicino Terni. La sua è una pittura molto rigorosa che si ispira ai modi astratto-geometrici che hanno visto l’esplosione del Suprematismo russo all’inizio del secolo scorso. Allo stesso modo di Malevic, ma anche di pittori come Josef Albers, è infatti affascinata dalle regole matematiche, dalle armonie cromatiche e da come la luce crea degli effetti cangianti sulle forme geometriche. Ha avuto una fervente attività espositiva tra New York, Roma, Monaco, Dublino e Seoul. Significativo il suo intervento site-specific ad IMMA Irish Museum of Modern Art di Dublino nel 2003. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private. Le sue mostre più recenti risalgono al 2018 presso Villa Flor, S-Chanf in Svizzera e al 2017, “1+1+1 Bijoy Jain, George Sowden, Chung Eun Mo”, ASSAB ONE, Milano.

Via del Gesu, 62 - Roma
mail@bonomogallery.com
T. +39 0669925858


mercoledì 9 dicembre 2020

TBD Ultramagazine, nuovo progetto ultra-editoriale

Ivan Toth Depeña, Lapse, 2016. Image courtesy of the artist. From “An Artist’s Augmented Reality App Reveals Virtual Art across Miami, and Incites Imagination”, Demie Kim, Artsy, 31 luglio 2016


TBD Ultramagazine è un progetto nato nel 2019 durante CAMPO - Corso di studi e pratiche curatoriali della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

Costituito da due momenti, TBD Ultramagazine è un progetto editoriale e curatoriale che prevede la pubblicazione di un magazine online e la collaborazione con artisti, definito momento Ultra. Le due fasi sono strettamente connesse e trovano conclusione nella pubblicazione un numero cartaceo che documenta l’intero processo.

Dopo i primi due numeri, X-POST. Immagini operative è il numero speciale di TBD Ultramagazine, finanziato nell'ambito di CAMPO19, in collaborazione con Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT. Per questa pubblicazione la redazione ha coinvolto quattro contributors esterni per la creazione dei contenuti teorici interni al magazine, Lucrezia Calabrò Visconti, Vincenzo Estremo, Marco Mancusoe Domenico Quaranta; inoltre sono stati selezionati due artisti, chiamati a rispondere agli articoli del numero speciale: Paolo Ciregia e Luca Pozzi. 

TBD Ultramagazine, acronimo di To Be Defined , è un progetto ultra-editoriale che prevede la pubblicazione di un magazine e la collaborazione con artisti per la realizzazione di progetti collegati ai contenuti della rivista. 

Il percorso critico per la stesura dei contributi si sviluppa a partire da un fatto d’attualità che TBD Ultramagazine definisce zeitgeisting, potenziale produttore di icone virali dello spirito culturale del tempo: un focus specifico sulla contemporaneità da cui il magazine apre finestre di dialogo sull’arte e sull’estetica. 

Il progetto si divide in due momenti: il primo editoriale, il magazine, e il secondo di dialogo con gli artisti orientati alla produzione di un’opera, il momento Ultra . 

X-POST. Immagini operative è il numero speciale di TBD Ultramagazine, nato e finanziato nell'ambito di CAMPO19 e prodotto con il sostegno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. X-POST è una pubblicazione che mantiene il modus operandi dei numeri precedenti, ma si traduce in un volume più corposo che si avvale di contributi esterni oltre a quelli della redazione. Quattro professionisti del mondo artistico con i loro interventi partecipano alla ricerca aprendo a nuove riflessioni sugli argomenti proposti: Lucrezia Calabrò Visconti , Vincenzo Estremo , Marco Mancuso e Domenico Quaranta . 

Il momento Ultra prevede per la prima volta il coinvolgimento di due artisti: Paolo Ciregia e Luca Pozzi che proporranno progetti in reazione ai contenuti teorici del volume, strettamente collegati alla loro indagine e pratica. 

Paolo Ciregia (Viareggio, 1987) concentrerà il suo intervento sulla pubblicazione cartacea, presentando un ampliamento di 40DITTATORI , serie di scansioni iniziata nel 2019. 

Luca Pozzi (Milano, 1983) proseguirà la sua ricerca iniziata con il progetto Arkanians. L’opera Arkanian Shenron realizzata su piattaforma digitale, i cui risultati saranno documentati nella versione online e cartacea di X-POST. 

Le riflessioni di questo numero speciale di TBD, nascono a partire da un fatto zeitgeisting espanso: l’anno 2020. Quest’anno si presenta come storico ed emblematico dell’epoca contemporanea sotto molti punti di vista. Eventi come l’emergenza sanitaria globale hanno assunto un valore enzimatico capace di attivare concetti e ripensare le metanarrazioni del nostro tempo, creando spazio di discussione sulle questioni più urgenti sottese al periodo storico attuale. 

L’ambito di ricerca che più di tutti ha da sempre caratterizzato l’interesse di TBD, e che ora sembra richiedere un’analisi ancora più attenta, è il rapporto con le nuove tecnologie. 

X-POST ha individuato nell’immagine lo strumento operativo che consente a vario titolo la manipolazione dell’ambiente. Le immagini digitali, caratteristiche del contemporaneo e negli ultimi mesi ancor più presenti, sono immagini a maggior ragione operative, perché, come sosteneva l’artista e teorico Harun Farocki nel 2004, “non rappresentano un oggetto, ma piuttosto fanno parte di un processo ”. Se in Farocki questa espressione faceva riferimento esclusivamente alle immagini generate dalle macchine per le macchine, il termine oggi è passato a indicare il più vasto ambito delle immagini che nascono dal nostro rapporto con le tecnologie, quali fotografie e video digitali, Realtà Aumentata, Realtà Virtuale, etc. 

X-POST. Immagini operative non vuole mettere un punto sull’argomento, ma aprire a nuove riflessioni mettendo in dialogo estetica e produzione artistica. 

 

info@tbdultramagazine.com 














lunedì 7 dicembre 2020

For 24h CALL ME POET! Let’s meet on the horizon di Nina Carini


Performance (virtual room)
Dal 15 dicembre 2020 dalle ore 12.00 al 16 dicembre alle ore 12.00

Casa Testori e Casa degli Artisti ospiteranno a partire dalle ore 12.00 del 15 dicembre 2020 For 24h CALL ME POET! Let’s meet on the horizon di Nina Carini, performance di ventiquattro ore accessibile tramite piattaforma virtuale, in cui l’artista accoglierà esponenti del mondo della cultura e delle arti chiamati a leggere poesie.

Parola e suono, poesia e musica, pensiero e bellezza: è una chiamata alle arti quella che l’artista Nina Carini metterà in scena il 15 dicembre 2020, una performance non stop di ventiquattro ore per creare un incontro (virtuale) che possa portare una sensazione di unione e lasciare una traccia di bellezza nel nostro pensiero. For 24h CALL ME POET! Let’s meet on the horizon è una performance di 24 ore in cui Nina Carini chiama persone del mondo della cultura (tutte le arti sono invitate a partecipare) a intervenire leggendo poesie. La chiamata parte da due luoghi in cui l’arte predomina su tutto perché, afferma l’artista “c’era bisogno di luoghi intimi che facessero da contenitore e due istituzioni hanno accettato di ospitarmi: Casa Testori e Casa degli Artisti. Io sarò fisicamente a Casa Testori di giorno e a Casa degli Artisti di notte, ma una piattaforma virtuale permetterà l’incontro e il contatto con il mondo esterno. 24h è un giorno, è il momento che stiamo vivendo, il nostro presente e non deve sfuggirci. L’incontro vuole diventare un segno all’interno di questo caotico presente, come una virgola all’interno di un testo”.

Intellettuali, poeti, filosofi, artisti di ogni campo ma anche il pubblico sono invitati a partecipare per manifestare il proprio stato d’animo in questo momento straordinario della nostra esistenza.Ogni ospite, scegliendo la poesia da leggere, condividerà il suo pensiero emotivo – sottolinea Nina Carini - La poesia è una forma d’arte che trasporta altrove e parla d’infinito. Ecco perché l’accenno all’idea di orizzonte nel titolo. Nelle nostre case è mancata e manca tutt’ora l’immagine di questa linea senza fine, ma la natura dell’uomo è in rapporto con l’infinito, perché il finito non basta e oggi più che mai spaventa”.


L’idea si forma dalla lettura di una poesia di W. Szymborska, dal titolo Disattenzione, che in alcuni versi recita:
Ieri mi sono comportata male nel cosmo
Ho passato tutto il giorno senza fare domande,
senza stupirmi di niente.
(...)
È durato 24h ore buone
1440 minuti
86400 secondi in visione


Per partecipare come ospite alla performance o seguire l’incontro semplicemente come pubblico bisogna inviare una mail a info@for24hcallmepoet.com e si riceveranno tutte le informazioni tecniche.

A scandire i versi e le voci dei partecipanti ci saranno Luca Maria Baldini e Alessandro Sambini, due bravissimi sound designers che per l’occasione proporranno musica inedita appositamente prodotta. Un flusso di suoni e parole, versi e silenzio per segnare 24 ore di un giorno in un anno in cui il pensiero di ognuno si collega a quello di tutti per incontrarsi e riflettere attraverso le parole che ciascuno sceglierà di condividere con gli altri.

La performance inizierà il giorno 15 dicembre alle ore 12.00 a Casa Testori e finirà alle ore 12.00 del giorno 16 dicembre a Casa degli Artisti.


For 24h CALL ME POET! Let’s meet on the horizon Di Nina Carini
Performance: 15 dicembre ore 12.00 for 24h
Per partecipare inviare una mail a info@for24hcallmepoet.com Info: www.for24hcallmepoet.com


Uffici Stampa
Casa Testori: Maria Grazia Vernuccio, Tel. 335.1282864 mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it
Casa degli Artisti: Silvia Cataudella, silvia@paolamanfredi.com



bio
Nina Carini nasce a Palermo nel 1984. Ha frequentato l’Accademia Cignaroli di Verona, dove ha conseguito la laurea triennale e quindi l’Ecole nationale supérieure des beaux-arts de Lyon e l’Accademia di Brera di Milano, dove ha ottenuto la laurea specialistica. Ha mosso i suoi primi passi in ambito pittorico, per superare rapidamente la specificità dei singoli linguaggi e per reinventare il senso e lo scopo del medium, che di volta in volta ha utilizzato. Le sue non sono forme fisse nel tempo, chiuse in se stesse, varcano, anzi, i propri limiti. La sua ricerca oggi trova un particolare sviluppo nella performance e nel video. Le performance sono per lei forme d’indagine sperimentali, perché rappresentano la forma con cui tenta di dare risposta ai quesiti esistenziali che l’assillano. Il tema dell’identità attraverso l’immagine è una costante permanente, in cui è un’approfondita indagine sul linguaggio, sul senso della parola sia da un punto di vista intimo che più ampiamente sociale, in relazione al nostro tempo storico. È profondamente attratta dagli studi sul suono, sulla voce che diviene per lei l’ultima ed estrema occasione di scardinare i conflitti d’immagine e di preservare l’identità che gli uomini non sono in grado di curare. Il linguaggio è, infatti, un passaggio fluido nel quale è il suono a riempire lo spazio e lo spazio a farsi sociale, relazione accresciuta tra interno ed esterno. Psicologia, scienza, sociologia, arte, teatro e cinema: questo il patrimonio intellettuale e visivo di Nina Carini, da cui la stessa attinge di volta in volta, dando vita a opere in cui la speculazione scientifica, l’immagine e la poesia si incontrano in un unicum inscindibile.


mercoledì 2 dicembre 2020

Elogio della Leggerezza

Giuseppe Ciracì, L'Angelo di Tobia, 2020

Kyro Art Gallery presenta la mostra collettiva Elogio della Leggerezza, martedì 8 dicembre, dalle ore 16:30 alle ore 21:00 a Pietrasanta (Lu). La galleria conclude il 2020 con una mostra collettiva di cinque artisti: Giuseppe Ciracì’, Marco Nizzoli, Rudy Pulcinelli , Eleonora Rossi, Raffaele Rossi. 

Il filo conduttore delle opere esposte è la leggerezza, la leggerezza pensosa tanto amata da Italo Calvino, quella leggerezza che ti permette di vedere le cose dall’alto di allontanarti dal peso del vivere al quale ci ha abituato la società contemporanea, soprattutto in questo ultimo anno. Leggerezza che non ti estranea dalla realtà ma ti permette di approfondirla, ti da’ spunti per creare ed entrare in altre dimensioni dove trovare stimoli per affrontare il presente, i progetti e sogni per il futuro.

“ Prendete la vita con leggerezza, che la leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore” Italo Calvino Lezioni Americane.

Giuseppe Ciracì, utilizza le pagine di libri di storia dell’arte lasciate alle intemperie per 90 giorni sugli assolati e ventosi terrazzi salentini. Dopo l’intervento della natura, le pagine vengono applicate su tele o carte, dove l’artista interviene con la sua pittura o disegno fondendo con estrema leggerezza i capolavori della storia dell’arte con la sua poetica.

Marco Nizzoli, realizza opere riutilizzando vari tipi di carte precedentemente selezionate e conservate con piglio da collezionista. Crea in questo modo composizioni armoniche e leggere accostando i vari frammenti per cromia e texture.

Rudy Pulcinelli, utilizzando un materiale leggero come i fili di ferro cotto e il pvc, cerca un dialogo con il fruitore mediante le lettere dei sette alfabeti più diffusi. Un dialogo, oggi, sicuramente più complesso rispetto a qualche anno fa, a causa delle barriere non solo fisiche ma anche sociali.

Eleonora Rossi, presenta due piccole tele dove sono rappresentati due bambini colti durante il sonno pomeridiano, ed una selezione di acquerelli il cui tema è l’erotismo. Il corpo femminile non è mai rappresentato nella sua completezza, si tratta di inquadrature, fotogrammi che raccontano la stessa storia resa surreale dalla presenza di mani che non si sa a chi appartengano. L’uso dell’acquerello conferisce leggerezza e freschezza ai soggetti rappresentati.

Raffaele Rossi, Cielo è il titolo delle opere realizzate con la tecnica dell’affresco, pigmenti naturali, e ossidi. L’artista dipinge immagini eteree che affiorano da paesaggi onirici. Figure che spesso appaiono librare leggere nel cielo senza una meta ben definita.


KYRO ART GALLERY
Pietrasanta, Via Padre Eugenio Barsanti, 29, (Lucca)

ELOGIO DELLA LEGGEREZZA
a cura di Luigi Ciurlìa e Antimo Pascale
Martedì 8 dicembre – 30 Gennaio 2021

GIORNATA DEL CONTEMPORANEO - XVI Edizione


Sabato 5 dicembre torna la Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione promossa da AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, che da sedici anni coinvolge musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista per raccontare la vitalità dell’arte contemporanea nel nostro Paese.

Una sedicesima edizione nuova già a partire dalla data, che sarà a dicembre e non a ottobre, come da tradizione, per proseguire con il formato, che sarà ibrido con proposte online e offline, fino all’immagine guida, che quest’anno si è scelto di non affidare a un singolo artista, ma che sarà invece un mosaico digitale composto dalle opere di 19 artisti italiani proposti da altrettanti musei AMACI. Un modo, quest’ultimo, per raccontare la rete dei musei associati e riflettere sul senso di community, concetto da sempre al centro della manifestazione.

In quest’anno complesso, profondamente condizionato dall’emergenza pandemica, la Giornata del Contemporaneo assume una veste necessariamente diversa da quella tradizionale. Il contesto mutato a causa dell’emergenza Covid-19 ha richiesto una sospensione del format tradizionale della manifestazione e un’edizione aggiornata con variazioni che ne garantiscano lo svolgimento su un doppio binario online e offline, favorendo tutti i partecipanti a contribuire su entrambi i piani, se le condizioni sanitarie lo consentono, o su un piano unicamente digitale aderendo alla grande campagna di comunicazione con l’hashtag #giornatadelcontemporaneo.

Se le condizioni lo consentiranno, il 5 dicembre i musei AMACI e tutte le realtà aderenti alla Giornata del Contemporaneo apriranno gratuitamente al pubblico i loro spazi (con ingressi contingentati, nel massimo rispetto delle restrizioni vigenti), e affiancheranno progetti e attività digitali.

La scelta di un’immagine guida composta dalle anteprime delle 19 opere proposte da Paola Angelini (Ca’ Pesaro), Meris Angioletti (GAMeC), Barbara and Ale (PAC), Christian Chironi (Museion), Comunità Artistica Nuovo Forno del Pane (MAMbo), Andrea Facco (GAM Verona), Giovanni Gaggia (Musma), Barbara Gamper (Kunst Merano), Silvia Giambrone (Museo del Novecento), Andrea Mastrovito (Palazzo Faroni), Marzia Migliora (MA*GA), Nunzio (ICG), Nicola Pecoraro (MACRO), Luca Pozzi (FMAV), Alessandro Sambini (Mart), Marinella Senatore (Centro Pecci), Francesco Simeti (MAN), Justin Randolph Thompson (Madre), Emilio Vavarella (MAXXI) vuole essere un richiamo diretto a una pluralità, a quel senso di comunità, che ha caratterizzato il lavoro di tanti musei nel difficile contesto del lockdown e delle difficoltà portate dalle nuove regole della vita sociale.

Per questa sedicesima edizione dunque, i progetti digitali proposti dai Musei AMACI saranno veicolati sui canali dell’Associazione e di tutte le realtà coinvolte, durante la Giornata del Contemporaneo di sabato 5 dicembre 2020.

Ad arricchire il programma della manifestazione, torna per il terzo anno Giornata del Contemporaneo – Italian Contemporary Art: si rinnova la partecipazione della rete estera del MAECI e in particolare degli Istituti Italiani di Cultura all’estero come sedi aderenti alla manifestazione, che promuoveranno con un palinsesto di attività digitali sulla creatività italiana fuori dai confini nazionali. Grazie alla collaborazione avviata in questi ultimi anni con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e grazie al coordinamento messo in campo a partire dall’anno scorso dalla DGSP – Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI e dalla DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT, dal 5 all’11 dicembreanche Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura all’estero potranno organizzare nella propria circoscrizione di competenza (e nelle modalità consentite) dibattiti, conferenze, mostre e attività di valorizzazione dell’arte e della cultura italiana contemporanea.

Anche quest’anno la manifestazione si avvale del sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT, della collaborazione della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI e del patrocinio di Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Camera dei Deputati, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, UPI – Unione Province d’Italia, ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani e ICOM Italia.

PER L'EDIZIONE 2020 NON SARA NECESSARIA L'ISCRIZIONE ALLA MANIFESTAZIONE SUL SITO AMACI.ORG.

Verrà fornito – scrivendo ad AMACI – un social pack a tutti gli aderenti (con visual e pdf di spiegazione) per promuovere le iniziative, comunicare la partecipazione e aderire alla Giornata del Contemporaneo utilizzando la grafica istituzionale. Il social pack verrà inviato ai soggetti che ne faranno richiesta scrivendo all’indirizzo giornatadelcontemporaneo@amaci.org


Manifestazione promossa da

Con il sostegno della
Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT

In collaborazione con il
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale





domenica 22 novembre 2020

PAESAGGI UMANI/POSTCARD

 




Comunicato Stampa

 

PAESAGGI UMANI/ POSTCARD

Collettiva d'arte -

Adelfia (Bari) –

A cura di Associazione Alauda

presso Ex Gil, via Conte Sabini 12, Adelfia (BA)

dal 13 dicembre 2020 al 7 gennaio 2021 – opening streaming 13 dicembre ore 19.00
sulla pagina facebook @Alauda

Mostra on line e su prenotazione obbligatoria limitata

 

 

Il 13 dicembre 2020 alle ore 19.00, in diretta streaming, sarà presentata la mostra “Paesaggi Umani/ postcard”, quarta edizione delle collettive artistiche del mese di dicembre a cura di Alauda, associazione per le arti e la cultura, con sede ad Adelfia, Bari.

 

La diretta, chiusa al pubblico dal vivo, sarà una vera e propria apertura della mostra “on-line”, che vedrà le organizzatrici Jara Marzulli, Iula Marzulli, Grazia Salierno e Nicoletta Tangorra, impegnate nell'illustrare le opere delle tante artiste e dei tanti artisti che hanno partecipato da tutta Italia e oltre.

 

“Paesaggi Umani/ postcard” è una iniziativa che invita alla creazione di opere su piccolo formato e, nel caso specifico, nel formato cartolina postale. Il pubblico si troverà a curiosare tra cartoline d'arte incentrate sull'essere umano e le sue relazioni con la società, la storia passata e presente, personale e collettiva, le relazioni con l'ambiente e con il presente.

 

In un momento storico che ci vede in estrema difficoltà, la collettiva vuole lanciare un forte segno di resistenza della cultura e dell'arte. Arte capace di essere ponte tra le persone, arte capace di reinventare e trasformare la sofferenza e la distanza e arte come fonte di conoscenza e crescita di una società rispettosa e civile.

 

Le tecniche presenti in mostra vanno dalla grafica alla pittura, dall'acquerello alla fotografia, dalla scultura alla tecnica digitale. La collettiva ospita circa 70 artiste/i tra nomi consolidati e riconosciuti e opere di giovanissime e giovanissimi artisti provenienti da differenti parti d'Italia. 

 

In collettiva:

Salvatore Alessi, Elvezia Allari, Katia Baldelli, Paky Bruno, Massimo Casalini, Angela Cascini, Adina Georgiana Catucci, Massimo Cellamare, Veronica Ciccarrese, Caterina Codato, Anna Colombo, Alessandro Colucci, Andreina Cristino, Franco Cortese, Cristina Davoli, Mario De Gabriele, Francesca Di Ciaula, Leonardo Di Domenico, Luca Di Napoli, Ilaria Gonnelli, Giovanni De Serio, Pietro De Scisciolo, Michele Di Pinto, Maria Lucia Dinota, Valeria Di Ponio, Sergio Illuminato, Grazia Lamberti, Collettivo Ma, Cristina Mangini, Jara Rosaria Marzulli, Carla Massimetti, Alessia Moschini, Laura Muolo, Massimo Nardi, Arnaldo Negri, Tania Palazzi, Daria Petrilli, Sebastiano Plutino, Sara Principi, Angela Regina, Salvo Rivolo, Loredana Romero, Alessandro Ronchetti, Giuseppe Marco Rossetti, Camelia Rostom, Grazia Salierno, Caterina Scandurra, Cinzia Scarpa, Annalisa Schettino, Giuliana Schirinzi, Enrico Serraglini, Domenico Sforza, Tina Sgrò, Monia Strada, Samantha Torrisi, Tania Tullo, Mariella Valerio, Claudia Venuto, Francesca Vesentini, Erika Visconti,  Indira Yakovenko, Cristina Zappatini, Arianna Cafarchia, Laura Zerbib, Antonella Zito.

 

La mostra sarà allestita presso la struttura comunale Ex Gil di Adelfia, via Conte Sabini, 12
e sarà visitabile solo su prenotazione, rispettando tutte le normative vigenti.

Le opere saranno sempre visionabili sui social: pagine facebook @Paesaggiumanipostcard e @Alauda,  Instagram: @alaudassociazione e sul sito www.spazioalauda.wordpress.com.

Per prenotazioni: +39 3495627533  - alauda.ala@gmail.com