venerdì 17 marzo 2023

Piotr Hanzelewicz & Eugenio Scrivano |STANDARD ERROR


Curva Pura è lieta di presentare la bi-personale di Piotr Hanzelewicz ed Eugenio Scrivano, Standard Error, a cura di Nicoletta Provenzano, un rispecchiamento percettivo che ribalta lo spazio interno ed esterno, periferico e confinale, urbanistico e personale nei limiti fisici e nel percorso circoscritto della galleria. 

Snodandosi nel complesso e controverso, non univoco e spesso conflittuale contesto locale, gli artisti agiscono, ricercano, analizzano e carpiscono la realtà sociale, gli oggetti e le sue forme, reali o fittizie, le voci, i suoni e le vibrazioni, le immagini - immediate di stratificazioni socio-spaziali o mediate da ritocchi scenico-urbani - di una città controversa che fa del rivolgimento dei margini e della perimetrazione non congruente il principio del proprio quotidiano. Catalizzando lo sguardo su ciò che resta invisibile, o che si occulta scientemente alla visione, l’errore è un vagare erratico e una deriva lungo strutture, cumuli e accumuli di residuati cittadini, reticolati organizzati di un paesaggio speculativo, soglie di meraviglie nate sotto un dis-astrumconfinato oltre l’abbaglio di un funzionamento finzionale. 

Come scrive George Simmel in “Sociologia” «il limite non è un fatto spaziale con effetti sociologici, ma è un fatto sociologico che si forma spazialmente»: da una emersione o sprofondamento di una frontiera urbana e domestica come ambiente del vissuto, al contempo estraneo e familiare, la mostra Standard Errorinterroga l’habitus cittadino in uno sguardo autentico e senza sovrastrutture, accogliendo l’organicità disarmonica, l’identità variegata e multiforme di un abitato metropolitano. 

Note biografiche:
Piotr Hanzelewicz (Polonia, 1978) vive in Italia.
Ha fatto esperienze diverse fra loro, studi, lavori. Ama il termine cosa/cose.
Non ha un approccio scientifico, ma si attesta su una curiosità utile a creare collegamenti tra discipline diverse, talvolta lontane fra loro. Questa è la griglia di partenza. Poi c’è tutto il resto, insomma, poi ci sono le cose. Nota curiosa: è nato lo stesso giorno in cui è morto Paolo VI, pertanto non è sbagliato affermare che uno come Piotr Hanzelewicz nasce ogni morte di papa.

Eugenio Scrivano, nato a Roma, ma di formazione Napoletana, vive e lavora a Berlino. Condivide la sua esperienza artistica tra la musica elettronica, pubblicata come “Di Unexpected Guest”, e le arti performative e visive, nella forma di progetti site-specific e installazioni rumorose. In entrambe le esperienze rivolge la sua attenzione in particolare alla narrazione e alla possibilità di replicare spazi altrove, trasportando non solo il contenuto sonoro ma anche emotivo e visuale dello spazio stesso, rendendolo così testimone della storia che racconta.


INFO
STANDARD ERROR
Piotr Hanzelewicz – Eugenio Scrivano
a cura di Nicoletta Provenzano
Fino al 25 Aprile 2023

Orari:martedì e giovedì dalle ore 18:30 e su appuntamento - prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura
Via Giuseppe Acerbi, 1a - Roma
curvapura@gmail.com

mercoledì 15 marzo 2023

Gino de Dominicis e Calamita Cosmica. Una storia immobile

Calamita Cosmica, Gino de Dominicis, Courtesy Archivio Gino de Dominicis-Fondazione Tomassoni, ph. Giovanni Tarpani



Presentazione del libro di Italo Tomassoni sulla Calamita Cosmica 
Prima monografia dedicata interamente alla scultura di Gino de Dominicis

Giovedì 16 marzo 2023, ore 18
Foligno, Ex Chiesa della Santissima Trinitàin Annunziata

Pubblicata la prima monografia dedicata interamente alla scultura iconica di Gino de Dominicis, esposta a Foligno in modo permanente nell’Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, secondo polo museale del CIAC. 

Il libro “Gino de Dominicis e Calamita Cosmica. Una storia immobile” è firmato da Italo Tomassoni, direttore artistico del CIAC, ed edito da Maggioli Cultura. A presentarlo il 16 marzo sarà Ludovico Pratesi, curatore, critico d'arte e fondatore di Spazio Taverna.

Si intitola“Gino de Dominicis e Calamita Cosmica. Una storia immobile” la prima monografia interamente dedicata alla Calamita Cosmicadi Gino de Dominicis. L’autore è Italo Tomassoni direttore artisticodel CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno. Il libro sarà presentato giovedì 16 marzo 2023, alle ore 18, presso l’Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata diFoligno, sede permanente della monumentale scultura e secondo polo museale del CIAC.La pubblicazione è stata realizzata da Maggioli Cultura in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, il Centro Italiano Arte Contemporaneae l’Archivio Gino de Dominicis – Fondazione Tomassoni.

Alla presentazione interverranno: Umberto Nazzareno Tonti presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Mauro Villa direttore di Maggioli Cultura, Giovanni Tarpani responsabile del progetto fotografico, l’autore Italo Tomassoni. Presenterà il libro Ludovico Pratesi, curatore, critico d'arte e fondatore di Spazio Taverna.

Scrive Italo Tomassoni: «Immaginata a supporto figurale di mitologie remote, Calamita Cosmica conferma che il nuovo è fondato sull’antico, che la vista può coincidere con la visione e che ogni novità, in arte, porta con sé un ritorno della memoria e del rimosso».


La prenotazione all’evento di presentazione del libro è consigliata.
Info e prenotazioni: tel. 366 6635287 - info@ciacfoligno.it- www.calamitacosmica.it

Contatti Stampa
Sara Stangoni Comunicazione– press@sarastangoni.it / cell. 339 1012800

martedì 14 marzo 2023

Giuseppe Penone. Gesti Universali alla Galleria Borghese

Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Giardino della meridiana, Galleria Borghese, Roma - ph. S. Pellion © Galleria Borghese 

Oltre trenta opere realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila in un percorso che attraversa il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise per espandersi nel Giardino dell’Uccelliera ed eccezionalmente nel Giardino della Meridiana: con Giuseppe Penone. Gesti Universali, a cura di Francesco Stocchi, dal 14 marzo al 28 maggio 2023 la Galleria Borghese torna ad aprirsi al contemporaneo, una mostra che è un omaggio all’immutata vitalità della scultura e a un Maestro dell’Arte Povera.


L’esposizione parte dalla ricerca di qualcosa che non è presente negli splendidi spazi della Galleria, offrendo una nuova lettura di quel rapporto tra paesaggio e scultura che la statuaria antica presente nella collezione del museo ci racconta secondo canoni classici. Un percorso che si pone in perfetta continuità con le ricerche sul rapporto tra Arte e Natura che caratte- rizzano la direzione di Francesca Cappelletti. 

Giuseppe Penone. Gesti Universali non propone alcun confronto ma presenta opere scelte come “ri esso” rispetto all’ambiente, offrendo un “completamento” di elementi: nelle sale caratterizzate da un tripudio di marmi, sculture e decorazioni – magni che rappresentazioni del mondo minerale – Penone aggiunge un innesto organico di foglie, cuoio, legno che col- lega e de nisce i due universi. Nei Giardini invece, l’integrazione guarda al mondo dei metalli, con sculture in bronzo che dialogano con la ricca vegetazione circostante, arricchita da circa quaranta nuove piante in vaso chiamate a sorreggere alcune opere. 

Il percorso espositivo comprende nuclei di opere meno note o iconogra camente poco asso- ciate al lavoro di Penone, come Sguardo vegetale, e altre esposte per la prima volta in gruppi tematici – Soffio di foglie e Respirare l’ombra – inserite nello spazio come presenze autono- me e originali. Nell’assenza di mitologia dei lavori di Penone, la narrazione sposta il suo asse, e il rapporto tra tempo naturale e passato storico dà vita a un nuovo presente incerto. Distanziandosi da ogni possibile confronto formale o simbolico con la Galleria, il lavoro di Penone osserva la materia rivelando le forme che nasconde, con l’intento di riattivare quel naturale scambio osmotico tra il museo e il parco circostante, che ha ispirato tante delle opere parte della sua collezione. Gli interventi dell’artista non scardinano quell’equilibro unico tra forme e architettura che caratterizza la Galleria, ma rinnova quel gioco tutto Barocco che intrecciava paesaggio, na- tura e scultura, attivando un nuovo dialogo, presentando un’interrogazione sulla scultura, rivelando la sua evoluzione storica e contemporanea 

La ricerca di Penone indaga la prossimità tra la natura umana e vegetale, elemento centrale del suo lavoro, e fa nascere una ri essione sul suo linguaggio e sul rapporto con il Tempo e la Storia, magistralmente custoditi in Galleria. In questo rispecchiamento, la componente vitale dei materiali utilizzati dall’artista si alterna al tempo storico di quelli della statuaria classica, andando alla ricerca dello stretto necessario. Uno sguardo trasversale e soggettivo che mira a un equilibrio rinnovato, guidato da pura ammirazione. 

Questa mostra è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come lo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi.” afferma Giuseppe Penone. 

La mostra Gesti Universali presenta un dialogo che assume la forma di un innesto tra la dimensione minerale, ampiamente presente nella Galleria Borghese, e quella organica che caratterizza l’opera di Penone. Un’interrogazione sulla scultura libera da ogni sensazionalismo, volta a indagare la rappresentazione della natura in relazione al tempo di un passato storico. Un dialogo di idee e materiali, rispetto a un confronto di forme e simboli, che esprime tutta la vitalità della natura umana e di quella vegetale.” dichiara il curatore della mostra, Francesco Stocchi. 

Con la mostra di Giuseppe Penone concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista e elementi naturali. Il percorso si svolge in maniera signi cativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo.” afferma la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti. 

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa con un’intervista all’artista di Francesco Stocchi e un saggio di Andrea Cortellessa. Il volume propone immagini delle ope- re allestite nelle quattro sale del museo e nei giardini, descrivendo un osmotico usso fra la materia organica e le sale interne nonché fra le opere di bronzo e la ricchezza botanica degli esterni. 

L’esposizione è stata realizzata grazie al supporto di FENDI, sponsor ufficiale della mostra.



Giuseppe Penone. Gesti Universali a cura di Francesco Stocchi
Oltre trenta opere del Maestro dell’Arte Povera intrecciano un nuovo dialogo tra Natura e Storia, a dimostrazione dell’immutata vitalità della scultura.

14 marzo – 28 maggio 2023

Galleria Borghese
Giardini Segreti di Villa Borghese
Sito web: https://galleriaborghese.beniculturali.it/exhibition/giuseppe-penone-gesti-universali/
dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00. Ultimo ingresso alle ore 17.45
Chiuso il lunedì
Per aggiornamenti e modalità di visita consultare ilsito ufficiale

sabato 4 marzo 2023

Al MAXXI di Roma “Claudio Abate superficie sensibile”

Claudio Abate, Contatti con la superficie sensibile (Gino De Dominicis), 1972 © Archivio Claudio Abate


Un racconto visivo attraverso la selezione di oltre 150 fotografie, dalle più celebri alle meno note, fino ad alcune ancora inedite.

«Bisogna entrare nelle opere, sentirle e farle proprie, anche amarle; se non si riesce in questo non si riuscirà nemmeno a fare delle belle fotografie», Claudio Abate.

La mostra ripercorre la produzione di Abate attraverso la “lente” del suo archivio, spazio allo stesso tempo di lavoro e concettuale che permette di indagare gli aspetti più profondi e nascosti del suo autore e che oggi costituisce un prezioso patrimonio per gli studi storico-artistici sull’arte italiana e internazionale

La produzione di Claudio Abate spazia infatti dalle fotografie di opere, artisti e mostre dell’Arte Povera, agli scatti sulla scena artistica ed espositiva in Italia e all’estero, fino a fotografie su teatro, moda, costume, attualità.

Nove sezioni tematiche, arricchite da documenti d’archivio, filmati, testimonianze d’epoca, per portare alla luce i rapporti di Abate con artisti e istituzioni, ma anche approfondire la sua ricerca fotografica.

MAXXI - MUSEO DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
Via Guido Reni 4a - Roma - Lazio
Claudio Abate | Superficie sensibile
Curatori: Bartolomeo Pietromarchi, Ilaria Bernardi
La mostra sarà aperta al pubblico dal 3 marzo al 4 giugno 2023

venerdì 3 marzo 2023

A Milano The Greenland Project di Roberto Ghezzi

Roberto Ghezzi, The Greenland Project, 2022


Gilda Contemporary Art presenta il nuovo progetto di Roberto Ghezzi a cura di Cristina Gilda Artese.
Il progetto nasce da una residenza d’artista tenutasi nel mese di giugno 2022 in Groenlandia. Qui, ospite a Tasiilaq per un mese presso la Red House di Robert Peroni, si è occupato del fenomeno della Chlamydomonas Nivalis, un’alga che, riducendo l’albedo del ghiaccio a causa del colore rosso che la caratterizza, ne favorisce lo scioglimento. Mediante l’utilizzo della cianotipia, un’antica tecnica fotografica che prevede l’uso di carte fotosensibilizzate, è riuscito a catturare il rapido mutamento dello spessore del ghiaccio, ponendo a confronto sia aree con presenza dell’alga rossa sia zone di ghiaccio non ancora invase, ottenendo risultati sorprendenti sia da un punto di vista estetico che scientifico.

Il progetto è stato infatti realizzato in collaborazione con ricercatori dell’Istituto di Scienze Polari del CNR che hanno potuto riconoscere nelle stampe di Ghezzi delle vere e proprie radiografie, originali testimoni dello stato di salute del tesoro bianco dell’Artico. Artista e studiosi, infatti, intrecciando i reciproci sguardi e approcci, hanno offerto inedite chiavi di lettura dello stesso fenomeno contribuendo alla divulgazione e conoscenza, attraverso questa proficua collaborazione multidisciplinare, di suggestioni e rivelazioni su uno dei più problematici fenomeni naturali della nostra epoca.

The Greenland Project è stato realizzato grazie al contributo della antica Cartiera Magnani di Pescia, che ha fornito all’artista carte fatte a mano per la realizzazione delle opere. L'intera residenza artistica è stata ad impatto neutro grazie al contributo di Phoresta Ets che ha calcolato e poi compensato mediante la piantumazione di alberi tutte le emissioni di CO2 del progetto. Il paesaggio naturale è da sempre il campo di ricerca artistico di Roberto Ghezzi. Dapprima indagato attraverso la pura pittura, negli ultimi anni l’artista toscano, affascinato dagli ambienti e dalle loro specifiche peculiarità, inizia ad operare sempre più immergendosi in essi e tentando di restituirne le specificità e l’essenza. Nascono così agli inizi del Duemila le Naturografie©, tele letteralmente scritte dalla natura che l’artista lascia in terra o acqua e ritira nel momento in cui ritiene i sedimenti qui trasferitesi ne restituiscano in qualche modo il sembiante e il DNA. Si tratta di lavori che richiedono a Ghezzi lunghi tempi di realizzazione e portano l’artista a praticare e vivere l’ambiente naturale per lunghi periodi, sondandone caratteristiche, morfologie e divenendone empiricamente un ottimo conoscitore. A questa ricerca, a matrice pittorico/estetica, si affianca quindi, sempre più, anche un interesse scientifico tale da indurre l’artista a collaborare sovente con biologi e studiosi ed enti che si occupano di rilevare l’impatto che l’uomo ha sulla natura stessa. In due decenni Ghezzi ha realizzato installazioni e ricerche in molti luoghi nazionali e internazionali, legando il suo lavoro a studi sull’ecosistema e sulla biologia in parchi e riserve naturali di tutti i continenti (Alaska, Islanda, Sud Africa, Tunisia, Norvegia, Patagonia, Croazia, Groenlandia). In Italia ha realizzato numerosi progetti di ricerca in ogni regione e tipologia di ambiente (Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio, Calabria).

BIOGRAFIA
Nato a Cortona nel 1978, la sua formazione ha avvio all’interno dello studio di scultura di famiglia e si perfeziona all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Inizia ad esporre negli anni Novanta e i suoi esordi sono legati alla pittura. Negli anni matura un disegno concettuale che, muovendo da riflessioni e sperimentazioni sulla natura, a partire dalla pittura, trova espressione in un corpus di lavori inediti, da lui stesso denominati, mediante un neologismo, Naturografie©. Si tratta di opere che Roberto Ghezzi realizza attraverso la natura, in un dialogo dove Uomo e Ambiente entrano in profonda e originale connessione. Dal ’92 espone in contesti pubblici e privati, in Italia e all’estero. Tra questi: Museo di Arte Contemporanea di Skopje, Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo, Museo civico di Palazzo della Penna, Museo della Fine del Mondo di Ushuaia, Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, MARCA di Catanzaro, Palazzo Medici Riccardi di Firenze, Battersea Park a Londra, Chiostro del Bramante a Roma, Casa dei Carraresi a Treviso, biblioteca di Pu-Dong a Shangai, Museo Oceanografico di Tunisi. Le sue Naturografie hanno vinto il premio Residenze d’artista Fondazione Rocco Guglielmo 2020, il premio ORA 2016, il premio ArtApp Artist Contest 2017, il premio residenza ArteamCup 2018, e il premio ArteamCup Vanilla Edizioni 2019. Ha effettuato decine di residenze artistiche, ricerche sperimentali e installazioni ambientali, oltre che in Italia, anche in luoghi remoti del pianeta come Alaska, lslanda, Sudafrica, Norvegia, Tunisia, Patagonia, Danimarca, Nord Macedonia e Groenlandia.
Ha realizzato progetti artistici in collaborazione con importanti istituti di ricerca scientifica tra cui CNR ISMAR, CNR IOM, CNR ISP e ARPA.

The Greenland Project - Roberto Ghezzi
A cura di Cristina Gilda Artese
Dal 9 marzo all'11 aprile 2023

L’opening si svolgerà
Giovedì 9 marzo alle ore 18
Ingresso libero

Gilda Contemporary Art
via San Maurilio 14 Milano
info@gildacontemporaryart.it
www.gildacontemporaryart.it

giovedì 2 marzo 2023

PREMIO LILT per la Fotografia Contemporanea | Metamorfosi: uno scatto per il futuro




Iscrizioni fino al 15 maggio 2023
Partecipazione gratuita

LILT Associazione metropolitana di Bologna(Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) lancia la prima edizione del Premio LILT per la Fotografia Contemporanea per favorire, attraverso il dialogo tra Arte e Scienza, i temi della prevenzione e del vivere sano.

Il Premio è gratuito e aperto a tutti i fotografi residenti in Italia, professionisti ed emergenti, che alla data della propria iscrizione abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Il regolamento completo e la scheda di partecipazionesono scaricabili dal sito ufficiale di LILT, che dedica al concorso un’apposita sezione: www.legatumoribologna.it/premio-lilt-per-fotografia-contemporanea.

Il tema scelto per la prima edizione del Premio è Metamorfosi, un concetto ampio e trasversale, che affonda le proprie radici in epoca antica, nella mitologia, nella religione, nella filosofia e nel sapere. Molto spesso il concetto di metamorfosi si è ampliato sino a coincidere con un innato ed ancestrale senso di mistero ed indeterminatezza che accompagna l’umano vivere ed è per questo che LILT, nella sua quotidiana lotta contro i tumori, ha scelto di affidare alla fotografia e al suo linguaggio una nuova narrazione sul tema della metamorfosi, intesa come atto di trasformazione in positivo, visione in grado di rispondere ai cambiamenti che la vita pone in essere e reazione ad essi.

«L’intento – spiega il presidente di LILT Bologna Francesco Rivelli– è quello di costruire un corpusdi opere fotografiche capaci di edificare frammenti di memoria futuribile, il cui vocabolario è ormai universale. Sarà interessante scoprire nuovi parallelismi tra Scienza, Arte e Psiche. Noi medici affidiamo agli strumenti fotografici un ruolo importantissimo nella ricerca e nella clinica chirurgica, questa volta affidiamo ai fotografi un nuovo modo di fare ricerca…».

Ad ogni partecipante è richiesto l’invio di un portfolio di minimo 8 e massimo 10 immagini, unitamente ad un breve curriculum vitae. I progetti saranno valutati da una Giuria composta da Shobha (presidente della giuria – fotografa, vincitrice di dueWorld Press Photo), Benedetta Donato (curatrice e critica di fotografia, specializzata in mostre e progetti editoriali), Massimo Mattioli(giornalista, vicedirettore di ArtsLife, saggista, critico e curatore), Loretta Secchi(UniBo, curatore responsabile del Museo Anteros, Istituto Ciechi F. Cavazza, Bologna) ed Enrico Stefanelli(direttore artistico di Photolux Festival, Lucca). La commissione giudicatrice sarà supportata da Anna Rosati (visual artist, fotografa e graphic designer) e da Azzurra Immediato(storica dell’arte e curatrice, art editor per diverse testate), alle quali è affidata la direzione artistica del Premio, unitamente a Francesco Rivelli, medico oncologo e presidente LILT Bologna.

In palio, materiale fotografico, una crociera di 5 giorni, la pubblicazione sul volume fotografico LILT dedicato al Premio, abbonamenti annuali a Segno, la rivista più longeva d'Italia, media partner del concorso, e ingressi gratuiti a Photolux Festival 2024.

I nomi dei vincitori saranno annunciati sul sito web di LILT Bologna – www.legatumoribologna.it– nel mese di giugno. La premiazionesi terrà con cerimonia ufficiale il 6 dicembre 2023 a Bologna, alla presenza della giuria, degli sponsor e del pubblico con la consegna dei premi, la proiezione dei progetti vincitori e la presentazione del volume editoriale dedicato al Premio. In tale occasione sarà comunicata anche la data della mostra dedicata al Premio LILT e ai suoi vincitori. 

La prevenzione oncologica, oggi più che mai, necessita di nuove strade per raggiungere una audience sempre più ampia. L’apporto di nuove energie e di nuovi canali di riflessione e ricerca sono, pertanto, fondamentali per generare nuovi campi di azione e originare nuovi risultati. Con questo progetto, LILT Bologna chiede ai fotografi italiani di farsi portavoce di un messaggio importante, ovvero che prevenire è vivere, in un momento storico in cui la fotografia è divenuta una sorta di esperanto, compresa da tutti e diffusa in maniera trasversale tra le generazioni. 

La segreteria organizzativa del concorso è disponibile all’indirizzo premiolilt@yahoo.com. Per informazionie iscrizioni: www.legatumoribologna.it


Direzione artistica: Anna Rosati e Azzurra Immediato

SCHEDA TECNICA:
PREMIO LILT per la Fotografia Contemporanea
Metamorfosi: uno scatto per il futuro
Iscrizioni fino al 15 maggio 2023
Partecipazione gratuita
Regolamento e scheda di partecipazione disponibili sul sito www.legatumoribologna.it
Giuria: Shobha, Benedetta Donato, Massimo Mattioli, Loretta Secchi, Enrico Stefanelli
Direzione artistica: Anna Rosati e Azzurra Immediato
Organizzazione: LILT Associazione metropolitana di Bologna, presieduta da Francesco Rivelli
Graphic design: Anna Rosati | www.rosatistudio.it
Media partner: https://segnonline.it/

PER INFORMAZIONI:
LILT Associazione metropolitana di Bologna
(Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori)
Via Turati 67, 40134 Bologna
premiolilt@yahoo.com

UFFICIO STAMPA
CSArt – Comunicazione per l’Arte
Via Emilia Santo Stefano 54, 42121 Reggio Emilia
T. +39 0522 1715142
M. +39 348 7025100
info@csart.it www.csart.it

 

pubblica: 

Vittorio Corsini | Non odiarmi

Vittorio Corsini, veduta, Me Vannucci, alto

La mostra non odiarmi di Vittorio Corsini presenta le ultime opere realizzate dall’artista toscano, tra le quali una grande installazione che occupa la sala principale della galleria ME Vannucci di Pistoia. Accompagna la mostra un testo di Gabi Scardi.


Questa l'introduzione dell'artista alla lettura della mostra:
Non odiarmi se apro la porta
Non odiarmi se invado il tuo spazio
Non odiarmi se abbatto i muri
Non odiarmi se ti chiamo per nome
Non odiarmi se mangio la tua zuppa
Non odiarmi se la mia casa è senza fondamento
Non odiarmi se le lacrime sono sul mio viso
Non odiarmi se il letto è sotto la tua finestra
Non odiarmi se la sedia apre una breccia
Non odiarmi se la polenta non è buona
Non odiarmi se la casa è disfatta
Non odiarmi se faccio ancora carezze
Non odiarmi se la finestra è rotta
Non odiarmi se il cielo è rosso
Non odiarmi se ti faccio inciampare
Non odiarmi se la parete è storta
Non odiarmi se l’aria passa dalle fessure
Non odiarmi se le mie braccia sono aperte
Ma puoi odiarmi, per quattro secondi, crescerò con te



Nella sala principale della galleria la grande scultura in metallo Neither inside nor outside, 2023, riproduce la pianta di un’abitazione. Sul perimetro alcuni mobili attraversano e rompono l’accerchiamento delle pareti. Il disegno, che poi è ciò che lega il progetto, è in qualche modo manomesso, perché vivere, incontrare, muoversi nello spazio significa, per l’artista, cambiare in continuazione il progetto, significa abbracciare la mobilità, lasciare le certezze della stabilità, avventurarsi nell’abbraccio. Una riflessione, come sempre quella di Corsini, sull’intensità e la potenza delle relazioni umane, sul valore degli scambi e degli incontri fra le persone e ogni casa è il frutto, l’oggettivazione di questi incontri, questi cambiamenti. Il progetto di una casa nasce da un sogno, un’idea di vita che vorremmo condurre, da una definizione degli spazi a cui attribuiamo un valore di proiezione e di costruzione del nostro nome. Il tempo, le azioni della vita, le difficoltà o gli amori inevitabilmente cambiano i nostri sogni, le nostre prospettive, cambiano il nostro modo di vivere, e quella pianta subisce variazioni, non tanto nei muri che restano immobili, ma nella percezione di questi spazi che cambiano faccia, cambiano disposizione. Nel percorso della mostra altre piante di altri edifici come Art Hotel, realizzata in stoffa e poggiata su dei basamenti in legno o Vannucci’s gallery, una stampa su carta con inserti di stoffa. Anche qui i diversi materiali con cui i perimetri sono realizzati creano delle aperture, rendono i confini permeabili. For lunch è invece una scultura composta da due pentole in cristallo poste una accanto all’altra, sul bordo di ognuna di esse è collocata, in modo apparentemente casuale una piccola stampa in PVC, in realtà un QR Code il cui disegno grafico è realizzato appositamente per l’opera. Inquadrando i due codici veniamo collegati alle ricette di due pietanze fondamentali alla sopravvivenza di due popoli: una zuppa eritrea e la polenta italiana. Parla di cibo e di relazioni anche l’opera Babette’s feast,un riferimento al racconto di Karen Blixen, Il pranzo di Babette, in cui il cibo inteso anche come opera d’arte diventa punto di incontro, relazione e superamento di contrapposizioni. Corsini realizza una cassa in acciaio specchiante riprendendo le forme delle comuni cassette della frutta, quasi a voler realizzare un contenitore dove poter raccogliere ciò che fa parte della storia personale, un piccolo trasloco con gli oggetti che fanno parte del proprio vissuto, parole che prendono corpo. All’interno una serie di sculture in cristallo: pentole e stoviglie, ma anche la copertina del libro con impresso il titolo Babette’s feast.

Conclude il percorso della mostra l’opera Hate me, composta da otto neon rossi attaccati alla parete. Durante la giornata l’installazione ogni tanto si spegne, lasciando intravedere la scritta in vernice fotosensibile “Hate me”, che però dura solo quattro secondi, poi scompare. 

Vittorio Corsini è nato nel 1956 a Cecina (Livorno), vive e lavora tra la Toscana e Milano.
È docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. 
La ricerca di Vittorio Corsini da sempre si concentra sul tema dell’abitare come archetipo mentale e come luogo in cui l’individuo si definisce e si realizza. Mediante sculture e installazioni, realizza una sorta di inventario visivo degli elementi dell’abitare domestico, assurgendo la casa a un’icona costante del suo lavoro. Corsini fa della interazione con gli utenti uno dei punti cardini della sua poetica. Pone grande attenzione quindi all’arte pubblica di cui si citail progetto che da molti anni conduce per la città di Peccioli. La sua poetica lo porta indistintamente ad utilizzare diversi medium: dal disegno alla scultura, dal vetro alla luce fino alle indagini sui social medium come per esempio nel progetto “lightmood”. Ha esposto in numerose gallerie e musei pubblici, il suo lavoro èpresente in collezioni pubbliche e private.

 

Vittorio Corsini, hate me, Galleria, ME Vannucci
Vittorio Corsini
Non odiarmi

mostra personale
testo di Gabi Scardi
fino al 19 marzo 2023

Orari di apertura dal mercoledì al giovedì 17:00 -19:30
venerdì e sabato 9:30-12:30 / 17:00 -19:30
o su appuntamento

Via Gorizia, 122 Pistoia, Italia

tel. +39 057320066 mob. +39 335 6745185 
info@vannucciartecontemporanea.com


mercoledì 1 marzo 2023

Iginio De Luca | Tanti auguri e saluti

Iginio De Luca, Tanti auguri e saluti, installazione sonora con casse audio e megafono, ph. Luis Do Rosario


Da Marina Bastianello gallery è in corso fino al 12 marzo 2023 la personale di Iginio De Luca Tanti auguri e saluti, a cura di Pietro Gaglianò. 

Tanti auguri e saluti è il progetto che Iginio De Luca ha pensato espressamente per lo spazio della galleria. Il titolo proviene da una traccia incisa sul Voyager Golden Record, il disco che dal 1977 viaggia sulle due sonde Voyager, lanciate nello spazio dalla NASA, assieme a decine di analoghi saluti in altre lingue terrestri e una raccolta di immagini, suoni, brani musicali. Le scarsissime possibilità che le sonde raggiungano altre forme di vita aprono uno scenario teso tra visionarietà e assurdità; qui, trascinati dalla bonaria irrilevanza del saluto in italiano, si affrescano alcuni elementi ricorrenti della ricerca di De Luca: l’intervallo indefinito, la precarietà, il galleggiamento tra sparizione e rivelazione e una tenace ironia come possibile resistenza agli abusi di potere.

In mostra scorre una serie di lavori degli ultimi anni che seguono questa traccia della sospensione, della condizione di soglia, tra interno ed esterno, visibile e invisibile, pubblico e privato, comico e tragico, tra personale e politico. Due sono i dispositivi attraverso i quali si svolge l’esperienza del visitatore. Il primo, visivo, consiste di una cospicua struttura in tubi innocenti che regge due pannelli sui quali ogni giorno verranno affissi altrettanti manifesti, immagini tratte dai Blitz compiuti da De Luca nello spazio pubblico o da altre opere, sempre connesse alla sfera dei rapporti tra individuo e sistemi di potere. Il secondo dispositivo, sonoro, si concretizza in una struttura analoga dove due casse trasmettono in loop una sequenza di opere audio, tutte realizzate dall’artista sonorizzando materiali e luoghi o rielaborando gli inni nazionali, suprema espressione di un’identificazione collettiva astratta e abusata. Su entrambi i dispositivi veglia un occhiuto megafono, specchiante e rotante, che include il visitatore in una maglia di simboli, tra la protesta e il controllo. 

La visione complessiva della mostra, con la stratificazione dei flussi visivi e sonori, richiede quindi un lungo tempo di ascolto e il ritorno quotidiano in galleria. A chiosa e conclusione di questo azzardo, in uno spazio appartato e buio lampeggia al ritmo del codice morse un lightbox con l’immagine di un chiosco di fiori e piante, uno dei tanti che illuminano, incessantemente, incomprensibilmente, la notte di Roma. Il messaggio è, naturalmente, Tanti auguri e saluti. 

Iginio De Luca, Formia (LT), 21 agosto 1966. Vive a Roma, insegna Decorazione e Installazioni Multimediali all’Accademia delle Belle Arti di Frosinone. E’ un artista poliedrico e un musicista. Negli ultimi anni la sua poetica si è concentrata soprattutto sulla produzione di video, di immagini fotografiche, installazioni sonore ma anche di quelli che lui definisce blitz. Considerandoli a cavallo tra arte urbana e performance, l’artista compie azioni a volte sorvolando, altre proiettando e scappando, altre ancora arrivando in luoghi con elementi di forte disturbo e impatto visivo. Ibridando etica ed estetica, tecnologia e azioni comportamentali, Iginio reclama l’interazione con l’ambiente e il pubblico, denunciando, tra ironia e impegno, la crisi di valori di questo nostro tempo. Nel 2020 vince il premio “Cantica21”, bando del Mibact per la diffusione dell’arte italiana all’estero. Nel 2019 per la casa Mincione Editions pubblica il libro “Blitz”, a cura di Claudio Libero Pisano. Suoi video sono stati proiettati in numerosi festival in Italia e all’estero, ha partecipato alla XIV Quadriennale di Roma, ha esposto in spazi pubblici e privati come museo Maxxi, Palazzo Reale di Napoli, Auditorium Parco della Musica, la Galleria Nazionale, Palazzo delle Esposizioni, AlbumArte, Museo Macro, Museo Ciac di Genazzano, Museo del Vittoriano. Nel 2018 ha partecipato ai Martedì Critici ed è stato invitato in varie residenze come Bocs Art Cosenza, Apulia Land Art, Fourteen Artellaro di Lerici, Atelier d’artista ai Mercati di Traiano. Il suo lavoro si trova in numerose collezioni pubbliche e private. Tra le mostre personali “Tevere Expo”, 2022, al museo MACA di Frosinone, “Iailat” nel 2018 al Sound Corner dell’Auditorium, “Riso Amaro” nel 2017 da Albumarte, “Expatrie” nel 2016. 

Pietro Gaglianò, (1975), laureato in architettura, è critico d’arte, educatore e curatore indipendente. La sua ricerca riguarda il rapporto tra l’estetica del potere e le contronarrazioni agite dall’arte, prediligendo il contesto urbano e sociale come scena dei linguaggi contemporanei. Nei suoi progetti sperimenta formati ibridi tra arte e scienze sociali per coltivare la percezione politica dello spazio pubblico e della comunità. Ha pubblicato, tra gli altri volumi, La sintassi della libertà. Arte, pedagogia, anarchia (Gli Ori, 2020) e Memento. L’ossessione del Visibile (Postmedia Books, 2016).

Iginio De Luca, Tanti auguri e saluti, megafono rotante, ph. Luis Do Rosario

Marina Bastianello Gallery
Via Giovanni Pascoli 9/C @M9
30171 Venezia VE

Tanti auguri e saluti
Iginio De Luca
a cura di Pietro Gaglianò
dal 13 febbraio al 12 marzo 2023

martedì 28 febbraio 2023

NEW SPACE MONITOR ROME | OPENING "Paura della Pittura"

Matteo Fato, Florilegio 18, ossia, vigilia di un crepuscolo (serale), 1916 / 2023 Courtesy Monitor gallery

Ma l’atto del dipingere è spesso caratterizzato non più dal coraggio come per Giotto, per Tintoretto, o per Tiziano o per Caravaggio o per Van Gogh, anzi dalla paura. Paura degli amici, dei nemici, dei critici, dei mercanti, della propria cultura, dei libri che si son letti, del ‘breviario di estetica’, dei quadri che si son visti e di quel che è stato detto e scritto su quei quadri, paura di se stessi, del proprio passato e del proprio avvenire, paura dell’illustrazione, del decorativismo, del naturalismo, del sentimento, dell’imitazione, paura dell’oggetto come oggetto, paura d’essere nella moda e paura d‘esserne fuori”.[1] 

La mostra è molto semplice: come in una sorta di sacra conversazione tra antichi e moderni, tra vivi e morti, gli artisti attuali della galleria convivono con artisti passati di area figurativa italiana (per usare un'espressione scolastica di comodo). Fare arte di viventi e non viventi non significa ricercare parentele o progenitori. Anche se non si è mai sottratti da una tradizione, può esserci incoscienza artistica e non riferirsi a vincoli genealogici ma solo a concomitanze e sortilegi, magari senza che sia mai avvenuto un contatto. Il legame tra costoro è aver abitato e abitare poeticamente il mondo.

Di ogni artista trascorso (Giovanni Acci, Ugo Celada, Alfredo Chighine, Virgilio Guzzi, Walter Lazzaro, Giovanni Omiccioli, Domenico Purificato, Ada Schalk, ecc.) è stato scelto un solo dipinto canonico (olio su tela o su tavola, di dimensioni domestiche, da cm 30 X 40 a un massimo di cm 70 x 100 circa[2]), la stessa cosa per i viventi: Matteo Fato, Thomas Braida, Nicola Samorì e Elisa Montessori. Ad essi si è richiesto un dipinto che stia entro le stesse misure o le superi per eccesso o per difetto in modo tollerato (il quadro è la sola porzione ritagliata di mondo che serve guardare), e di non preoccuparsi dell'originalità (capricciosa) del soggetto ma che lo scelgano assolutamente nella tradizione: natura morta, paesaggio, nudo, ritratto, vaso con fiori, vanitas, ecc. (“soggetto ed emozione sono sinonimi”). La pittura è pericolosa, non lo dimentichiamo: vasi, paesaggi e figura e tutte le convenzioni salvano, sono parapetti, proteggono dal mare aperto, “dove non si tocca”. Per l’inaugurazione, le pareti della galleria, della nuova sede, espongono quadri (“ad altezza d’uomo”), contro tutti i ritorni in pittura, senza temere i miraggi, gli orli sul precipizio, le parvenze dell’al di qua che questa pittura celebra.

Ricordano i curatori che: “Pochi giorni prima di morire in guerra, Boccioni aveva avuto un pensiero: Nulla è più terribile dell’arte. Tutto ciò che non è arte è disprezzabile. Tutto quanto è giuoco in confronto a una pennellata giusta. La pittura è un nemico che non smetterà mai di vincere”. 

La mostra si intitola Paura della pittura, gli artisti sono stati invitati a fare quello che sanno fare bene e per cui la galleria li ha scelti: pitturare "senza paura", confidando sui paraocchi del cerimoniale della mostra.

Giovanni Acci (Firenze, 14 luglio 1910 – Pietrasanta, 12 ottobre 1979), Thomas Braida (Gorizia, 1982), Ugo Celada da Virgilio (Cerese, 1895 – Varese, 1995), Alfredo Chighine (Milano, 1917 – Pisa, 1974), Matteo Fato (Pescara, 1979), Walter Lazzaro (Roma, 1914 – Milano, 1989), Virgilio Guzzi (Molfetta, 1902 – Roma, 1978), Elisa Montessori (Genova, 1931), Giovanni Omiccioli (Roma, 1901 – Roma, 1975), Domenico Purificato (Fondi, 1915 – Roma, 1984), Nicola Samorì (Forlì, 1977), Ada Schalk (Milano, 1983 – Varese, 1957).

[1]Renato Guttuso, in Paura della pittura. Numero monografico di “Prospettive”, a. VI, n. 25-27, 15 gennaio – 15 marzo 1942.
[2]I dipinti al di sotto di cm 170 x 120 sono definiti da Boccioni: “quadretti”.



PAURA DELLA PITTURA
a cura di Gianni e Giuseppe Garrera
4 marzo 2023 dalle 16 alle 21
Fino al 22 aprile 2023


MONITOR ROME
Via degli Aurunci 44, 46, 48
00185 Roma
T: +39 06 69 22 1808
M: monitor@monitoronline.org


Sediamoci qui, a Roma da Divario la personale di Giulio Bensasson

 

Divario, Sediamoci qui, Giulio-Bensasson©Studio-Daido

A Roma da Divario è in corso fino al 4 marzo 2023 Sediamoci qui, personale di Giulio Bensasson, la cui pratica artistica si sviluppa principalmente attraverso il linguaggio scultoreo e l’installazione, ponendo particolare attenzione alle tecnologie multimediali e soprattutto alla sperimentazione di nuovi materiali.

Tema prediletto della sua ricerca è il tempo che in molte delle sue opere ricopre anche il ruolo di protagonista, alluso come momento culminante di un atto o come processo latente e inesorabile. Il suo trascorrere è elemento basilare della composizione con cui l’artista deve scendere a patti, usato metaforicamente come mezzo espressivo attraverso il quale indagare il trasformarsi della materia e osservare i processi imprevedibili che in essa si manifestano.

La selezione delle opere esposte (sei riproduzioni fotografiche su carta e tre lightbox) proviene da un archivio – Non so dove, non so quando – molto ampio e in continua crescita, formato da centinaia di diapositive ammuffite che l’artista è riuscito a raccogliere grazie a una serie di ritrovamenti fortuiti all’interno di cantine umide, magazzini abbandonati e bancarelle dell’usato.
Queste piccole immagini fotografiche, che prima raffiguravano e custodivano un istante ben definito della realtà, sono ora l’ingrandimento di vecchie pellicole quasi completamente disfatte dall’incessante lavoro di decomposizione delle muffe e dei funghi. Erano ricordi di qualcuno e ora sono la rappresentazione della memoria stessa che si sgretola, si trasmuta e assume forme ambigue, indecifrabili, compone mondi sconosciuti e piccoli universi di colore. Vere e proprie opere pittoriche del tempo.

La mostra si completa con l’opera Come funghi, un’installazione che dialoga con lo spazio della galleria composta da più di 100 sculture in gomma siliconica rosa che si ispirano alle forme dei funghi lignicoli, imitandone persino il proliferare, ma realizzati con la consistenza, il colore e il materiale stesso dei sex toys.

Catalogo in galleria con un approfondimento critico di Saverio Verini.

Divario, Sediamoci qui, Giulio-Bensasson©Studio-Daido

Via Famagosta 33, Roma
+39065780855, info@divario.space
Orari: lunedì 15:30 – 19:30; da martedì a venerdì 11.30 – 19.30; sabato su appuntamento
Ingresso libero

lunedì 27 febbraio 2023

Agnese Purgatorio | Parole Nomadi

Agnese Purgatorio, Nomade Immobile, 2023


Inaugurata nella Pinacoteca metropolitana “C. Giaquinto” a Bari la mostra Parole Nomadi dell’artista barese Agnese Purgatorio, promossa dalla Città metropolitana di Bari.

Agnese Purgatorio con un linguaggio assolutamente contemporaneo, attraverso l’uso dei collage digitali, della video art e di performance, racconta con delicatezza temi attuali ed estremamente controversi, come il ruolo delle donne nella società, la marginalità degli ultimi, i conflitti sociali, i migranti e le guerre. Le sue immagini riportano a luoghi senza tempo, sospese tra parola e forma e, spaziando tra media e linguaggi eterogenei, diventano scenari poetici di storie umane.

Fino al 14 maggio la Pinacoteca metropolitana ospita circa 22 opere dell’artista che si inseriscono all’interno della collezione permanente del museo tra sculture, oli e affreschi in un sapiente dialogo tra forma e materia nel nome del linguaggio universale dell’arte.

Testi in catalogo di Pippo Ciorra, Carmelo Cipriani, Martina Corgnati, Anna D’Elia.

Agnese Purgatorio. Parole Nomadi
fino al 14 maggio 2023
Bari, Pinacoteca metropolitana C. Giaquinto
Via Spalato, 19 Lungomare N. Sauro, IV piano, 27 - 70121 Bari



venerdì 24 febbraio 2023

A Roma da COSMO la rassegna di videoarte Odds, rarities and B-sides

Alessio Ancillai, still frame, Memory Comma Line Dot 

Il 24 febbraio 2023, Cosmo presenta la rassegna di videoarte Odds, rarities and B-sides, a cura di Nicoletta Provenzano e con la direzione artistica di Zaelia Bishop: una immersione nel bizzarro e nell’insolito, nelle rarità e singolarità, una miscellanea che si addentra nell’extra-ordinario della ricerca, in un ipotetico e figurato retro di un long playing, nelle sfaccettature liminali tracciate oltre il canonico. 

Gli artisti Alessio Ancillai, Karin Andersen, Apotropia, Bianco-Valente, Citron Lunardi, Iginio De Luca, Anica Huck, Miss Sam, Elena Mazzi, in un flusso randomico, conducono l’osservatore in un percorso tra il passato e il presente, tra la natura e la relazione con i suoi cambiamenti climatici, tra temporalità e spazialità, atti linguistici e fluttuazioni oniriche. 

Performance, corporeità, parole, alterazioni e conformazioni biotiche, paesaggi naturali, surreali e urbani si muovono in un tempo di accadimenti e narrazioni visivo-semantiche lungo i confini del linguaggio, in riflessioni poetiche o mordaci, in viaggi ed emigrazioni, in esperienze corali attraverso il solco di miti e credenze, in risonanze epidermiche ed echi emozionali. 

Costellazioni di enigmi, simboli e metafore contengono e proiettano un cammino oltre il categoriale e il tematico, una trama in tensione e articolazione fra bios e logos che le immagini video compongono in una polisemia orizzontale ed espansiva, rivelando correlazioni, sincronie e diacronie. 

La rassegna Odds, rarities and B-sides presenta una fusione ed amalgama di accenti tra il quotidiano e il futuribile, l’inquieto e l’elegiaco, un’avventura sineddotica tra memoria e mitologemi, orizzonti morfemici e campi extralinguistici, movimento e mutazione, racconto e folklore. 





ODDS, RARITIES AND B-SIDES
videoart exhibition
a cura di Nicoletta Provenzano, con la direzione artistica di Zaelia Bishop
24, 25 e 26 Febbraio 2023
Opening 24 febbraio 2023 ore 18 - 22

COSMO - Piazza di Sant’Apollonia 13 (Trastevere) – Roma
Aperto tutti i giorni dalle 17 alle 21


lunedì 13 febbraio 2023

Present Perfect | Passato prossimo | Dall’archivio di Acta International

Chrystie Sherman, Matrimonio, Mumbai, India, 2003 (courtesy the Artist e Archivio Acta International)

Per celebrare i 30 anni di attività di Acta International, tra le prime gallerie a Roma dedicate esclusivamente alla fotografia contemporanea, Giovanna Pennacchi è lieta di invitarLa alla mostra collettiva Present Perfect | Passato prossimo. Dall’archivio di Acta International. 

Nel giugno 1993, con la mostra personale Roma di Mario Clementi, curata dallo storico della fotografia Diego Mormorio - mente creativa dell’Associazione culturale Acta International insieme alla fondatrice e direttrice Giovanna Pennacchi - veniva inauguratolo spazio di via Panisperna.

Nel tempo Acta International ha ospitato 116 mostre fotografiche (organizzando anche progetti espositivi a New York presso il Fashion Institute of Technology, l’Istituto Italiano di cultura, la Casa Italiana Zerilli-Marimò, e a Monaco di Baviera presso l’Istituto Italiano di cultura) tra personali, bipersonali e collettive, dedicate ad autrici e autori sia italiani che stranieri - dal Pakistan all’Oman, dalla Corea del Sud all’Australia, dagli Stati Uniti alla Croazia - offrendo con lo stesso entusiasmo una significativa piattaforma di visibilità alle nuove generazioni. 

Per questo primo appuntamento celebrativo, la curatrice Manuela De Leonardis ha selezionato dall’archivio di Acta International e dalla collezione privata della direttrice 24 opere di Paola Agosti, Marco Anelli, Sandro Becchetti, Gianni Berengo Gardin, Piergiorgio Branzi, Massimiliano Camellini, Franco Cenci, PasqualeDe Antonis, Simona Filippini, Giorgia Fiorio, Leonard Freed, Frank Horvat, Lucideddu(Lucia Cadeddu), Nathan Lyons, PatriziaMolinari, Marialba Russo, Ivo Saglietti, Jack Sal, Pentti Sammallahti, Enzo Sellerio, Chrystie Sherman, Paolo Simonazzi, Angelo Turetta, LimYoung Kyun. 

L’autorialità dei diversi linguaggi della fotografia in bianco/nero e a colori, analogica e digitale, tra ritratti, paesaggi, interni, moda, reportage e fotografia di sperimentazione, lascia emergere quella visione corale che è contemporaneamente un viaggio emozionante nella storia stessa della galleria romana.


Present Perfect | Passato prossimo
Dall’archivio di Acta International

a cura di Manuela De Leonardis

16 marzo-29 aprile 2023
inaugurazione giovedì 16 marzo ore 18,30 - 20,30

ACTA INTERNATIONAL
direzione: Giovanna Pennacchi
via Panisperna, 82 – 00184 Roma
dal mercoledì al sabato ore 16,00 - 19,30
064742005
info@actainternational.it
www.actainternational.it