martedì 8 ottobre 2024

BEDS.Cluj 2024. Lucia Bricco | Iulia Ghiță | LukasKolm | Antti-Juhani Manninen

Iulia Ghiță

We want you to meet an organism we have been slowly nurturing. An organism with a shifting form and shape, an organism in a state of constant transformation.
Beds is not just a group of artists but a multifaceted and inclusive working idea. It functions like a living system, moving and creating contexts for artistic interaction in the cities it lands in. It imagines and adopts an open and non-hierarchical organizational model, with art at its center.

Beds.Cluj
The event taking place on 5th October at Centrul de Interes will bring together performances, art installations, sound art, and drawings, in a transdisciplinary perspective.
In order to implement an inclusive and communal idea of work, the event will be preceded by a workshop run by the artists, addressed to the students of the University of Art and Design in Cluj-Napoca. The participating students will have the opportunity to present their performances alongside the artists.
The fourth edition of Beds will be a reflection on the relation between the state of ruin and mathematics, trying to understand what it means, metaphorically and concretely, to preserve a state of ruin.
The facade of the building housing Centrul de Interes is an image of the spontaneity with which time acts on a structure as well as the repetitive nature of decay.
The ruins of industrial buildings, like all ruins, are fragmentary and conserve traces of the original symmetries and proportions. However, there is a point of contact to ‘mathematics’ that interests us. It is not in using it as a tool to imagine a possible restoration of what has been lost, but it lies in the idea of how unpredictability and order both comprise all complex systems, challenging as such the traditional concept of determinism. It is a reflection on the idea of predictability, of structural collapse, and serenity of calculation

𝐁𝐄𝐃𝐒.𝐂𝐥𝐮𝐣 𝟐𝟎𝟐𝟒
Lucia Bricco | Iulia Ghiță | LukasKolm | Antti-Juhani Manninen
Performance Art event - October 5th, 2024 at 18:00, performances start at 18:30
Centrul de Interes, Strada Fabricii de Chibrituri, 9 A, Cluj-Napoca, Romania



lunedì 7 ottobre 2024

Helen Frankenthaler | Dipingere senza regole

Helen Frankenthaler, Open Wall (det.), 1953 © 2023 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome


Palazzo Strozzi presenta la più ampia retrospettiva mai organizzata in Italia dedicata a una delle artiste più rivoluzionarie del XX secolo. La mostra offre una panoramica approfondita della produzione di Helen Frankenthaler, mettendo le sue opere in dialogo con quelle di artisti contemporanei come Jackson Pollock, Robert Motherwell, Mark Rothko, Morris Louis, David Smith, Anthony Caro e Anne Truitt.

L’esposizione propone un viaggio tra grandi tele, opere su carta e sculture, costruendo un percorso che esalta la straordinaria originalità dell’artista. La mostra include prestiti provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e da celebri musei internazionali come il Metropolitan Museum of Art di New York, la Tate Modern di Londra e la National Gallery of Art di Washington.

Organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi in collaborazione con la Helen Frankenthaler Foundation e curata da Douglas Dreishpoon, Direttore dell’Helen Frankenthaler Catalogue Raisonné, l’esposizione si articola cronologicamente dagli anni Cinquanta ai primi anni Duemila. Le sue innovazioni sono presentate accanto a dipinti, sculture e opere su carta di artisti suoi contemporanei, evidenziando le sinergie e le affinità tra queste figure chiave dell’arte del Novecento.

La nuova libertà del colore: Helen Frankenthaler in dialogo con Pollock, Rothko e Motherwell

Helen Frankenthaler (1928-2011) gioca un ruolo fondamentale nel passaggio dall’Espressionismo astratto al Color Field painting, sfidando le convenzioni e ampliando i confini dell’arte alla ricerca di una nuova libertà espressiva. Celebre per la sua tecnica innovativa del soak-stain (imbibizione a macchia), Frankenthaler applica vernice diluita su tele non preparate, creando effetti simili all’acquerello, ma su larga scala. Questo approccio ha permesso di esplorare nuove relazioni tra colore, spazio e forma, espandendo le possibilità della pittura astratta in modo unico, e ispirando ancora oggi nuove generazioni di artisti.

In un mondo regolato da norme, Helen Frankenthaler ha infranto le convenzioni dell’arte tradizionale, creando un universo artistico fatto di astrazione poetica, tecnica e immaginazione sconfinata. La sua capacità di combinare controllo e improvvisazione ha aperto nuove strade nella pittura, portando un contributo rivoluzionario che ancora oggi ispira la scena artistica.

Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole è co-organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze, e Helen Frankenthaler Foundation, New York. Sostenitori pubblici: Comune di Firenze, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Camera di Commercio di Firenze. Sostenitori privati: Fondazione CR Firenze, Intesa Sanpaolo, Fondazione Hillary Merkus Recordati, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Si ringrazia: Maria Manetti Shrem, Gagosian.

La mostra partecipa al progetto Equinozio d’autunno 2024, calendario dal 22 settembre al 6 ottobre 2024 che promuove i maggiori eventi d’arte contemporanea in Toscana coordinato dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.


PALAZZO STROZZI
Piazza Degli Strozzi, Firenze, Italia 
info@palazzostrozzi.org
http://www.palazzostrozzi.org
Telefono Info +39 0552645155

Helen Frankenthaler | Dipingere senza regole
27 settembre 2024-26 gennaio 2025
Orario mostra Tutti i giorni 10.00-20.00-Giovedì fino alle 23.00


sabato 5 ottobre 2024

Lello Lopez | Terre emerse

Sabato 12 ottobre, in occasione della giornata del contemporaneo AMACI, dalle ore 11.00, la Shazar Gallery presenta Terre emerse di Lello Lopez. La seconda personale dell’artista napoletano negli spazi di via Scura conduce in un percorso di immersione temporale, di ascesa da secoli di bellezza e di turbamenti la cui restituzione visiva, in tele dai grandi formati, assurge ad allegoria del fatale destino umano. Il ciclo di opere in mostra trae origine dagli accadimenti che il territorio dei Campi Flegrei sta vivendo e che subisce da sempre. I fenomeni hanno portato l’artista ad una serie di riflessioni esistenziali e psicologiche che mettono a dura prova certezze, verità acquisite e valutazioni ma anche semplici pensieri, fantasie o entusiasmi. Tali considerazioni hanno dato origine a composizioni dall’aspetto vivace in cui la folla di immagini si confonde in un insieme caotico e leggero il cui svelamento richiede, come in tutte le opere di Lopez, la volontà dell’analisi e dell’approfondimento. I paesaggi delle antiche vestigia vengono circondati da piante rigogliose, da colorate escrescenze funginee che sembrano cancellarne o nasconderne la testimonianza.

“Terre Emerse” è metafora del tempo che inesorabilmente scorre, che mette a confronto il precario e l’ineluttabile mettendo in crisi definitivamente, se ancora fosse oggetto di riflessione, la visione antropocentrica. Dà certezza all’imprevedibilità della natura, vera “matrigna”, che disillude da qualsiasi lirismo costruendo un processo di creazione e distruzione che coinvolge le esistenze e deforma la visione della realtà e di ciò che accade. 

La mostra “Terre Emerse” sarà visitabile fino al 7 dicembre 2024 dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30 e su appuntamento. 

Lello Lopez | Terre emerse
Opening: sabato 12 ottobre 2024 dalle 11,00 alle 20,00
Dal 12 ottobre al 7 dicembre 2024

Shazar Gallery
Via Pasquale Scura 8
80134 Napoli Tel. 081 1812 6773

www.shazargallery.com – info@shazargallery.com
Instagram: shazargallery– FB: shazargallery

Press officer: Graziella Melania Geraci 3475999666 press@shazargallery.com


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mercoledì 2 ottobre 2024

Le città del mondo di Cosimo Vella

 


Le città del mondo presenta un corpo di opere inedite dell’artista Cosimo Vella, tra produzioni scultoree e grafiche che compongono una ricerca stratificata negli anni. Il progetto espositivo è inteso come un’opera unica, multiforme ed espansa nello spazio, che osserva il rapporto tra uomo e paesaggio nella sua dimensione irrisolta e secondo una chiave narrativa.

La mostra nasce dall’urgenza di raccontare e di dare voce alle storie che restano ai margini della storia e su cui si riversano le sue catastrofiche conseguenze. Se la città rappresenta simbolicamente il palcoscenico della storia, Le città del mondo raccolgono per ossimoro quei paesi, quei terreni, quelle persone e abitudini che continuano ad abitare fuori dal suo grande teatro ma che, allo stesso tempo, di questo conservano le tracce primigenie. Nel lavoro di Cosimo Vella il paesaggio è inteso come un agglomerato inscindibile di umano e rurale, di livelli sociali, politici, geologici, architettonici, vegetali, che nasconde un’originaria resistenza e, contemporaneamente, un’inevitabile soggezione al tempo. 

Alberi bruciati, frane e campi si mescolano ad amanti clandestini e attrezzi agricoli in una moltitudine di storie che sono tanto evocate quanto reali, nello stesso modo in cui nel romanzo di Elio Vittorini da cui la mostra prende il titolo, sfilano pastori, pupari e prostitute in una peregrinazione senza fine per le città del territorio. Operando uno slittamento continuo tra visione collettiva e individuale, l’artista introduce la condizione di impermanenza nell’immagine statica della provincia, con l’obiettivo di ritrarre l’odierno paesaggio italiano alla luce dei cambiamenti ambientali, sociali e culturali. La scelta di ambientare e presentare in anteprima il progetto a Milano è radicata nella contemporaneità e globalità della città che, unicum nel panorama nazionale, diviene anch’esso ideale di una situazione universale. In questo senso Le città del mondo si offrono in opposizione al tempo e, ancora una volta, come un libercolo soggiogato all’impero della storia. 

Le città del mondo
Mostra personale di Cosimo Vella 

A cura di Caterina Taurelli Salimbeni

Inaugurazione 8 ottobre 2024 alle 18:00 

9 ottobre – 3 novembre 2024 Visitabile su appuntamento

Via Arcivescovo Romilli, 20 - 20139 Milano

Contatti
Tel. 334 368 8422
E-mail. c.taurellisalimbeni@gmail.com



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martedì 1 ottobre 2024

Flavia Bigi - Nove sono Le Muse, installazione permanente



Il 30 settembre 2024, presso il Parco delle Sculture della VIU - Venice International University, una nuova opera è entrata a far parte della collezione del parco, realizzata dall’artista Flavia Bigi, dal titolo Nove sono le Muse, a cura di Ilaria Caravaglio.

Ideata appositamente per i giardini dell’isola di San Servolo, l’installazione disegna un cerchio ancestrale, come un santuario, dedicato alla cultura, alle arti, al pensiero. Le Muse, infatti, il cui nome significa “coloro che meditano e creano con la fantasia”, nate dall’unione di Zeus e Mnemosine, dea della Memoria, hanno per nascita il dono di percepire passato, presente e futuro. Questa loro virtù di conoscenza risuona qui come un’eco alle varie culture che si incontrano nella Venice International University, e che contribuiscono, grazie alla loro diversità, ad una riflessione composita sulle fragilità del mondo contemporaneo e sui presupposti per un futuro sostenibile.

Nove dadi in marmo, disposti circolarmente, tracciano una costellazione aperta che, armonizzando cielo e terra, il mondo delle idee e della vita mondana, invitano ad un dialogo libero e tollerante. Al centro della ricerca dell’artista è sempre la persona: i nove dadi, infatti, recano incisi i pronomi io, tu, noi nelle diverse lingue degli studenti che frequentano l’Universitas, invitando ad una riflessione accurata sui contenuti del linguaggio e sulla relazione con il non-io.

E così, sebbene le Muse ci appaiano come pietrificate nel travertino, esse non restano affatto silenti o inerti, ma, anzi, è possibile sentirle bisbigliare carezzevolmente, nel vento della laguna e dal profondo della pietra, nelle tante lingue del globo che su di esse sono incise.

Il libero scambio di idee che quotidianamente si svolge negli ambienti universitari risuonerà, grazie all’installazione artistica di Flavia Bigi, come il canto sacro delle Muse.


Scheda tecnica
Progetto:installazione permanente
Artista:Flavia Bigi
Titolo:Nove sono le Muse
Curatela:Ilaria Caravaglio
Sede:Parco delle Sculture, Isola di San Servolo, Venezia
Promotore:VIU (Venice International University) 
Orario visite:sempre accessibile, INGRESSO LIBERO
Supporto:San Servolo s.r.l.
Supporto tecnico: DMA CARGO SRL, Transport Service Pesce, Luigi Tarantino design, Leonardo Guerra photography
Main sponsors: Viscio Trading S.r.l., ABFD Architecture, Vanni Marmi S.r.l.
Altri sponsor: La Perla del Garda
Progetto grafico brochure: Il Leggio Edizioni
Sito web e IG artista:https://www.flaviabigi.com/-https://www.instagram.com/flaviabigi

Coordinamento:Ilaria Caravaglio - ilaria.caravaglio@gmail.com - 3478194946 
Ufficio Stampa VIU:Alessandra Morgagni - ale.morgagni@gmail.com -3483884038

Chiara says Chiara

Chiara Fumai, The Moustache Woman, 2007 video monocanale, col., suono, 1’, still da video
Courtesy Archivio Chiara Fumai


Fondazione Pascali inaugura l’autunno 2024 con la mostra Chiara says Chiara rendendo omaggio all’artista Chiara Fumai (Roma 1978 - Bari 2017) negli spazi di Polignano a Mare. Artista italiana, di origini pugliesi, Fumai è tra le più riconosciute nel panorama nazionale e internazionale della sua generazione. 

L’esposizione approfondisce l’importanza del pensiero di Carla Lonzi, riecheggiato fin dal titolo, nella pratica dell’artista, presentando l’installazione Shut Up, Actually Talk (2012), concepita da Fumai in occasione della sua partecipazione a dOCUMENTA(13) a Kassel. 

L’opera è un’installazione sonora in cui la voce registrata dell’artista recita brani da Sputiamo su Hegel (1970) di Lonzi e altri scritti di Rivolta Femminile. Quasi per effetto delle parole pronunciate, uno scaffale contenente volumi di filosofia collassa al suolo, quasi sprofondandovi insieme a frammenti di mobili, specchi infranti, e alla riproduzione di un celebre ritratto di Hegel, mettendo in scena il collasso della cultura occidentale e patriarcale. Finora presentata all’interno della Moral Exhibition House, per la prima volta l’opera è qui messa in conversazione con This Last Line Cannot Be Translated, il grande murale, concepito da Fumai nel 2017 a New York durante la sua residenza presso l’ISCP, ed esposto postumo nel Padiglione Italia della 58. Biennale Arte di Venezia nel 2019. Qui, linee e parole tratte dall’invocazione della Messa del Caos formano il profilo frastagliato dell’interno di una grotta, che accoglie nel proprio perimetro un’antologia esoterica di simboli e sigilli, insieme alle istruzioni per l’uso di un rito di protezione contro ogni condizionamento sociale e spirituale. L’intera pratica di Chiara Fumai, che si è compiuta nel corso di dieci anni, può essere considerata un atto di rivolta contro le costrizioni, i pregiudizi e gli stereotipi annidati nel sistema di pensiero e di potere e nei meccanismi stessi del linguaggio.

Come in uno dei simboli dell’ampio murale in cui due lembi estremi dello stesso piano ortogonale tendono a piegarsi fino a flettersi per combaciare, l’esposizione ripercorre l’intero arco della attività artistica di Fumai attraverso alcune tappe cruciali, per la prima volta messe in serrato dialogo tra loro, e racchiuse all’interno di un percorso in cui l’esordio coincide con l’epilogo. L’incipit è infatti segnato da due opere video del 2007, che contribuirono alla prima personale presso lo spazio indipendente Careof a Milano, e che raramente sono state esposte in seguito. Entrambe sono parte integrante di un complesso progetto dedicato alla musica italiana degli anni Settanta, alla performance come lezione, alla cultura del Sud Italia e alla figura di Nico Fumai – cantautore immaginario ispirato principalmente alla figura paterna. Nico Fumai è il protagonista di una performance che si è evoluta nel tempo, presentata in più occasioni, alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia nel 2009, a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d’Alba nel 2010, al MAXXI a Roma nel 2011, prima di tornare, sotto una forma diversa, nell’ultima esposizione progettata da Fumai e svoltasi postuma nel novembre del 2017 da Guido Costa Projects a Torino, Nico Fumai Being Remixed

Il video The Night Is Still Young del 2007 esposto insieme a quest’ultima installazione crea un loop che collega l’inizio con la fine. Quest’ultima, vissuta dall’artista a Bari, sarà documentata anche da una moltitudine di lavori su carta inediti. Si tratta di collage, acquerelli, ricami e disegni realizzati con tecniche diverse, che fanno luce sui risvolti più intimi dell’ultimo periodo di Chiara Fumai, una produzione privata e veloce, recentemente indagata e organizzata dall’ Archivio Chiara Fumai. Con sede a Polignano a Mare, l’Archivio Chiara Fumai è un’associazione fondata nel 2022, diretta da Andrea Bellini e Milovan Farronato, curatori della mostra, presieduta da Micaela Paparella e con Roberto Spada come suo vicepresidente. L’organizzazione non-profit persegue lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare l’attività dell’artista, e di creare l’archivio digitale dell’opera attraverso un attento lavoro di certificazione e archiviazione.

L’accostamento in mostra tra lavori appartenenti a periodi diversi, di natura intima e altri di carattere ambientale, lascerà emergere la continuità insieme all’evoluzione dei temi esplorati dall’artista e dei soggetti ricorrenti in tutta la sua pratica multiforme: la centralità dei personaggi femminili, provocatori e rivoluzionari, la lotta contro la censura e le costrizioni sociali, il concetto di sorellanza, incarnato da una pratica aperta alla collaborazione e alla prossimità con quella di altri artisti, soprattutto donne. 

Quest’ultimo aspetto è ad esempio rappresentato in mostra dal ritratto The She-Ornithologist (2018) che Paulina Olowskale ha dedicato. Il dipinto rende Chiara Fumai, a sua volta, una musa appartenente a un’ampia e illustre galleria di ritratti di artiste. In aggiunta, vi è il video BUSTROFEDICO di Anna Franceschini in cui quest’ultima insegue This Last Line Cannot Be Translated nei percorsi tortuosi del contesto in cui il murale è stato esposto nel 2019. In conclusione, la mostra include anche l’omaggio di Chiara Fumai a Vera Morra con One Strangling Golden Hair (2011-13), un’opera che si presenta come un calco concettuale del lavoro della giovane artista dell’accademia di Brera, precocemente scomparsa, realizzata da Fumai in occasione dell’esposizione collettiva Arimortis (2013) al Museo del Novecento di Milano, seguendo una suggestione del co-curatore Roberto Cuoghi.

Grazie alla riscoperta di alcuni documenti e opere inedite, la mostra intende arricchire la figura di Chiara Fumai e la conoscenza del suo lavoro, rinsaldando inoltre il legame della sua esperienza internazionale con il suo territorio di origine.


In occasione di Chiara says Chiara, il video degli esordi The Moustache Woman (2007) sarà donato dall’Archivio Chiara Fumai alla Fondazione Pino Pascali, allo scopo di lasciare una traccia importante del lavoro dell’artista nel suo territorio di origine. Il lascito rientra in un programma di donazioni condotto dall’Archivio Chiara Fumai per confermare la presenza dell’opera dell’artista all’interno delle collezioni delle istituzioni – italiane e internazionali – che hanno sostenuto il suo lavoro, o che intendono promuoverne l’attività, sottolineando l’eredità e l’importanza del suo operato.

Il video introduce il soggetto della donna barbuta, successivamente incarnato da Annie Jones – celebre personaggio del circo Barnum di fine Ottocento – impersonata in più occasioni da Chiara Fumai nel lavoro The Prodigy of Nature (2010), per la prima volta esposto a Palazzo Mincuzzi a Bari all’interno della rassegna Gemine Muse, presentato da Antonella Marino. In una sala della Museo Pascali troveranno asilo e rifugio apparizioni e backstage di Fumai tra i quali, grazie al fotografo e filmmaker Nicola Cipriani, le riprese della prima “vestizione” di Fumai alias Annie Jones a Bari, e un’inedita lezione universitaria all’interno del corso di Design della Moda allo IUAV di Venezia nel 2013. Insieme a questi, altri documenti per comprendere e approfondire il pensiero di Chiara Fumai. 

Chiara says Chiara
Inaugurazione: 19 ottobre ore 18 - fino al 12 gennaio 2025
a cura di Milovan Farronato e Andrea Bellini

Fondazione Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
Polignano a Mare

www.fondazionepascali.it
press@fondazionepascali.it +39 3201122513


lunedì 16 settembre 2024

ImPersonal di Letizia Gatti

 



ImPersonal di Letizia Gatti 

La galleria SPAZIO START inaugura venerdì 20 settembre 2024 alle ore 19.00 la mostra personale della fotografa Letizia Gatti dal titolo Impersonal a cura di Patrizia Dinoi.

Nella costante ricerca di espressioni artistiche per comprendere il proprio mondo interiore, Letizia Gatti si avvicina alla pittura e alla scultura nel 2008.  Il suo desiderio incolmabile per la cultura dell’immagine l’ha portata a formarsi presso la Scuola di fotografia Camera Chiara di Francesco De Napoli. Diventa photoreporter de Il sito dell’Arte (portale di arte e cultura). Negando alla sua fotografia l’uso del colore, attraente, brillante distrattore nella lettura di un’immagine, Letizia Gatti sceglie il dualismo nero-bianco. Il codice espressivo, che l’apparente monocromatismo costruisce, nella sua complessità induce ad un’attenzione maggiore agli effetti della luce sulla composizione. Liberi dalla convenzione del colore ci lasciamo travolgere dall’intensità emotiva che ci regala il bianco-nero.  Lo sguardo coglie la profondità di campo; le sfumature di grigio evidenziano il soggetto e ci permettono di coglierne empaticamente lo stato emotivo. Il suo vissuto diventa il nostro vissuto. La luce disegna silhouette nere su fondi bianchi o viceversa, che sono sempre in relazione tra di loro e con noi come accadrebbe in splendidi, tridimensionali, gruppi scultorei. Patrizia Dinoi

Spazio START, via Cattedrale, 14 Giovinazzo (Ba)

ImPersonal di Letizia Gatti a cura di Patrizia Dinoi

Inaugurazione: venerdì 20 settembre 2024 ore 19.00

La mostra è visitabile fino al 13 ottobre 2024, dal mercoledì alla domenica con orario di apertura 19 – 21, oppure su appuntamento (tel. 389 191 1159)

Comunicazione a cura di Spazio Start

Progetto grafico di Claudia Dagostino

Per informazioni: T. +389 191 1159 – spaziostart.giovinazzo@gmail.com – https://www.facebook.com/spaziostart