martedì 31 gennaio 2023

Vincenzo Marsiglia | Physis and rendering, dalla realtà tangibile della physis alla realtà virtuale del rendering

Vincenzo Marsiglia, Physis and Rendering, 2023, veduta della mostra, Visionarea Art Space , Roma

Avamposto dell’arte contemporanea nel cuore di Roma, a pochi metri dalla Basilica di San Pietro, Visionarea ArtSpace inaugura il 2023 con , personale di Vincenzo Marsiglia, a cura di Davide Silvioli con la collaborazione di Davide Sarchioni, in mostra dal 1 febbraio al 25 marzo 2023.

Artista dalla profonda attitudine interdisciplinare - con presenze alla Biennale d'Architettura di Venezia, alla Fondazione Dino Zoli di Forlì, alla Casa del Mantegna di Mantova, al Museo di Pa- lazzo Collicola di Spoleto, al Museo del Presente di Rende - per l’occasione Vincenzo Marsi- glia propone un percorso tra NFT olografici e fotografie digitali, realtà aumentata e occhiali hololens per un incontro ravvicinato con le nuove frontiere dell’arte contemporanea, tra digitale e reale. I lavori in esposizione vanno, infatti, da esiti rispettivi delle serie "Fold", "Modus", "Star stone", “Prospect”, fino a NFT olografici e fotografie digitali eseguite con il dispositivo Hololens 2: visore di ultima generazione a realtà mista e aumentata, applicato per la prima volta nel campo di ricerca delle arti visive dallo stesso Marsiglia.

Physis and renderingmostra organizzata con il supporto della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele – raccorda quindi una cerchia di opere distintive degli indirizzi di ricerca intrapresi dall'artista durante il suo percorso pluriennale, al punto da restituirne una versione sintetica e paradigmatica.

«La mostra – scrive il curatore Davide Silvioli – approfondisce la complessità dell'operato dell'artista attraverso una chiave di lettura critica mirata a stabilire continuità tra risultati dovuti a processi differenti. Dalla realtà tangibile della physis alla realtà virtuale del rendering, l’identità del progetto replica la facoltà della ricerca di Marsiglia di saper abitare entrambi questi emisferi del reale, rilevandone punti di contatto. Termine costante di un lessico evidentemente declinato al plurale è la nota Unità Marsiglia (UM): un modulo grafico dalla forma di stella a quattro punte. Quest’ultima corrisponde all’ente fondamentale del suo universo estetico, unità indivisibile di tutto l’esperibile artistico. Quale generatore e narratore di contesti alternativi e complementari, il logo UM, circa gli ultimi sviluppi dell’attività di Marsiglia, in cui vi è un ricorso alla tecnologia sempre più significativo, transita dalle proprietà della materia fisica alle funzioni di media digitali come monitor lcd, ledwall, visori».

«La peculiarità di Vincenzo Marsiglia risiede nell’individuare sempre nuove soluzioni per lavorare sulla realtà aumentata e sviluppare in modi innovativi la possibilità di interagire con lo spazio reale attraverso la tecnologia. – commenta il Prof. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pila- stro – L’interesse dell’artista si focalizza in particolare sul dialogo fisico/digitale, che è il mezzo per mettere in relazione la dimensione visionaria di chi fa arte con il mondo concreto e tangibile che ci circonda. Grazie alla Fondazione che mi onoro di presiedere, ho già dato spazio nel 2021, a Palaz- zo Cipolla, a questa nuova frontiera del linguaggio artistico, ospitando la grande mostra antologica di Quayola, uno dei maggiori esponenti della media-art a livello internazionale: come Quayola, an- che Marsiglia ci aiuta a pensare e comprendere il tempo in cui viviamo, utilizzando il giusto lin- guaggio per esprimere una visione del mondo del XXI secolo. La mostra Physis and rendering si qualifica dunque come un vero e proprio viaggio esperienziale, laddove il potere delle tecnologie è anche questo: far vivere esperienze nuove e creare inedite visioni».

Vincenzo Marsiglia è nato a Belvedere Marittimo (CS), nel 1972. Ha studiato all'Istituto d'Arte di Imperia e all'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, diplomandosi in pittura. Inizia l'attività espositiva negli anni Novanta, con mostre personali e collettive in gallerie, musei e spazi pubblici, in Italia e all'estero. È docente presso l'Accademia di Belle Arti Aldo Galli - IED di Como e l’Acca- demia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia. La sua ricerca ha origine da un elemento visivo cor- rispondente a una stella a quattro punte, che è divenuta, nel tempo, una componente distin- tiva del suo lavoro; autentico "logo" dell'artista. L'aspetto compositivo delle sue opere sembra rispecchiare una pratica ossessiva, generando esiti sempre nuovi in cui questo simbolo si permea con stoffe, ceramica, pietra, vetro, carta, articolandosi secondo variazioni continue di ritmo e di for- ma. La sua estetica, per rigore ed equilibrio, è riconducibile alla tradizione dell'Astrazione geometrica, del Minimalismo, dell'arte Optical. Negli ultimi cicli di lavori, l'artista sperimenta l'uso di tecnologie per testare le proprietà del suo linguaggio in funzione di nuove soluzioni espres- sive. Lavori di questa tipologia manifestano una nuova considerazione della contemporaneità, le- gata agli strumenti di comunicazione che la caratterizzano. Il proposito è quello di conseguire una categoria di opera d'arte mutevole, in potere di completarsi con l'interazione con lo spettatore.




VINCENZO MARSIGLIA
PHYSIS AND RENDERING
a cura di Davide Silvioli
con la collaborazione di Davide Sarchioni

Dalla realtà tangibile della physis
alla realtà virtuale del rendering


NFT olografici e fotografie digitali, realtà aumentata e occhiale hololens incontrano le nuove frontiere del contemporaneo, nel cuore di Roma.

Dal 1 febbraio al 25 marzo 2023 
Opening: martedì 31 gennaio, ore 18:00
VISIONAREA Art Space - Auditorium della Conciliazione Indirizzo: Piazza Pia 1, Roma

Testi in catalogo: Davide Silvioli e Davide Sarchioni

Inaugurazione: martedì 31 gennaio dalle 18:00 alle 21:00
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Mail: info@visionarea.org Web: www.visionarea.org


Ufficio stampa HF4www.hf4.it Marta Volterra marta.volterra@hf4.it
Valentina Pettinelli press@hf4.it 347.449.91.74



lunedì 30 gennaio 2023

Krizia Galfo | We need to talk

Curva Pura è lieta di presentare la prima personale romana dell’artista Krizia Galfo, We need to talk, accompagnata dal testo critico di Eleonora Aloise, un binomio narrativo di sguardi e storie dove la pittura è realtà sopra la realtà, immersione temporale nell’immagine come mezzo e confine di relazione, spazio dialogico di tacite emozioni e acute imperturbabilità, campite nel rigore formale e coloristico. 
Cristallizzate e fermate nell’interrogativo di uno sguardo, incantate e vincolate all’istante, le accese e algenti cromie sono insoluti enigmi di icasticità nette, narrazioni sospese nella ricerca di uno svelamento che si nasconde nel silenzio: la mostra We need to talk vive nell’iperbole tonale dell’azzurro e del rosa, negli indecifrabili legami e nelle distanze irrisolte tra genitorialità e filiazione, in fragilità taglienti e freddezze struggenti, in morbidezze distaccate e nitide costellazioni di affinità. 
L’asciutta manifestazione di una trama bloccata tra i colori di una innocenza infantile, resa quasi un fuoco freddo e bizzarro in cui ricercare piccoli brani affettivi, trasporta il fruitore in una dettagliata e finissima struttura pittorica, dove la pennellata invisibile si fa assoluta presenza percettiva del soggetto, elemento emotivo impenetrabile, lasciato muto nel vortice di un pensiero sfuggente, ampliato nelle pause raggelate della rappresentazione. 
Nel taglio cinematografico che orienta la composizione visiva, l’epidermide cromatica, tra l’insalubrità livida e i dolci toni dello zucchero filato, attraversa il sentimento filiare, toccando ricuse e irrequietezze, vuoti anaffettivi e ripercussioni primarie di un rapporto genitoriale fagocitante.
Sopraggiunte dal fondo di una impronta generatrice dalla quale si originano primordi e prospettive, racconti e intrecci, percorsi e identità futuribili, gli olii su tela dell’artista interrogano l’essenza duale di ogni postulato, la dialettica dei rapporti all’interno e oltre il lessico familiare, i doppi effetti semantici che lasciano emergere la materia sensibile degli elementi visivi.
Le figure prendono il tempo, lo rallentano, riempiendo le domande di un prima e le attese di un poi della fissità e distanza da ogni accadere, di cui permane l’inquieta incomprensione, il frammento di secondo catturato dalla tensione melodica del trascorrere, l’immagine silente trattenuta sulla tela dal segreto di un intimo bisogno: We need to talk. 

BIO
La formazione artistica di Krizia Galfo (Ragusa, 1987) ha subito l'influenza di tre diverse città e percorsi: a Catania si laurea in lettere moderne; a Londra si avvicina alla pittura attraverso corsi brevi presso il Chelsea College of Arts e la Central Saint Martins; a Roma, invece, affina la tecnica frequentando lo studio dell'artista Claudio Valenti e workshop di pittori internazionali come Carmen Mansilla e Vincent Desiderio, arricchendo così il suo percorso da autodidatta. Il suo studio si trova a Roma all’interno dello spazio indipendente Ombrelloni Art Space. 
Negli ultimi anni ha partecipato a diverse mostre tra cui: 2022, Pittura Emergente Oggi – A New Generation, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, 21 Gallery, Villorba (TV); 2022, Salon in Sabina. An invitation/an introduction, a cura di Shaun McDowell, Demoni Danzanti, Torri in Sabina (RI); 2022, Visage, Nero Gallery, Roma; 2022, The Milky way - VERA, a cura di Damiana Leoni, Galleria Alessandra Bonomo, Roma; 2022, Unconventional still life, NP ArtLab, Padova; 2021, Materia Nova. Roma ultime generazioni a confronto, a cura di Massimo Mininni, Galleria d'Arte Moderna, Roma.



INFO 
We need to talk
Krizia Galfo
Con testo critico di Eleonora Aloise 
Inaugurazione 2 febbraio 2023 ore 18.30-21.30 
Fino al 9 marzo 2023
Orari: martedì e giovedì dalle ore 18:30 e su appuntamento - prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004
Curva Pura 
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com


giovedì 26 gennaio 2023

Strazza/CENTO

Guido Strazza, Segni di Roma – Colonne, 1980. Roma, Istituto Centrale per la Grafica

In occasione del centesimo compleanno di Guido Strazza (Santa Fiora – GR, 21 dicembre 1922), pittore e incisore italiano la cui opera ha percorso tutto il Novecento e parte di questo secolo, l’Istituto centrale per la grafica gli rende omaggio stampando una cartella di incisioni tratte da una selezione di matrici originali del Maestro presenti nelle collezioni dell’Istituto.

La cartella è stata presentata venerdì 16 dicembre 2022 alle ore 18.00 alla presenza dell’artista, in occasione dell’inaugurazione della mostra Strazza /CENTO, curata da Luisa De Marinis, Ilaria Fiumi Sermattei, Giorgio Marini e allestita nelle sale del Palazzo della Calcografia. Il progetto di stampa nasce da un’idea della Direttrice Maura Picciau con il duplice obiettivo di onorare la figura di Strazza e di valorizzare il corposo fondo da lui donato all’Istituto, nel 2003 e nel 2015, costituito da oltre 1.300 stampe e 15 matrici originali. Nelle tre sale espositive sono in mostra, oltre alle matrici e i fogli prodotti per la cartella, circa 60 incisioni realizzate da Strazza e donate tra il 1974 e il 2015, tra fogli e libri d’artista, in parte risalenti al periodo del suo insegnamento presso la Calcografia Nazionale. Una ricca varietà di tecniche, tra acquaforte, acquatinta, maniera nera, bulino puntasecca, spesso mescolate, si raccordano con i temi del gesto e del segno a lui cari, come Orizzonti olandesi, Trame quadrangolari, Segni di Roma, ad illustrare la produzione grafica dell’artista conservata nelle collezioni dell’Istituto. Rigore, indagine attenta e creazione sono l’anima della ricerca artistica di Strazza. Ritroviamo questi elementi non solo nelle incisioni, ma anche nella pittura, primo interesse dell’artista. Egli, infatti, si era avvicinato alla pittura in giovane età, entrando a far parte del circolo dei Futuristi italiani ed esponendo in varie mostre di aereopittura con l’amico Marinetti. La passione per la grafica nasce in lui nel 1964, anno in cui inizia il lungo rapporto con la Calcografia Nazionale, grazie alla quale sperimenta oltre alla calcografia, anche la litografia. Infatti, in quel periodo l’artista si stabilisce definitivamente a Roma, dopo aver compiuto numerosi viaggi sia in Italia che all’estero.

DATA INIZIO: 17/12/2022
DATA FINE: 26/02/2023
LUOGO: ROMA – Istituto Centrale Per La Grafica
INDIRIZZO: Via Della Stamperia,6
TEL: +39 06 699801

 ic-gr@pec.cultura.gov.it
https://www.grafica.beniculturali.it/tutti-gli-archivi/eventi/strazza-cento-18636.html

ORARI DI APERTURA Martedì > venerdì 10.00 – 17.00
Ultimo ingresso 60 minuti prima della chiusura

fonte articolo

lunedì 23 gennaio 2023

Amate Terre, il progetto site specific, fotografico e installativo di Anna Rosati

Anna Rosati Amate terre 

Giovedì 2 febbraio, alle ore 18.30, nell'ambito di ART CITY Bologna 2023 in occasione di ARTEFIERA, Anna Rosati & Samac presentano Amate Terre, il progetto site specific, fotografico e installativo di Anna Rosati, con montaggio video di Agnese Mattanò, a cura di Azzurra Immediato. 

Esiste un tempo passato che non può più tornare e che pure, tuttavia, ha la capacità di farsi forma altra mediante una sospensione, una quiete che reca con sé moti dell’animo cristallizzati in una immagine, sia essa ricordo, visione, sogno. Il tempo, dunque, ormai perduto, tenta di agguantare il presente servendosi della fotografia, precaria sosta che chiede, così, di ritrovare e rimandare quanto non più qui. È in una proiezione onirica che si inserisce Amate Terre, il progetto fotografico e installativo di Anna Rosati, con montaggio video di Agnese Mattanò, ideato per l’antica Chiesa di S. Maria e S. Valentino della Grada, a cura di Azzurra Immediatoin collaborazione con la Parrocchia Samac, portando ad emersione – video e fotografica– luoghi e istanti lontani da noi. "Il paesaggio in sé non esiste più, diventa solo un ricordo vissuto, privato, una geografia inconscia che mi rispecchia e sfugge da ogni parte, come un sogno in cui riconosco, infine, le amate terre di mio padre." Afferma l’artista. In tal modo, Ella traduce, mediante geografie inconsce, simbolismi attoriali, memorie familiari, stratificazioni architettoniche e paesaggi che sfiorano la superficie, giustapposizioni di reminiscenze, spazi, istantanee altrimenti sfuggenti, come fossero frammenti di sogni, ancorati, tuttavia, alla materia, che si fissa nella fotografia e riprende movimento nel video, offrendo, nella sua brevità, il ruolo di ricongiunzione tra cielo e terra, tra il qui e l’allora, prospettiva privilegiata, accadente laddove tutto ha capacità di ricomporsi, in una dimensione che è ben oltre il reale e il visibile. La Chiesa di S. Valentino si pone, dunque, in questo viaggio ai confini del tempo, quale privilegiata ‘casa’, ove amore e collettività, sacro ed esistenziale si legano in una tensione intimamente soggettiva e profonda, in cui scorgere, nella nostalgia del passato, segnali d’edificazione per nuovi ricordi. Accogliendo nuovamente dinamiche artistiche ed antropologiche, S. Valentino, la cui storia da secoli rinnova il dialogo tra anime, riconosce in Amate Terre di Anna Rosati il racconto di un innamoramento per un tempo che pur appartenendo al passato, torna in vortici immaginifici, svela trame di un ancestrale legame filiale e che, astrattamente, trova un parallelo nel paesaggio marchigiano delle origini, quelle terre amate che raccontano la volubilità della vita, la sua mappatura interiore, la scoperta di ininterrotti tragitti che tornano percorribili, per pochi istanti, trovando nuovo riparo. 

La mostra è, inoltre, parte della undicesima edizione di ART CITY BOLOGNA, il progetto di alleanza culturale nato dalla collaborazione tra Comune di Bologna e Bologna Fiere per affiancare con mostre, eventi e iniziative speciali l'annuale svolgimento di ARTEFIERA e proporre un'originale esplorazione di musei, gallerie e luoghi d'arte in città.

                                                                      Anna Rosati Amate terre 

Amate Terre, il progetto site specific fotografico e installativo di Anna Rosati, con montaggio video di Agnese Mattanò sarà aperto al pubblico sino al 5 febbraio, con i seguenti orari:

● Giovedì 2 febbraio, Opening, ore 18.30 - 22

● Venerdì 3 febbraio ore 16.30 - 20;

● Sabato 4 febbraio, ore 16.30 – 23.30 Art White Night;

● Domenica 5 febbraio, ore 10.30 – 13.00 | 16.30 – 20;

● E su app.to

Anna Rosati
info@rosatistudio.it
www.rosatistudio.it
Instagram: Anna Rosati Photographer– FB: Anna Rosati Photographer


Parrocchia SAMAC
Via S. Felice, 64
40122 Bologna, Tel. 051 554256 segreteria@parrocchiasamac.it- www.parrocchiasamac.it/
Instagram: parrocchiasamac- FB: ParrocchiaSamac




venerdì 20 gennaio 2023

Luca Caccioni. Se è vero che la notte porta consiglio


A dieci anni dalla mostra personale Dessins de chambre (et d’autres)(2013) e a tre dalla collettiva L’Ospite (2020), Luca Caccioni torna nelle sale espositive della OTTO Gallery con la personale Se è vero che la notte porta consiglio, presentando una quarantina di opere inedite che hanno come supporto l’alluminio. 

Sono racconti notturni quelli che il maestro bolognese affida alla purezza di una pittura distillata e sospesa, concentrata in opere di piccolo formato, evocative ed intime, eseguite in studio negli orari della notte più fonda o all’alba. 

I dipinti, che sembrano galleggiare all’interno delle sale espositive, riecheggiano di echi sottili che suggeriscono come l’intimità della pittura sia al centro di questa mostra.

L’idea concettuale del controllo e della cancellatura tornano come tecniche fondamentali della pratica di Caccioni, che, lavorando per sovrapposizioni, costruisce queste immagini evocative con tecniche di addizione o sottrazione del colore. A testimoniare la narrazione della pittura troviamo poi un ulteriore elemento segnico, ricorrente nella sua pratica: la scrittura. Frasi e parole autosignificanti dal carattere poetico emergono nelle opere come memorie da svelare, similmente alle forme primordiali e allusive create dalla pittura. 

La ricerca sul senso e sulle possibilità del segno – ora come immagine, ora come parola – che definisce l’opera dell’artista bolognese, lo porta volontariamente vicino anche all’idea di sublimazione:dal latino sublimis, sublimare viene inteso nel senso più puro del termine, come un qualcosa che innalza, che “orienta verso un punto di fuga nell’infinito, all’indeterminato’’, proprio come le opere presentate, sospese e dall’intento quasi magico. Così come la cancellazione, sublimare è un atto che implica una perdita, una relativa interiorizzazione ed elaborazione, ed infine la creazione di qualcosa di nuovo che si possa porre sia come soluzione, sia come nuovo punto di domanda. In ciò rivediamo l’utilizzo di Caccioni di mezzi antichi come la pittura ad olio e le velature, che vengono però completamente reinventati da tecniche come la cancellazione; oppure l’utilizzo di materiali insoliti come l’alluminio, superficie reattiva adoperata a partire dal 2019. Caccioni in tal senso si avvicina all’idea concettuale di sublimazione spogliandosi di canoni, tecniche, spazi e tempi convenzionali per lasciarsi guidare, in questo caso nella notte, verso nuovi linguaggi e codici atti a reinventare la pratica della pittura nella contemporaneità. 

Luca Caccioni (Bologna, 1962). Vive e lavora a Bologna, dove è titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti. La sua opera è presente nelle collezioni di importanti istituzioni pubbliche e private, tra cui la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la Galleria Civica di Modena, la Fondazione CARISBO di Bologna, la Fondazione Unicredit, la BNL, la Permanente di Milano, la Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte, il MAC di Lissone.


SCHEDA TECNICA
Mostra:
Luca Caccioni

Titolo:
Se è vero che la notte porta consiglio

Inaugurazione:
venerdì 3 febbraio 2023, dalle ore 18.00 alle ore 21.00

Durata:
3 febbraio – 15 aprile 2023

Sede:
OTTO Gallery Arte contemporanea, Via D’Azeglio 55, 40123 Bologna
tel. 051.6449845 - www.otto-gallery.it - info@otto-gallery.it

Orari di galleria:
martedì – sabato 10.30/13.00 e 16.00/20.00


Alla Luna ☾ SUBSTRATUM G A L L E R I A


SUBSTRATUM 
presenta
𝗚 𝗔 𝗟 𝗟 𝗘 𝗥 𝗜 𝗔
𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘵𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘴𝘪𝘨𝘯 𝘦 𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰𝘳𝘢𝘯𝘦𝘢

𝗶𝗻𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗮𝗯𝗮𝘁𝗼 𝟮𝟴 𝗴𝗲𝗻𝗻𝗮𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟯 𝗼𝗿𝗲𝟭𝟴.𝟬𝟬

Alla Luna 
omaggio alla luce riflessa 
𝗶𝗹 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗴𝗻 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮 𝗹𝗲 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮 𝗖𝗮𝗿𝗯𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶

Si ispira 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘓𝘶𝘯𝘢 il primo tema del format quadrimestrale che SUBSTRATUM, studio di architettura nel rione Monti di Roma, propone per presentare 𝗚 𝗔 𝗟 𝗟 𝗘 𝗥 𝗜 𝗔, spazio relazionale tra design, arte e pratiche contemporanee, sabato 28 gennaio 2023 alle ore 18.00. Un progetto che nasce dall’idea di ricreare un ambiente ‘interiore’ e familiare in cui il progetto di arredo interno si armonizzi con le opere di artisti contemporanei che, di volta in volta, interagiranno con lo spazio. Condurre i visitatori in un altrove dimenticato, un sotto che riemerga sopra, immersi in un’atmosfera raffinata e intima in cui ritrovarsi e ritrovare insieme, a ogni appuntamento, il senso di una cultura e umanità perduta attraverso pratiche artistiche che intervalleranno il periodo espositivo.

𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘭𝘢 𝘭𝘶𝘯𝘢?
𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘲𝘶𝘪 𝘷𝘦𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘦 𝘥𝘢𝘨𝘭𝘪 𝘶𝘰𝘮𝘪𝘯𝘪 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘛𝘦𝘳𝘳𝘢, 𝘣𝘦𝘯𝘪 𝘮𝘢𝘵𝘦𝘳𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘮𝘢 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘳𝘢𝘭𝘪.

Come Astolfo nell’Orlando Furioso vogliamo intraprendere il nostro viaggio verso il regno della Luna per recuperare il senno e…il senso delle cose che siamo e facciamo. In questo omaggio al corpo celeste che da sempre ha ispirato artisti, poeti e scrittori, c’è il filo della poesia che attraversa SUBSTRATUM G A L L E R I A: le opere di 𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮 𝗖𝗮𝗿𝗯𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶, artista romana specializzata in calcografia e tecniche di stampa tradizionale e sperimentale, disegnano un unicum spaziale che evoca e celebra il disco lunare. Dal cerchio 𝘜𝘯𝘪𝘷𝘦𝘳𝘴𝘪 ci si sposta con eleganza verso 𝘍𝘢𝘴𝘦 𝘓𝘶𝘯𝘢𝘳𝘦, per poi convergere centralmente accolti dalla luce della grande 𝘔𝘰𝘰𝘯 di Davide Groppi che dolcemente ci invita ad accomodarci sulle intriganti sedute di 𝘒𝘢𝘳𝘵𝘦𝘭𝘭; così predisposti raccogliamo le parole di Luna, piccoli 𝘴𝘦𝘨𝘯𝘪 𝘤𝘦𝘭𝘦𝘴𝘵𝘪 𝘪𝘯𝘤𝘪𝘴𝘪 𝘴𝘶 𝘤𝘢𝘳𝘵𝘢, la stessa che ritroviamo nella impalpabile installazione della Carbonelli che ci riporta alla sospensione. Siamo nello spazio e sulle 𝘕𝘶𝘷𝘰𝘭𝘦…ed è forse in questa dimensione visionaria e onirica che tutto può accadere, ma solo se davvero lo desideriamo.


𝗩𝗶𝗿𝗴𝗶𝗻𝗶𝗮 𝗖𝗮𝗿𝗯𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶 nasce nel 1980 a Roma dove vive e lavora nel suo studio in via di San Martino ai Monti. Nel 1999 si diploma al Liceo Artistico, avvicinandosi per la prima volta alle tecniche grafiche. Nel 2000 frequenta un corso di disegno e pittura alla Scuola di Arti Ornamentali S. Giacomo di Roma. Dal 2001 al 2003 segue vari corsi di calcografia presso Associazioni culturali e laboratori privati romani specializzandosi nell’arte della stampa e nell’incisione artistica. Nel 2004 ad Urbino frequenta un Corso di specializzazione in Tecniche Calcografiche presso il Centro Internazionale per la Grafica Artistica - Kaus. Nel 2005 si laurea in Lettere indirizzo Storia dell’Arte discutendo la tesi in Storia sociale dell’Arte. Nel 2007 si avvicina alla fotografia e nel 2008 al restauro e alla rilegatura di libri. Nello stesso anno apre a Roma la_lineaartecontemporanea, un’Associazione culturale dedicata alla stampa e all’incisione artistica in cui tiene corsi di incisione ed organizza workshop sulla stampa sperimentale e tradizionale. Nel 2011 si diploma all’Istituto di Stato per la Cinematografia e Tv “Roberto Rossellini”, l’anno successivo segue un seminario teorico e pratico sul segno inciso, all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Dal 2016 al 2019 ha collaborato con HD Edizioni piccola private press che produce Libri d’artista a Roma. Dal 2018 al 2020 ha insegnato alla Asl di Roma 2 a Cinecittà nel Centro Diurno reparto igiene mentale, tecniche di incisione e stampa.


𝗦𝘂𝗯𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝘂𝗺 è uno studio di architettura con sede a Roma dal 2017, costituito da Giorgia Castellani e Giovanni Tamburro. Il principale oggetto di interesse dello studio è la materia storica, antica o più recente, che si traduce in lavori di restauro di beni storico-artistici, ristrutturazioni di edifici residenziali, disegno di arredi e allestimenti. Si relazionano con l’esistente urbano anche attraverso la progettazione di nuovi edifici. In un senso arcaico Substratum è ciò che sta sotto, talora nascosto, ma pur sempre ciò che tiene, materia fatta di relazioni solide, connessioni costanti, collegamenti persistenti. Esige uno sguardo acuto, dinamico, capace di leggere dal basso verso l’alto e ritorno, di lato e di traverso, fuori e dentro. Un’indagine attenta non solo alle luci ma soprattutto alle ombre, perché sono queste a dare spessore e sostanza, capace di rintracciare segni e disegni, di ricostruire tessuti e trame, di connettere idee ad altre idee, colori a forme, gesti a corpi, sensi a sogni, suoni a forme, forme a idee, e da capo. La filosofia di SUBSTRATUM può essere sintetizzata nelle loro parole: 𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘭 𝘣𝘢𝘴𝘴𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘭’𝘢𝘭𝘵𝘰, 𝘳𝘪𝘤𝘶𝘤𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘭 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘴𝘰𝘱𝘳𝘢.


SUBSTRATUM
𝗚 𝗔 𝗟 𝗟 𝗘 𝗥 𝗜 𝗔
Alla Luna | Omaggio alla luce riflessa
il design incontra le opere di Virginia Carbonelli

Inaugurazione sabato 28 gennaio 2023 ore 18.00

Visite su appuntamento lun-ven 10-19
Tel. 3384038423
dal 28 gennaio al 29 aprile 2023

SUBSTRATUM
Via in Selci, 84b
00184 – Roma
T. 064823658
www.substratum.it
g.tamburro@substratum.it - g.castellani@substratum.it

Communication Manager
Amalia Di Lanno
www.amaliadilanno.com - info@amaliadilanno.com


Si ringrazia Mobilia Scatena s.n.c. di Battaglini Gabriele & c. Via Montello, 17 – 06024 Gubbio (PG)


mercoledì 18 gennaio 2023

BUT IT DID HAPPEN

Giorgia Accorsi When in doubt Land Long, 2017, ph Nicolò Cappuccilli, courtesy l'artista 


But it did happen, primo progetto espositivo di Giulia Gaibisso nell’ambito della programmazione di Spazio In Situ, è un tenta vo di ricognizione intorno ai temi della fallibilità e dell’imprevedibilità.

Il titolo della mostra, tratto da un fotogramma contenuto nel film Magnolia di Paul Thomas Anderson, allude alla necessità di far fronte, o quantomeno rispondere, alla surreale tragicità e irragionevolezza connaturate all’esperienza umana. 

La frase, contenuta nel film e verosimilmente pensata come elusiva risoluzione della sua trama, sembra contenere un certo grado di sarcasmo, come se davanti  alla disfatta fosse più saggio arrendersi, assecondando ironicamente il fallimento; allo stesso tempo pare assumere il carattere di una replica volta a dimostrare la veridicità di una storia tanto straordinaria e inverosimile da risultare incredibile. Le opere selezionate per la mostra si configurano così come vere e proprie attestazioni di insuccessi, violenze e frustrazioni, o in altri casi come prove di eventi  surreali, a loro modo dotati  di una certa tragicità. 

Nella mostra il disincanto, l’infrangersi dell’utopia, prende forma in maniera tragicomica e seducente: l’irreparabile e l’imprevedibile divengono a un tratto desiderabili, come se assecondassero l’umana fascinazione per l’entropia. La pulsione negativa si trasforma in generativa e alla distruzione si sostuisce la creazione.

BUT IT DID HAPPEN
A cura di Giulia Gaibisso 

Artisti: 
Giorgia Accorsi, Giovanni De Cataldo, Benedetta Fioravan , Vaste Programme, Davide Sgambaro, Federico Tosi, Italo Zuffi

inaugurazione il 27 gennaio 2023 dalle 19:00 
dal 27 gennaio al 28 febbraio 2023 visitabile tutti giorni su appuntamento 

Via San Biagio Platani 7
00133 - Roma 

PAOLO SCHEGGI | MAKING SPACES

Paolo Scheggi, Interfiore, 1968, pittura gialla fluorescente su anelli di legno e luce di Wood, 400x400x400 cm ca. Collezione Franca e Cosima Scheggi

Making Spaces è il titolo dell’esposizione organizzata da Cardi Gallery a Milano in collaborazione con l’Associazione Paolo Scheggi a cura di Ilaria Bignotti, che dal 26 gennaio al 15 aprile 2023 presenterà al pubblico una selezione di oltre 25 opere di Paolo Scheggi.

La mostra ripercorre la ricerca dell’artista dai primi anni Sessanta all’inizio degli anni Settanta.

Per l’occasione verrà ricostruito, nella sua versione originaria, lo storico ambiente immersivo Interfiore, presentato per la prima volta alla Galleria La Tartaruga nel 1968.

A distanza di 60 anni dall’ingresso in collezione di due Intersuperfici di Paolo Scheggi nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, allora diretta da Palma Bucarelli, e dalla partecipazione dell’artista alla collettiva Monocroma a Bologna e Firenze, questa mostra intende analizzare la sua ricerca artistica dai primi anni Sessanta agli inizi degli anni Settanta, celebrando il 1963 quale data fondamentale per l’affermazione e la contestualizzazione di Paolo Scheggi a livello internazionale.

Questa mostra intende analizzare la sua ricerca artistica dai primi anni Sessanta agli inizi degli anni Settanta, celebrando il 1963 quale data fondamentale per l’affermazione e la contestualizzazione di Paolo Scheggi a livello internazionale, anno dell’ingresso in collezione di due Intersuperfici nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, allora diretta da Palma Bucarelli, e dalla partecipazione alla collettiva Monocroma a Bologna e Firenze.

Il percorso espositivo, curato da Ilaria Bignotti, si snoderà secondo due direttive che intendono, da un lato, indagare la progettazione integrata all’architettura che l’artista conduce elaborando i moduli spaziali alla base delle sue opere più note, dall’altro, offrire ai visitatori una panoramica ampia sull’approccio di Scheggi ai concetti di interazione, interspazio e di multimedialità anche attraverso inedita documentazione d’archivio.

La mostra è pensata come un dialogo tra Intersuperfici, Inter-ena-cubi, ambienti e progetti di integrazione plastica all’architettura, lettere e schizzi progettuali, disegni e maquette di ambienti che costituiscono il corollario teorico e programmatico dei suoi lavori.
Per l’occasione, verrà anche ricostruito il grande ambiente immersivo Interfiore (1968), realizzato con 85 anelli fluorescenti in legno e luce di Wood sospesi nel buio, per una decisa “invasione” dello spazio architettonico tanto cara all’artista. 

L’esposizione racconta anche il ruolo che ebbero celebri critici, progettisti e produttori con i quali Scheggi strinse collaborazioni, come Germano Celant, Angelo Fronzoni, Alessandro Mendini, Gian Mario Oliveri, Giancarlo Sangregorio, e con i quali nel 1965 l’artista firmò il volume dattiloscritto Ipotesi di lavoro per la progettazione totale presentato al Collegio Regionale Lombardo degli Architetti a Milano, fino alla collaborazione con la Fabbrica Poggi che vide la produzione di oggetti plastico-visuali anche legati all’arredo, e al suo ruolo di consulente visuale per i grandi concorsi di progettazione urbanistica tra il 1966 e il 1969.

Paolo Scheggi, Inter-ena-cubo, 1968, moduli di cartone verde fustellato e plexiglas, 102x102x11 cm.
Collezione Franca e Cosima Scheggi

Inoltre l’Associazione Archivio Paolo Scheggi, nel perseguire uno degli obiettivi della sua mission, ovvero di promuovere lo studio e l’approfondimento dell’opera e della vita di Paolo Scheggi, ha invitato ricercatori e studiosi internazionali che hanno conseguito un titolo accademico di secondo livello in discipline storico-artistiche (laurea vecchio ordinamento, laurea specialistica o magistrale o analogo titolo accademico conseguito all’estero e dichiarato equivalente ai suddetti titoli) a candidarsi al PREMIO “IN MEMORIA DI CRISTINA CASTIGLIONI ROVERSI”-SECONDA EDIZIONE 2022. 
L’Associazione Archivio Paolo Scheggi ha indetto tale Premio grazie alla generosità del gruppo di amici “IN MEMORIA DI CRISTINA CASTIGLIONI ROVERSI” che, per omaggiare la scomparsa della Signora, conoscendone l’amore per l’arte e la volontà di aiutare le giovani generazioni, hanno voluto destinare l’importo di Euro 700,00 quale importo totale da destinarsi ai due migliori saggi firmati da studiosi che vogliano cimentarsi nell’analisi e scrittura sul seguente tema: 
Paolo Scheggi e la scena artistica milanese dei primi anni Sessanta. 
Il premio sarà così suddiviso:
- Premio di Euro 500,00 per il saggio primo classificato;
- Premio di Euro 200,00 Per il saggio secondo classificato.

C’è tempo fino al 31 dicembre 2022 per partecipare alle selezioni

PAOLO SCHEGGI | MAKING SPACES
A cura di Ilaria Bignotti

Cardi Gallery (Corso di Porta Nuova 38, Milano)
26 gennaio-15 aprile 2023

giovedì 12 gennaio 2023

Greta Schödl | Il segno traccia del nostro vissuto

Greta Schödl, Grigio La Spezia, 2022, inchiostro e foglia d'oro su marmo grigio Portoro, 10.3 x 10.8 x 5 cm


Sabato 28 gennaio 2023, LABS Contemporary Art è lieta di presentare Il segno traccia del nostro vissuto, personale di Greta Schödl, a cura di Silvia Evangelisti. La mostra, organizzata nell'ambito di ART CITY Bologna 2023 in occasione di ARTEFIERA, presenta una selezione di opere inedite.

Nata a Hollabrunn, in Austria, nel 1929, Greta Schödl si trasferisce a Bologna alla fine degli anni Cinquanta. Attiva dagli anni Sessanta, nel 1978 partecipa alla 38ma Biennale di Venezia e nel 1981 alla Biennale di São Paulo in Brasile. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni nazionali e internazionali oltre che in diversi musei, tra cui la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il MART di Rovereto, il MAGA di Varese, e il National Museum of Women in the Arts di Washington (USA). 

Il lavoro di Greta Schödl incorpora lettere e simboli, ripetuti ritmicamente fino a renderli astratti. Forme geometriche e segni decisi si intrecciano con le parole, illuminate con foglia d’oro e fuse su diverse superfici: pagine di libri botanici, mappe, carte, foglie, pezzi di marmo, lenzuoli, che portano memoria di esistenza passata. Attraverso la combinazione di rappresentazione linguistica e visiva, Schödl cancella il significato originale delle parole e degli oggetti che usa impregnandoli di un nuovo significato. Il suo lavoro sfida i costrutti sociali del linguaggio e suggerisce forme alternative di espressione e interpretazione.

“La mia ricerca è sul segno” ha detto Greta in una recente intervista. “Il segno come momento di verifica esistenziale, pensiero che diviene traccia, e la mano dell'artista, come un sismografo, trasmette sulla carta le sensazioni interne, le emozioni, i ricordi, la storia nascosta sotto la superficie del mondo: elementi che, da intermediari tra l'idea e il segno, diventano filtro all'immagine ed il percorso mentale si trasforma in tracciato manuale, luogo della riflessione, del pensiero liberato dalla mente che dilata lo spazio ed il tempo annullando i confini del campo definito (fisico) della superficie”.

La dimensione spaziale, luogo dell'accadimento creativo, allora, si dilata e si moltiplica, come in una partitura musicale, in segrete e calibratissime relazioni formali che svuotano la parola dal suo significato semantico per renderla flusso continuo di segni, per così dire, preverbali e comuni a tutti e a tutte le culture, risalendo all'origine alfabetica del linguaggio in quanto strumento primo di percezione e di comunicazione elaborato dagli uomini.

Labs Contemporary Art
Via Santo Stefano 38, Bologna

Orari
Martedì-sabato: 10-13 e 15-19 o su appuntamento

Informazioni
Tel. +39 051 3512448 | Mob. +39 348 9325473
info@labsgallery.it
www.labsgallery.it
#labscontemporaryart

Ufficio stampa
Irene Guzman
Tel. 349 1250956
irenegzm@gmail.com

mercoledì 11 gennaio 2023

Monica Biancardi | THE CATALOGUE OF HUTS


Sabato 21 gennaio, dalle ore 16.00, la Shazar Gallery presenta THE CATALOGUE OF HUTS di Monica Biancardi, la seconda personale dell’artista napoletana, di base a Roma, nella galleria di via Pasquale Scura.

Il nuovo progetto, realizzato in esclusiva, è una narrazione grafica, scandita da cartine geografiche, da dati statistici, da incisioni e graffi che delineano il racconto di un dolore nascosto da superfici trasparenti. Solo la luce e le ombre rivelano la realtà della capanna, non più rifugio ma prigione, non più luogo ma oggetto simbolo, spazio dell’incubo reso dalla Biancardi con poesia leggera, con un linguaggio fanciullesco che apre a riflessioni sulle condizioni femminili. 

La denuncia dell’artista parte dal periodo del lockdown visualizzato in una mappa cartacea in cui le aree evidenziate e le date che ne indicano la chiusura, riportano all’aumento di rischio per le donne. Il lavoro, nato come mappatura mondiale in cui i paesi assumono l’aspetto di capanne e mostrano al loro interno numeri percentuali (che, preceduti da un segno + designano la crescita, rispetto all’anno precedente, delle denunce per abusi o maltrattamenti sulle donne)produce una mappatura falsata: troppi paesi – democratici e non – dichiarano percentuali del tutto ingannevoli. Ne risulta il carattere del tutto fasullo, e ipocrita, del dato statistico, che qui come in altri casi va a braccetto con l’ideologia, mascherato da prodotto scientifico.

L’opera è accompagnata da una serie di disegni di capanne incisi su carta, a testimonianza di un catalogo mondiale, e da disegni di alcuni prodotti d’uso quotidiano incisi su plexiglass, rappresentati come armi a doppio taglio che attentano la sfera femminile.

THE CATALOGUE OF HUTS rimarrà aperta fino al 18 marzo 2023 dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30 e su appuntamento.

Monica Biancardi, Napoli 1972, si laurea in scenografia con una tesi sperimentale sulla fotografia di teatro. Inizia a lavorare per importanti registi (svolgendo parallelamente l’attività di docente) realizzando al tempo stesso personali ricerche. La prima Credere, vent’anni di sguardi bianco/nero al sud Italia, viene in parte acquistata assieme ad altri diversi lavori, dalla Bibliothèque Nationale de France, e nel 2014 invitata nel programma ufficiale del Mois de la Photo di Parigi. Prima mostra pubblica è Ritratti, inaugurata a Napoli nel 2003 per poi proseguire in giro per l’Europa vincendo vari premi, tanto che Achille Bonito Oliva la invita a progettare un’intera cella all’interno della Certosa di Padula, durante la rassegna “Le Opere e i giorni”. Nel 2018, in occasione della mostra Ritratti presso il Museo di Roma in Trastevere, esce il volume manodopera per la casa editrice Contrasto. “Dolore”, parte del progetto artistico Aldilà, è acquisito dalla nuova Metropolitana di Napoli e installato nella fermata Lala. Nel 2006 espone a Castel Sant’Elmo di Napoli Mutamenti, dedica al padre (cat. Electa). Sensibile al tema dell’integrazione culturale, per l’Al Quds University di Gerusalemme, Monica espone il lavoro svolto per anni in Palestina (cat. Al Quds University) e poi in forma multimediale al MAV di Ercolano Tra le immagini. Nel 2009 realizza su invito della Soprintendenza di Napoli una grande mostra dal titolo Orientamenti al Museo di Capodimonte di Napoli (cat. Shin Art). Nell’ottobre 2012 il MART la invita ad esporre il progetto Habitus. Nel 2015 vince il Premio DolomitiArteContemporanee. Nel 2017 pubblica per la casa editrice Damiani RiMembra, progetto durato più di sette anni a cui collabora il poeta Gabriele Frasca. Il lavoro viene esposto al Museo Nitsch di Napoli, all’I.I.C. a Parigi durante Paris-Photo, al Museo di Santa Maria della Scala a Siena ed è scelto per rappresentare La Biennale de la Photographie Italienne al festival de Aubagne nel 2018.
A marzo 2019 inaugura il progetto Punti di Vista presso Shazar Gallery di Napoli. Uno dei polittici viene acquisito dal MADRE di Napoli. Le sue opere sono presenti in molte collezioni private di arte contemporanea.


Press officer: Graziella Melania Geraci 3475999666 press@shazargallery.com

Shazar Gallery
Via Pasquale Scura 8
80134 Napoli Tel. 081 1812 6773 www.shazargallery.com – info@shazargallery.com
Instagram: shazargallery – FB: shazargallery

martedì 10 gennaio 2023

PRIVATE DANCE 8 artisti invadono la piattaforma più chiacchierata di sempre ,ONLYFANS!





OMAR presenta l'online viewing room "Private Dance" a cura di Francesca Rossi Minelli (1998, Brescia). Per la sua terza operazione estetica il programma OMAR (fondato nel 2021 a seguito della residenza RAMO) sbarca con il suo profilo su Onlyfans e allestisce una collettiva virtuale visitabile dal 22/12/2022 al 23/02/2023. Oltre ai fondatorз del programma Giorgia Mascitti (1995, San Benedetto del Tronto), Flavia Carolina d'Alessandro (1977, Caracas), Tamara Marino (1983, Ragusa), Devin Kovach (1987, Arizona), Sebastian Contreras (1972, Buenos Aires) e Matteo Costanzo (1985, Roma) per la prima volta sono state invitatз a partecipare lз artistз Giulia Tarditi (1997,Torino) e Claudia Petraroli (1987, Teramo). 
PRIVATE DANCE
8 artisti invadono la piattaforma più chiacchierata di sempre, ONLYFANS!

Ai social il nudo non piace. Soprattutto quello erotico e, ancora meno, quello femminile. Ma su OnlyFans tutto è ammesso e la censura sembra aver perso il suo predominio digitale. Private Dance è una libera espressione artistica di azioni che prendono vita sulla piattaforma più controversa di sempre. Un non-luogo cresciuto esponenzialmente durante il periodo del Covid e che ha saputo soddisfare il piacere più intimo e nascosto delle persone. Porno, pop e kitsch hanno tutte un nuovo spazio dove poter esprimere la loro vera natura, trasformando il piacere umano in un’erotismo per l’homo digital.
 
Ogni azione presente in Private Dance rappresenta un movimento personale, una performance coreutica dove ogni gesto, rappresentato dal lavoro dei singoli artisti, entra a far parte di una composizione a più sfaccettature.
OMAR su OnlyFans si trasforma in una stanza privata, segreta ed intima dove la danza, intesa come disciplina del movimento, prende vita.
Le tematiche indagate e le azioni svolte irromperanno nella piattaforma che diventerà lo spazio espositivo di contenuti non censurabili, dove la libertà di espressione è libera autonomia dell’erotico. OnlyFans non è solo il contenitore ma è stato anche l’oggetto di ricerca che ogni artista ha sviluppato secondo la sua personale linea di indagine ed interesse.
Censura, erotismo, immagini pubbliche, strutture, codici, dati analitici, ironia e sessualità vengono così indagati attraverso lo sguardo di 8 artisti che, uniti dallo stesso luogo, si sono impossessati della piattaforma e ne hanno prodotto un lavoro personale, condiviso e sensuale.
 
La scelta di Omar di operare su OnlyFans è provocatoriamente conseguenza di un recente crollo del boom pandemico delle mostre online. Virtual exhibition e gallerie virtuali erano diventati puri ambienti di comunicazione, luoghi lontanissimi da quelli fisico - architettonici dove gli spazi erano banalmente definiti da video e da contenuti multimediali. Un’arte aleatoria che prediligeva un’estetica influenzata dai trend  del momento e dall’instagrammabile” che ha piegato le ricerche artistiche ai meccanismi del mercato estetico social.
 
Inoltre, durante la pandemia, il consumo di prodotti virtuali sessualmente espliciti ed erotici è aumentato sensibilmente; ma quello che è aumentato è l’utilizzo della piattaforma OnlyFans da parte dei creators.
“creando un account OnlyFans, puoi, nel giro di pochi minuti e con un investimento iniziale praticamente nullo, monetizzare la tua creatività”.
Questo il messaggio pubblicitario che la piattaforma aveva utilizzato per sponsorizzarsi e per invogliare i nuovi utenti ad iscriversi.
 
Omar, con questa azione, non vuole monetizzare ma sfruttare l’originaria identità di OnlyFans quale piattaforma per creativi e proporre un’azione artistica.


testo di Francesca Rossi Minelli.

Come accedere alla online viewing room:
Per poter visualizzare “Private Dance” è necessario registrarsi o possedere un profilo su Onlyfans. L’iscrizione a OnlyFans non richiede alcun costo, ciò che devi fare è accedere alla pagina ufficiale della piattaforma e fare clic sulla voce “Iscriviti a OnlyFans” che si trova sotto il modulo per accedere al social. Ti verrà chiesto di inserire la tua email, una password e un nome utente. Quindi, fai clic sul pulsante “Registrati” e apri la tua posta elettronica per fare clic sull’email di conferma che ti arriverà sull’indirizzo che hai indicato al momento dell’iscrizione. Per sottoscrivere l’abbonamento GRATUITO al profilo di OMAR e avere accesso alla mostra, OnlyFans ti chiederà di registrare una carta di pagamento sulla quale effettuerà un addebito UNA TANTUM di $0,10 solo per verifica. Se completerete tutti i passaggi nel modo corretto avrete accesso gratuito e illimitato al profilo e alla mostra “Private Dance”.

 
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