martedì 30 aprile 2013

DONAZIONE FAVO (OR BEEHIVE) – 2009 OPERA DI JESSICA CARROLL




A conclusione della mostra “Uno sguardo sul mondo – Opere da una collezione privata” prevista per l’1 maggio 2013, La Fondazione Museo Pino Pascali è lieta di comunicare l’avvenuta donazione dell’opera Favo (or Beehive) di Jessica Carroll, generosamente donata dal collezionista americano Douglas Andrews che dal 2 marzo all’1 maggio 2013 ha esposto parte della sua importante collezione d’arte privata presso le sale della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare.

L’artista Jessica Carroll si ispira al mondo naturale e in particolare a quello animale; ricorre di frequente al tema dell’alveare come metafora della condizione umana e per simboleggiare la comunicazione. L’opera donata rappresenta appunto un favo sferico in ceramica dorata sulla cui sommità giacciono alcune api in bronzo. 

L’opera di Jessica Carroll si aggiunge alla sempre più vasta e importante collezione permanente della Fondazione Museo Pino Pascali che vanta opere dei più noti protagonisti della scena artistica internazionale come Nathalie Djurberg, Adrian Paci,  i fratelli Chapman, Jan Fabre, Bertozzi e Casoni.



Jessica Carroll
Favo (or Beehive), 2009
favo: ceramica oro,  diam. 18 cm
api: bronzo,  3 x 2 x 3 cm


Fondazione Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
70044 Polignano a Mare (BA)
tel.: +39 080 424 95 34
segreteria@museopinopascali.it - stampa@museopinopascali.it
Ricevo e pubblico:
Massimo Nardi

FLAVIO ROMA alla Galleria Arianna Sartori di Mantova



FLAVIO ROMA
Il fascino del fuoco
opere recenti

dal 4 al 16 maggio 2013

 Galleria "Arianna Sartori"
 Mantova - Via Cappello 17 - tel. 0376.324260
Mostra: Flavio Roma. “Il fascino del fuoco” opere recenti
 dal 4 al 16 maggio 2013
Inaugurazione: Sabato 4 maggio, ore 17.30
Orario di apertura: 10.00-12.30 / 16.00-19.30. Chiuso festivi 


La Galleria “Arianna Sartori - Arte & object design” di Mantova, nella sede di via Cappello 17, dal 4 al 16 maggio 2013, presenta la mostra personale dell’artista Flavio Roma “Il fascino del fuoco” opere recenti.
La personale si inaugurerà Sabato 4 maggio alle ore 17.30, alla presenza dell’artista che svelerà alcuni dettagli del suo lavoro di scultore ceramista con una performance.
All'inaugurazione sarà girato il video "il fascino del fuoco" a cura di "Retevideo di G. Antona" (retevideo.tv, pagina: videoarteselezione.com)

“(…) È la reazione, la denuncia delle vittime: un sentimento su cui Flavio Roma insiste moltissimo, al punto da poterne parlare come di una sua sigla molto riconoscibile. Una denuncia che talvolta diventa urlo di dolore, talaltra invocazione, e in questo caso prende forma di cilindro, di semplice forma plastica convessa, ottusa e piena. (…) “L’artista apprezza particolarmente la sua superficie scarna e abrasa, ama quello stato di natura tipico del semire e dell’argilla. Per questo le affida le situazioni difficili che le sue figure spesso sono chiamate ad affrontare, figure maschili e ancora di più femminili, per esempio quella seduta su un uovo (Come su un uovo, 2005), posizione impervia più che scomoda, un uovo liscio, senza appigli e oltretutto fragile, sul quale la figura troppo grande sembra rannicchiarsi, per non scivolare e perdere l’equilibrio. E non meno imbarazzante sembra la situazione di quella Chaise tragique (2006), una mano posta sulla sedia troppo grande, la gamba già protesa nel vuoto. È l’instabilità, la precarietà, quella che l’artista rappresenta con singolare efficacia, l’essere “seduta” è un eufemismo, in realtà la posizione della figura è un passaggio, una transizione momentanea, catturata con un’attenzione quasi fotografica.” (…) “…in anni recenti, per Flavio Roma quello che è in discussione sembra piuttosto il mutamento, la transitorietà, il contrasto fra entità antagoniste. Un modo per interpretare il nostro tempo gravido d’inquietudini, certo, ma il senso complessivo di queste opere recenti va oltre, anzi si riprecipita nell’immanenza, affonda nella materia e nella sua straordinaria capacità di farsi soggetto come è possibile soltanto alla scultura, cioè alla forma artistica rimasta più vicina, più legata e affezionata alla materia.” 
Martina Corgnati, 2008
(Cenni critici tratti dal volume “Museo Flavio Roma” a cura di Paola Roseo
- 5 aprile 2008 – Museo Flavio Roma, Villa Serra Pinelli, S. Olcese - Genova)

Le innumerevoli mostre e le importanti partecipazioni su invito a rassegne d’arte nazionali e internazionali, come l’interesse d’importanti critici per il suo lavoro, avvalorano il percorso artistico di Flavio Roma. 
nasce nel 1950 a Manesseno di Sant’Olcese, (Ge). Espone dal 1964. Molto vasta la bibliografia. 
La sua avventura artistica con la ceramica, e poi con la scultura, inizia nella fornace di Lino Grosso ad Albisola, città che Filippo Tommaso Marinetti definì “Libera repubblica delle Arti”. 
È scultore, ceramista, pittore. Artista eclettico, schietto e fortemente avverso ai compromessi, considerato tra i più rappresentativi e coerenti artisti contemporanei, stabilisce un’efficace espressività soprattutto con la terracotta. 

Sue opere sono presenti in oltre 30 musei e collezioni di sette nazioni, fra questi ricordiamo: 
National Centre Of Fine Arts Of Giza (Et), The Chapel Of Art (Uk), Museu de Ceramica de Manises e il Museu de Ceràmica de L’Alcora (E), Keramikmuseum Westerwald (D), Espace Bourdelle Sculpture, Montauban (F), il costituendo Museo di Arte del Liceo Artistico A. Martini di Savona, la costituenda Pinacoteca d’Arte Città di Ruffano a Lecce, la Casa-Museo G. Mazzotti 1903 e il Museo Giardino Pacetti di Albisola, la Raccolta Internazionale d’Arte Ceramica F. A. Grue, a Castelli, il MDeC Museo Internazionale del Design Ceramico di Cerro, il Museo Civico della Ceramica di Nove (Vicenza), il Museo Giuseppe Gianetti di Saronno. 

Il 2008 è l’anno del museo a lui intitolato: il “Museo Flavio Roma” ospitato nella settecentesca Villa Serra-Pinelli di Comago (S. Olcese-Ge). La raccolta museale che riunisce una selezione di opere realizzate nel periodo che va dal 1968 al 2007, offre una esaustiva conoscenza della creatività dell’artista ed una buona panoramica della sua avvincente avventura artistica. Il catalogo del Museo è curato da Paola Roseo con un approfondito testo critico di Martina Corgnati.


Mostre recenti selezione: 
Museo G. Gianetti, (Saronno) “FR: The Sound Of Fire” a cura di M. De Fanti, (M. Corgnati) 
Saletta Testa – (Albissola) “Viva la Ceramica” - s. Cipolla, F. Roma, A. Reggiori – a cura di M. Milani 
Ancien College Montauban – (Montauban) (F) Flavio Roma – opere recenti
BAG/Badalucco Art Gallery Museo - Badalucco (IM) “FR: From One To Ten” (Im) (G. Mortara)
MIDeC Cerro di Laveno Mombello (VA) “Omaggio ad Albino Reggiori” – (G. Bojani)
Studio d’Arte La Fortezza (Savona) “FR: The Waste Land” a cura di G. Antona (G. Franzin, G. De Gregori).


Bibliografia: 
“Museo Flavio Roma”, 2008 monografia a cura di Paola Roseo, testi di Martina Corgnati – Ediz. Tipolitografia Bacchetta, Albenga.
Ricevo e pubblico
Massimo Nardi

Inaugurazione nuova opera di Enzo Pazzagli "L'Energia della Coppia"




L’energia della Coppia, che dorme a ovest e si sveglia a est
Di dimensioni 9m X6m ciascuna,
Capace di produrre 6KW/h
L’opera sarà presentata da Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze, con il patrocinio del Comune di Firenze
L’evento sarà ripreso da  Rai 3 e TV TOSCANA .
Vi aspettiamo per l’Inaugurazione Sabato 4 Maggio dalle ore 16:30 alle 19:30,Aperitivo Martini Royale
Il Parco, che misura 23.900 mq e espone oltre 200 opere, sarà aperto anche il giorno seguente,  Domenica 5 Maggio, ore 10:00-13:00 e 16:30-19:30, Aperitivo, e tutti gli altri giorni 16:00-19:30
Nell’occasione saranno offerte a prezzi speciali opere di vari artisti
Firenze, Via Sant’Andrea a Rovezzano, 5, 50136, tel. 055691114 o 3483300352,www.pazzagli.com
Report:
Massimo Nardi

lunedì 29 aprile 2013

Il Premio Anacapri Bruno Lauzi mette le ali ai cantautori



Partono dal Premio Lauzi e vanno alla conquista del mondo della canzone d’autore.
Per Mimì De Maio, vincitore per la miglior musica nel 2009, concerti live in giro per l’Italia e tante collaborazioni internazionali. Il giovane artista napoletano ha pubblicato, inoltre, la versione italiana di "I'm yours" di Jason Mraz, canzone tradotta con Sergio Iodice, autore dei più grandi successi di Peppino Di Capri, Fred Bongusto, De Crescenzo e Toquinho.
Il romano Alessandro D’Orazi, finalista della V edizione del Premio Lauzi, è in tournee con Edoardo Vianello.
Stefania Spina è arrivata tra i finalisti del Premio Musicultura.
Alfina Scorza, vincitrice della IV edizione del Premio, si è fatta onore alle selezioni di Sanremo- Giovani. Carlo D’Andrea è reduce dal successo ottenuto al concorso nazionale di musica leggera “Cantiamo la vita” che si svolge a Pavia.
Luigi Negroni ha riempito il teatro dell’Università di Cosenza con uno splendido concerto spettacolo durante il quale ha presentato il suo nuovo meraviglioso cd “Mia sorella e le altre”. Nella sua band Sasà Calabrese, contrabbassista di Mariella Nava, Vittorino Naso, percussionista di Ennio Morricone, Fabrizio La Fauci, batterista di Alex Britti e il sassofonista Alberto la Neve.
Per la VI edizione del Premio Anacapri Bruno Lauzi – Canzone d’Autore le iscrizioni sono aperte sino al 31 maggio 2013.
Il bando, con il regolamento per le ammissioni, è pubblicato alla pagina webhttp://www.comunedianacapri.it/it/premio-lauzi .
L’iscrizione al Premio è gratuita.

 PRESS OFFICE DANIELA LOMBARDI 339-4590927 0574-32853

Il gesto che nutre


Lunedì 6 maggio, ore 18 siete invitati all'inaugurazione di Il gesto che nutre La lavorazione della pasta madre nelle fotografie di Anna Maria Di Ciommo Chiostro dei Glicini - Società Umanitaria | Via San Barnaba 48 MILANO la mostra sarà visitabile fino a sabato 11 maggio, con ingresso libero orari: tutti i giorni 9-19 Invito in allegato Organizzazione: Fondazione D’Ars Oscar Signorini onlus c/o Società Umanitaria | via daverio 7 20122 milano | tel. 02 860290 | info@fondazionedars.it | www.fondazionedars.it
ricevo e pubblico:
Massimo Nardi

Giuseppe Restano | Pavimenti

Giuseppe Restano. Pavimenti, 2012 - 2013

Claudio Poleschi Arte Contemporanea è lieta di annunciare, sabato 13 aprile, la mostra personale di Giuseppe Restano, dedicata alla ricerca più recente dell'artista, che assume il nome emblematico di Pavimenti. La mostra si terrà in Via Santa Giustina 21 e nella chiesa adiacente di San Matteo e verrà presentata da Santa Nastro.
"Non c'è trucco, non c'è inganno. Il titolo non mente. Dice ciò che la tela rappresenta, andando a riportare sulla superficie lo splendido e lussureggiante repertorio decorativo dei pavimenti della tradizione pugliese, dalla quale l'artista, originario di Grottaglie, proviene.
Ma non si tratta di un'operazione banalmente mnemonica, né di semplice ornato. Infine, non è copia dal vero. È un approccio, se si vuole, mentale con il quale l'artista recupera l'idea platonica di pavimento pugliese e la trasferisce sulla tela ingrandita, passata al setaccio attraverso il filtro della sua azione pittorica.
I labirinti decorativi che l'artista mette sotto la lente, ingrandendoli e portandoli in primo piano sulla superficie della tela, raccontano in sintesi un mondo: ogni cuneo è un'immagine, una casa visitata, una persona incontrata, ogni motivo floreale è un momento vissuto, o che sta succedendo ora, o che addirittura accadrà. Perché le opere di Restano rappresentano una dimensione quotidiana, universale, nella quale tutti noi possiamo riconoscerci." 

(Santa Nastro)

Claudio Poleschi Arte Contemporanea is pleased to present the personal exhibition of the artist Giuseppe Restano on Saturday 13th April. Dedicated to the most recent research by the artist, it is symbolically entitled “Pavimenti”, and will be held in Via Santa Giustina, n. 21 and in the adjacent church of San Matteo, and will be presented by Santa Nastro.
“There is no trick, no illusion.The title does not lie. It says exactly what the canvas represents; the splendidly luxuriant decoration of the floors traditionally found in the region of Puglia where the artist's home town, Grottaglie, is located.
It is not simply a mnemonic action nor is it merely decorative. It certainly is not a copy of the original. It is a sort of mental approach whereby the artist salvages the idealistic thought behind the Pugliese- style floor and transfers a magnified version of it onto canvas, having carefully filtered it through his artistic handiwork.
The decorative labyrinths that Restano places under the magnifying glass, bringing them to the forefront on the surface of the canvas, tell a long story. Each segment is an image, a house visited, a person encountered, each floral design is a moment in time, either past or present or perhaps even future. Because Restano's work represents a universal dimension of everyday life that every single one of us can relate to.” 

(Santa Nastro)


Giuseppe Restano | Pavimenti
dal 13 aprile al 15 giugno 2013
info@claudiopoleschi.com


Segnala:
Amalia di Lanno

Il Giardino dei sentieri che si biforcano: Avventure nell’animazione indipendente

Diego Zuelli, rotazione n.1, 2008, computer graphics,

HD video installation, stereo sound, prepared projection surface. 2’ (loop) 


Il Giardino dei sentieri che si biforcano:
Avventure nell’animazione indipendente
 
L’espressione cinese Qu Jing Tong You – letteralmente “un sentiero tortuoso conduce a un tranquillo isolamento” – rende bene l’idea di uno spazio concettuale fuori dal tempo, o meglio, di uno spazio sospeso in un tempo non lineare e non escatologico, in cui (e quando) visioni delle illimitate circostanze di vita possono materializzarsi ed essere ripetutamente trasmesse.
Il racconto di Jorge Luis Borges “Il giardino dei sentieri che si biforcano” sembra poter sviluppare l’intrinseca saggezza del proverbio: in esso si narra di come Yu Tsun, una spia dell’Impero tedesco, cercando invano di sfuggire a un inevitabile destino – finire nelle mani del nemico britannico – si sia imbattuto in una scoperta sull’antenato Ts’ui Ben e sul suo romanzo incompiuto, concepito e strutturato come un inestricabile labirinto letterario – lo stesso “giardino dei sentieri che si biforcano”.
Nel mondo in cui è articolata la strategia narrativa di Borges contiene un nucleo di semplice verità: il mondo è troppo complesso e stratificato per essere capito al volo, così i suoi fenomeni. Enumerarli tutti è impossibile, perciò invece di fare liste – un altro concetto che affascinava Borges – è di gran lunga più utile guardare ai meccanismi del loro funzionamento: le ripetizioni, gli schemi ricorrenti e i lievi spostamenti di prospettiva, e di nuovo i punti di svolta e le inattese convergenze.
Nell’ipertesto che Borges costruisce, tempo e spazio diventano inseparabili, come lo sono in tutti gli schemi teorici moderni (e postmoderni). Il labirinto è lo spazio e il tempo che si impiega a percorrerlo. Questa equivalenza è anche al centro di tutte le tecnologie “temporali” e dell’arte multimediale. Un’attenta combinazione di spazio e tempo genera movimento coordinato, premessa dell’animazione. L’esplorazione di tutte le possibilità che le immagini “animate” prevedono è la premessa dell’animazione indipendente.
L’animazione è anche uno dei modi di più diretti che gli artisti hanno di esplorare il loro personale immaginario, così come le culture visive collettivamente interiorizzate. Partendo come indagine “visiva” della psiche, delle sue paure, aspettative, delusioni, fughe temporanee o a lungo termine, diventa paradigmatica di una certa condizione umana e può essere condivisa attraverso la sua esposizione: il libero dispiegamento dei suoi contenuti e la descrizione amplificata dei mali con cui si è costretti a confrontarsi possono sollevare dal dolore e da quel sottile senso di minaccia che l’esistenza può comportare, oppure esaltarli. Liberando dal peso di parole non pronunciate e immagini nascoste, questi lavori possono indicare alternative a modelli prestabiliti e nuove maniere di confrontarsi non solo e semplicemente con ciò che è reale, ma con quello che percepiamo come tale.
Questa mostra ha la finalità principale di presentare al pubblico cinese e internazionale i risultati più significativi dell’animazione indipendente ad opera di artisti giovani e già affermati, così come di quelli di più lunga esperienza, considerati punti di riferimento di questo linguaggio e delle tecniche a questo connesse.
Concepita come un giardino in cui perdersi e da cui riemergere, proprio come un labirinto o il sentiero cui fa riferimento il titolo, può essere temporamente ingannevole, ma rappresenta anche le illimitate occasioni e opportunità che gli artisti hanno di immaginare, quindi creare, e quelle che il pubblico ha di avvicinarsi alle loro visioni.
Per introdurre i lavori vorremmo partire dall’idea di esplorazione: quella di mondi virtuali e quella del tempo, sotto forma di sequenze di immagini sullo schermo. Come qualsiasi altra forma d’arte, anche l’animazione si fonda sulla conoscenza profonda della storia e del presente, ma in quanto espressione dei cosiddetti “cross-media” deve anche essere capace di anticipare nuove direzioni e metterle in relazione l’una con l’altra.
Siamo convinti che la scrupolosa attenzione e la dedizione che questi artisti dimostrano possano racchiudere nel modo migliore tutte le contraddizioni di un linguaggio che sotto l’apparenza di disimpegnato divertissement è in grado di veicolare messaggi dirompenti.
Un ringraziamento speciale va a OCT Loft di Shenzhen per averci permesso di effettuare una selezione di lavori dalla Prima Biennale di Animazione Indipendente di Shenzhen (dal 22 dicembre 2012 al 22 marzo 2013).
A questi OCAT Shanghai ha aggiunto presenze indispensabili come William Kentridge, uno degli artisti più influenti al mondo e colui che ha rivoluzionato il linguaggio dell’animazione ampliandone il raggio d’azione in modo decisivo, Riccardo Arena, Nathalie Djurberg e Hans Berg (per la prima volta in Cina), Igor Imhoff, Gu Dexin (uno dei primi artisti concettuali cinesi), Feng Mengbo, Federico Solmi e Diego Zuelli. La loro presenza a Shanghai non è casuale, ma frutto dell’impegno profuso nell’avvicinarsi a un mondo già da tempo presente in varie forme all’interno della loro ricerca artistica.
Circa un secolo fa, le chiatte sul fiume Suzhou – a pochi metri dallo spazio espositivo – portavano merci e beni di ogni tipo in un magazzino dove oggi visioni senza prezzo sono convogliate e condivise.
 

Dal 3 maggio al 28 luglio presso OCAT, OCT Contemporary Art Terminal Shanghai, 1016 North Suzhou Road, Shanghai.
Vernissage: 3 Maggio 2013, dalle 17 alle 21.
Curatori: Mariagrazia Costantino, Wang Chunchen.
Assistenti curatori: Tao Hanchen, Xu Zhen, Zhu Hua.
 
Artisti partecipanti: AES + S, Riccardo Arena, Bao Jian, Bu Hua, Cao Fei, Chen Hailu, Chen Shaoxiong, Dai Hua, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Igor Imhoff, David Fain, Feng Mengbo, Cecilia Traslavina Gonzalez, Gu Dexin, Huang Qifei, Huang Yang, William Kentridge, Eun Hyung Kim, Akino Kondoh, Michèle Lemieux, Lin Junting, Liu Jian, Liu Qianyi, Lu Yang, Miao Xiaochun, Phil Mulloy, Grace Nayoon Rhee, Vera Neubauer, Qiu Anxiong, Carlos Santa, Sky David, Federico Solmi, Sun Xun, Tang Maohong, Tian Xiaolei, Wang Haiyang, Wang Qianru, Wang Xin, Wang Zhang, Wu Junyong, Ye Linghan, Zhang Xiaotao, Zhang Yongji, Zhou Xiaohu, Zhou Ming, Diego Zuelli.

Ricevo e pubblico:
Amalia di Lanno



 

PERCHÉ_Le sfide di una donna oltre l’arte di Lucrezia De Domizio Durini

PERCHÉ
Le sfide di una donna oltre l’arte
di Lucrezia De Domizio Durini
Formato cm 14 x 21
Pagine 320
Editore Mondadori
In libreria 7 maggio 2013
Prezzo € 15,00

La creatività non è un sistema da contemplare,
ma è la legittimazione di un impegno del vivere.
Joseph Beuys

“L’Arte del Terzo Millennio ha necessità di un cambiamento di rotta a 360°.
La conoscenza profonda di una specifica disciplina traslata nella creatività artistica è il solo linguaggio concreto e possibile dell’arte del Terzo Millennio.
L’artista oggi deve essere a servizio della società.”
LDD

E’ un romanzo appassionante quello che scorre nelle pagine di PERCHÈ Le sfide di una donna oltre l’arte, edito da Mondadori. Un racconto autobiografico che ripercorre la storia artistica, politica e sociale degli ultimi quarant’anni, svelandone protagonisti, incontri ed episodi inediti attraverso gli occhi di Lucrezia De Domizio Durini, poliedrica operatrice culturale e mecenate, da anni impegnata in prima persona nella cultura a livello internazionale e testimone privilegiata di una straordinaria epoca artistica che ha visto la nascita della Transavanguardia, dell’Arte Povera e Concettuale. Una vita vissuta per e nell’arte, con una visione sempre coraggiosa e indipendente, un approccio rivolto al confronto e alla ricerca, nell’unione imprescindibile fra estetica ed etica: sono questi i cardini che contraddistinguono il racconto di Lucrezia De Domizio Durini, attraverso le esperienze e i momenti che hanno segnato la sua vita e con essa, uno dei periodi più fervidi per la storia dell’arte contemporanea. Sullo sfondo della sua abitazione parigina da cui guarda un’Italia che purtroppo non ama più come prima, o della Piantagione Paradise del borgo antico di Bolognano, dove per anni ha condiviso arte e pensieri insieme al marito Buby e al grande maestro tedesco Joseph Beuys, si sussegue un flusso di descrizioni e scorci di vita che ritraggono, anche nella loro quotidianità e umanità, grandi artisti – fra cui, per citarne alcuni, Marco Bagnoli,
Alighiero Boetti, Pierpaolo Calzolari, Mario Ceroli, Sandro Chia, Francesco Clemente, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Vitantonio Russo, Ettore Spalletti, – ma anche noti critici e curatori – fra cui Achille Bonito Oliva, Germano Celant, Bruno Corà, Vittorio Sgarbi, Italo Tomassoni. In un’affascinante conversation piece, Lucrezia De Domizio Durini ci parla della Biennale di Venezia, di Documenta di Kassel, di musei come il Guggenheim di New York, la Kunsthaus di Zurigo, il Mart di Rovereto, di galleristi, di protagonisti del mondo dello spettacolo e musicale come Lina Wertmüller, John Cage, Giorgio Gaslini, Emanuel Pimenta...

Comunicato stampa

Attraverso un’arte che tocca e risveglia concretamente i valori di tutti gli uomini della terra, ho trovato la mia giusta strada, ed è stato facile liberarmi dal conformismo. Ho vissuto una vita intensa nell’arte, un impegno che non si rappresenta solo nello specifico, ma ha sempre tentato una risposta alle esigenze morali”.

Nelle pagine di Perché, il racconto autobiografico delle affascinanti vicende umane di Lucrezia De Domizio Durini prende così forma in un flusso di coscienza razionale ed emozionale al tempo stesso, senza soluzione di continuità tra passato, presente e futuro. Una filosofia che sfugge alle ideologie politiche, alle fedi religiose, agli orientamenti culturali, ma che crede fermamente nel coraggio delle proprie idee e azioni, nell’integrità nel perseguirle e nella generosità nel condividerle con gli altri, a partire da coloro che sono stati e sono tutt’oggi i riferimenti che l’hanno accompagnata negli anni con la medesima filosofia di vita: Buby Durini (il marito,
prematuramente scomparso), Joseph Beuys (l’artista), Harald Szeemann e Pierre Restany (i critici).

Il coraggio ritengo sia l’elemento basilare in un essere umano, probabilmente perché sono una donna coraggiosa e la mia vita personale e di lavoro ne è, in modo inconfutabile, testimone.

Nel libro Lucrezia De Domizio Durini si definisce collezionista di rapporti umani e la sua vita ne è l’esempio. Al centro di tutto vi è l’etica nei rapporti e quindi il valore fondamentale dell’amicizia e della conoscenza di se stessi, importante nella quotidianità quanto nell’arte. Emerge con forza la convinzione che, per comprendere l’opera, sia necessario prima di tutto conoscere l’artista nella sua autenticità. L’arte, dunque, deve avere soprattutto una funzione sociale, “deve portare a riflettere e non più a soddisfare l’occhio”, deve aspirare a un cambiamento.
Per questo Perché rappresenta il coraggio di un sogno vissuto in maniera radicale e rivoluzionaria. Un sogno che ha dovuto fare i conti con delusioni, dolori e sofferenze, ma che ha permesso a Lucrezia De Domizio Durini di coltivare quello che definisce “l’eros dell’arte e la sua seducente capacità di saper ricordare e donare ai posteri le verità vissute appassionatamente”. Il romanzo di una vita diviene così, al tempo stesso, un j’accuse ricco di episodi e spunti critici sulle carenze del sistema culturale e politico italiano, troppo spesso incapace di valorizzare e sostenere il patrimonio impareggiabile di arte e talenti che il nostro Paese può vantare. Ma anche
un’intensa riflessione sull’esistenza, l’arte, la scienza, il destino, l’amore e la morte. Uno stimolo per riflettere sui grandi valori e sui sentimenti che animano le scelte, spesso difficili, della nostra vita e dei suoi tanti Perché. Scritto con uno stile diretto ed empatico, il libro è rivolto non solo agli addetti ai lavori ma a un pubblico ampio, che può facilmente avvicinarsi, appassionarsi, come in un romanzo, a un mondo spesso sognato, ma sconosciuto, per comprenderne le “trame”, anche le più nascoste, i giochi e i “doppi giochi”, e vivere così, da protagonista, lo star system della cultura e dell’arte.

BIOGRAFIA
Personaggio atipico del sistema dell’Arte Contemporanea, Lucrezia De Domizio Durini opera da oltre quarant’anni nel campo della cultura internazionale. Negli anni settanta ha collaborato con i più importanti artisti dell’Arte povera e del Concettuale italiano. Operatrice culturale, giornalista, editrice, collezionista, scrittrice e mecenate, il suo nome è particolarmente legato a Joseph Beuys. Con il Maestro tedesco, in diretta collaborazione, ha svolto un intenso e importante lavoro nella celebre operazione Difesa della Natura. È famosa nel mondo dell’arte internazionale per le Donazioni di opere d’arte in prestigiosi musei, tra cui il Guggenheim di New York, la Fondazione Mitterand di Parigi e la Kunsthaus di Zurigo, indimenticabile la regale opera Olivestone di Joseph Beuys e l’intero corpo della sua collezione privata Natura della Natura. Curatrice di
mostre in musei internazionali, Presidente della Free International University italiana, membro onorario della Kunsthaus di Zurigo, nel 1993 è stata insignita da Jack Lang dell’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e della Letteratura e nel 2001 dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Ufficio stampa
ddl studio - Alessandra de Antonellis per Mondadori Electa - tel. 339 3637388

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Amalia di Lanno