lunedì 21 ottobre 2024

The Mountain’s Eyes il nuovo progetto di Roberto Ghezzi in Nepal


The Mountain’s Eyes è il nuovo progetto dell’artista toscano Roberto Ghezzi, in partenza il 18 ottobre 2024verso il Nepal, una nuova spedizione sempre a stretto contatto con la natura e in relazione con il paesaggio, campo di ricerca che caratterizza un percorso d’arte e vita. 

Il progetto, a cura di Gabriele Salvaterra, in partenariato con l’Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra, si avvale della supervisione scientifica di Rodolfo Cafosi, Chiara Montomoli e Salvatore Iaccarino, della collaborazione logistica della guida sherpa Suraj Gurung, il sostegno di Phoresta ETSe del supporto della galleria MCubedi Kathmandu che ospiterà, al termine della residenza, una mostra personale con i primi risultati della ricerca.

Dopo due decenni di approfondimento artistico, attività esplorative e dopo aver realizzato installazioni e opere in ambienti estremi come i ghiacciai dell’Artico, i fiumi dell’Alaska, le torbiere della Patagonia o i deserti dell’Africa, per la prima volta Roberto Ghezzi dedicherà la sua ricerca esclusivamente alle montagne dell’Himalaya.Per questo grande progetto l’artista, pur attraverso lo stesso approccio teso al dialogo totale con gli ambienti studiati, ha pensato di utilizzare tecniche differenti quali la fotografia stenopeica e la stampa di monotipi senza l’utilizzo del torchio. 

Come e cosa vedrebbero le montagne più alte della terra, se qualcuno donasse loro degli occhi? È una delle domande a cui tenterà di dare risposta Ghezzi durante la sua spedizione in Himalaya, tra le cime più alte del pianeta, per "donare occhi" alle montagne. L'artista, infatti, durante la nuova missione che lo vede protagonista sotterrerà lungo il percorso, che da Pokhara (Nepal) lo condurrà verso il campo base del monte Annapurna (8091mt slm), una serie di piccole macchine fotografiche da lui stesso costruite con materiale di recupero, come lattine di bibite usate, che potrà reperire direttamente in loco. Queste, dopo che l'artista avrà inserito al loro interno carta fotografica e praticato un piccolissimo foro per l'ingresso della luce, verranno lasciate semisepolte tra le rocce delle montagne per circa venti giorni e poi recuperate. Al loro interno la luce, giorno dopo giorno, imprimerà sulla carta fotografica l'immagine di ciò che le montagne vedono, da millenni, condensato in un "battito di ciglia" lungo 480 ore.

In più occasioni (ad es. Laguna Veneta 2022 - CNR ISMAR; Lago Trasimeno 2022 - Arpa Umbria; Groenlandia 2022 - CNR ISP; Svalbard 2023 - CNR ISP) le opere di Ghezzi hanno assunto il ruolo di veicolo per la mappatura e il monitoraggio del territorio e della biodiversità che lo caratterizza, creando un vero e proprio ponte tra arte e scienza, sia dal punto di vista della ricerca che da quello della divulgazione.L’artista ha infatti collaborato con molti enti e istituti scientifici italiani ed esteri. Per il progetto Annapurna-Nepal Roberto Ghezzi si avvarrà del supporto scientifico della Facoltà di Scienze della Terra dell’Università di Torino. Un team di ricercatori composto da Rodolfo Carosi, Chiara Montomoli e Salvatore Iaccarino realizzerà per l’occasione testi scientifici che accompagneranno la produzione di Ghezzi esito della residenza e studieranno, così, i luoghi attraversati dall’artista.



Roberto Ghezzi | The Mountain's Eyes
progetto, residenza artistica e mostra in Nepal

a cura di Gabriele Salvaterra

Annapurna Base Camp 
Thamel Kathmandu, Pokhara - 33700 Nepal

18 ottobre- 16 novembre 2024

con la supervisione scientificadi Rodolfo Cafosi, Chiara Montomoli e Salvatore Iaccarino
collaborazione logisticadi Suraj Gurung, guida sherpa
supporto della Galleria MCube di Kathmandù
partenariato scientifico dell’Università di Torino, Dipartimento di Scienze della Terra 
sostegnodi Phoresta ETS

Communication Manager Amalia Di Lanno 
info@amaliadilanno.com- www.amaliadilanno.com

La forma solida del paesaggio: Judit Bou, Marta R Chust e Roc Domingo Puig, Albert Gironès, Laura Palau

Albert Gironès, El miracle del Sol, 2023. Veduta della mostra. Ph: Pol Masip


Fino al 9 novembre 2024 AlbumArte centro per la ricerca artistica indipendente di Roma e SAC-Sant Andreu Contemporani programma pubblico dedicato all'arte emergente nel Distretto di Sant Andreu (Barcellona), presentano La forma solida del paesaggio, mostra collettiva a cura di Benedetta Casini, curatrice vincitrice dell’International Curatorial Residency Program, programma di residenze del Sant Andreu Contemporaneo diretto a curatori/rici internazionali, co-organizzato con l’Institut Ramon Llull, in collaborazione con Fabra i Coats – Fabrica di Creazione di Barcellona.

Il programma ha previsto un mese di residenza della curatrice a Barcellona, negli spazi di Fabra i Coats, e la partecipazione alle attività della giuria del Miquel Casablancas Award Visual Arts Competition, diretto ad artisti residenti in Spagna. Fra le proposte ricevute la curatrice Benedetta Casini ha selezionato quattro progetti da presentare nel proprio paese di residenza, l’Italia. 

Gli artisti selezionati da Benedetta Casini, sono Judit Bou, Marta R Chust e Roc Domingo Puig, Albert Gironès, Laura Palau, che ad AlbumArte presentano fotografie, video-istallazioni e sculture in stretto dialogo fra loro. Ad unire le ricerche degli artisti è l’attenzione per il paesaggio rurale, indagato nella sua dimensione più concreta. Ad accomunarli è infatti un preciso tratto biografico, che li vede legati o per nascita o per origine a luoghi “minori”, zone agricole del territorio catalano rimesse al centro della discussione dalla pandemia Covid-19. Gli artisti si impegnano a risignificarle attraverso azioni ravvicinate e circoscritte, decostruendo la genericità della prospettiva urbana che relega la campagna alternativamente a luogo di mancato sviluppo o a mero buen retiro. Nel farlo si attivano relazioni e confronti intergenerazionali in cui emerge l’urgenza di intendere la ruralità innanzitutto come posizione politica. Alla visione del paesaggio rurale inteso come locus amoenus, gli artisti in mostra contrappongono un approccio investigativo, una prossimità chirurgica tesa a ricucire la ferita profonda fra uomo e natura. Non immagine pittoresca costruita artificialmente per il consumo cittadino, ma territorio vivo segnato da trasformazioni e tensioni sostanziali. Sullo sfondo di una contemporaneità attraversata da un generico sentimento ecologista, i lavori esposti indagano un paesaggio solido, tangibile, su cui gli artisti si ripiegano in atteggiamento fusionale. Alla contemplazione subentra l’azione, al discorso, la tecnica: per ritrovare la natura è necessario non solo osservarla, ma toccarla con mano, agire in essa. 

Note biografiche
Benedetta Casini(Bologna, 1991) vincitrice del Premio, è curatrice indipendente e ricercatrice, dal 2017 parte del consiglio curatoriale di BIENALSUR-Bienal Internacional de Arte Contemporáneo del Sur, con sede a Buenos Aires. Nel novembre 2023 fonda a Roma insieme all’artista Matias Ercole lo spazio indipendente OROProject dedicato alla promozione di progetti artistici che mettano in relazione Europa e America Latina. Nel 2024 risulta vincitrice del WONDERFUL! Art Research Program 2024 1st edition, promosso dal Museo Novecento di Firenze e dell’International Curatorial Residency Programmedi SAC-Sant Andreu Contemporani (Barcellona). Nel 2022 le viene assegnata la borsa di ricerca Lucio Fontana. Periodo argentino, promossa dalla Fondazione Lucio Fontana (Milano) e dalla Fondazione Giorgio Cini (Venezia). Ha collaborato con istituzioni quali il Madre-Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli, il CCK-Centro Cultural Kirchner di Buenos Aires, il MACBA-Museo d’arte contemporanea di Barcellona, il MAXXI- Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma e la Reale Accademia di Spagna a Roma. Ha lavorato con artisti fra cui Jordi Colomer, Elena Mazzi, Daniela Comani, Antoni Muntadas, Joan Fontcuberta, Marta Minujín, Teresa Margolles. Fra le pubblicazioni si segnala Out of place. The Territory of Art as a Space of Exception.

Judit Bou Comas(Vic, Barcellona, 1996) si forma in fotografia presso la Idep di Barcelona. Attraverso la sua pratica artistica esplora la capacità del mezzo fotografico di restituire la temporalità dei processi di trasformazione. Negli ultimi anni ha esposto al Centre for Contemporary Art di Vic, nella sala Moncunill di Terrassa, al Festival GetxoPhoto 2022, alla Biennale d'Arte Diputación di Tarragona e alla Biennale de la Jeune Creation Européenne di Montrouge, Hjorring, Césis, Cluj, Como, Figueres e Amarante. Nel 2020 ha ricevuto il Premio Art Jove de Catalunya. Nel 2023 è stata nominata al Pla(t)form, Fotomuseum Winterthur, e ha ricevuto la borsa di studio per le arti visive della Fondazione Güell. 

Marta R Chust(Barcellona, 1995) e Roc Domingo Puig(Lleida, 1992) sono una coppia di artisti catalani che lavora nel campo delle scienze sociali e delle pratiche contestuali. Il loro interesse è rivolto alle tensioni geopolitiche, al contrasto tra paesaggio e territorio e alla messa in discussione delle narrazioni ufficiali. Il loro lavoro è stato esposto in centri d'arte come Bòlit (Girona), Sala d'Art Jove (Barcellona), M|A|C (Mataró), Las Cigarreras (Alicante), Sala Amadís (Madrid), Rad'Art (San Romano, Italia) e ICPNA (Lima e Iquitos, Perù). Assegnatari della borsa di ricerca e d’innovazione del Dipartimento di Cultura della Generalitat di Barcellona, sono inoltre risultati vincitori dell'aiuto alla creazione INJUVE. Hanno partecipato a residenze artistiche nella zona dei Pirenei (Centre d'Art and Nature de Farrera), Delta de l'Ebre (Centre d'Art de les Terres de l'Ebre Lo Pati), a Medellín (Casa Tres Patios), a Iquitos e Lima (Correlazione Contemporanea).

Albert Gironès(Valls, 1995) è artista e ricercatore. Con la sua ricerca indaga i meccanismi che danno origine agli immaginari popolari, concentrandosi in particolare sui miti e gli eventi anomali radicati in territori specifici. Tra gli altri, il suo lavoro è stato esposto in spazi quali il Centre d'Art Santa Mònica y Homesession a Barcellona, ​​​​CCCC a Valencia, Rad'Art a San Romano, Galeria BASE a Valparaíso e MADC a San José. Ha partecipato a programmi di residenze artistiche presso Sant Andreu Contemporani Barcelona, ​​​​Kunststiftung BW Stuttgart, Tsonami Arte Sonoro Valparaíso e Plattform Kyrkslätt Helsinki.

Laura Palau(Benlloc, 1993) si forma in Belle Arti presso l’Università Politecnica di Valencia (Spagna). Si definisce agricoltrice urbana o cosmopolita rurale, divisa fra comunità rurali e città contemporanee. L’intersezione tra questi due territori costituisce il terreno fertile da cui trae nutrimento la sua ricerca artistica, che si declina in fotografie, video, installazioni, interventi urbani e performance. La sua pratica è collaborativa e partecipativa per natura. Il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale a PhotoEspaña (ES, Dupho (NL), Helsinki Photomedia Conference (FI), IVAM (ES), CCCC (ES), Torino PhotoFestival (IT), EAC (ES), PALMA Festival (FR), tra gli altri. 


SCHEDA TECNICA
Mostra collettiva: La forma solida del paesaggio
Artisti: Judit Bou, Marta R Chust e Roc Domingo Puig, Albert Gironès, Laura Palau,
Curatrice: Benedetta Casini
Sede: AlbumArte, Via Flaminia 122, Roma
Progetto realizzato con il supportodi: SAC-Sant Andreu Contemporani - Barcelona, Institut Ramon Llull - Barcelona, Real Academia de España - Roma

Mostra in corso: dal 17 ottobre al 9 novembre 2024

Orari: MERCOLEDI GIOVEDI VENERDI ore 15.00 – 19.00

INGRESSO LIBERO

CONTATTI STAMPA
AlbumArte: +39 06 24402941 | info@albumarte.org


Defending the demons of self interpretation: Giulia Apice | Prisca Baccaille | Alice Papi

Giulia Apice


Curva Pura è lieta di inaugurare “Defending the demons of self interpretation”, tripersonale di Giulia Apice, Prisca Baccaille e Alice Papi, a cura di Andrea Romagnoli e con testo critico di Laura Catini.

La mostra presenterà una selezione delle opere più recenti delle giovani artiste, creando un dialogo pittorico che esplora paure ed energie interiori, attraverso un dialogo visivo profondo, rivelatorio di emozioni complesse e vulnerabilità.

Il progetto nasce anche per un confronto tra astrazione informale e figurativo post-moderno. Da un lato, le opere astratte di Alice Papi e Prisca Baccaille offrono una rappresentazione libera e istintiva delle emozioni, con colori e forme che si intrecciano in composizioni evocative o dirompenti, dall'altra, le creazioni figurative psichedeliche di Giulia Apice si ancorano a elementi riconoscibili, rielaborando l’immaginario collettivo e invitando il pubblico a confrontarsi con la propria realtà.

Ogni artista affronta i propri “demoni” o “felicità” interiori attraverso un’univoca tassonomia visiva. E il dialogo creato a Curva Pura, stimola una riflessione sulla dualità della condizione umana: la tensione tra l’astratto e il concreto, tra il visibile e l’invisibile.

Defending the demons of self interpretations” non è solo un'esposizione di opere, ma un invito a riconoscere e affrontare le proprie ombre attraverso la bellezza e la vulnerabilità dell'espressione artistica.


Bio
Giulia Apice è nata a Frosinone (Italia) nel 1997.
Si è diplomata in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dove attualmente vive e lavora. La sua ricerca è incentrata sulla pittura per creare immagini che sfuggono al riconoscimento immediato, dove indagare la relazione tra lo spazio e il corpo, affrontando temi come identità, coscienza, umanità e rappresentazione. Nel 2018 è stata selezionata per il Premio Nazionale delle Arti a Palermo e ad Art Verona come giovane artista emergente. Ha esposto in diverse mostre tra cui Atelier #2 al Macro Asilo, progetto Accade a La Nuova Pesa a Roma, Museo di Arte Moderna di Anticoli Corrado, Artificial Behaviours a Wroclaw (Polonia), Arnia 33, presso la Rocca di Narni. Nel 2024 espone nello studio di Gianni Dessì in Via Arimondi 3. Lo stesso anno, partecipa a una residenza artistica con il progetto E-ART a Salonicco, in Grecia.

Prisca Baccaille

Prisca Baccaille (Roma 1992), dopo la laurea in Lettere Moderne alla Sapienza di Roma, si iscrive all' Accademia di Belle Arti di Firenze, laureandosi in Pittura I nel 2019. Nel 2020 prende parte al programma Erasmus+, soggiornando 5 mesi a Villa Arson, École nationale supérieure di Nizza. Nel 2021 si laurea in Pittura II all’Accademia di Belle Arti di Roma, con una tesi che indaga il rapporto di reciprocità che intercorre fra poesia e pittura. Partecipa a mostre d’arte in Italia e all’estero. Nel 2023 pubblica, con la casa editrice Eretica, la sua prima raccolta di poesia: Tuono di zampe.

Alice Papi

Alice Papi (1997) vive e lavora a Roma. Si laurea in Pittura presso la Rome University of Fine Arts (Ŕufa) nel 2023. Nello stesso anno presenta la sua prima mostra personale, a cura di Diletta Branchini, presso lo studio Fair Legals in collaborazione con la Luiss Business School. 


Defending the demons of self interpretation
Giulia Apice | Prisca Baccaille | Alice Papi 
a cura di Andrea Romagnoli
testo critico di Laura Catini 

Opening 24 Ottobre 2024 ore 18:30
Fino al 19 Novembre 2024

Orari:martedì e giovedì dalle ore 18:30 e su appuntamento
prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura 
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com


pubblica: 

www.amaliadilanno.com  

 

venerdì 18 ottobre 2024

PUNTUACTIÓN di Alessia Armeni


All'Istituto Italiano di Cultura a Città del Messico, nell'ambito del programma Lingue Sorelle, è in corso fino al 27 ottobre 2024 la mostra 𝐏𝐮𝐧𝐭𝐮𝐚𝐜𝐢𝐨́𝐧 di 𝐀𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐚 𝐀𝐫𝐦𝐞𝐧𝐢, artista in residenza a cura di Error.

Alessia Armeni ha realizzato una serie di dipinti site-specific analizzando la luce e i colori dello spazio e formulando una narrazione poetica e cromatica dello stesso.

Alessia Armeni vive e lavora a Roma. Si è laureata in pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, nel 1999. Attraverso la pittura e altri media sviluppa una riflessione sul colore, in particolare intorno al concetto di bianco, come elemento di ricerca e rappresentazione di concetti quali lo scorrere del tempo, l'identità e la denominazione. Ha esposto in Italia e all'estero in mostre personali (𝑇𝑖𝑒𝑒𝑚𝑝𝑜-𝐸𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜-𝐿𝑢𝑧, a cura di Karen Huber, la 77, Città del Messico; 𝑁𝑜𝑛𝑚𝑖ℎ𝑎𝑖𝑚𝑎𝑖𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎, 2023, Nube di Oort, Roma; 𝐴𝑏𝑜𝑢𝑡𝑎𝑊𝑎𝑙𝑙𝑙, Pescara tra i tanti) e collettivi (Künstlerhaus Klagenfurt, Austria; RH Contemporary Art, New York; Gallery MC, NY; Funnel Contemporary, Belgrado).

Error è un progetto e artist-run space in Pueble e Mexico-city, si occupa di apprendimento e creazione collettiva, residenze, talk, libri e mostre.


PUNTUACTIÓN
In alcune lingue nordiche, dove la neve è abbondante, esiste una varietà di parole per definire il colore bianco. Esse descrivono molte delle sfumature che questo colore assume e testimoniano la capacità di distinzione degli abitanti di questi Paesi, dove - per diversi mesi all'anno - è possibile osservare quotidianamente la presenza di questo elemento. Allo stesso modo, anche il lavoro di Alessia Armeni si basa su un'intensa pratica di osservazione e denominazione dell'impercettibile. Infatti, i dipinti che Alessia Armeni presenta all'Istituto Italiano sono un esercizio site-specific. Il suo processo si sviluppa a partire dall'osservazione del luogo. Armeni cerca spazi più piccoli in cui la luce si riflette sulla parete bianca, dando origine a sottili variazioni di colore. Poi, attraverso un'osservazione meticolosa e prolungata, l'artista registra queste sfumature applicando strati di pittura a olio su tele con sfondo arancione. Nelle opere che risultano da questo processo, l'astrazione sembra prevalere. In un primo momento, la concentrazione dello spettatore è rivolta all'articolata composizione di texture, forme e colori. Solo in un secondo momento le tracce degli elementi architettonici si rivelano allo sguardo dell'osservatore, svelando il riferimento iniziale del dipinto. Avvicinandosi ai quadri, è possibile leggere il nome che l'artista ha attribuito a ciascun colore. Ognuna di queste denominazioni corrisponde a osservazioni e pensieri che hanno accompagnato Armeni nei giorni in cui dipingeva questi quadri. In questo modo, queste brevi note riflettono un diario d'artista che è allo stesso tempo - paradossalmente - aperto e chiuso, riflettendo una concentrazione individuale e spirituale. Negli spazi dell'Istituto, le opere realizzate da Armeni durante il mese di settembre punteggiano le sale espositive e gli altri spazi, stabilendo un tentativo di comunicazione con i visitatori, che sono invitati a esplorare la loro ambiguità e a cercare il codice nascosto che struttura questo loro linguaggio. 

Error





Alessia Armeni, Puntuactión

mostra personale Puntuactión a termine residenza, nell’ambito del progetto “Lingue sorelle”

dal 29 settemebre al 27 ottobre 2024


Istituto Italiano di Cultura a Città del Messico

Francisco Sosa 77, Col. Villa Coyoacán
Ciudad de México, Del. Coyoacán, C.P. 04000 - Messico





martedì 15 ottobre 2024

Simboli della vita dopo la morte. La scultura commemorativa di Krzysztof M. Bednarski

Krzysztof M. Bednarski, scultura sulla tomba di Krzysztof Kieślowski, Varsavia, 1997, foto R. Susin


Oggi la scultura funeraria d'autore è un fenomeno raro. Krzysztof M. Bednarski ne è uno storico interprete, riuscendo a trasferire l'arte nel contesto della morte e in un luogo di esposizione particolare qual è il cimitero. Per la sua produzione commemorativa l'artista italo-polacco rifiuta le forme funzionali e la simbologia eccessivamente sentimentale della tradizione, creando nuovi simboli della vita dopo la morte, che fanno riferimento, direttamente, alla personalità del defunto.

La mostra Simboli della vita dopo la morte. La scultura commemorativa di Krzysztof M. Bednarski, che si compone di fotografie di documentazione delle opere funebri e di alcuni loro bozzetti, si apre con le immagini di Thanatos polacco(1984), scultura dedicata ai membri, all’epoca scomparsi, della compagnia del Teatro Laboratorio di Jerzy Grotowski. La barca dimezzata con un albero incenerito è un simbolo del percorso, del passaggio verso l’aldilà. L'opera è stata realizzata in un momento in cui l'artista non riusciva ancora ad assumersi il compito di creare tombe, nonostante ricevesse numerose richieste e proposte. Solo più tardi Bednarskisi rese conto che la cosa migliore che poteva fare per un amico defunto era la realizzazione di una tomba, attraverso cui presentarne l’individualità. 

Dal 1992 Krzysztof M. Bednarski ha realizzato diverse decine ditombe per esponenti di spicco del mondo della cultura polacca, tra cui Krzysztof Kieślowski, Ryszard Cieślak, Wojciech Fangor, Krzysztof Krauze, Tomasz Stańko, Ewa Demarczyk, Jerzy Limon, e per attivisti dell'opposizione anticomunista durante il periodo della Polonia Popolare, come Jan Lityński e Karol Modzelewski. 
In Italia troviamo, invece, la scultura del voltodi Mario Schifano sulla tomba dell’artistaalCimitero Flaminio - Prima Porta, a Roma (1991/1998); la La meridiana dell'incontro - In memoria di Federico Fellini e Giullietta Masina a Pennabilli (1990) eMonumento all'Incontro con Federico Fellini aRimini (1994). 
Inoltre, opere particolari, per il luogo che le ospita, sono le sculture-sarcofaghi di due grandi personalità della cultura polacca del XX secolo, il compositore Krzysztof Penderecki e il poeta Adam Zagajewski, che si trovano nel Pantheon Nazionale della Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Cracovia.

Ogni opera sepolcrale dell'artista è un ritratto simbolico del defunto, una sintesi della sua creatività. 

La mostra è accompagnata da un catalogoin lingua italiana e polaccaedito dal Museo d’Arte Contemporanea MOCAK di Cracovia e finanziato da GRANITY SKWARA, ditta con cui, l’artista, realizza solitamente le sue opere. 

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Simboli della vita dopo la morte. La scultura commemorativa di Krzysztof M. Bednarski
Curatrice: Maria Anna Potocka
Data della mostra:6.11.2024-14.2.2025
Inaugurazione:6 novembre ore 19.00
Sede: Istituto Polacco di Roma, Via Vittoria Colonna 1, Roma


Organizzazione della mostra:
Istituto Polacco di Roma, Ania Jagiello
Museo d’Arte Contemporanea MOCAK di Cracovia, MartynaSobczyk

In collaborazione econ il sostegno di: SKWARA monument


Ufficio stampa:
Francesca Orsi
348 5238868
francesca.orsi@gmail.com


La mostra rimarrà aperta fino al 14 febbraio 2025, da lunedì al venerdì, ore 10 - 17 e su appuntamento. Istituto Polacco di Roma, via Vittoria Colonna 1, 00193 Roma

Tel. 0039 06 36 000 723 www.istitutopolacco.it


mercoledì 9 ottobre 2024

Cum Sidera_Realtà territoriali e il contemporaneo

 


Il 12 ottobre alle ore 18.30 presso il MAAC (Area archeologica della Chiesa Matrice, P.zza Garibaldi) di Cisternino, si svolgerà l’incontro pubblico “Cum Sidera_Realtà territoriali e il contemporaneo”organizzato da Elisa Gallenca, Graziella Melania Geraci, Silvia Pettinicchio e Lucia Uni. L’appuntamento rientra negli eventi della ventesima edizione della giornata del contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italianie realizzata con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Il confronto tra le varie attività, impegnate sul territorio pugliese nell’ambito della ricerca indipendente nell’arte contemporanea, nasce dalla volontà di disegnare una mappa delle esperienze fatte, di confrontarsi sulle premesse delle pratiche artistiche in luoghi non preposti ad accoglierle, orientati alla tradizione e al turismo, per uno scambio di visioni tra artisti, curatori, collezionisti, galleristi e addetti ai lavori. Le realtà coinvolte rappresentano la voce indipendente di una situazione complessa e sfaccettata così l’appuntamento offrirà la possibilità di analizzare problematiche e opportunità del lavoro del contemporaneo ampliando la prospettiva culturale dell’area presa in considerazione. Tra le testimonianze che sarà possibile condividere ci saranno quelle di: Mariangela Stoppa, Gianfranco Ciola, Pietro Mastrorilli, Marica Albanese. L’evento si svolge con il patrocinio del comune di Cisternino e con la collaborazione dell’Associazione Meteo Valle d’Itria Odv.


Info
Graziella Melania Geraci
T. + 39 3475999666
grazie.geraci@gmail.com

martedì 8 ottobre 2024

BEDS.Cluj 2024. Lucia Bricco | Iulia Ghiță | LukasKolm | Antti-Juhani Manninen

Iulia Ghiță

We want you to meet an organism we have been slowly nurturing. An organism with a shifting form and shape, an organism in a state of constant transformation.
Beds is not just a group of artists but a multifaceted and inclusive working idea. It functions like a living system, moving and creating contexts for artistic interaction in the cities it lands in. It imagines and adopts an open and non-hierarchical organizational model, with art at its center.

Beds.Cluj
The event taking place on 5th October at Centrul de Interes will bring together performances, art installations, sound art, and drawings, in a transdisciplinary perspective.
In order to implement an inclusive and communal idea of work, the event will be preceded by a workshop run by the artists, addressed to the students of the University of Art and Design in Cluj-Napoca. The participating students will have the opportunity to present their performances alongside the artists.
The fourth edition of Beds will be a reflection on the relation between the state of ruin and mathematics, trying to understand what it means, metaphorically and concretely, to preserve a state of ruin.
The facade of the building housing Centrul de Interes is an image of the spontaneity with which time acts on a structure as well as the repetitive nature of decay.
The ruins of industrial buildings, like all ruins, are fragmentary and conserve traces of the original symmetries and proportions. However, there is a point of contact to ‘mathematics’ that interests us. It is not in using it as a tool to imagine a possible restoration of what has been lost, but it lies in the idea of how unpredictability and order both comprise all complex systems, challenging as such the traditional concept of determinism. It is a reflection on the idea of predictability, of structural collapse, and serenity of calculation

𝐁𝐄𝐃𝐒.𝐂𝐥𝐮𝐣 𝟐𝟎𝟐𝟒
Lucia Bricco | Iulia Ghiță | LukasKolm | Antti-Juhani Manninen
Performance Art event - October 5th, 2024 at 18:00, performances start at 18:30
Centrul de Interes, Strada Fabricii de Chibrituri, 9 A, Cluj-Napoca, Romania



lunedì 7 ottobre 2024

Helen Frankenthaler | Dipingere senza regole

Helen Frankenthaler, Open Wall (det.), 1953 © 2023 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome


Palazzo Strozzi presenta la più ampia retrospettiva mai organizzata in Italia dedicata a una delle artiste più rivoluzionarie del XX secolo. La mostra offre una panoramica approfondita della produzione di Helen Frankenthaler, mettendo le sue opere in dialogo con quelle di artisti contemporanei come Jackson Pollock, Robert Motherwell, Mark Rothko, Morris Louis, David Smith, Anthony Caro e Anne Truitt.

L’esposizione propone un viaggio tra grandi tele, opere su carta e sculture, costruendo un percorso che esalta la straordinaria originalità dell’artista. La mostra include prestiti provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e da celebri musei internazionali come il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra e la National Gallery of Art di Washington.

Organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con la Helen Frankenthaler Foundation e curata da Douglas Dreishpoon, Direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, l’esposizione si articola cronologicamente dagli anni Cinquanta ai primi anni Duemila. Le sue innovazioni sono presentate accanto a dipinti, sculture e opere su carta di artisti suoi contemporanei, evidenziando le sinergie e le affinità tra queste figure chiave dell’arte del Novecento.

La nuova libertà del colore: Helen Frankenthaler in dialogo con Pollock, Rothko e Motherwell

Helen Frankenthaler (1928-2011) gioca un ruolo fondamentale nel passaggio dall’Espressionismo astratto al Color Field painting, sfidando le convenzioni e ampliando i confini dell’arte alla ricerca di una nuova libertà espressiva. Celebre per la sua tecnica innovativa del soak-stain (imbibizione a macchia), Frankenthaler applica vernice diluita su tele non preparate, creando effetti simili all’acquerello, ma su larga scala. Questo approccio ha permesso di esplorare nuove relazioni tra colore, spazio e forma, espandendo le possibilità della pittura astratta in modo unico, e ispirando ancora oggi nuove generazioni di artisti.

In un mondo regolato da norme, Helen Frankenthaler ha infranto le convenzioni dell’arte tradizionale, creando un universo artistico fatto di astrazione poetica, tecnica e immaginazione sconfinata. La sua capacità di combinare controllo e improvvisazione ha aperto nuove strade nella pittura, portando un contributo rivoluzionario che ancora oggi ispira la scena artistica.

Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole è co-organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, e Helen Frankenthaler Foundation, New York. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Si ringrazia: Maria Manetti Shrem, Gagosian.

La mostra partecipa al progetto Equinozio d’autunno 2024, calendario dal 22 settembre al 6 ottobre 2024 che promuove i maggiori eventi d’arte contemporanea in Toscana coordinato dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.


PALAZZO STROZZI
Piazza Degli Strozzi, Firenze, Italia 
info@palazzostrozzi.org
http://www.palazzostrozzi.org
Telefono Info +39 0552645155

Helen Frankenthaler | Dipingere senza regole
27 settembre 2024-26 gennaio 2025
Orario mostra Tutti i giorni 10.00-20.00-Giovedì fino alle 23.00


sabato 5 ottobre 2024

Lello Lopez | Terre emerse

Sabato 12 ottobre, in occasione della giornata del contemporaneo AMACI, dalle ore 11.00, la Shazar Gallery presenta Terre emerse di Lello Lopez. La seconda personale dell’artista napoletano negli spazi di via Scura conduce in un percorso di immersione temporale, di ascesa da secoli di bellezza e di turbamenti la cui restituzione visiva, in tele dai grandi formati, assurge ad allegoria del fatale destino umano. Il ciclo di opere in mostra trae origine dagli accadimenti che il territorio dei Campi Flegrei sta vivendo e che subisce da sempre. I fenomeni hanno portato l’artista ad una serie di riflessioni esistenziali e psicologiche che mettono a dura prova certezze, verità acquisite e valutazioni ma anche semplici pensieri, fantasie o entusiasmi. Tali considerazioni hanno dato origine a composizioni dall’aspetto vivace in cui la folla di immagini si confonde in un insieme caotico e leggero il cui svelamento richiede, come in tutte le opere di Lopez, la volontà dell’analisi e dell’approfondimento. I paesaggi delle antiche vestigia vengono circondati da piante rigogliose, da colorate escrescenze funginee che sembrano cancellarne o nasconderne la testimonianza.

“Terre Emerse” è metafora del tempo che inesorabilmente scorre, che mette a confronto il precario e l’ineluttabile mettendo in crisi definitivamente, se ancora fosse oggetto di riflessione, la visione antropocentrica. Dà certezza all’imprevedibilità della natura, vera “matrigna”, che disillude da qualsiasi lirismo costruendo un processo di creazione e distruzione che coinvolge le esistenze e deforma la visione della realtà e di ciò che accade. 

La mostra “Terre Emerse” sarà visitabile fino al 7 dicembre 2024 dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30 e su appuntamento. 

Lello Lopez | Terre emerse
Opening: sabato 12 ottobre 2024 dalle 11,00 alle 20,00
Dal 12 ottobre al 7 dicembre 2024

Shazar Gallery
Via Pasquale Scura 8
80134 Napoli Tel. 081 1812 6773

www.shazargallery.com – info@shazargallery.com
Instagram: shazargallery– FB: shazargallery

Press officer: Graziella Melania Geraci 3475999666 press@shazargallery.com


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mercoledì 2 ottobre 2024

Le città del mondo di Cosimo Vella

 


Le città del mondo presenta un corpo di opere inedite dell’artista Cosimo Vella, tra produzioni scultoree e grafiche che compongono una ricerca stratificata negli anni. Il progetto espositivo è inteso come un’opera unica, multiforme ed espansa nello spazio, che osserva il rapporto tra uomo e paesaggio nella sua dimensione irrisolta e secondo una chiave narrativa.

La mostra nasce dall’urgenza di raccontare e di dare voce alle storie che restano ai margini della storia e su cui si riversano le sue catastrofiche conseguenze. Se la città rappresenta simbolicamente il palcoscenico della storia, Le città del mondo raccolgono per ossimoro quei paesi, quei terreni, quelle persone e abitudini che continuano ad abitare fuori dal suo grande teatro ma che, allo stesso tempo, di questo conservano le tracce primigenie. Nel lavoro di Cosimo Vella il paesaggio è inteso come un agglomerato inscindibile di umano e rurale, di livelli sociali, politici, geologici, architettonici, vegetali, che nasconde un’originaria resistenza e, contemporaneamente, un’inevitabile soggezione al tempo. 

Alberi bruciati, frane e campi si mescolano ad amanti clandestini e attrezzi agricoli in una moltitudine di storie che sono tanto evocate quanto reali, nello stesso modo in cui nel romanzo di Elio Vittorini da cui la mostra prende il titolo, sfilano pastori, pupari e prostitute in una peregrinazione senza fine per le città del territorio. Operando uno slittamento continuo tra visione collettiva e individuale, l’artista introduce la condizione di impermanenza nell’immagine statica della provincia, con l’obiettivo di ritrarre l’odierno paesaggio italiano alla luce dei cambiamenti ambientali, sociali e culturali. La scelta di ambientare e presentare in anteprima il progetto a Milano è radicata nella contemporaneità e globalità della città che, unicum nel panorama nazionale, diviene anch’esso ideale di una situazione universale. In questo senso Le città del mondo si offrono in opposizione al tempo e, ancora una volta, come un libercolo soggiogato all’impero della storia. 

Le città del mondo
Mostra personale di Cosimo Vella 

A cura di Caterina Taurelli Salimbeni

Inaugurazione 8 ottobre 2024 alle 18:00 

9 ottobre – 3 novembre 2024 Visitabile su appuntamento

Via Arcivescovo Romilli, 20 - 20139 Milano

Contatti
Tel. 334 368 8422
E-mail. c.taurellisalimbeni@gmail.com



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martedì 1 ottobre 2024

Flavia Bigi - Nove sono Le Muse, installazione permanente



Il 30 settembre 2024, presso il Parco delle Sculture della VIU - Venice International University, una nuova opera è entrata a far parte della collezione del parco, realizzata dall’artista Flavia Bigi, dal titolo Nove sono le Muse, a cura di Ilaria Caravaglio.

Ideata appositamente per i giardini dell’isola di San Servolo, l’installazione disegna un cerchio ancestrale, come un santuario, dedicato alla cultura, alle arti, al pensiero. Le Muse, infatti, il cui nome significa “coloro che meditano e creano con la fantasia”, nate dall’unione di Zeus e Mnemosine, dea della Memoria, hanno per nascita il dono di percepire passato, presente e futuro. Questa loro virtù di conoscenza risuona qui come un’eco alle varie culture che si incontrano nella Venice International University, e che contribuiscono, grazie alla loro diversità, ad una riflessione composita sulle fragilità del mondo contemporaneo e sui presupposti per un futuro sostenibile.

Nove dadi in marmo, disposti circolarmente, tracciano una costellazione aperta che, armonizzando cielo e terra, il mondo delle idee e della vita mondana, invitano ad un dialogo libero e tollerante. Al centro della ricerca dell’artista è sempre la persona: i nove dadi, infatti, recano incisi i pronomi io, tu, noi nelle diverse lingue degli studenti che frequentano l’Universitas, invitando ad una riflessione accurata sui contenuti del linguaggio e sulla relazione con il non-io.

E così, sebbene le Muse ci appaiano come pietrificate nel travertino, esse non restano affatto silenti o inerti, ma, anzi, è possibile sentirle bisbigliare carezzevolmente, nel vento della laguna e dal profondo della pietra, nelle tante lingue del globo che su di esse sono incise.

Il libero scambio di idee che quotidianamente si svolge negli ambienti universitari risuonerà, grazie all’installazione artistica di Flavia Bigi, come il canto sacro delle Muse.


Scheda tecnica
Progetto:installazione permanente
Artista:Flavia Bigi
Titolo:Nove sono le Muse
Curatela:Ilaria Caravaglio
Sede:Parco delle Sculture, Isola di San Servolo, Venezia
Promotore:VIU (Venice International University) 
Orario visite:sempre accessibile, INGRESSO LIBERO
Supporto:San Servolo s.r.l.
Supporto tecnico: DMA CARGO SRL, Transport Service Pesce, Luigi Tarantino design, Leonardo Guerra photography
Main sponsors: Viscio Trading S.r.l., ABFD Architecture, Vanni Marmi S.r.l.
Altri sponsor: La Perla del Garda
Progetto grafico brochure: Il Leggio Edizioni
Sito web e IG artista:https://www.flaviabigi.com/-https://www.instagram.com/flaviabigi

Coordinamento:Ilaria Caravaglio - ilaria.caravaglio@gmail.com - 3478194946 
Ufficio Stampa VIU:Alessandra Morgagni - ale.morgagni@gmail.com -3483884038

Chiara says Chiara

Chiara Fumai, The Moustache Woman, 2007 video monocanale, col., suono, 1’, still da video
Courtesy Archivio Chiara Fumai


Fondazione Pascali inaugura l’autunno 2024 con la mostra Chiara says Chiara rendendo omaggio all’artista Chiara Fumai (Roma 1978 - Bari 2017) negli spazi di Polignano a Mare. Artista italiana, di origini pugliesi, Fumai è tra le più riconosciute nel panorama nazionale e internazionale della sua generazione. 

L’esposizione approfondisce l’importanza del pensiero di Carla Lonzi, riecheggiato fin dal titolo, nella pratica dell’artista, presentando l’installazione Shut Up, Actually Talk (2012), concepita da Fumai in occasione della sua partecipazione a dOCUMENTA(13) a Kassel. 

L’opera è un’installazione sonora in cui la voce registrata dell’artista recita brani da Sputiamo su Hegel (1970) di Lonzi e altri scritti di Rivolta Femminile. Quasi per effetto delle parole pronunciate, uno scaffale contenente volumi di filosofia collassa al suolo, quasi sprofondandovi insieme a frammenti di mobili, specchi infranti, e alla riproduzione di un celebre ritratto di Hegel, mettendo in scena il collasso della cultura occidentale e patriarcale. Finora presentata all’interno della Moral Exhibition House, per la prima volta l’opera è qui messa in conversazione con This Last Line Cannot Be Translated, il grande murale, concepito da Fumai nel 2017 a New York durante la sua residenza presso l’ISCP, ed esposto postumo nel Padiglione Italia della 58. Biennale Arte di Venezia nel 2019. Qui, linee e parole tratte dall’invocazione della Messa del Caos formano il profilo frastagliato dell’interno di una grotta, che accoglie nel proprio perimetro un’antologia esoterica di simboli e sigilli, insieme alle istruzioni per l’uso di un rito di protezione contro ogni condizionamento sociale e spirituale. L’intera pratica di Chiara Fumai, che si è compiuta nel corso di dieci anni, può essere considerata un atto di rivolta contro le costrizioni, i pregiudizi e gli stereotipi annidati nel sistema di pensiero e di potere e nei meccanismi stessi del linguaggio.

Come in uno dei simboli dell’ampio murale in cui due lembi estremi dello stesso piano ortogonale tendono a piegarsi fino a flettersi per combaciare, l’esposizione ripercorre l’intero arco della attività artistica di Fumai attraverso alcune tappe cruciali, per la prima volta messe in serrato dialogo tra loro, e racchiuse all’interno di un percorso in cui l’esordio coincide con l’epilogo. L’incipit è infatti segnato da due opere video del 2007, che contribuirono alla prima personale presso lo spazio indipendente Careof a Milano, e che raramente sono state esposte in seguito. Entrambe sono parte integrante di un complesso progetto dedicato alla musica italiana degli anni Settanta, alla performance come lezione, alla cultura del Sud Italia e alla figura di Nico Fumai – cantautore immaginario ispirato principalmente alla figura paterna. Nico Fumai è il protagonista di una performance che si è evoluta nel tempo, presentata in più occasioni, alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia nel 2009, a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d’Alba nel 2010, al MAXXI a Roma nel 2011, prima di tornare, sotto una forma diversa, nell’ultima esposizione progettata da Fumai e svoltasi postuma nel novembre del 2017 da Guido Costa Projects a Torino, Nico Fumai Being Remixed

Il video The Night Is Still Young del 2007 esposto insieme a quest’ultima installazione crea un loop che collega l’inizio con la fine. Quest’ultima, vissuta dall’artista a Bari, sarà documentata anche da una moltitudine di lavori su carta inediti. Si tratta di collage, acquerelli, ricami e disegni realizzati con tecniche diverse, che fanno luce sui risvolti più intimi dell’ultimo periodo di Chiara Fumai, una produzione privata e veloce, recentemente indagata e organizzata dall’ Archivio Chiara Fumai. Con sede a Polignano a Mare, l’Archivio Chiara Fumai è un’associazione fondata nel 2022, diretta da Andrea Bellini e Milovan Farronato, curatori della mostra, presieduta da Micaela Paparella e con Roberto Spada come suo vicepresidente. L’organizzazione non-profit persegue lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare l’attività dell’artista, e di creare l’archivio digitale dell’opera attraverso un attento lavoro di certificazione e archiviazione.

L’accostamento in mostra tra lavori appartenenti a periodi diversi, di natura intima e altri di carattere ambientale, lascerà emergere la continuità insieme all’evoluzione dei temi esplorati dall’artista e dei soggetti ricorrenti in tutta la sua pratica multiforme: la centralità dei personaggi femminili, provocatori e rivoluzionari, la lotta contro la censura e le costrizioni sociali, il concetto di sorellanza, incarnato da una pratica aperta alla collaborazione e alla prossimità con quella di altri artisti, soprattutto donne. 

Quest’ultimo aspetto è ad esempio rappresentato in mostra dal ritratto The She-Ornithologist (2018) che Paulina Olowskale ha dedicato. Il dipinto rende Chiara Fumai, a sua volta, una musa appartenente a un’ampia e illustre galleria di ritratti di artiste. In aggiunta, vi è il video BUSTROFEDICO di Anna Franceschini in cui quest’ultima insegue This Last Line Cannot Be Translated nei percorsi tortuosi del contesto in cui il murale è stato esposto nel 2019. In conclusione, la mostra include anche l’omaggio di Chiara Fumai a Vera Morra con One Strangling Golden Hair (2011-13), un’opera che si presenta come un calco concettuale del lavoro della giovane artista dell’accademia di Brera, precocemente scomparsa, realizzata da Fumai in occasione dell’esposizione collettiva Arimortis (2013) al Museo del Novecento di Milano, seguendo una suggestione del co-curatore Roberto Cuoghi.

Grazie alla riscoperta di alcuni documenti e opere inedite, la mostra intende arricchire la figura di Chiara Fumai e la conoscenza del suo lavoro, rinsaldando inoltre il legame della sua esperienza internazionale con il suo territorio di origine.


In occasione di Chiara says Chiara, il video degli esordi The Moustache Woman (2007) sarà donato dall’Archivio Chiara Fumai alla Fondazione Pino Pascali, allo scopo di lasciare una traccia importante del lavoro dell’artista nel suo territorio di origine. Il lascito rientra in un programma di donazioni condotto dall’Archivio Chiara Fumai per confermare la presenza dell’opera dell’artista all’interno delle collezioni delle istituzioni – italiane e internazionali – che hanno sostenuto il suo lavoro, o che intendono promuoverne l’attività, sottolineando l’eredità e l’importanza del suo operato.

Il video introduce il soggetto della donna barbuta, successivamente incarnato da Annie Jones – celebre personaggio del circo Barnum di fine Ottocento – impersonata in più occasioni da Chiara Fumai nel lavoro The Prodigy of Nature (2010), per la prima volta esposto a Palazzo Mincuzzi a Bari all’interno della rassegna Gemine Muse, presentato da Antonella Marino. In una sala della Museo Pascali troveranno asilo e rifugio apparizioni e backstage di Fumai tra i quali, grazie al fotografo e filmmaker Nicola Cipriani, le riprese della prima “vestizione” di Fumai alias Annie Jones a Bari, e un’inedita lezione universitaria all’interno del corso di Design della Moda allo IUAV di Venezia nel 2013. Insieme a questi, altri documenti per comprendere e approfondire il pensiero di Chiara Fumai. 

Chiara says Chiara
Inaugurazione: 19 ottobre ore 18 - fino al 12 gennaio 2025
a cura di Milovan Farronato e Andrea Bellini

Fondazione Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
Polignano a Mare

www.fondazionepascali.it
press@fondazionepascali.it +39 3201122513


lunedì 16 settembre 2024

ImPersonal di Letizia Gatti

 



ImPersonal di Letizia Gatti 

La galleria SPAZIO START inaugura venerdì 20 settembre 2024 alle ore 19.00 la mostra personale della fotografa Letizia Gatti dal titolo Impersonal a cura di Patrizia Dinoi.

Nella costante ricerca di espressioni artistiche per comprendere il proprio mondo interiore, Letizia Gatti si avvicina alla pittura e alla scultura nel 2008.  Il suo desiderio incolmabile per la cultura dell’immagine l’ha portata a formarsi presso la Scuola di fotografia Camera Chiara di Francesco De Napoli. Diventa photoreporter de Il sito dell’Arte (portale di arte e cultura). Negando alla sua fotografia l’uso del colore, attraente, brillante distrattore nella lettura di un’immagine, Letizia Gatti sceglie il dualismo nero-bianco. Il codice espressivo, che l’apparente monocromatismo costruisce, nella sua complessità induce ad un’attenzione maggiore agli effetti della luce sulla composizione. Liberi dalla convenzione del colore ci lasciamo travolgere dall’intensità emotiva che ci regala il bianco-nero.  Lo sguardo coglie la profondità di campo; le sfumature di grigio evidenziano il soggetto e ci permettono di coglierne empaticamente lo stato emotivo. Il suo vissuto diventa il nostro vissuto. La luce disegna silhouette nere su fondi bianchi o viceversa, che sono sempre in relazione tra di loro e con noi come accadrebbe in splendidi, tridimensionali, gruppi scultorei. Patrizia Dinoi

Spazio START, via Cattedrale, 14 Giovinazzo (Ba)

ImPersonal di Letizia Gatti a cura di Patrizia Dinoi

Inaugurazione: venerdì 20 settembre 2024 ore 19.00

La mostra è visitabile fino al 13 ottobre 2024, dal mercoledì alla domenica con orario di apertura 19 – 21, oppure su appuntamento (tel. 389 191 1159)

Comunicazione a cura di Spazio Start

Progetto grafico di Claudia Dagostino

Per informazioni: T. +389 191 1159 – spaziostart.giovinazzo@gmail.com – https://www.facebook.com/spaziostart