venerdì 31 luglio 2015

Mario Vespasiani. SIC LUCEAT LUX opere 1998 - 2015

Mario Vespasiani
SIC LUCEAT LUX
opere 1998 - 2015

Dall'immaginazione deriva il pensiero,
dalla meraviglia viene la conoscenza,
dalla sensibilità giunge la visione,
dall'ispirazione la luce. MV


Sabato primo agosto alle ore 17 nella splendida cornice del Palazzo Sepe Monti di Santa Vittoria in Matenano nelle Marche, si terrà l'inaugurazione della mostra di Mario Vespasiani dal titolo Sic Luceat Lux, che presenterà una selezione di opere realizzate nel corso dei suoi diciassette anni di lavoro e che si ripropone nella città dove, appena diplomato venne invitato a tenere una delle sue primissime esposizioni.


Sic luceat lux è la mostra che per la prima volta attraversa e rilegge le principali tematiche, gli stili e i materiali adottati da Mario Vespasiani (1978) dall'esordio appena ventenne ad oggi. Un percorso articolato all'interno della pittura e della sua trasformazione, naturale quando dovuta dalla maturazione artistica e sperimentale quando, in questi diciassette anni, una stagione dopo l'altra, si è confrontata con i più vari supporti e con progetti site specific.
Il suo campo di indagine si muove tra le componenti materiali e spirituali dell'opera mediante domande fondamentali sull'esistenza: nell'ottica del mistero e della trasformazione Vespasiani ci mostra il legame tra interno ed esterno, microcosmo e macrocosmo grazie a quella che può considerarsi una luce propria che collega le cose alle opere e che "illuminandole" si manifesta nei volti figurativi come nelle immagini astratte, nelle profondità del pensiero e nell'infinito della volta celeste.
Sic luceat lux è il luogo dove si attraversano i saperi, in cui si raccolgono e purificano gli oggetti ordinari che arrivano a toccare i confini di un'arte che richiede non tanto la razionalità quanto l'abbandono.
L'autore fin dalle prime opere identifica la sua cifra espressiva nei colori che lo circondano e che lo spingono verso quel sentimento di unità universale, in cui il pennello diventa il mezzo da cui scaturisce un'energia fatta più che di perfezione formale di inarrestabili bagliori. La sua pittura si basa sulla percezione di una forza che attraversa le cose, dall'uomo, alle piante e alle galassie, in grado di esprimere il sentire umano nella sua totalità.
Nel corso degli anni, le sue opere hanno toccato la fotografia e la performance, la scrittura e l'installazione ed è significativo notare come alle differenti tecniche abbia sempre impresso la sua cifra pittorica di un'arte intesa come rivelazione, che mette in relazione la vastità di quello che ci circonda con ciò che non si è ancora riusciti a comprendere; per questo non ci propone il quotidiano secondo il principio di causa-effetto, ma la creazione dell'immagine imprevista, che (a differenza di quella fantastica) è frutto non della pura inventiva ma di una profonda percezione del reale.
L'opera di Vespasiani va colta dunque nel suo gesto che, per generare l'irripetibile è in grado di fondersi al presente, ove la pittura - in una sorta di danza che abbraccia millenni - si mostra in grado di evocare la sospensione del tempo e la dilatazione dello spazio: in questo suo "inventario" le immagini si allineano al battito cardiaco e per questo oscillano, sfocano e s'infuocano nell'atto di prendere parte, in un dono di luce, al ritmo del mondo.


Per l'occasione verrà presentata la pubblicazione generale con i testi dell'orientalista Brunilde Neroni, del cantante Giovanni Lindo Ferretti e di Mara.


La S.V. è invitata all'inaugurazione della mostra

Sabato 1° Agosto 2015 alle ore 17
Giorni e orari di apertura:
Dal 1° Agosto - 6 Settembre 2015
e su appuntamento al numero: 366.7345810
dal venerdi alla domenica dalle 17 alle 21


Palazzo Gentilizio Sepe Monti
Corso Giacomo Matteotti 48
Santa Vittoria in Matenano (FM)


Info:

ricevo e  pubblico:
amalia di Lanno
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Agostino. Play(list)



Un progetto che riflette sulla capacita' dell'artista di operare anche durante i momenti di svago, o in tempi e luoghi non comunemente conosciuti come ambiemti dediti alla pratica artistica, attraverso la realizzazione di opere che prendono spunto dall'aspetto peculiare del periodo di svolgimento: il Sole - l'Estate.


In occasione dell'apertura del progetto "Agostino",modulo di ricerca all'interno del palinsesto di Progetto Città Ideale, Monica Mazzone e Mattia Barbieri presentano:

PLAY(LIST) sound route + proiezione mediometraggio alle ore 20:00. Al pubblico è consigliato di portare con sè un telo mare per poter prendere comodamente posto all'interno dello spazio durante la visione.

Dal giorno seguente la Sala delle Colonne della Fabbrica del Vapore sarà un laboratorio condiviso che vedrà la partecipazione degli artisti Mattia Barbieri, Monica Mazzone, Massimiliano Cestari, Matteo Cremonesi, Alice Pedroletti, Letizia Campan, Danilo Vuolo, Fiorella Fontana, con presentazione al pubblico degli elaborati finali mercoledì 5 agosto alle ore 18:00.

Agostino, dal mese di Agosto, è un progetto che riflette sulla capacità dell'artista di operare anche durante i momenti di svago, o in tempi e luoghi non comunemente conosciuti come ambiemti dediti alla pratica artistica, attraverso la realizzazione di opere che prenderanno spunto dall'aspetto peculiare del periodo di svolgimento: il SOLE - l'ESTATE. Il modulo affronta, inoltre, l'idea dell'architettura corporea come primo spazio espositivo e luogo della collettività.

Progetto Città Ideale è un programma che intende sviluppare nuovi contenitori culturali per coinvolgere la comunità artistica in diverse dimensioni di scambio intellettuale. Proponendo riflessioni sulle relazioni tra artista, città e i luoghi della vita pubblica, Progetto Città Ideale si propone di riconfigurarne assetti e possibilità di fruizione. I temi del ruolo dell'artista nella società, come dell'arte nello spazio pubblico, trovano quindi terreno di confronto mostrando da una parte l'artista-lavoratore nella dimensione dello studio, dall'altra l'arte nei luoghi della quotidianità da cui sembra assente o scomparsa.

All'interno della Sala delle Colonne sarà allestita nei mesi di luglio, agosto e settembre 2015 un'innovativa formula di mostra-laboratorio aperta quotidianamente al pubblico. Invitato a visitare lo spazio appositamente ripensato come ambiente di lavoro condiviso da più artisti in cui assistere all'alternarsi del processo creativo nel suo realizzarsi, il visitatore sarà liberamente chiamato a suggerimenti e dialoghi sui temi trattati, creando un effettivo scambio con l'artista.

I tre mesi in cui Progetto Città Ideale sarà ospitato alla Fabbrica del Vapore saranno suddivisi in serie di moduli proposti oltre che da Città Ideale anche da collaborazioni esterne, per la creazione di un ampio programma in cui svolgere analisi di luoghi reali o simbolici per i quali concepire delle opere d'arte. Ogni modulo prevede infine una restituzione pubblica come momento di confronto finale sui lavori realizzati. Alcuni di questi progetti potranno trovare reale attuazione, costituendo il modello per un dialogo con privati e pubblica amministrazione interessati ad arricchire il patrimonio della comunità.

Progetto Città Ideale è in collaborazione con il Comune di Milano e Fabbrica del Vapore nell'ambito delle iniziative di Expo in Città

Inaugurazione 31 luglio dalle 18:30

Fabbrica del Vapore
via Procaccini, 4 Milano
10-19
ingresso libero

AGOSTINO
dal 31/7/2015 al 5/8/2015

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giovedì 30 luglio 2015

ARTE IN CENTRO | Mete Contemporanee



ARTE IN CENTRO | Mete Contemporanee

Inaugurazione giovedì 23 luglio ore 19:00
alla Galleria d'arte contemporanea Osvaldo Licini
Polo Sant'Agostino, corso Mazzini, 90
Ascoli Piceno

23 luglio – 6 settembre 2015

Ascoli Piceno, Castelbasso, Pescara, tre mete contemporanee nel centro d’Italia: torna dal 26 luglio al 6 settembre 2015 ARTE in CENTRO, progetto nato nel 2014 per dare vita a un polo per l’arte contemporanea tra l’Abruzzo e le Marche.

Unendo tre esperienze già attive nei rispettivi territori, quelle dell’Associazione Arte Contemporanea Picena, ad Ascoli Piceno, della Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, a Castelbasso (Teramo) e della Fondazione Aria – Fondazione Industriale Adriatica a Pescara, il sistema di ARTE in CENTRO nell’estate 2015 si consolida ulteriormente, presentando un unico progetto curatoriale, condiviso in un percorso espositivo diffuso, che collega circa 7.000 Km quadrati.

A cura di Andrea Bruciati, la mostra – nelle sedi della Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini di Ascoli Piceno, di Palazzo Clemente e Palazzo De Sanctis a Castelbasso, del Museo delle Genti d’Abruzzo e dello Spazio Matta a Pescara – sviluppa il format di ARTE in CENTRO creando un ponte tra le radici territoriali e la ricerca contemporanea.

Il legame tra la contemporaneità, per definizione aperta a una dimensione internazionale, e l’identità dei luoghi, con il loro patrimonio culturale e ambientale, è la sfida sostanziale da cui prende forma anche questa edizione: “L’idea portante del progetto è infatti quella di creare un network che funga da laboratorio condiviso per un pensiero laterale volto ad impostare un vero e proprio cantiere in un dialogo quasi osmotico con il territorio. Laterale come periferico, periferico come differente: alterità intesa come qualità per una forte identità”, afferma Bruciati.

L’edizione 2015 di ARTE in CENTRO. Mete contemporanee diventa il contesto ideale per una
“riflessione differente” sulla storia dell’arte italiana. Per esplorarla, il curatore prende spunto da una citazione da Acerba Etas, capolavoro incompiuto di Cecco D’Ascoli (1269 – 1327): “Qui non si canta al mondo delle rane”, già utilizzata dalla rivista avanguardistico-letteraria “Lacerba” (1913) quale motto di un rinnovamento di pensiero guidato dal genio creativo dell’artista.

Si parte così da tre maestri – Gina Pane, Gino De Dominicis, Pino Pascali – per rintracciarne le eredità nel lavoro di alcuni dei più interessanti artisti delle generazioni successive. Dal confronto emerge un gioco di corrispondenze e di sensibilità comuni che si offre anche come piattaforma di studio di una storia che, non ancora del tutto indagata, attraversa il ‘900 per arrivare ai nostri giorni.

Ogni maestro è visto in relazione anche ai diversi luoghi espositivi.

Gina Pane (Biarritz 1939 – Parigi 1990) trova la sua collocazione ideale nella Galleria Osvaldo Licini, nell’ex convento di Sant’Agostino di Ascoli Piceno, sede del suo dialogo con Yuri Ancarani, Francesca Grilli, Diego Marcon, Moira Ricci, Luca Trevisani.

Gino De Dominicis (Ancona 1947 – Roma 1988) abita la dimensione del borgo di Castelbasso, con i suoi Palazzi De Sanctis e Clemente, insieme a Thomas Braida, Luigi Presicce, Luca Vitone, Rosa Barba, Agne Raceviciute.

Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968) si colloca nel contesto urbano di Pescara, nelle due sedi del Museo delle Genti d’Abruzzo e dello Spazio Matta, dove con lui si confrontano Pierpaolo Campanini, Federico Tosi e Invernomuto, Simone Berti, Rossella Biscotti.

Il laboratorio di ARTE in CENTRO sarà inoltre animato da una serie di incontri con gli artisti che avranno luogo nelle diverse sedi nel corso del mese di agosto e sarà accompagnato da un catalogo arricchito da un vasto repertorio iconografico.

Il percorso espositivo
Testo di Andrea Bruciati
Per quanto riguarda le due sedi metropolitane e urbane di Pescara si è pensato a Pino Pascali (Bari 1935 – Roma 1968), un artista eversivo ed estroverso, ancora misconosciuto che attua attraverso modalità ludiche la sua critica nei confronti della società massificata. Benché ritenuto il più importante esponente dell’arte Pop italiana a livello internazionale (fra le mostre: International Pop, Walker Art Center, 2015), egli tuttavia se ne discosta per dare una accezione rivoluzionaria delle ricerche poveriste a lui coeve. Caratterizzato da una artificialità ludica e da una tensione iperrealista verso la simulazione, l’artista impiega la materia primigenia quale dato significante per una rivalutazione dell’aspetto antropologico del suo dell’operato. In lui si combinano facilità e trasversatilità dei media impiegati, assemblaggio delle forme e un’attenzione all’aspetto comunicativo che evidenzia un’idea quasi pasoliniana di artista fattualmente integrato. In questa scia le opere pittoriche di grande qualità di Pierpaolo Campanini, che intende la pittura come assemblaggio, per un’idea di oggetto simulacro, sembrano dicotomiche rispetto agli espedienti di
Federico Tosi, che ricorre alla radicalità della materia per un recupero antropologico della scultura.

Di contro Invernomuto, che conduce una libera interpretazione del reale per una critica dissacrante e affilata, risulta sulla stessa frequenza di Simone Berti che parte dall’azione performativa come atto condiviso per una ricerca del meraviglioso anche nel quotidiano, differenziandosi in questo dalla responsabilità della Storia, presente invece in Rossella Biscotti.

Differente e complementare per il suo isolamento, e ideale luogo per un’attitudine contemplativa grazie alla sua posizione, è Castelbasso con le sue due sedi: qui è Gino De Dominicis (Ancona
1947 – Roma 1988) il grande affabulatore. Un artista dissacrante e in controtendenza da sempre, connotato da un’ironia dissacrante, che si struttura mediante il gusto per il paradosso. Una figura laterale ed eccentrica che ha segnato una traiettoria distonica fin dalla fine degli anni Sessanta (fra le esposizioni: Arte Povera International, Rivoli 2011; MAXXI, Roma 2010). Grandi temi come l’atemporalità e la tensione di fronte ai fenomeni naturali sono le proiezioni cui si avvicina al fine di forzarne i limiti, quasi che il dato mistico tanto ricorrente nella sua produzione pittorica non bastasse a suffragare neanche attraverso la raffigurazione delle figure archetipiche e ieratiche, suo leit motif iconografico. Secondo questa accezione si muovono Thomas Braida, che grazie alla sua pittura visionaria anima una sceneggiatura brulicante e grottesca, mossa da un profondo senso del mistero e Luigi Presicce che denota la sua poetica come matrice per il mistico, secondo una visione del religioso quasi astorica. Parimenti si possono accostare sulle medesime frequenze di sfida le formulazioni di Luca Vitone che verte verso un neoconcettualismo crepuscolare, iconico e sintetico nel contempo, o quelle di Rosa Barba e Agne Raceviciute che sembrano riflettere sulla nostra dimensione, sfidando le leggi della temporalità.

Ultima, ma non meno importante colonna del progetto, è Gina Pane (Biarritz 1939 – Parigi 1990)
per la quale si è pensato alla città di Ascoli Piceno e alla sensibilità che permea la Galleria
Osvaldo Licini. Voce fra le più autorevoli ed incisive delle istanze femministe degli anni Settanta
(fra le rassegne recenti che ne hanno decretato la grandezza internazionale: Artevida, MAM, Rio
De Janiero, 2014; Mart, Rovereto 2012) la sua è una poesia che prende corpo dalla fisicità ed è sempre concepita attraverso un cerimoniale di straordinaria compostezza e concentrazione, perfettamente studiata in ogni dettaglio e testimoniata per ricostruire, selezionare, scegliere, trasformare, in una parola “fare storia” e aprirsi alla continuità del futuro. Il valore dell’emotività e della fragilità quale forza e dimensione per poter ripartire dall’essenza; la propria testimonianza che invera ogni atto. Sulle medesime frequenze sono un videomaker come Yuri Ancarani, nel quale una sensorialità materica, accarezza l’immagine spesso rappresentata nella sua crudezza sociale, e Francesca Grilli che mutua una sorta di ricerca archivistica del sensibile, mediante l’innesto di materiali incongrui. Simile è il discorso improntato da Diego Marcon e Moira Ricci, che associano delicatezza a forza nel descrivere le emozioni più intime e Luca Trevisani, nel quale la materia si comporta come superficie osmotica e sensuale, mai priva di una certa organicità e leggerezza.

ARTE IN CENTRO. Mete contemporanee date: 26.07 – 5.09.2015
inaugurazione: 23.07 Ascoli Piceno – 24.07 Pescara – 25.07 Castelbasso (Te)

sedi:
- Galleria Civica d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini – Ascoli Piceno
- Palazzo Clemente, Palazzo De Sanctis – Castelbasso (Te)
- Ex mattatoio Matta, Museo delle Genti d’Abruzzo- Pescara

promosso da:
- Associazione Arte Contemporanea Picena, Ascoli Piceno
- Fondazione Menegaz per le Arti e per le Culture, Castelbasso (TE)
- Fondazione Aria – Fondazione Industriale Adriatica, Pescara

opere di:
Gino De Dominicis
Gina Pane
Pino Pascali

artisti invitati:
Yuri Ancarani, Rosa Barba, Simone Berti, Rossella Biscotti, Thomas Braida, Pierpaolo Campanini,
Francesca Grilli, Diego Marcon, Invernomuto, Luigi Presicce, Agne Raceviciute, Moira Ricci,
Federico Tosi, Luca Trevisani, Luca Vitone.

info
tel 0861.508000 | e-mail. info@fondazionemenegaz.it
press
Maddalena Bonicelli maddalena.bonicelli@gmail.com +39 335 6857707
Santa Nastro snastro@gmail.com +39 392 8928522

Immagine:  Gina Pane, Enfoncement d’un rayon de soleil.


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mercoledì 29 luglio 2015

APULIA CULTURAL IDENTITY PATHS



Sabato 1 agosto alle ore 19.00 presso la Sala Diomede del Museo Civico di Foggia si aprirà al pubblico un inedito e innovativo percorso di immersione esperienziale, “Vivi le strade della storia, segui le storie di percorsi”, fase di sperimentazione del progetto APULIA CULTURAL IDENTITY PATHS.

Per la prima volta, in Italia e in Puglia, si integrano gli attrattori culturali materiali con il paesaggio, le stratificazioni culturali e identitarie, i linguaggi, i segni, i simboli e il cibo dei luoghi dando vita a un’unitaria e coinvolgente manifestazione dei processi sociali e dell’identità locale. La fruizione del percorso sarà disponibile fino al 5 settembre 2015.

Il progetto APULIA CULTURAL IDENTITY PATHS è uno dei più importanti progetti innovativi di ricerca industriale finanziati dal MIUR per il sostegno di start up (Linea 2 Cultura a Impatto aumentato). Il progetto è stato realizzato con l’intento di favorire la capacità di innovare le modalità di produzione, fruizione, distribuzione dei contenuti culturali, con la finalità di utilizzare ricerca di eccellenza per assicurare uno sviluppo duraturo e sostenibile dei territori, renderli competitivi e attrattivi attraverso l’integrazione tra diversi settori produttivi. La ricerca si è svolta in due macroaree della Puglia: Daunia-Gargano e Salento ed ha portato alla produzione di oltre 130 interviste a testimonial del territorio, depositari ed espressione dell’identità locale, dalla cultura alle tradizioni, alla lingua, alla realizzazione di materiale fotografico, ricostruzioni in 3D, videoriprese grazie a una sapiente attività di ricerca multidisciplinare e raccolta sul campo di informazioni, documenti, archivi e loro rielaborazione.

Attraverso i temi “Tra storia e archeologia lungo la viabilità antica in Daunia”, “La coltivazione cerealicola e il paesaggio di età moderna”, “Il paesaggio dell’olio, la produzione del vino” e “Il pastoralismo e la transumanza delle pecore”, grazie alla disponibilità del Museo Civico di Foggia e del Comune di Foggia e al supporto della Regione Puglia, nella Sala Diomede è stato costruito un avvolgente percorso guidato, a partire da un grande arco trompe-oeil che introduce il visitatore in un ambiente animato da suggestioni multisensoriali, sostenute da testimonianze sonore e visive, accompagnate da proposte enogastronomiche, tipiche del territori; le molteplici sollecitazioni condurranno il fruitore in un mondo sospeso tra passato e presente, materiale e immateriale, reale e virtuale; il punto di accesso all’esperienza culturale si accompagnerà al prodotto artigianale, manifatturiero e turistico, in una visione integrata con applicativi (www.apuliacult.it e APP Live your cultural Puglia experience) in grado di garantire una fruizione a 360° dei beni culturali e dei servizi, on e off line.

Ad accompagnare i visitatori nell’inedito e articolato percorso esperenziale saranno la direttrice del Museo Gloria Fazia, la responsabile esecutiva di progetto Dott.ssa Giuliana Pizzolo, la storica dell’arte Giusy Caroppo, l’archeologo Vincenzo Ficco di Archeologica srl, l’esperto informatico Tiziano Annicchiarico di Tec s.r.l., curatori dei contenuti e degli applicativi,
e l’architetto Daniela Marzano che ha curato il percorso esperenziale e il layout dell’allestimento nella Sala Diomede.

SCHEDA TECNICA

Il progetto
Il progetto “Apulia Cultural Identity Paths” - illustrato a EXPO MILANO, in anteprima nazionale, dalla Governance di Progetto e da alcuni rappresentanti del territorio nonché delle spin off e start up pugliesi che hanno contribuito a costruire gli itinerari, la ricerca e i supporti tecnologici – è stato approvato nel dicembre del 2013 e ha avuto inizio nel febbraio del 2014. Nell’arco della durata di 18 mesi, si pone l’obiettivo di creare un modello di riferimento per la riconfigurazione e riformulazione dell'offerta culturale (product offering) e creativa dei territori sulla base dell’integrazione del patrimonio culturale, tangibile e intangibile, al suo interno, con il turismo e i settori dell’artigianato e manifattura limitrofi. Il modello di integrazione dell’offerta nasce dalla definizione di un framework teorico di riferimento multidisciplinare, espressione del know e delle competenze dei partner di progetto. Il principale risultato è attribuibile all’innovazione nella composizione del datawarehouse dei DMS (Destination Management System territoriali) che vede affiancare descrizioni degli attrattori turistici culturali con elementi identitari e intangibili locali (lingua, usi, tradizioni, cibo, feste e eventi, ecc.), offrendo così la possibilità di creare un’offerta immersiva del territorio e della sua stratificazione culturale e identitaria. La creazione di sistemi di interrogazione secondo un’architettura informativa in ottica esperenziale ha portato alla creazione di esperienze di immersione e fruizione del territorio sia reali, attraverso la creazione di percorsi e ambienti sensibili, sia virtuali, mediante il sito internet e la creazione di un APP, dove il reale diventa virtuale e il virtuale diventa reale in una logica di interazione dinamica e adattiva. Elemento di forza del progetto è la replicabilità dei risultati ottenuti, sia del modello di ricerca e indagine sia del modello di fruizione e distribuzione integrata dei beni culturali, mediante percorsi, software e realtà aumentata, in grado di accrescere valore per il sistema, gli stakeholders, le imprese e i fruitori.

Il Comitato Scientifico
Prof. Franco Fontana
Dott.ssa Cristina Gasparri
Prof.ssa Fabiola Sfodera
Dott.ssa Giusy Caroppo

Le Aziende partecipanti al progetto
FO.RI.S. (Mandataria)
A.R.Va S.r.l.
Archeologica S.r.l.
Azienda Agricola Meanika ss ESPER'O S.r.l.
Sunny Solutions S.r.l. Winehot S.r.l.
TEC S.r.l.


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martedì 28 luglio 2015

LILA. Il gioco della vita. Anna Maria Colucci / Ma Prem Samagra



Museo Comunale di Sant’Oreste - Palazzo Caccia

LILA. Il gioco della vita
Anna Maria Colucci / Ma Prem Samagra


a cura di Manuela De Leonardis

dal 5 settembre al 4 ottobre 2015
Opening sabato 5 settembre - ore 17.30


Lila. Il gioco della vita è la mostra antologica che ripercorre l’attività artistica di Anna Maria Colucci / Ma Prem Samagra. Un omaggio che è anche l’esaltazione di quella creatività e vitalità - all’insegna della totale libertà - che ha caratterizzato il lavoro dell’artista, così come indica il termine stesso “līlā” che in sanscrito vuol dire ‘gioco divino’.
Nelle sale di Palazzo Caccia, sede del Museo Comunale di Sant’Oreste, cittadina dove Samagra ha vissuto a partire dal 2003, alternando viaggi e soggiorni a Goa e in altre località dell’India, sono esposti lavori storici del decennio ’60-’70 - tra questi La donna oggetto (1962), Krushiov (1962), Tavola apparecchiata per uno solo (1962), I politici (1963), Tappeto (1964), Le alienatine (1968), In forma/Ginnastica (1970), Il fumo (1963) - in cui la manipolazione fotografica rappresenta per l’autrice la presa di coscienza, e la sua dichiarata insofferenza, nei confronti di una società maschilista che oscurava il ruolo della donna nella quotidianità domestica, così come nello scenario dell’arte contemporanea.
Anna Maria Colucci con le sue “cancellazioni” è una femminista ante litteram. Ancor prima di prendere parte, ideologicamente e formalmente, al movimento femminista con Rivolta Femminile prima e, successivamente, alla Cooperativa del Beato Angelico.
Negli anni Settanta l’artista inserisce la propria figura all’interno della sua opera: la memoria della performance, affidata ancora una volta alla fotografia, emerge in opere come Yin e yang (1973) e la serie di immagini scattate nel 1979 all’interno della chiesa sconsacrata di San Vittorino. Lavori bidimensionali che segnano un’ulteriore evoluzione di quella “cancellazione” che un tempo era negazione e che, da questo momento in poi, assume un significato di rinascita interiore.
Ciò avviene a partire dal 1980, in seguito all’incontro con Bhagwan Shree Rajneesh (Osho) e alla scelta della Colucci di diventare sannyasin. La grande tela Big Bang (1985) è la prima a tradurre visibilmente il senso di liberazione dai precedenti vincoli espressivi con l’esplosione di pigmento: in quest’opera la dimensione spirituale dà forma alla visione cosmica di un universo tutto da definire.
L’energia e la forza della natura sono fonte d’ispirazione per Samagra (che vuol dire “integra”), nome assegnatole dal suo maestro spirituale, che abbandona il figurativo per l’astrazione. Sia a Goa che a Sant’Oreste l’artista è circondata da una natura incontaminata che si riflette in opere come  L’oro alchemico (1990), Galassia (2000), Fuoco bianco (2001), Uovo di luce (2005), Nascita del femminile (2008), Unione tantrica (2009), Rosa rosso (2011), Portale galattico (2013).
La sua declinazione personale di “action painting”, prevede gesti incondizionati e un uso del colore strettamente connesso con la meditazione zen. Insieme al pigmento viene mescolato il glitter, ad esaltare una luminosità che parte dall’interno, un “tirocinio della coscienza” per la conoscenza del sé e per la centratura che sfida la paura dello spazio vuoto, dell’ignoto, della morte.
Esposte in mostra, per la prima volta, anche una serie di “Sedie da Meditazione” del 2001 e il leggio ligneo interamente decorato, mentre l’antico camino del salone ospita l’installazione di specchietti indiani, giocoso tributo alla cultura indiana, fonte di grande ispirazione per Samagra e memoria dei tanti momenti trascorsi in quella terra nutriente.
Notizie biografiche:
Ma Prem Samagra (al secolo Anna Maria Colucci) è nata a Verbania nel 1938, ha vissuto tra Roma, Goa (India) e Sant’Oreste, dove si è spenta nel febbraio 2015. Nei primi anni Sessanta ha frequentato gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo. Nel filone pop americano si collocano le sue prime opere in cui la fotografia interpreta la realtà, affrontando il tema della condizione femminile e altre questioni sociali.
A Roma, nel 1975, ha esposto alla Galleria Gap (a cura di Gianni Fileccia) e nello stesso periodo presso Il Lavatoio Contumaciale, diretto da Tomaso Binga e Filiberto Menna. Contemporaneamente ha partecipato alla creazione della Cooperativa del Beato Angelico, primo collettivo di artiste femministe: Osservazioni sulla realtà (1977) è la sua personale organizzata alla Cooperativa del Beato Angelico in cui ripercorre la sua attività a partire dal 1961.
Nel 1980, entrata in contatto con il pensiero di Bhagwan Shree Rajneesh (Osho), è diventata sannyasin e ha orientato la sua pittura verso uno spazio meditativo e zen. E’ del 1985 la personale Ambienti anni ’60 e ’80 alla galleria Speciale di Bari, luogo di sperimentazione e incontro nell’ambito del design, dell’architettura e delle arti applicate creato da Tarshito con Shama Cinzia Tandoi.
Tra le mostre recenti: 2015 - Tavola apparecchiata per uno solo. Omaggio a Samagra (Anna Maria Colucci) (a cura di Manuela De Leonardis), Acta International, Roma; 2012 - Ginnosofisti # 7 – L’oro vivente. Alberto Parres e Samagra (a cura di Lory Adragna e Manuela De Leonardis), Bibliothé Contempory Art, Roma (doppia personale); 2011 - L’Artista come Rishi, Museo Nazionale di Arte Orientale G. Tucci, Roma; Samagra Ora (a cura di Manuela De Leonardis e Gigliola Fania), ArteOra, Foggia (personale).


Informazioni:
Lila. Il gioco della vita. Anna Maria Colucci / Ma Prem Samagra
a cura di Manuela De Leonardis
coordinamento Gian Paolo Rispoli e Wateki Talyana Tobert
dal 5 settembre al 4 ottobre 2015
opening: sabato 5 settembre - ore 17.30
Museo Comunale - Palazzo Caccia
Piazza Cavalieri Caccia, 10
00060 Sant’Oreste (RM)
Tel. 0761578437
orari museo: Sabato, Domenica e festivi 10-12 / 15.30-18.30
Sandro Signoretti: 338/1211785
Gian Paolo Rispoli :333/2699786
catalogo in mostra



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AFA2



In mostra opere di Michael Assiff, Rosa Ciano, Liz Craft, Maja Cule, Ditte Gantriis, Uffe Isolotto, Bradford Kessler, Spencer Longo, Lucia Leuci, Pentti Monkkonnen, Rolf Nowotny, Fabio Santacroce e Ilya Smirnov.



Ne era sopravvissuta solo una, non la solita fortunata, ma quella più vorace e timida. Sembrava stordita, arrugginita ma fiera. Avanzava a scatti su e giù.
Il silenzio, diluito con l’aria bollente, tuonava nel suo secco stomaco e rigonfiava le poche briciole strappate via dal pavimento di coccio recentemente disinfettato.

L’aria urtava anche contro le alte zanzariere, insinuandosi tra le fitte trame metalliche mentre i grassi bambini, vestiti d'amore e d’inganno, non erano in grado di giocare a passarsi la palla silenziosamente, giù nel cortile. Probabilmente non c'era stato tempo, sforzo e intuizione per educarli all’operosità del caldo silenzio estivo.

E ogni rumore dall’esterno suonava anch’esso come un boato nello stomaco dell’ingorda formica che, poteva al massimo contenere solo tre briciole di quel pane autoritario. Questo doveva, infatti, essere sorvegliato e strascinato via freneticamente prima dell’ora in cui, anche l’asfalto diventava friabile.
Quanto pesa di solito una secca briciola di pane che cade erroneamente per terra? E potenzialmente, nell’impatto, in quante micro briciole si scomporrebbe?

In ogni caso, nessuno quel pomeriggio era più nell'appartamento, forse erano in spiaggia ad arrostire le loro pelli spesse, insieme alle bugie impunite.
Nel frattempo la grassa insalata di riso prendeva sapore nel frigo.

Michael Assiff - Rosa Ciano - Liz Craft - Maja Cule - Ditte Gantriis - Uffe Isolotto - Bradford Kessler - Spencer Longo - Lucia Leuci - Pentti Monkkonnen - Rolf Nowotny - Fabio Santacroce - Ilya Smirnov

Inaugurazione 29 luglio ore 19.

29, 30, 31 LUGLIO - 05 - 06 - 11 - 12 AGOSTO 2015
Spiaggia Pane e Pomodoro Bari
ore 19-21

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lunedì 27 luglio 2015

VIVIANE SASSEN | UMBRA

© Viviane Sassen, Yellow Vlei (Axiom-UMBRA series), 2014
 
From 11 September to 1 November 2015 the Nederlands Fotomuseumand the Dutch embassy in Paris are pleased to present Viviane Sassen’s unique photography project UMBRA at l’Atelier Néerlandais. Sassen ranks among the world’s leading photographers. Over the past year she has produced a series of new works specially for the Nederlands Fotomuseum, centred on the play of shadows that is so characteristic of her work.

Viviane Sassen produces both fashion photography and autonomous work. She first gained notice through her striking colour photographs in which formand content balance on the edge of abstraction. Exuberant colours and deep shadows are equally important, the latter sometimes lending mysterious contours to familiar shapes. The human figure, the body, and the pose are major classical and artistic themes in her work. However, her play with realismand abstraction, which confuses our perception and leaves meaning up in the air, is uniquely modern. Sassen compels us toreflect on the realistic character of photography by emphasising the spectacular and poetic aspects of her work.
 
Exhibition
UMBRA will feature a series of non-commissioned pieces by Sassen in a kaleidoscopic presentation in which shadow often functions as a metaphor for the human psyche. Fears and desires, fantasy and illusion both intrigue and entice the viewer, in a series of photographs in which the interplay of realism and abstraction is both spectacular and poetic. Sassen invited poet Maria Barnas to write poems to accompany the images. With a project like UMBRA, the Nederlands Fotomuseumconsciously seeks to allow space for artistic experimentation in photography and to create new perspectives on the shifting boundaries of the documentary image.
 
Publication
A publication of the same name consisting of a collection of poetry and 11 loose-leaf prints has been issued in conjunction with the exhibition. A limited run of the second edition recently appeared, and an extended edition designed by Irma Boom is due for publication by Prestel in September.

Biography
Viviane Sassen (b. 1972, Amsterdam) is a Dutch photographer and artist who has attracted a great deal of international attention. She works as a fashion photographer for avant-garde publications like Dazed & Confused, Purple and Fantastic Man and for brands like Lanvin, Carven, Miu-Miu, Missoni and Adidas / Stella McCartney. Last year Sassen was one of three Dutch artists (alongside Erik van Lieshout and Melvin Moti) to feature in the central pavilion of the 55th Venice Biennale. Her work has also been presented at various solo and group exhibitions both in the Netherlands and abroad. In 2007 she was awarded first prize in the Prix de Rome and in 2011 she won the International Center of Photography Infinity Award for Applied/Fashion/Advertising Photography. In the same year she was selected as one of six artists to feature in the renowned annual New Photography Exhibitions at the Museum of Modern Art in New York. The series UMBRA won Sassen a nomination for the Deutsche Börse Prize 2015. Viviane Sassen is represented by the Stevenson Gallery in Cape Town, South Africa.

UMBRA – Viviane Sassen
From Friday 11 September to Sunday 1 November 2015
Opening hours: Tuesday–Sunday, 13.00-19.00
Admission: €2
Press opening: Wednesday 9 September, 12.00-14.00
Public opening: Thursday 10 September, 19.00-22.00
Location: Atelier Néerlandais 121 rue de Lille Paris 7e

Press contact
For additional information and HD images, please contact Marlise van der Jagt, tel. +33 (0)1 40 62 33 48 / +33 (0)6 99 15 21 11 / marlise-vander.jagt@minbuza.nl or NDC Nathalie Dran Communication / nathalie.dran@wanadoo.fr / tel. + 33 (0)6 99 41 52 49

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Fotomuseum Rotterdam
Wilhelminakade 332 3072
AR Rotterdam
Netherlands
+ 31 (0)10 203 0405

SPAZI – Il multiverso degli spazi indipendenti




SPAZI – Il multiverso degli spazi indipendenti
A cura di Andrea Lacarpia e Lorenzo Madaro


Progetti:
Damage Good (Lecce), Mars (Milano), Planar (Bari), Ramdom (Gagliano del Capo), Site Specific (Scicli), Wilson Project (Sassari), Zentrum (Varese).


Giorni di apertura:
Inaugurazione giovedì 6 agosto 2015 ore 18.00 – 22.00
Dal 7 agosto al 10 agosto 2015 ore 10.00 – 19.00



Luogo:
Progetto Città Ideale - Fabbrica del Vapore, via Giulio Cesare Procaccini 4, Milano

Nucleo iniziale di un osservatorio sulle diverse forme degli spazi indipendenti italiani, la prima edizione di SPAZI presenterà progetti espositivi e documentazioni di sette realtà no-profit attive in diverse regioni italiane, selezionate da Andrea Lacarpia e Lorenzo Madaro. Il raggruppamento di più progetti in un unico appuntamento intende avviare un dialogo con il pubblico, agevolando l'individuazione della rete che agisce nel tessuto culturale italiano e promuovendo il riconoscimento del lavoro svolto delle associazioni.

Una zona appositamente predisposta raccoglierà materiale fotografico che documenta la varietà dei luoghi nei quali si svolgono le attività degli spazi indipendenti, dai centri storici alle periferie, dalle grandi città ai piccoli paesi in aperta campagna.



Dichiarandosi indipendenti dal mercato, le realtà no-profit ridefiniscono il rapporto tra le tendenze dell'arte e il contesto sociale, puntando su forme di espressione autonoma senza il condizionamento di azioni commerciali. Alla promozione culturale di taglio istituzionale viene così ad aggiungersi l'inziativa privata, più libera e vivace, ma nel contempo frammentata e priva di una rete che ne supporti le attività. Ogni spazio indipendente assume una particolare fisionomia, frutto della libera espressione individuale spesso coordinata dalla direzione di artisti, curatori o altri operatori culturali. Nell'identità delle realtà no-profit si rispecchiano le aspirazioni di chi ne anima e ne segue le attività, interpretando la sempre maggiore necessità di svincolarsi dalle prassi di un sistema dell'arte non più aderente alla complessità del tempo presente. Gli spazi indipendenti divengono quindi i laboratori nei quali si progettano nuovi possibili scenari, tra idee utopiche e azioni concrete.



SPAZI – Il multiverso degli spazi indipendenti si svolge all'interno della densa programmazione di laboratori, mostre e conversazioni riguardanti il rapporto tra arte contemporanea e spazio urbano, coordinata da Progetto Città Ideale presso la Fabbrica del Vapore da luglio a settembre 2015, con la collaborazione del Comune di Milano ed inserita nel calendario Expo in Città.



INFO:


Progetto Città Ideale: progettocittaideale.com

Realtà no-profit coinvolte:


DamageGood
DamageGood è un’associazione culturale indipendente che ricerca, sperimenta, sbaglia e impara dal 2011. Nasce da un’idea collaborativa tra i suoi fondatori come gruppo curatoriale e di artisti. Si occupa di arti visive, pratiche partecipative ed editoria indipendente.

DamageGood è anche uno spazio di produzione senza fissa dimora per la fotografia contemporanea, videoarte, performance e progetti editoriali. Tra le mission, cortocircuiti tra i luoghi del quotidiano e i linguaggi dell'arte contemporanea, la cura e messa in pratica di idee collettive, ibride e di progetti che fuggono da logiche di mercato, audience e documentazione.




Mars
MARS/ Milan Artist Run Space apre a Milano il 3 dicembre 2008.
Una realtà tutta gestita da artisti e rivolta ad un pubblico curioso di conoscere più intimamente "i motori" dell´arte contemporanea. Lo spazio di zona Pasteur nasce da un'idea originaria di Lorenza Boisi che avvia insieme ad altri artisti un calendario di eventi performativi, espositivi ed artistici sul modello delle più diffuse realtà autogestite europee.

MARS è come detto un incidente voluto, uno spazio fisico e soprattutto un progetto in sé che decide di non strutturarsi organicamente, mantenendo un calendario che possa corrispondere progressivamente alle necessità artistiche dei vari partecipanti.
Sito web: marsmilano.com



Planar
Planar è un'organizzazione no-profit con sede a Bari, dedicata alla fotografia nei suoi molteplici aspetti. Le attività di Planar sono finalizzate alla creazione di un ambiente per la discussione, il dibattito, la ricerca e l'istruzione sulla fotografia contemporanea. La ricerca di Planar è principlamente incentrata sul rapporto tra pubblica sicurezza e libertà privata, tra conflitti e continue evoluzioni.

Planar è nata nel 2014 e I soci fondatori sono Anna Vasta, Antonio Ottomanelli, Letizia Trulli e Francesco Stelitano.

Sito web: planar.ph



Ramdom
Ramdom, è un’associazione di progettazione e produzione culturale e artistica. Promuove nuove pratiche creative e innovativi linguaggi di comunicazione, interagendo con cittadini, soggetti privati e pubblici, nazionali e internazionali.

Nata nel 2011 nell’estremo tacco d’Italia, Ramdom si occupa di produzione e formazione artistica contemporanea, promozione della mobilità attraverso masterclass, workshop, mostre, residenze.

Nel 2014 Ramdom ha lanciato il programma “Indagine sulle Terre estreme”. Artisti, curatori, operatori culturali e cittadini stanno prendendo parte a un processo di analisi e riflessione attraverso studi e produzioni artistiche sui e nei contesti periferici.

Sito web: ramdom.net





Site Specific
Site Specific è una realtà indipendente che si esprime attraverso la ricerca e la sperimentazione delle arti contemporanee. Si sviluppa per volontà di un collettivo di artisti e professionisti che si confrontano e creano idee e progetti per raggiungere attraverso l'arte obiettivi comuni. Site Specific è una realtà dinamica che necessita di interagire con spazi differenti per dar vita ad una singolare "performance culturale" che trasforma Scicli in un Teatro Vivo, in un luogo in cui la creatività contemporanea può "abitare ed esistere".

L'ideatore e fondatore di Site Specific è l'artista e direttore artistico Sasha Vinci.

Sito web: sitespecific.it





Wilson Project Space
Fondata nel 2012 da Dario Lino Costa, Wilson Project Space è uno spazio d'arte contemporanea senza scopo di lucro, il cui obiettivo primario è quello di essere un catalizzatore per la sperimentazione di nuovi linguaggi e pratiche artistiche.

Wilson connette artisti emergenti e curatori indipendenti, sia a livello locale che globale, ponendosi come piattaforma per la divulgazione dell'arte contemporanea e promuovendo la cooperazione e il dibattito sulla cultura visiva del nostro tempo ...






Zentrum
ZENTRUM è un deposito temporaneo di opere e forme, idee, riflessioni, pensieri, incontri, scontri, cose... per l’arte contemporanea.

“In deposito”, ogni spazio è autonomo e segue una propria linea di sensibilità, ma si giova del piacere del confronto segnando un ritmo temporale di appuntamenti unico per i tre progetti.

Yellow, a cura di Vera Portatadino, azzarda escursioni dentro il corpo della pittura, lungo il confine delle mescolanze di cultura, esperienze, modalità; Surplace, a cura di Luca Scarabelli, propone uno “starfermi” in equilibrio sull’opera, con la complicità di uno o due autori per volta; riss(e), a cura di Ermanno Cristini, prosegue la sua erranza inseguendo un impossibile, continuo, “fuori registro”.


 
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