lunedì 31 luglio 2017

Opposte Similitudini. Valdi Spagnulo e Attilio Tono



a cura di Matteo Galbiati e Kevin McManus

con il patrocinio del Comune di Parodi Ligure
in collaborazione con la galleria Castel Negrino Arte di Aicurzio (MB), Pro Loco Parodi Ligure
promossa da Movimento di Resilienza Italiana
nell’ambito di Attraverso Festival Alessandria-Asti-Cuneo

22 luglio – 17 settembre 2017

Ex Abbazia di San Remigio Parodi Ligure (AL)

Inaugurazione sabato 22 luglio ore 17.30 Ingresso libero

La sempre suggestiva cornice dell’Ex Abbazia di San Remigio a Parodi Ligure torna ad ospitare una mostra di arte contemporanea che, legandosi alla bellezza dei suoi spazi, crea uno stimolante dialogo di reciprocità tra i segni lasciati dal tempo e dall’arte del passato in questo antico luogo di culto e la catalizzante presenza delle opere di artisti del presente.

In questa occasione sono Valdi Spagnulo e Attilio Tono a confrontarsi in uno scambio intenso e forte che guida lo sguardo attraverso la plasticità imponente e timbrica delle loro sculture. Il titolo della bipersonale, Opposte Similitudini, vuole proprio indicare come nelle loro ricerche ci siano tanti apparentamenti, vicinanze e consonanze, quanto scelte opposte, divergenti e lontane. L’alternanza di opere negli ambienti di San Remigio genera un confronto di esperienze da cui, spesso, l’arte di oggi sembra fuggire. Gli artisti hanno condiviso scelte e proposte curatoriali lasciando attivare la forza della loro scultura in un luogo che ne potenzia il senso, l’impatto e il valore poetico e lirico.

Da una parte Spagnulo disegna con esili – ma forti – strisce metalliche e tondini che si torcono, destrutturano – o germinano – elevandosi o comprimendosi davanti allo sguardo. Le sue energie sono in continuo divenire e s’innervano nel potenziale fisico della materia di cui si costituiscono, ma anche si rendono effimeri sconfinando in evanescenti e luminosi inserti in plexiglass trasparente. Dalle piccole alle grandi sculture l’artista controlla e doma l’immaginazione incalzante dell’intuizione, portandola a farsi grafismo concreto nello spazio, dove segno, materia, architettura, pittura, scultura e disegno paiono fondersi nel gradiente primigenio che le accomuna e accoglie tutte assieme.

Tono conquista con l’accento minimale, ragionato, dei suoi lavori che ostentano una sicura perfezione formale. Il gesso, i marmi sono inattaccabili nella loro geometria definita e certa, eppure, grazie ad un uso peculiare della materia e delle sue potenzialità, l’artista riesce a combinare – e controllare fin che gli è consentito – il caso. Cera, in alcune combinazioni, pigmentazione ottenuta con il vino, in altre, lasciano assumere alla scultura un guizzo vitale che affascina e incuriosisce. I segni ragionati scoprono un nuovo valore ora con l’interferenza intonata di questa matericità alterata e alterabile che intacca l’immacolato candore della scultura.


In entrambi, poi, il condiviso valore “architettonico” delle loro sculture, unito alla loro adattabilità metamorfica, segno di senso e valore ulteriore per la loro ricerca individuale, ben si salda alla potenza combinatoria del luogo che le accoglie, persuadendo il visitatore a cogliere presenze non aliene, ma già parte, forse da sempre, della storia caratteristica di questo luogo.

La mostra, che prosegue durante Attraverso Festival, sarà aperta dal 22 luglio al 6 agosto e dal 2 al 17 settembre nei giorni di sabato e domenica, ore 17-20. Nei giorni di agosto visitabile su prenotazione chiamando il Comune di Parodi Ligure: +39 0143 681105.

BIOGRAFIE ARTISTI
Valdi Spagnulo è nato a Ceglie Messapica (BR) nel 1961. Introdotto nell’ambiente artistico e culturale sin da giovanissimo dal padre Osvaldo, artista già noto e affermato, si laurea nel 1984 in Architettura presso il Politecnico di Milano, città dove si era trasferito con la famiglia nel 1973. Espone in importanti mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, dagli inizi degli Anni ’80. Ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui, nel 2001, si segnala il I Premio Pittura dell’Accademia Nazionale di S.Luca di Roma. Vive e lavora a Milano.

Attilio Tono è nato a Mariano Comense (CO) nel 1976. Si diploma in Scultura all’Accademia di Brera di Milano nel 1998; dal 2004 è docente di Tecnologie dei Materiali presso al NABA di Milano e dal 2006 di Tecniche della Scultura all’Accademia Aldo Galli- IED di Como.

Le sue opere sono state presentate in mostre personali e collettive in diverse sedi nel mondo tra cui Seoul (Behive Gallery), Berlino (L’Espace de l’Especè), Locarno (Kunsthalle Ephemera), Belgrado (Museum of Contemporary Art), New York (Chelsea Art Museum). Vive e lavora tra Milano e Berlino.

Info:
www.comune.parodiligure.al.it 
www.castelnegrinoarte.com 
www.valdispagnulo.it 
www.attiliotono.com 
www.resilienzaitaliana.org 
www.attraversofestival.it


Paola Di Bello. Marge e altri paesaggi


PAOLA DI BELLO
Marge e altri paesaggi
a cura di Luca Panaro

Opening: VENERDì 28 LUGLIO 2017, ore 17.30
Museo Giovanni Fattori Ex Granai di Villa Mimbelli
Via S.Jacopo in Acquaviva 65/71, Livorno

La mostra, realizzata dal Comune di Livorno in collaborazione dell’Associazione culturale Blob ART e la Fondazione Livorno, celebra la ricerca artistica di Paola Di Bello, vincitrice del Combat Prize 2016 premio speciale “Fattori Contemporaneo” con l’opera intitolata Marge de la Photographie.

La ricerca artistica di Paola Di Bello ben rappresenta le traiettorie che la fotografia europea ha intrapreso negli ultimi trent’anni, indirizzando i propri interessi nei confronti di modalità operative variegate, frutto dell’ibridazione tra la vocazione concettuale ereditata dalle generazioni precedenti e l’indagine sociale che vede l’uomo e il paesaggio al centro dei propri interessi.

Negli anni Novanta si fa strada negli interessi di Paola Di Bello l’indagine dell’uomo contemporaneo come produttore di segni capaci di delineare i propri caratteri dominanti. Lo specifico punto di vista della fotografia e delle immagini video, quindi la differenza percettiva tra questi due linguaggi, è al centro di Video-Stadio (1997), Espèce d’Espace (2001), Il grande Piccolo (2004) e Le dodici fatiche di Marwa (2005), quattro opere video presenti in mostra che indagano l’ambiguità del reale. Con questi lavori Di Bello introduce nella sua produzione l’utilizzo dell’immagine in movimento, che si rivelerà necessaria a mostrare la magia contenuta nei soggetti apparentemente più banali.

Un’ampia serie fotografica allestita al Museo fattori è Concrete Island (1996- 2001), mobili e complementi d’arredo abbandonati ai bordi delle strade, fotografati dall’autrice in modo tale da riassumere la posizione d’origine, capovolgendo piuttosto il paesaggio realizzata dal Comune di Livorno in collaborazione dell’Associazione culturale Blob ART e la Fondazione Livorno. Un’azione destabilizzante che Di Bello adotta anche in altre opere. L’artista utilizza la fotografia per vedere la realtà in modo differente rispetto a quanto i nostri occhi sono in grado di fare senza l’ausilio della macchina.

L’indagine sul paesaggio, tema caro alla fotografia italiana, non tarda ad arrivare nell’opera di Paola Di Bello. In Fuoricampo (1997) è l’osservazione dei luoghi a farla da padrone, sempre guardati dall’autrice mediante una sorta di automatismo che si autoimpone. Anziché sentirsi libera di fotografare la porzione di spazio a lei più congeniale, Di Bello sceglie di guardare il paesaggio periferico della sua città natale, Napoli, tramite l’inquadratura offertagli dalle porte dei campetti da calcio più o meno improvvisati che si trovano nell’hinterland della città.

È invece degli anni Duemila l’opera vincitrice del Combat Prize 2016, dove un’attenta indagine dei luoghi va a braccetto a interessanti conclusioni linguistiche rispetto alla fotografia e al suo particolare regime percettivo. Nella serie fotografica Marge de la Photographie (2002-2016), il paesaggio continua a funzionare come tale, anche quando viene utilizzato soltanto il margine superiore e quello inferiore dell’immagine. L’occhio continua a vede un paesaggio anche laddove è presente solamente un collage di due superfici accostate più o meno casualmente.

La mostra è accompagnata da un catalogo monografico: Paola Di Bello. Marge e altri paesaggi, a cura di Luca Panaro.


PAOLA DI BELLO
Marge e altri paesaggi
a cura di Luca Panaro

Museo Giovanni Fattori Ex Granai di Villa Mimbelli
Via S.Jacopo in Acquaviva 65/71, Livorno
0586 809001 - 824620

Opening: Venerdì 28 Luglio 2017, ore 17.30
Date: 28 Luglio - 26 Agosto 2017
Orario: Venerdì 16.00 - 19.00;
Sabato e Domenica 10.00 -13.00 – 16,00 - 19,00

venerdì 28 luglio 2017

Continuum. Processo d’interazione tra spazio ambientale e pubblico di Raffaele Quida

Continuum. Processo d’interazione tra spazio ambientale e pubblico
di Raffaele Quida.
A cura di
Michela Casavola
Antonella Marino
Lorenzo Madaro


Milano – Ex Fornace - Alzaia Naviglio Pavese,16
Dal 13 al 23 Settembre 2017
Inaugurazione 13 Settembre 2017 ore 19:00
A cura di
Alessia Locatelli


Si terrà a Milano, dal 13 al 23 Settembre nei suggestivi spazi della Ex-Fornace - con il patrocinio del Municipio 6 del Comune di Milano - la quarta ed ultima tappa del progetto “Continuum” dell'artista leccese Raffaele Quida a cura di Alessia Locatelli. La mostra è conclusiva di un percorso che dal 2016 è approdato nelle principali città pugliesi e che ha come focus d'indagine il Corpo. Come l'artista racconta: “Il Corpo, dal momento del concepimento-nascita, ai coinvolgimenti relazionali e sociali. Questa indagine viene attivata attraverso l'immissione di oggetti industriali nel ritmo urbano, a diretto contatto con la collettività e con gli spazi in cui essa quotidianamente vive, con le sue abitudini e le sue necessità”. Una ricerca sull'esistenza, attraverso la lettura delle relazioni con lo spazio pubblico e sociale. La mostra milanese sintetizza tutto il progetto Continuum e si struttura posizionando nelle suggestive volumetrie della Ex Fornace (piano terra e piano2) le fotografie scattate nelle precedenti esposizioni e degli elementi “totemici” che hanno caratterizzato le installazioni urbane nelle città attraversate: Bari a cura di Antonella Marino, Lecce a cura di Lorenzo Madaro. Ci sarà inoltre la proiezione del video ripreso durante la performance della terza tappa di Taranto a cura di Michela Casavola.
Al piano secondo la mostra proseguirà con una installazione di carte fotosensibili in grandi dimensioni, collocate nei mesi di Luglio ed Agosto in un'altra location, e poi a Settembre, ri-posizionate per interagire con la luce milanese alle finestre che affacciano sul naviglio pavese. La luce interverrà tracciando le sagome di entrambe le geometrie architettoniche sulle carte in una interazione di luoghi geograficamente distanti, ma uniti in un ponte di luce concettuale.
Lo spazio pubblico della Ex Fornace si colloca coerentemente con l'idea di ridefinizione degli spazi urbani già attuata nelle precedenti esposizioni, in un tentativo d'indagine che dovrebbe indurre il fruitore ad una rielaborazione attraverso una serie di operazioni - fisiche e simboliche - che esprimono da un lato la crisi di disadattamento ambientale e dall'altro la rottura di equilibri precostituiti. La ridefinizione delle geografie cittadine e degli spazi pubblici entra così in una relazione profonda con la riflessione sul ciclo della vita: l'individuo nel suo periodo vitale, che non cessa con la morte, bensì rientra in un ciclo, in un Continum appunto spazio-temporale, in cui la polvere (la morte intesa come fine) non è altro che l'elemento costitutivo di nuove realtà tangibili.

Pizzinini Scolari / Comunicazione | www.pizzininiscolari.com
Si ringrazia Piccolo Bacco Dei Quaroni | www.piccolobaccodeiquaroni.it


Continuum. Processo d’interazione tra spazio ambientale e pubblico di Raffaele Quida.
A cura di Alessia Locatelli
Con il patrocinio del Municipio 6 | Milano
Dal 13 al 23 Settembre 2017
Catalogo in mostra
foto di Annamaria La Mastra
Ex Fornace - Alzaia Naviglio Pavese,16 | Milano
Orario: Lunedì - Venerdì: 9 - 12.30 e 13.30 - 17.00
Per info: alicemarra33@gmail.com


pubblica: 

Pietro Finelli. Il viaggio in Paradiso/A Journey to Heaven



MUSEO DEL MARE di CAPOLIVERI – ISOLA D’ELBA
ARTISTA: PIETRO FINELLI
TITOLO MOSTRA: IL VIAGGIO IN PARADISO / A JOURNEY TO HEAVEN
INAUGURAZIONE 1 AGOSTO 2017
TERMINE MOSTRA 15 AGOSTO 2017
Orari 10.00 - 12.00 / 18.00 - 23.30


Il titolo della mostra è preso da un frammento incompiuto di Robert Musil, che è come un approdo che lo scrittore dissemina insieme ad altri, incompiuti, alla fine delle migliaia di pagine che compongono il suo opus magnum, L’uomo senza qualità. E non è un caso che questo frammento, abbia come sfondo il mare italiano, dopo che la storia di tutto il romanzo si è dipanata in tutta la sua complessità e lunghezza nella metropoli viennese. Come un gioco a scacchiera, le opere di Finelli s’inseriranno nel tessuto del museo, ricreandone quella mappa concettuale che soggiace alla tramatura sia dell’opera di Finelli sia del romanzo di Musil.
Le opere di Finelli fanno parte di quella lunga riflessione sulla visione, che si coniuga soprattutto con quella della visualità cinematografica, in particolar modo con quella riferita al cosiddetto cinema Noir del periodo classico compreso fra gli anni 1942 fino al 1957. I lavori esposti nella mostra rimandano alla problematicità del vedere, all’intreccio tra la visibilità e il mistero. A Finelli interessa del noir classico quell’articolazione che approfondisce il rapporto tra visione e cecità, luce e oscurità. La radicalità del lavoro compiuto sulle immagini, nella interpretazione del noir come «visione morale della vita basata sullo stile», «capace di risolvere i conflitti in termini visivi e non tematici» (Paul Schrader), è la cifra lungo la quale l’arte di Finelli incontra quella delle immagini del cinema, questione interrogante sul potere delle immagini, affrontata attraverso e con le immagini.



Fondazione Pino Pascali invita a SHOWCASE: Sarah Jérôme





La Fondazione Pino Pascali invita a:
SHOWCASE
Sarah Jérôme// presentata da Galleria Doppelgaenger (Bari) presso la Fondazione Pino Pascali

Torna nella Project room del Museo Pino Pascali il progetto ShowCase, una serie di mostre che coinvolgono le gallerie d’arte nella presentazione di solo show o progetti curatoriali – disegnati dalle gallerie stesse – nelle stanze della Project room, nel basement del museo.

Con questo progetto, che chiama in causa artisti internazionali, la Fondazione Pino Pascali vuole dare spazio, all’interno di una sede istituzionale, alle gallerie e ai soggetti attivi in Puglia, ma che operano all’interno del sistema dell’arte su scala nazionale e non solo, offrendo allo stesso tempo agli spettatori un saggio importante della ricchezza presente sul territorio.

Il quarto appuntamento del progetto, che si svolgerà dal 4 agosto al 1 ottobre 2017 (inaugurazione 4 agosto alle ore 19) è con la Galleria Doppelgaenger di Bari che presenta Sarah Jérôme. L’artista arriva alle arti figurative dopo tredici anni trascorsi nel mondo della danza e da questa disciplina, da questa filosofia di vita, sembra che continui ad attingere il vigore e l’armonia delle sue opere. Il corpo umano puntualmente disgregato e ricomposto è spesso il suo motivo d’ispirazione. Le opere di Sarah Jérôme, come nelle più classiche delle metamorfosi, sono fatte di diversi elementi sia vegetali che animali ed emergono da magma artistico simile ad una continua combustione, ad una alterazione minerale. Le opere dell’artista sono veri e propri luoghi di suggestioni, di citazioni letterarie che tramite il corpo e le sue trasfigurazioni rapprendono fogli e materia; Sarah Jérôme traduce questi elementi in opere fatte di simboli e realtà, di bellezza e avversione, di dolcezza e virilità, di intimità e apparenza.

Sarah Jérôme comes to figurative art after thirteen years spent in the world of dance and it’s from this discipline, from this philosophy of life, that she seems keeping to draw the force and harmony of her works. The human body, always disintegrated and recomposed, is often her source of inspiration. Just like in the most classic of the metamorphoses, the works of Sarah Jérôme consist of different elements, both plants and animals, and emerge from an artistic magma similar to a continuous combustion, a mineral alteration. The artist's works are true places of suggestions, of literary quotations that thicken sheets and matter by means of the body and its transformations; Sarah Jérôme translates these elements into works made of symbols and reality, beauty and hate, sweetness and virility, intimacy and appearance.


Inaugurazione: 4 agosto 2017, ore 19
La mostra rimarrà aperta fino al 1 ottobre 2017.
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13 / 15-22. Lunedì chiuso.
dal 3 settembre il Museo osserverà i seguenti orari: 11-13 / 17-21

La Fondazione Pino Pascali è punto Fai – Delegazione Bari
Amici del Museo Pascali: Baldassarre Motors, Carrieri Design, Ognissole.
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) - PH/fax: +39 080 4249534

Responsabile della Comunicazione: Santa Nastro +39 3928928522 snastro@gmail.com


mercoledì 12 luglio 2017

Giorgia Valmorri. Giardini di Connessione. Terzo movimento

Giorgia Valmorri. Giardini di Connessione. Terzo movimento
a cura di Silvia Petronici e Antonio Zarpellon

opera pubblica all’interno di riserve urbane 2017 _arte e rigenerazione, progetto organizzato nell’ambito delle attività dell’Assessorato alla Cultura con il patrocinio e il sostegno della Città di Marostica

gennaio - novembre 2017
/ tappe intermedie d’incontro e confronto con gli abitanti

Giardino della Biblioteca Civica Pietro Ragazzoni via Cairoli 4, Marostica (VI)


Con Giardini di Connessione. Terzo movimento, Giorgia Valmorri (Cesena, 1984) porta a compimento, nel giardino della Biblioteca Civica di Marostica (VI), l’opera attivata durante La Vera Natura, mostra finale dell’edizione 2016 di riserve urbane, a cura di Silvia Petronici.
Nel 2016 l’artista romagnola, attraverso la creazione di un kit composto da una busta pre-indirizzata con dentro sacchetti di stoffa accompagnati da un foglietto di istruzioni, aveva chiesto alla comunità degli abitanti di Marostica di donarle alcuni semi di piante o fiori che avessero per chi li donava un particolare significato. Nel frattempo molti semi sono arrivati a destinazione, l’artista si è preoccupata, così, di seminarli attendendo pazientemente i germogli e il momento della loro messa a dimora nel giardino.
Con l’azione collettiva In mano un germoglio avvenuta il 9 e 10 giugno è stato compiuto il primo passo pratico in direzione della costruzione del giardino. È stato più volte detto lungo tutto il percorso dell’opera che il giardino non sono solo le piante di cui si compone ma certamente queste sono il suo cuore e in fondo il suo senso. Le piante sono il dispositivo attivato dentro il sistema giardino per ottenere relazioni, provocare connessioni e incontri, aumentare l’esperienza e la conoscenza di sé e del mondo.
Le piante messe a dimora sono state disposte in aree del giardino definite dal progetto che è nato dal ciclo di azioni partecipate Integra invece di separare. Molte mani rendono il lavoro più leggero. Sia la disposizione che l’ambiente sono il risultato di questo processo di coinvolgimento che ha portato l’artista a disegnare una forma per il giardino a partire da tutte le informazioni raccolte intorno ai desideri, alle visioni del giardino, le aspettative, le speranze e i suggerimenti di tutti i partecipanti all’opera, presenti e futuri fruitori del giardino.

Si tratta di un progetto di arte pubblica concepito con le modalità della pratica artistica site-specific, temi sui quali sia l’artista che la curatrice lavorano da anni. Non a caso uno dei momenti più significativi di riserve urbane 2016 è stato l’incontro con Alberto Garutti, artista e docente, titolare fino al 2013 della Cattedra di Pittura all’Accademia di Brera di Milano e ora presso lo IUAV di Venezia, esponente di rilievo dell'Arte Pubblica in Italia.

L’arte pubblica non ha nulla a che fare con la collocazione del monumento su un piedistallo al centro di una piazza, secondo gli organizzatori di riserve urbane e secondo gli artisti da questi coinvolti nel processo di attivazione e creazione delle opere, ma è il risultato di un processo di studio e creazione di relazioni nel luogo specifico. L’artista “scende dal suo piedistallo”, per dirla con le parole di Garutti, si mischia tra la gente e materializza l’idea attraverso il linguaggio visuale di oggetti-simbolo. Riserve urbane, arrivato quest’anno alla sua terza edizione è, infatti, un percorso di cittadinanza attiva, nato per favorire la partecipazione, coltivare le relazioni, offrire nuovi strumenti interpretativi e nuove visioni per la fruizione e la progettazione della città, fortemente voluto e sostenuto dall’amministrazione comunale che ha seguito con entusiasmo tutti i passaggi dell’opera.

Il giardino della Biblioteca di Marostica, con l’intervento di Giorgia Valmorri, diventa un luogo di relazioni per costruire, in maniera condivisa, una nuova fruizione dello spazio. “L’opera costruirà una fitta rete di dispositivi relazionali che mirano alla creazione di una comunità di cura del giardino, così che questo possa diventare luogo magico di attivazione, di contemplazione e di scambio, un luogo realmente vissuto in grado di interpretare bisogni e sogni dei suoi giardinieri.” (Silvia Petronici)

“Il lavoro sul tema del seme e con i semi reali, per le sue potenzialità semantiche e per il suo stesso valore intrinseco, impegna da tempo la Valmorri in un percorso di progetti partecipati e di reti di connessione. Il senso del viaggio, della libera migrazione che emerge dall’osservazione del comportamento dei semi è interessante in questo lavoro come contemporaneamente la dimensione collettiva dello scambio e della partecipazione. Riflettere sui semi è un modo per prendersi cura del futuro e, forse, senza nessuna retorica, del mondo. Del paesaggio che muta continuamente e che risulta dalle nostre azioni come dai nostri bisogni e dai nostri sogni.” (Silvia Petronici)

TAPPE INTERMEDIE REALIZZATE DA GENNAIO 2017
> 28 gennaio 2017 – Biblioteca
Sopralluogo per l’individuazione dello spazio che diventerà il giardino e pianificazione della raccolta delle storie, dei sogni e dei bisogni della comunità che abita il luogo nel quale si trova il giardino, ricognizione dei soggetti attivi nello spazio o intorno ad esso e nella città: fruitori, associazioni, gruppi di cittadinanza attiva, comitati di quartiere, istituzioni pubbliche impegnate nell’ambito dell’istruzione e della cultura

> 28 gennaio 2017 – Biblioteca
1° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con assessore alla cultura (in rappresentanza della committenza pubblica), raccolta dei desiderata dell’amministrazione: attenzione al luogo, comunità di cura, arredi; con gli utenti più assidui della biblioteca, studenti per le sale studio e anziani per l’area emeroteca e con il team delle bibliotecarie, raccolta delle informazioni su progetti e progettualità già in atto, dinamiche di fruizione e altri dati sensibili riferiti all’utilizzo di biblioteca e giardino

> 10-11 febbraio: Azione si semina con Antonio Zarpellon,
I semi provenienti dal dono attivato con il kit nel luglio 2016 sono stati archiviati e messi a dimora nel semenzaio.

> 4 marzo 2017 – Biblioteca
2° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con le associazioni culturali della città: la Consulta tra le associazioni culturali del territorio, l’Associazione Volontari della Biblioteca, l’Università della Terza Età e altri cittadini attivi, raccolta dati attraverso l’utilizzo di un dispositivo per elaborare una progettualità condivisa: una mappa dello spazio del giardino in formato A3 vuota dove ciascuno può appuntare i propri desiderata, localizzare intuizioni, dare forma a visioni e sogni.

> 5 marzo 2017 – Monte Miesa
Azione ESSERE ABITANTI NON SOLO RESIDENTI
Secondo giro di semina e ricognizione con Antonio Zarpellon nel bosco del Monte Miesa, alle spalle del Castello Superiore di Marostica.

> 6 marzo 2017 – Scuola A. C. Pertile + Scuola N. D. Laste
3° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con gli studenti delle Scuole del Comprensorio Scolastico di Marostica: scuole primarie nelle sedi di Marostica, Vallonara e Marsan e scuola secondaria di primo grado a Marostica , raccolta dati attraverso l’utilizzo del dispositivo della mappa per raccogliere i sogni e le aspettative, le speranze e gli input visionari dei bambini su cosa dovrebbe essere un giardino pubblico condiviso.

> 1° aprile 2017 – parco di Panica e parco di Campo Marzio
4° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con i gruppi di cittadini appartenenti ai Comitati di Quartiere: Quartiere Panica e Quartiere Campo Marzio: raccolta dati attraverso il dispositivo della mappa da compilare per elaborare una progettualità condivisa, incontri avvenuti negli spazi verdi messi a disposizione dai Comitati di Quartiere.

> 2 aprile 2017 – Biblioteca (giardino)
5° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE con i partecipanti alle precedenti edizioni di La cultura alza le serrande (2015) e riserve urbane (2016), le associazioni culturali, il gruppo di cittadini appartenente al Comitato di Quartiere del Centro Storico, raccolta dati attraverso il dispositivo della mappa da compilare per elaborare una progettualità condivisa, incontro tenuto direttamente nel giardino della Biblioteca.

> 8 aprile 2017 – Biblioteca
6° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con i partecipanti alle precedenti edizioni di La cultura alza le serrande (2015) e riserve urbane (2016), coinvolgimento di una specifica progettualità che nasce dall’esperienza del rapporto tra arte pubblica e rigenerazione al centro del lavoro sviluppato nel corso dei due progetti.

> 14 aprile 2017 – Biblioteca
7° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con l’Assessore alla Cultura per condividere una prima ipotesi di forma del giardino derivata dall’analisi di tutti i contenuti derivati dal dispositivo della mappa, tempi dei passaggi successivi di partecipazione e condivisione delle scelte e modalità operative per generare il giardino.

> 29 aprile 2017 – Biblioteca (giardino + torresino) 10.30
8° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE. Molte mani rendono il lavoro più leggero.
Incontro con tutti i partecipanti, fin qui coinvolti nel processo dell’opera, per condividere la forma del giardino risultata dall’analisi dei dati provenienti dai diversi momenti di partecipazione attivati con il ciclo di azioni Integra invece di separare. In occasione di questo incontro sarà allestita nel torresino una mostra di documentazione delle fasi del processo partecipativo attivato dall’opera e predisposta, al suo interno, un’installazione interattiva dove ciascuno può sperimentare con la sovrapposizione di lucidi a una mappa nuda la composizione del giardino in base alle idee e ai contributi di tutti. La forma che infine l’artista avrà ricavato sarà riportata su una grande carta e sarà accompagnata da una spiegazione dettagliata della provenienza delle singole idee e delle scelte fatte per creare una coerenza tra tutte le istanze accolte.

> 27 maggio 2017 – ritrovo Chiesetta San Marco, svolgimento Biblioteca (giardino e torresino). Mappe sentimentali per un giardino di connessioni, workshop nell’ambito del progetto riserve urbane_arte pubblica e partecipazione 2017. Ancora il dispositivo della mappa è utilizzato per registrare elementi invisibili ma di grande interesse per iniziare a costruire con esplorazioni, osservazioni, derive, disegno, racconto e scrittura, un’idea nuova di città, una mappa sentimentale sospesa tra passato e futuro, tra ricordo e desiderio. Gli elementi provenienti da questa mappatura sentimentale situazionista saranno utilizzati nella mostra finale che restituirà il senso e i molti momenti di ricerca, scoperta e partecipazione che hanno composto l’opera pubblica Giardini di Connessione.

> 8 giugno 2017 – Biblioteca (giardino)
Preparazione del terreno e degli elementi di arredo in vista della messa a dimora dei germogli per la creazione del giardino.

> 9-10 giugno 2017 – Biblioteca (giardino)
Azione collettiva IN MANO UN GERMOGLIO, messa a dimora dei germogli nati dai semi ricevuti nel luglio 2016 con il kit di attivazione dell’opera.


PROSSIME TAPPE PREVISTE
> settembre 2017 – Biblioteca (giardino e torresino)
9° incontro INTEGRA INVECE DI SEPARARE con gli studenti delle Scuole del Comprensorio Scolastico di Marostica. Incontro con le scuole primarie nelle sedi di Marostica, Vallonara e Marsan e scuola secondaria di primo grado a Marostica, raccolta disegni realizzati dal vero nel giardino della biblioteca per la progettazione di un walldrawing che si ispiri alle forme e ai desideri dei bambini.

> Ottobre 2017 – Biblioteca (giardino e torresino)
Inaugurazione mostra
Oltre al giardino di connessioni realizzato, saranno visibili il walldrawing e, nel torresino, un’installazione creata con elementi provenienti dalle varie fasi del processo (come nella mostra di documentazione) e dal workshop sulle mappe sentimentali insieme a nuovi disegni e altri interventi realizzati per raccontare tutto il percorso dell’opera, i suoi valori e le sue pratiche.

> novembre 2017 – Biblioteca
Presentazione catalogo Giardini Di Connessione. Terzo Movimento. Marostica 2017.

> novembre 2017 – Biblioteca
Restituzione di un dono/frammento del giardino a tutti i partecipanti alle varie fasi per mantenere attivo il processo relazionale innescato dall’opera.


SCHEDA TECNICA DEL PROGETTO
Titolo Artista Curatore Co-curatore

Sede
Periodo Inaugurazione
Orari d’apertura Contatti

Giardini di Connessioni. Terzo movimento
Giorgia Valmorri Silvia Petronici Antonio Zarpellon
Giardino della Biblioteca Civica Pietro Ragazzoni Via Cairoli 4, 36063 Marostica (VI)

gennaio-novembre 2017
diversi momenti di restituzione dei passaggi principali del lavoro

orari di apertura delle Biblioteca
riserveurbane.it operapubblica.tumblr.com giorgiavalmorri.com inmanoungermoglio2017.tumblr.com

facebook.com/riserveurbane facebook.com/GiardiniDiConnessione facebook.com/bibliotecamarostica

riserveurbane@gmail.com
giorgiavalmorri@gmail.com

Antonio Zarpellon 333 4064251 Silvia Petronici 349 5086807 Biblioteca 0424 479100

Ufficio Stampa
Serena Becagli serenabecagli@gmail.com 339/8754106

segreteria organizzativa, relazioni esterne, ufficio stampa, fundraising curatela della mostra, coordinamento per la realizzazione dell’opera pubblica co-curatela, production management, fundraising
comunicazione visiva


Team:
Mirco Corato: Silvia Petronici: Antonio Zarpellon: Martin Verdross:

Sponsor:
progetto realizzato in collaborazione con Fondazione Banca Popolare di Marostica , Etra, Bios, Coop Consumatori Marostica, BCC Banca San Giorgio Quinto Valle Alto.

L’opera GIARDINI DI CONNESSIONE è attualmente in corso nell’ambito del progetto riserve urbane_arte pubblica e rigenerazione a cura di Silvia Petronici, progetto realizzato nell’ambito delle attività dell’Assessorato alla Cultura con il patrocinio e il sostegno della Città di Marostica.

riserve urbane 2017 è un progetto organizzato all’interno delle attività dell’Assessorato alla Cultura della Città di Marostica. Realizzato per il 2017 in collaborazione con La Piccionaia – Centro di Produzione Teatrale


pubblica: 

martedì 11 luglio 2017

Forme Mutevoli di Cristina Mangini Giulia Barone / Finissage


Cristina Mangini e Giulia Barone

Installation view




Forme Mutevoli
Cristina Mangini Giulia Barone

Succorpo della Chiesa di Santa Lucia
Alberobello

16 Luglio 2017, ore 18.30

“Una mostra rappresenta sempre un punto di partenza o una nuova occasione per individuare nuovi stimoli che mettono in relazione artista e spettatore: l’artista crea l’opera che prende vita dalla sua fruizione con il pubblico.”

Domenica 16 Luglio 2017, alle ore 18.30, si concluderà Forme Mutevoli, doppia personale di arte contemporanea delle due giovani artiste Cristina Mangini e Giulia Barone.

La mostra mette in dialogo i lavori e i linguaggi delle due artiste classe 1988 nei suggestivi ambienti del succorpo della Chiesa di Santa Lucia di Alberobello.

Il progetto, nato dalla volontà di promuovere e comunicare l’arte emergente del territorio pugliese all’interno di un luogo situato nel cuore del comune di Alberobello, mira a fare conoscere il risultato delle sperimenta- zioni delle due giovani autrici - attive da anni nel settore dell’arte contemporanea ed entrambe Cultrici della materia presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, scuola di Decorazione e Tecniche e Tecnologie della Deco- razione – e renderlo visibile per stimolare un confronto necessario per la crescita ed evoluzione artistica; è quindi un incontro delle due personali produzioni, capaci di “mutare“ nella forma e nello spazio.

Cristina Mangini, predilige la pittura attraverso varie tecniche e supporti ma realizza anche installazioni e scul- ture. Ispirata da una visione scultorea delle proprie opere pittoriche, in cui l’ombra e lo spazio sono elementi in- dispensabili per creare effetti tridimensionali in cui movimento e stasi, astrazione e figurazione sono alla base della sua produzione, le sue ultime ricerche si basano sulla rappresentazione di spazi illusionistici, forme orga- niche, elementi naturali (alberi, piante, terra) in un movimento perpetuo il cui tempo risulta essere indefinito.

Giulia Barone, spazia dal disegno all’acquerello, dalla pittura alla fotografia utilizzando supporti e tec- niche differenti quali carta, ferro e legno. Attualmente il suo impegno è rivolto allo studio di sfondi, con tinte monocrome e forme circolari che si intrecciano in storie emotive di impatto visivo, trasformando- si in donne e uomini astratti con forme fluttuanti nello spazio che sulla carta si incontrano e scontrano.

Forme Mutevoli
Cristina Mangini – Giulia Barone

Succorpo della Chiesa di Santa Lucia
Scalinata del “Belvedere”
70011 – Alberobello (BA) 

Finissage domenica 16 Luglio 2017, ore 18.30

Catalogo: Editrice AGA Arti Grafiche Alberobello
Testi critici di Giuliana Schiavone e Nicola Zito