mercoledì 23 giugno 2010

PEPERONCINO JAZZ FESTIVAL 2010

Enrico Rava
Dal Tirreno allo Jonio cosentino, passando per il Pollino e la Sila!
Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro,
Diamante, Belvedere, Sangineto, Cetraro, Acquappesa, Fuscaldo,
Amantea, Aiello Calabro, Rotonda (PZ), Laino Borgo, Morano Calabro, Castrovillari, Altomonte, Torano Castello, Rende, Grimaldi, Spezzano della Sila, San Giovanni in Fiore, Taverna (CZ), Villapiana, Sibari, Corigliano, Rossano …



9° edizione: luglio > agosto 2010


Eddie Gomez, Enrico Rava, Tuck&Patty, Dado Moroni, Paolo Fresu, Jenny B.,
Pino Daniele Electric Jam, Danilo Rea, Roberto Gatto, Fabrizio Bosso, Bill Stewart,
Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Horacio “el negro” Hernandez, Paolo Damiani,
Eivind Aarset Sonic Codex, Mark Turner, Seamus Blake, Robin Eubanks, Omer Avital,
Stefano Di Battista, Luca Aquino, Alain Caron, Irio & Robertinho De Paula,
Mari Kvien Brunvoll, Luca Mannutza, Fabio Accardi, Larry Grenadier, Minino Garay,
David Kikoski, Peter Bernstein, Aaron Goldberg, Jeff Ballard, Luca Bulgarelli,
Eric Daniel, Quarteto Malandro, Daniele Scannapieco, Danielle Di Majo, Mia Cooper, Hakon Kornstad, Doug Weiss, Gabriele Evangelista, Fahir Atakoglu, Amedeo Ariano,
Rosario Bonaccorso, Pippo Matino, Matt Clohesy, Michele Papadia, Gaetano Partipilo,
Joe Pisto, Fabrizio Sferra, Willie Jones III, Sam Yahel, Greg Hutchinson,
Pietro Condorelli, Roberto Tarenzi, Daniele Mencarelli, Daniela D’Ercole, Marcello Nisi, Giancarlo & Francesco Mazzù, Sam Yahel, Rosa Martirano, Marco Acquarelli,
Roy Panebianco Blues Legacy, Claudio Borrelli, Cristiano Arcelli, Leon Pantarei, Umberto Napolitano, Roberto Cherillo, Giuseppe Bassi, Fabrizio La Fauci,
Alessandro Paternesi, Salvatore Sangiovanni, Sasà Calabrese, Alberto D’Anna,
Emanuele Mencarelli, Pasqualino Fulco, Toni Armetta, Marco Trifilio Wishlist Blues Band, Ettore Carucci, Nuevo Sud Ensamble, Egidio Ventura Latin Project,
Alberto La Neve Duo Tanghero, Takabum, Rocco Papaleo & Band,
Saverio La Ruina, Gianfranco De Franco, Leonardo Gambardella, Stefano Giuliano

COMUNICATO STAMPA


E’ IN ARRIVO IL 9° PEPERONCINO JAZZ FESTIVAL
DAL 16 LUGLIO AL 25 AGOSTO IN CALABRIA JAZZ & DEGUSTAZIONI


In programma dal 16 luglio al 25 agosto 2010 nelle più belle località della provincia di Cosenza, il Peperoncino Jazz Festival, evento che coniuga grande musica, gastronomia e cultura sotto il segno di uno dei simboli della regione (il peperoncino), si conferma ancora una volta come uno dei più importanti appuntamenti culturali e turistici dell’estate calabrese, nonché uno dei festival musicali più caratteristici d’Italia.

Dopo il successo delle ultime edizioni, anche quest’anno l’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Pìcanto con il contributo della Regione Calabria - Fondi Europei POR CALABRIA FESR 2007/2013 Asse V Linea di intervento 5.2.3.1. - della Provincia di Cosenza, degli enti Parco Nazionale del Pollino e Parco Nazionale della Sila, di numerose amministrazioni comunali e con il patrocinio di C.C.I.A.A. e Confindustria di Cosenza, AGIS e ANEC Calabria, verrà riproposto nella formula organizzativa della rassegna itinerante e avrà il sottotitolo “Terre Sonanti”.

In un mese e mezzo di programmazione, ben 26 saranno le località dell’alta Calabria interessate: nel passaggio dallo Jonio al Tirreno cosentino, infatti, verranno coinvolti importanti centri cittadini (Castrovillari, Corigliano, Rossano e Rende), numerosi centri turistici del territorio provinciale, tra località costiere (Praia a Mare, San Nicola Arcella, Scalea, Santa Maria del Cedro, Diamante, Belvedere, Sangineto, Cetraro, Acquappesa, Fuscaldo e Amantea sul Tirreno e Villapiana e Sibari sullo Jonio) e paesi dell’entroterra (Altomonte, Torano Castello, Grimaldi e Aiello Calabro), nonché il territorio dei due parchi nazionali della provincia di Cosenza: quello del Pollino (con gli incantevoli borghi di Morano Calabro e Laino Borgo) e la Sila, con tappe nella Riserva Naturale “I Giganti del Fallistro”, sul Lago Arvo (a Lorica) e, unica tappa fuori provincia, a Taverna (CZ), nel Teatro Verde che sorge nell’area del Centro Visita A. Garcea in Località Monaco di Villaggio Mancuso.

Il Peperoncino Jazz Festival si conferma, inoltre, anche quest’anno, come una sorta di “marchio di qualità” e come un vero e proprio contenitore di eventi culturali, in quanto oltre alle serate organizzate in collaborazione con importanti eventi calabresi quali “Suoni”, “Di…Vino Jazz”, “Aspettando il Settembre Rendese” e “Amantea Around Jazz”, ingloberà per intero nel suo programma il Magna Grecia Jazz Festival e il Laos Jazz Festival (entrambi alla loro 4° edizione); il Morano Blues & Jazz e il Cetraro Jazz (che torneranno in grande stile dopo una battuta d’arresto durata diversi anni), nonché il Festival del Borgo, rassegna di musica e teatro che lo scorso anno ha fatto registrare un enorme successo di pubblico e critica.
Ricco più che mai il cartellone allestito dal direttore artistico Sergio Gimigliano per questa 9° edizione del festival musicale più piccante d’Italia, che vedrà esibirsi, tra gli altri, la cantante JENNY B., il mitico contrabbassista EDDIE GOMEZ accompagnato dal pianista DAVID KIKOSKI e dal batterista ROBERTO GATTO (quest’ultimo, nell'arco della manifestazione sarà protagonista anche con il suo Organ Trio accompagnato da DANIELE SCANNAPIECO e LUCA MANNUTZA); il quintetto di MININO GARAY e il nuovo trio del pianista turco FAHIR ATAKOGLU, con ALAIN CARON al basso e il portentoso batterista cubano HORACIO “el negro” HERNANDEZ; i pianisti DADO MORONI (“Pianista dell’anno” per la rivista Musica Jazz) e DANILO REA (il quale per tre giornate avrà letteralmente “carta bianca” da riempire con i suoi progetti in piano solo); MIA COOPER & Apples 3 e le nuove voci del jazz italiano: DANIELA D’ERCOLE e ROSA MARTIRANO (quest’ultima per l’occasione si esibirà, in anteprima nazionale, in duo con il violoncellista PAOLO DAMIANI).

Sui vari palchi del festival (tutti allestiti in location di incredibile fascino) saliranno, inoltre, i migliori trombettisti italiani, da ENRICO RAVA - il jazzista italiano più famoso al mondo, vincitore del Top Jazz 2009 come “Musicista dell’anno”), che sarà in quintetto con ospite il trombonista GIANLUCA PETRELLA - a PAOLO FRESU; da FABRIZIO BOSSO (che si esibirà in trio con LUCA BULGARELLI e AMEDEO ARIANO), fino ad arrivare al giovane LUCA AQUINO, fresco vincitore del Top Jazz 2009 come “Miglior Nuovo Talento”, che presenterà in anteprima nazionale il suo nuovo lavoro realizzato in duo con il pianista ROBERTO CHERILLO, in uscita in autunno per la Picanto Records.

Saranno protagonisti dell’evento, poi, vere e proprie stelle del panorama internazionale, come il trio di AARON GOLDBERG (formato dal contrabbassista OMER AVITAL e dal batterista GREGORY HUTCHINSON), i quartetti del chitarrista PETER BERSTEIN e del trombonista ROBIN EUBANKS; il duo formato da IRIO & ROBERTINHO DE PAULA, il quartetto di SEAMUS BLAKE (con, tra gli altri, il fortissimo BILL STEWART alla batteria) e il super trio FLY (MARK TURNER, LARRY GRENADIER e JEFF BALLARD); fino ai MALANDRO BRASIL QUARTETO e al mitico duo acustico formato da TUCK & PATTY.

Quest’anno, poi, in collaborazione con il Parco Nazionale della Sila, verrà realizzato un ideale gemellaggio musicale e culturale con la Norvegia, che porterà ad esibirsi nell’ambito del Peperoncino Jazz Festival l’originale cantante MARI KVIEN BRUNVOLL, il SONIC CODEX PROJECT dell’immaginifico chitarrista EIVIND AARSET e il sassofonista HAKON KORNSTAD, che per l’occasione duetterà con il trio OMPARTY del multi percussionista calabrese LEON PANTAREI.

L’evento, che anche quest’anno conterrà nel suo programma una serata di beneficenza all’insegna della musica leggera a cura della Fondazione Lilli (PINO DANIELE ELECTRIC JAM), ospiterà, inoltre, grandi nomi del teatro, primi fra tutti ROCCO PAPALEO, SAVERIO LA RUINA – attore calabrese vincitore del Premio UBU 2008 come “Miglior Attore”, che accompagnato da GIANFRANCO DE FRANCO presenterà la sua ultima produzione, “LA BORTO” - e LEONARDO GAMBARDELLA (che insieme a STEFANO GIULIANO proporrà un tributo in musica e parole all’indimenticabile Duke Ellington - produzione originale del PJF -) e grandi firme del giornalismo musicale, quali: GINO CASTALDO (che farà degli interventi nel corso del concerto di presentazione del nuovo progetto del sassofonista STEFANO DI BATTISTA, "Woman's Land") e VINCENZO MARTORELLA (il quale terrà degli incontri di “Guida all’ascolto del Blues” nell’ambito della “tre giorni” in programma a Morano a fine luglio).

Come da tradizione, poi, il Peperoncino Jazz Festival si svolgerà in stretta collaborazione con la prestigiosa label PICANTO RECORDS.

Si segnala, innanzitutto, una serata speciale nel corso della quale si esibirà la cosiddetta PICANTO ALL STAR QUINTET, formazione composta dai musicisti autori delle ultime produzioni discografiche di casa Picanto: “ECCEDERE DI BLU” (dell’altoista DANIELLE DI MAJO), “CHANGE OF DIRECTION” (in uscita a firma del pianista FRANCESCO SCARAMUZZINO), “WILD CATS…” (ultimo lavoro di PIETRO CONDORELLI), “POESIE DI CARTA” (dello SMAF Quartet in cui milita il contrabbassista SASA’ CALABRESE) e “TASSA DI RESIDENZA NAPOLI” (primo progetto discografico dei JAZZ LAG capitanati da CLAUDIO BORRELLI).

Nell’arco del mese e mezzo di programmazione in cui la rassegna toccherà in lungo e in largo il Cosentino, inoltre, come già accennato, verrà presentato in anteprima nazionale “SOFFICE”, il progetto (ancora inedito) a firma del duo composto da LUCA AQUINO e ROBERTO CHERILLO, e, dopo la presentazione nazionale in occasione di Umbria Jazz (in programma il 14 luglio alle ore 11.00 presso La Feltrinelli di Perugia), verrà proposto al pubblico del festival calabrese “SALTO NEL VUOTO”, lavoro a firma del contrabbassista DANIELE MENCARELLI e del suo GRUPPO IRREGOLARE (album che vanta il patrocinio di UMBRIA JAZZ).

Come per le passate edizioni, inoltre, nell’arco della rassegna sarà dato ampio spazio ai migliori musicisti calabresi: dai pianisti SALVATORE SANGIOVANNI, LUIGI NEGRONI e UMBERTO NAPOLITANO (quest’ultimo sarà a capo di un super quartetto con ospite il sassofonista ERIC DANIEL) alla BLUES LEGACY del talentuoso chitarrista ROMUALDO PANEBIANCO; dal NUEVO SUD ENSAMBLE di SASA' CALABRESE all’EGIDIO VENTURA LATIN PROJECT; dal duo chitarristico formato dai fratelli GIANCARLO e FRANCESCO MAZZU’ al DUO TANGHERO di ALBERTO LA NEVE; dalla WISHLIST BLUES BAND di MARCO TRIFILIO fino alla coinvolgente marchin’ band dei TAKABUM.

Come da tradizione del Peperoncino Jazz festival, in occasione di ogni singolo concerto in cartellone la musica sarà messa in dialogo con location di grandissimo fascino paesaggistico (vedi location in Sila) o artistico, storico e architettonico (dal Teatro dei Ruderi di Cirella-Diamante al Parco Archeologico di Sibari; dai chiostri di Palazzo San Bernardino a Rossano, del Protoconvento di Castrovillari e dei conventi di S. Bernardino ad Amantea e a Morano al Parco del Santuario delle Cappelle a Laino Borgo - luogo in attesa di inserimento nel Patrimonio dell’Unesco - ; dal Museo del Cedro di Santa Maria del cedro alle Terme Luigiane di Guardia Piemontese; dal giardino del Palazzo dei Principi Spinelli di Scalea a quello del Palazzo del Trono di Cetraro, fino ai castelli di Corigliano e Sangineto; nonché suggestivi scorci dei centri storici di Rende, Altomonte, Torano Castello, Grimaldi, Aiello Calabro, Praia a Mare e Belvedere), con allestimenti cuciti su misura sui luoghi e sugli artisti in programma, per donare al pubblico un'atmosfera magica e irripetibile.

Si tratta, dunque, ancora una volta, di un festival in movimento, che asseconda il gusto della scoperta e del sublime, per raccontare i luoghi di grande interesse con episodi concertistici d’eccellenza, trasformando ogni singolo evento in un’occasione di viaggio e di forte interesse culturale, oltre ché di grande jazz.

Ogni singolo evento concertistico, inoltre, come sempre verrà trasformato anche in un’occasione di “piacere dei cinquesensi” e in un’occasione per una più congiunta promozione turistica e agro-alimentare del territorio, in quanto il Peperoncino Jazz Festival, sin dalla sua prima edizione, si caratterizza anche per le degustazioni di prodotti tipici calabresi di grande prestigio (si segnalano le degustazioni dei migliori vini calabresi a cura dei Sommelier della FISAR di Cosenza sotto il coordinamento di TOMMASO CAPORALE, le degustazioni realizzate in collaborazione con l’ANAG e con il Consorzio Del Cedro Di Calabria, oltre a quelle di prodotti quali le liquirizie Amarelli, i distillati Caffo e Passaro, i salumi Montagna e Dodaro, la birra Mastro Birraio, i tarallini al peperoncino Cofone, l’olio Papaleo, il caffè Marago ecc.).

Come da tradizione, infine, anche quest’anno la manifestazione non si esaurirà con i grandi concerti serali arricchiti dalle degustazioni, ma si caratterizzerà anche per tutta una serie di eventi correlati: dalle mostre di fotografia curate da ANTONIO ARMENTANO, CICCIO CISARIO ed ANTONIO CAPPELLANI (che saranno itineranti e verranno allestite nelle location in cui si svolgeranno i concerti) agli “Aperitivi in Jazz”; dagli “After Midnight” in programma in caratteristici locali trasformati, per l’occasione in veri e propri jazz club, alle street parade, fino al corso di Guida all’Ascolto e ai Workshop musicali.


INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO:
ASSOCIAZIONE CULTURALE PICANTO
Mobile: 340/5730240
E-mail: ass.picanto@libero.it
Web: http://www.peperoncinojazzfestival.com/


UFFICIO STAMPA:
Francesca Panebianco
Mobile: 340/5966160
E-mail: f.panebianco@libero.it

Segnala-Massimo Nardi

“Ombra e Sole”. Al Festival dei 2 Mondi di Spoleto in diretta dal torchio al pubblico.


Il Festival dei 2 Mondi di Spoleto è una manifestazione culturale che, a livello nazionale ed internazionale, conserva il suo indiscusso prestigio grazie all’originalità e all’esclusività degli spettacoli proposti. Anche quest’anno, curatore della sezione Arte è Vittorio Sgarbi, trasversale e acuto uomo di cultura che pone l’arte e la sua lettura su di un piano dialettico fruibile a tutti avvicinando il pubblico all’artista e al suo fare, spesso intimo e segreto.

Proprio in questa ottica è stato pensato e voluto l’evento “Ombra e Sole” curato dal maestro Igor Borozan e da Paolo Sgroi, maestro nella stampa d’arte originale. Il loro talento e il loro diverso sapere si uniscono per dar vita ad una serie di incisioni ispirate alla Spagna ma il cui significato ben si adatta alla vita. Camicie bianche come ponti tra est ed ovest, simbologia di vite vissute che si intrecciano al ritmo incalzante del flamenco nell’arena della corrida dell’umana esistenza. Dramma e passione di un artista prendono vita su carta di cotone bagnata, impressa su di una lastra di zinco inchiostrata che, come una sorta di magia, esce dal torchio. Sole e ombra come vita e morte, come chiaro e scuro. Ogni essere umano possiede una duplicità, seppur nascosta, inconscia. Nel “lato oscuro” vive un mondo “diverso”, sommerso, nascosto, eppur intenso e vibrante. La luce ed il buio interagiscono, si susseguono, l’una non può essere senza l’altro, in un contrasto eterno che paradossalmente genera equilibrio. L’opera racchiude una serie di visioni oniriche sulla scia di Goya e Barcelò, i disegni, non a caso, sono nati proprio tra i teatri di flamenco e l’arena di Las Ventas di Madrid, un mix intenso di ingredienti mediterranei come terra, sole, fuoco e danza. Il risultato: un prodotto artistico di forte impatto visivo. Per il maestro Borozan, giovane e poliedrico artista, il ritorno alla tecnica della litografia è avvenuto per il casuale e felice incontro con Paolo Sgroi, discepolo del maestro stampatore ed editore Giorgio Upiglio il quale determina una svolta decisiva nella sua carriera artistica. Inizia infatti collaborozioni di lavoro con artisti di fama internazionale come Bay, Paladino, Botta, Fo, Lam, Vedova, Lee U Fan. Nella sua stamperia, sita nel centro storico di Spoleto, si può respirare ancora l’atmosfera delle antiche botteghe rinascimentali. E proprio in questi giorni, per tutta la durata del Festival dei 2 Mondi, verranno prodotte le prime stampe d’autore “in diretta”. Lo stampatore e l’artista accoglieranno chiunque volesse assistervi tutti giorni dalle ore 9:30 alle 12 e dalle 15 alle 19 presso la stamperia Sgroi in via San Martino (piazza Coligola), nel centro storico di Spoleto. Le incisioni verranno esposte per le prossime Giornate Europee del Patrimonio previste in settembre.

Ingresso libero, prenotazione obbligatoria.

Info:

ACCADEMIA DI BELLE ARTI-INTERNATIONAL ART SCHOOL

Corso Tacito n°20 Terni

Tel 0744 431918

info@italianartschool.it

http://www.italianartschool.it/

lunedì 21 giugno 2010

LA CRITICA D’ARTE PUO’ PRESCINDERE DALLA STORIA DELL’ARTE?



Francesco De Sanctis dal cui magistero, noi critici d’arte figurativa non ci sapremo mai staccare, lamentava ai suoi tempi (1817 -1883) l’eccesso di erudizione, che astrattamente interviene nei cervelli di certi critici, a mortificare l’atto proprio della critica che è, anche per me, un calarsi dentro lo spirito di un pittore o di un poeta.
Questa sera, più che parlare sulle motivazioni che hanno spinto gli organizzatori a effettuare questa mostra, qui a Bitritto, vorrei intrattenermi sul compito o meglio sulla funzione di un critico d’arte.
Assai spesso, in 50 anni di mestiere, diciamo pure di scrittura, ho avvertito, non solo in Italia, una diffidenza da parte degli artisti verso i critici d’arte ritenendo loro necessaria una critica seria.
A mio avviso questi artisti ed anche voi tutti che avete aderito a “En dix” avete ragione per diversi motivi.
Prima di tutto perché la critica d’arte non può prescindere dalla storia dell’arte, se pure è esatto parlare di storia dell’arte.
Avete ragione perché i critici d’arte hanno una concezione a volte troppo limitata nel tempo e quindi sono portati a vedere quello che c’è nell’immediato presente o quantomeno nel tempo passato da poco.
Per fare critica e storia dell’arte occorre, direi, prima di tutto una grande umiltà e una grande onestà. E’ ovvio che anche il critico, lo storico, qualsiasi persona possa sbagliarsi,, però se si sbaglia lo deve fare in perfetta buona fede, per lo meno con dei motivati pensieri che magari lo hanno portato ad un ragionamento errato.
Ma veniamo più specificamente alla richiesta.
Oggigiorno, c’è un problema , sotto un certo aspetto, di fondo ed è questo: la impreparazione, in parte, di molti critici improvvisati. Poi vi sono motivi forse meno, diciamo, puliti, cioè una certa cointeressenza : ovviamente qui non parlo dal punto di vista economico soltanto, ma anche ideologico e culturale.
Chiaramente questa non è una generalizzazione, bensì una precisazione sullo stato normale delle cose.
Il critico d’arte purtroppo si trova a volte legato a dire cose che forse nel suo intimo non condivide pienamente.
Quando un critico è chiamato a fare, per esempio, un catalogo o la presentazione di una mostra, capisco perfettamente che debba mettere in miglior luce i lati positivi dell’artista, però questo punto deve essere superato allorché si arriva – che ne so ? - a una monografia, ad un articolo che non sia vincolato ad una presentazione, ma si espanda in un campo maggiore, cioè cerchi di delimitare e di delineare l’ambito in cui l’artista esplica la propria opera. In questo caso evidentemente, di fronte ai lati positivi si debbano segnalare qualora ci siano anche i lati meno positivi o addirittura negativi.
Quindi per ovviare a questa diffidenza che si è creata da parte dell’artista sarebbe opportuna una maggiore sincerità da parte del critico perché nel linguaggio molto spesso ermetico si celano termini incomprensibili che cercano di obnubilare un poco il concetto per arrivare a una dimostrazione già predisposta, già preordinata.
Questo non dovrebbe essere fatto.
E’ chiaro che anche la critica e la storia dell’arte usino termini tecnici, abbiano una tecnica del linguaggio…
Personalmente ritengo che questa terminologia deve però essere usata in strettissima misura laddove, cioè, bisognerebbe ricorrere ad un giro di parole.
La chiarezza, ritengo che sia la questione precipua, la base fondamentale della critica e della storia dell’arte, come del resto ritengo che debba esserlo per ogni, e qualsivoglia, problema scientifico, filosofico, letterario e così via.
E’ facile arrivare a dire delle cose apparentemente profondissime, abissali…. E altrettanto oscure…
Per chiarezza occorre usare un linguaggio universale, se proprio non comune, in modo da poter essere universalmente intesi, la chiarezza è la dote, la '' conditio sine qua non >>


per la quale si possa esercitare una qualsiasi forma di esame, non soltanto nella critica e nella storia dell’arte.
L’altro punto è quello che non ci si deve limitare, specialmente parlando di arte contemporanea, a un esame che vada appena al di là dei confini di questo secolo, al massimo ci si deve limitare all’impressionismo, al post-impressionismo.
Questo non dovrebbe sussistere. Un artista è tale, quando veramente lo è, quando la sua opera e la sua figura reggono di fronte al confronto, non soltanto dei secoli, ma dei millenni.
Non esiste in senso, diciamo così, eidetico, in senso di gusto, di precisazione, di valore un’arte soltanto contemporanea.
L’arte ha sempre delle radici ben profonde. Esiste l’arte o non l’arte. Tutto lì, senza di che noi non potremmo oggi gustare una fuga di Bach o essere ammirati delle porcellane Ming.
Ad esempio quando Guttuso, De Chirico, Picasso ed altri dipingevano evidentemente compivano un’opera d’arte che noi sentiamo ancora oggi.
Da questo punto di vista l’artista, secondo me, deve essere considerato. Questo è il compito fondamentale del critico e dello storico d’arte.
E mi chiedo . “ Come mai improvvisamente gli italiani si scoprono delle capacità creative così preziose? O forse questi pseudo-artisti sono semplicemente attratti da miraggi di facili guadagni?
Circa sei o sette anni fa, in una ricerca statistica fatta in Italia, si è constatato che i pittori viventi – probabilmente la cifra è inferiore alla realtà – erano 62.500.
Che l’italiano in genere sia istintivamente portato ai valori d’arte è una cosa ormai assodata.
Che ami altrettanto l’arte, non so … ne vediamo, purtroppo, certi esempi nella trascuratezza che ha di problemi più intimamente connessi all’arte.
Ecco perché, dicevo, gli italiani sono eminentemente portati all’arte, ai fatti artistici, non altrettanto però al rispetto delle cose d’arte.
Anche nel passato, nei primi del ‘900, l’italiano aveva bisogno di dipingere soltanto per un’esigenza .. sua personale; oggi, invece, succede addirittura l’opposto.
Si dipinge, non so per quali esigenze se personali o no, però perché questa necessità di pubblicare, di farsi notare, soprattutto – quello che è più grave – di accompagnare questa loro produzione con delle cifre a svariati zeri?
Ci sono stati nel passato artisti che hanno cercato di attrarre su loro stessi e sulla loro arte l’attenzione. Era un fatto, però, non normale, direi un po’ eccezionale.
Al contrario di quello che, purtroppo si verifica oggi.
Non dimentichiamo che un Rubens faceva una vita principesca!
Anzi ben venga un rendimento economico, non c’è altro che augurarselo, però questo non deve costituire il primo punto di ricerca dell’artista!
Il primo punto deve essere sempre la sua arte, se poi egli la valorizza o accetta una valorizzazione, tanto meglio, anzi, sotto un certo aspetto, è una buona cosa, anche per quello che è la storia dell’arte.
E qui vorrei aprire una parentesi : noi oggi parliamo di storia dell’arte e questo, secondo me, è una forte presunzione.
Noi dovremmo considerarci un po’ i logografi, un po’ i cronisti che preparano il materiale, sceverandolo del loro meglio, per quella che sarà una futura storia dell’arte, che potrà essere scritta fra due, trecento anni.
L’artista può fare tutto quello che vuole : dall’arte astratta alla figurativa e così via, però tenga presente due cose : la prima quella che si potrebbe chiamare la grammatica e la sintassi dell’arte, cioè la padronanza dei mezzi tecnici, dai quali potrà prescindere ma che non può ignorare.
La seconda è quella di non arrivare a un effetto di novità per la novità.
La novità in sé può costituire arte, ma difficilmente.

Lello Spinelli



venerdì 11 giugno 2010

Astratto Distratto


dal 14 al 25 giugno 2010
a cura di Cristina Madini

opening ore 18:00

Nel campo artistico in generale, si definiscono non figurative oppure astratte, tutte quelle manifestazioni o forme artistiche che rinunciano a riprodurre la realtà, eliminando qualsiasi riferimento al mondo oggettivo. La tensione vitale degli artisti in mostra, la loro essenza esuberante spiegano l'abbandono al mezzo rapido. Ognuno col proprio cammino artistico, sono arrivati a sviluppare esperienze nelle quali i vari oggetti del mondo reale, vengono distratti, interrotti, sottratti momentaneamente alla loro fluidità, deformati, frantumati o resi irriconoscibili fino ad arrivare alla tappa obbligatoria del distacco totale di raffigurazione della natura e di tutta la realtà.
La mostra parte quindi da lavori impostati con una fermezza da cui è assente ogni traccia di indisciplina, ove tutto è al proprio posto e la colorazione castigata viene scandita e sistemata in un traliccio controllato. Man mano i motivi vengono frantumati e dissolti in riquadri di colore, in una serie di tasselli vivi e significanti per la loro energia associativa. E’ da questa posizione che ci si avvia per non soffermarsi più sul dato oggettivo. Così da queste immagini, che sono ancora comprese si arriva a trascinare una discussione materica fine a se stessa, rispettando le proprie spontaneità fino a rimanerne dominati e dando luogo ad un agglomerato pittorico crudo, emozionale. Un’entità sconvolta ai fini di tirarne fuori il senso intimo che l’aspetto cela, per evocare ciò che si indovina dietro l’apparente. Documentare il farsi e disfarsi di un oggetto, la presenza dei più nascosti germogli vitali nel suo impasto: il sorgere, il divenire, il decomporsi di un magma intenso, pervenire all'espressione astratta attraverso una distrazione o disintegrazione graduale della figura. L'oggetto scompare fino a divenire irriconoscibile, mentre ritmi, spazi e strutture sono liberamente sovvertiti e ricreati in un irrompere di colori, in una lavica colata di pennellate irrefrenabili e straripanti.

Opere di: Salvatore Alessi, Ursula Barilli, Maurizio Carpanelli, Amos Crivellari, Nicola Giampietro, Constanza Gianola, Alessandra Lampiasi, Martina Sosio




Via Raffaele Cadorna, 28 - 00187 Roma
Tel. 06 60658125
http://www.rossocinabro.com/
rossocinabro@gmail.com
da lunedì a venerdì 12:00 – 19:30


Segnala - Tomaso Costa



giovedì 10 giugno 2010

ARTISSIMA 17 Internazionale d'arte contemporanea a Torino

Manacorda
Oval

4 novembre 2010: Presentazione alla stampa, anteprima collezionisti, inaugurazione

5-6-7 novembre 2010: Apertura al pubblico


Si svolgerà da venerdì 5 a domenica 7 novembre 2010 Artissima 17, Internazionale d’Arte Contemporanea a Torino, sotto la direzione artistica di Francesco Manacorda.

Molte le novità che contraddistinguono la prossima edizione della Fiera, la prima diretta da Manacorda. Anzitutto una nuova spettacolare sede: l’Oval, un padiglione dall’originale taglio architettonico, realizzato in occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 e concepito per ospitare manifestazioni di respiro internazionale.

Collocato nell’area di Lingotto Fiere, l’Oval - con i suoi 20.000 mq illuminati naturalmente grazie a oltre 15.000 metri quadrati di pareti a vetrate continue - è la sede ideale per ospitare il progetto di Francesco Manacorda che prevede quest’anno l’accorpamento in un unico luogo di tutti gli elementi che costituiscono il complesso della manifestazione. Infatti - e questa è la seconda novità di Artissima 17 - il programma culturale e i suoi numerosi appuntamenti saranno ospitati, in un rapporto dialogico e di complementarietà con la Fiera, all’interno del padiglione. Nel segno della continuità rispetto ai punti di forza che nel corso degli anni hanno permesso alla manifestazione di conquistare una posizione di grande rilievo nel contesto internazionale, Artissima intende nel 2010 consolidare il livello di qualità della Fiera e il suo ruolo di osservatorio privilegiato sulla migliore ricerca nel campo delle arti visive e allo stesso tempo rafforzarne il valore progettuale e culturale.

L’Oval accoglierà al suo interno circa 130 gallerie, scelte dal Comitato di Selezione tra i nomi più attuali e di maggior interesse del mercato internazionale dell’arte. La presenza degli espositori seguirà la tradizionale partizione in sezioni: la MAIN SECTION, che raccoglie le gallerie più rappresentative del panorama artistico mondiale, PRESENT FUTURE, dedicata agli artisti emergenti e alle rispettive gallerie su invito diretto di un Comitato curatoriale internazionale e NEW ENTRIES, speciale punto di riferimento per la nuova creatività, riservato alle più interessanti giovani gallerie, con meno di cinque anni di attività, presenti per la prima volta ad Artissima.

Novità assoluta per l’edizione 2010 è BACK TO THE FUTURE, sezione inedita della Fiera volta a riscoprire e portare l’attenzione di operatori del settore, di collezionisti e del grande pubblico su artisti che hanno avuto un limitato riconoscimento negli ultimi decenni, ma il cui lavoro è proprio oggi particolarmente significativo. A metà tra progetto espositivo di livello museale e partecipazione fieristica, la sezione vedrà un’area dedicata ad alcune gallerie d'arte, selezionate da un Comitato Scientifico, sulla base di un progetto per una mostra personale di un artista, italiano o internazionale, attivo tra gli anni anni ’60 e ’70, con opere “storiche”. Un’opportunità per far meglio conoscere alcuni grandi innovatori del linguaggio dell’arte moderna ma di totale attualità, in un contesto dedicato alle sperimentazioni più nuove del contemporaneo. Il Comitato Scientifico è composto da: Christine Macel, Curatrice Centre Pompidou, Parigi; Jessica Morgan, Curatrice Contemporary Art, Tate Modern, Londra; Massimiliano Gioni Direttore Progetti Speciali New Museum of Contemporary Art, New York, e Direttore Artistico Fondazione Nicola Trussardi, Milano.

Poesia in forma di rosa è il titolo, di ispirazione pasoliniana, del calendario culturale di Artissima 17, basato sul tema dello “sconfinamento”. Attraverso il coinvolgimento di artisti che si esprimono anche in altre discipline creative quali l’architettura, il design, la letteratura, il cinema e la danza, Artissima 17 si propone di indagare questo territorio di confine, cercando di scoprire le condizioni che possano favorire una più diffusa integrazione delle arti.

House of Contamination sarà il progetto architettonico realizzato ad hoc all’interno dell’Oval, che farà da cornice spaziale e concettuale al calendario culturale. Il collettivo raumlaborberlin, che opera nel campo dell’arte e dell’architettura, realizzerà una maquette di dimensioni reali di un padiglione che possa contenere e facilitare i diversi processi di contaminazione tra le arti. Collocata all’interno della Fiera, la grande struttura temporanea includerà spazi diversi per ognuno dei campi artistici indagati: danza, cinema, letteratura, design, formazione. Gli spazi saranno tra loro collegati e pensati in funzione della loro destinazione e del loro uso. Un “progetto nel progetto”, la House of Contamination sarà concepita come modello per un futuro museo o centro culturale, un prototipo che troverà la sua sperimentazione pratica nel corso della manifestazione. Tra le sezioni in programma ci saranno: All the Rest is Literature, un salone letterario curato da Vincenzo Latronico; The Dancers, un programma di danza curato da Anthony Huberman; Thinking through Cinema [Deep Red], una serie di re-interpretazioni dello stesso cult movie curate da Benjamin Cook e Mike Sperlinger; Super-Mayors una serie di interviste a sindaci di grandi città circa il loro ruolo quali designer urbani e culturali condotte da Joseph Grima e Pedro Reyes; Typography, un progetto tipografico ed espositivo che si infiltra in tutta la Fiera di Dexter Sinister e Pickpocket Almanack, un’università immaginaria e itinerante organizzata da Joe del Pesco e Dominic Willsdon.

Infine, sempre tra le novità di Artissima 17, il catalogo: una pratica agendina contenente i dati e riferimenti delle gallerie sarà accompagnata da un catalogo da costruire interamente in Fiera: “do-it-yourself”, un raccoglitore da riempire con schede e materiale informativo prodotto dalle gallerie e dai curatori degli eventi. Ogni visitatore avrà così, al termine di Artissima 17, il proprio catalogo personalizzato costruito su misura sulle proprie preferenze e interessi.

Il progetto editoriale di Artissima includerà anche la pubblicazione ai primi di ottobre di un magazine con tutte le anticipazioni sulla Fiera e sui suoi partecipanti, testi dei curatori delle varie sezioni e progetti, saggi critici, immagini, curiosità sul backstage di un evento così complesso.

“Lavoriamo sulla vocazione sperimentale, la capacità innovativa e la dimensione internazionale di Artissima, e su un impianto curatoriale rigoroso, – ha detto Francesco Manacorda – per costruire nel 2010 un progetto unico e coerente, capace di rafforzare ulteriormente la duplice valenza, culturale e di business, che fa di questa Fiera un laboratorio dedicato all’arte contemporanea e l’ideale crocevia per tutti i suoi protagonisti ”.

Nel 2009 Artissima ha contato 45.000 visitatori: un pubblico internazionale di collezionisti, direttori e curatori museali, rappresentanti di istituzioni artistiche, pubbliche e del mondo imprenditoriale, critici, artisti ma anche molti giovani interessati ai nuovi linguaggi e sperimentazioni.

ARTISSIMA è un marchio di Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino; per incarico dei tre Enti, è promossa dalla Fondazione Torino Musei, costituita dal Comune di Torino per curare e valorizzare il patrimonio artistico e museale della Città. La diciassettesima edizione di ARTISSIMA viene realizzata attraverso il sostegno dei tre Enti proprietari del marchio, congiuntamente a Camera di commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.
La manifestazione si avvale della collaborazione di:

Main Partner UniCredit
Partner Greygoose
illycaffè

10 Giugno 2010




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ARTISSIMA 17
Internazionale d’Arte Contemporanea a Torino

Francesco Manacorda
Direttore

Francesco Manacorda, torinese, 36 anni, è critico d’arte e curatore indipendente.
È Visiting Lecturer in Studi Curatoriali e Teoria dell’Arte presso il dipartimento Curating Contemporary Art del Royal College of Art di Londra, dove ha vissuto e lavorato dal 2001 al 2010.
Dopo la Laurea in Scienze dell’Educazione con indirizzo di Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Torino, nel 2003 ha conseguito il Master biennale in Curating Contemporary Art presso il Royal College of Art di Londra.
Dopo un’esperienza come curatore free lance dal 2007 al 2009 è stato curatore per l’arte contemporanea presso la Barbican Art Gallery, per la quale ha curato due grandi mostre collettive – Martian Museum of Terrestrial Art (2008) e Radical Nature (2009) – e numerose personali con artisti emergenti.
Ha inoltre collaborato con diverse istituzioni in Italia e all'estero, tra cui la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per la quale ha tra l’altro ideato e curato il progetto Residenza per giovani curatori a Guarene d’Alba, la Serpentine Gallery, presso cui ha organizzato le Interview Marathons di Hans Ulrich Obrist e Rem Koolhaas (2006) e un ciclo di performance di artisti nel padiglione estivo, la Biennale di Lione (2007), T1 - Triennale Torino (2005), i Padiglioni Sloveno (2007) e Neozelandese (2009) alla Biennale di Venezia.
Ha fatto parte della giuria del Premio Illy Present Future (2007) e del Comitato di Selezione del Premio Furla (2008).
Collabora regolarmente con periodici italiani e internazionali: Domus, Flash Art, Kaleidoscope, Mousse, Art Review, Frieze, Metropolis M, Piktogram, Untitled.
Nel gennaio 2010 è stato nominato direttore di Artissima e dalla primavera di quest’anno si è trasferito a Torino per curare il progetto della Fiera.


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ARTISSIMA 17
Internazionale d’Arte Contemporanea a Torino
5-7 Novembre 2010,
OVAL – Lingotto Fiere

L’organizzazione di ARTISSIMA è curata da Artissima srl, società costituita nel 2008 per gestire i rapporti artistici e commerciali della Fiera.

ARTISSIMA
http://www.artissima.it/ / - info@artissima.it
t. +39 011 19744106 - f +39 011 19746106
via Bertola 34 - 10122 Torino


CONTATTI PER LA STAMPA

Paola C. Manfredi Studio
Via Marco Polo, 4 - 20124 Milano
t. +39 02 87 23 80 00 - f. + 39 02 87 23 80 14
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Fondazione Torino Musei
t. +39 011 4429523 – f. +39 011 4429550
Daniela Matteu - daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
Tanja Gentilini - tanja.gentilini@fondazionetorinomusei.it



Segnala- Massimo Nardi

lunedì 7 giugno 2010

UWE JAENTSCH


Uwe torna dopo tre anni a Roma con una nuova mostra
inaugurazione mercoledì 9 giugno 2010 , ore 19:30 , Galleria b>49 , Roma

A tre anni dalla sua ultima personale romana Uwe torna nella città eterna per esprimere nuovamente il suo "saper essere artista".

L'avevamo visto "occupare" una piazza palermitana con tutta l'energia e l'estro della sua creatività e manipolare lì lo spazio ed il tempo in un modo difficile da raccontare. Poi, per l'ultima Biennale, dedicarsi alla realizzazione del suo "Porn Pavilion" per poi inaugurare a Berlino la sua ultima visione:

un fiore. Ed è proprio un fiore, una rosa per essere precisi, il protagonista assoluto della mostra che verrà inaugurata a Roma il prossimo 9 giugno.

La mostra mette in evidenza l'estrema attualità del segno figurativo.

Uwe abbandona gli eccessi delle performance passate, gli estremi modi e colori provocati dalla sua innata istintività per lasciarsi cogliere dalla meraviglia della semplicità. Dalla sua elegante dolcezza. Rose. Ma non molte. Una rosa per opera. Quasi fossero altro. Quasi fossero pazienza e pudore. Di certo richiamo e ripasso al ritorno, a cui inesorabilmente siamo chiamati, tutti. Chi per odio, i meno.

Chi per amore, i troppi. E Uwe, adesso, non intende rendersi estraneo alla vita, diventando artista meraviglioso e meravigliosamente uomo.

Quasi narratore di un percorso di rose, dove l'insieme è racconto e ogni rosa "appartiene".





Uwe Jaentsch
Dal 10 al 30 giugno 2010
Orario: 10:30-17:30
Galleria: b>49
via placido zurla 49b - 00176 Roma
info@uniqartgallery.com - http://www.uniqartgallery.com/ - http://www.b-gallery.it/


Segnala -Exibart

venerdì 4 giugno 2010

“Miti e seduzioni” di Carlo Simoni nello spazio dello studio Dike legal a Roma


L’esposizione che si apre l’8 giugno a Roma nel nuovo spazio messo a disposizione dallo Studio Legale Dike Legal, presenta una selezione delle opere pertinenti all’ultima produzione di Carlo Simoni, artista - attore e pittore- di lungo corso e di raffinata sensibilità. Il suo passaggio dal figurativo all’astratto, e a queste ultime sperimentazioni digitali che prendono spunto da fondi di caffè, è ottimamente commentato dal curatore della mostra “Miti e seduzioni” tenuta alla Fondazione Marino Marini di Pistoia nel 2008, di cui si riportano alcuni significativi brani.
“(…).Quest’ultime opere di Carlo ci pongono un’ulteriore riflessione sul “tempo” dell’arte.
All’origine di ogni singola opera c’é la foto digitale che ci testimonia un’azione artistica che dura un attimo, perché il suo valore fondamentale è legato all’istante della percezione/rivelazione nel quale l’artista “trova” l’immagine nella realtà che lo circonda e la rivela rendendola intelligibile agli altri (ricordate “io non creo trovo”?).
Poi la manipolazione al computer, il trasferimento su un supporto materico, infine l’intervento manuale, pittorico, per giungere ad un’opera/immagine fatta per durare, frutto della sedimentazione della memoria e delle associazioni visive, frutto della riflessione, prodotto di innumerevoli ore-lavoro (anche manuale) e quindi concretizzazione fisica di un tempo trascorso proiettata nello spazio temporale a venire.
Macchie di colore e sagome femminili che affiorano da fondi scuri come lo spazio della rappresentazione teatrale dove solo le luci riproducono la notazione realistica. Non il teatro in genere, ma quello di Antonin Artaud, di Ionesco e di Samuel Beckett. Ecco rivelata la seconda (o terza, o quarta) natura delle figure affioranti dal colore, facce, corpi; sono quelle di Vladimiro ed Estragone che aspettano Godot, quella di Winnie, interrata fino al collo in Giorni felici, di Hamm e Clov nei bidoni della spazzatura di Finale di Partita. (…)
Se la formazione artistica di Carlo è senza dubbio da cercare nella figurazione, man mano che l’attività pittorica prosegue, cambia il rapporto con le figure eroiche. I miti umani, individuali, lasciano il posto a dei miti universali facendo apparire le costanti iconografiche del corpo femminile, del volto e, infine, della materia cromatica informe. Anche nel lavoro di Carlo assistiamo ad un passaggio dalla figurazione all’astrazione, concomitante con la sperimentazione di tecniche di elaborazione grafica digitale. Un informale talvolta gestuale, se consideriamo che Ovolo, Cariddi, Magma possono esser prodotti dal movimento della mano sul mouse, ma possono anche essere l’ingrandimento fino alla sfocatura di un particolare, di una trama materica, lo studio del visibile al microscopio, o in tomografia… o agli infrarossi. Lo studio del visibile e dell’invisibile con mezzi diversi dall’occhio umano produce immagini sulle quali la nostra mente torna a proiettare il nostro “sapere”. Nei fondi di caffè non leggiamo il nostro futuro, ma la nostra presente capacità di immaginazione, determinata dalla nostra esperienza visiva pregressa. Dall’informale magma di colori affiorano nuove figure: il grande tuffo, la creazione, Scilla, Penelope. Miti e seduzioni del tempo presente.
(…)Questa mostra di Carlo Simoni può esser letta come un racconto, è la sperimentazione di un linguaggio visivo, ma anche un data-base per una lettura ipertestuale. Non c’è un ordine precostituito ed unico per sfogliare le immagini del catalogo, o per seguire il percorso espositivo, le opere potrebbero essere distribuite in ordini diversi, così che la memoria alteri le connessioni spazio-temporali nel labirintico gioco delle associazioni d’idee.” (Roberto Agnoletti,Incontro con fondi di caffè,in Miti e seduzioni,Catalogo della Mostra,Pistoia 2008)

Carlo Simoni
Biografia

Nato a Fano, studia a Bologna all’Istituto Statale d’Arte, poi si trasferisce a Roma dove si diploma maestro d’arte all’Accademia di Belle Arti nel 1964.
I suoi maestri sono stati: Alberto Ziveri, Luigi Montanarini, Mino Maccari, Afro e Pericle Fazzini.
Contemporaneamente lavora “a bottega” nello studio del pittore Eraldo Mori Cristiani.
Appassionato di poesia e teatro nel 1964 è ammesso all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico a Roma, e si diploma nel 1967.
Da allora Simoni coltiva le due arti: pittura e teatro. La sua lunga carriera d’attore è ricca di interpretazioni importanti con le compagnie teatrali più prestigiose in spettacoli di grandi autori quali,tra gli altri,: Dumas, Wilde, Cechov, Shakespeare, Goldoni, Euripide, Pirandello, Balzac, Ibsen, Strindberg, O’Neill, Testori, Feydeau, Neil Simon, Dario Fo.
Nel 1969 per la RAI TV interpreta Alioscia nello sceneggiato I Fratelli Karamazov regia di Sandro Bolchi. Negli anni successivi recita in altri importanti sceneggiati televisivi: Il mulino del Po, Papà Goriot, Leonardo da Vinci, Madame Bovary, Il ritorno di Casanova, Gelosia, Edera. E tanti altri.
Nel 1974 interpreta il ruolo di Edmond nello spettacolo teatrale Re Lear di Shakespeare diretto da Giorgio Strehler, spettacolo storico del Piccolo Teatro di Milano.
Nello stesso anno interpreta il ruolo del re nello spettacolo La Torre con la regia di Luca Ronconi.
Nel 1975 vince a S. Vincent il premio I.D.I. (maschera d’oro come migliore attore teatrale dell’anno).
Negli anni a seguire, oltre a recitare e dipingere, scrive diversi testi per il teatro: Gli ultimi giorni di Giacomo Leopardi che mette in scena e ne realizza quattro puntate per la Rai, Generi misti, Killer amore mio e Puccini e il suo canto.
Scrive due sceneggiature cinematografiche Carla-o e Perduti nel peccato ispirato a L. Tolstoy.
Ha lavorato nei più importanti Teatri Stabili e con i più importanti registi del teatro italiano: Giorgio Strehler, Orazio Costa, Franco Enriquez, Aldo Trionfo, Luca Ronconi, Antonio Calenda, Mario Missiroli, Gianfranco de Bosio.
Nel 1981 è assieme a Gabriele Lavia ne Il pellicano di Strindberg per il Teatro Stabile di Trieste.
Sempre per il T.S.T. è protagonista di Moissi, eroe di scena fantasma d’amore nel 1986, regia di Giorgio Presburgher.
Dal 1993 lavora con il Teatro Stabile di Bolzano diretto da Marco Bernardi, come primo attore assieme a Patrizia Milani. Ricordiamo La locandiera, Il contrabbasso, Medea, Ma non è una cosa seria, Sarto per signora, Coppia aperta quasi spalancata, Il giardino dei ciliegi, Danza di morte, L’ Arialda, La pulce nell’orecchio
Tra i tanti spettacoli di successo ricordiamo: Una giornata particolare di Ettore Scola, lo spettacolo è stato rappresentato anche a Parigi alla rassegna Les italiens alla Commedie Des Champs Elysees diretta da Maurizio Scaparro.
Sempre con la regia di Marco Bernardi, nel 2007 è Enrico IV, nell’omonima opera di Shakespeare.
Nel 2008-09 Il Teatro Comico di Goldoni e il Gabbiano di Cechov.
Nel 2010 La professione della signora Warren
Ha scritto e interpretato: Cronaca di una tragedia. Beatrice Cenci: il mito.

Mostre
1975 Roma, prima personale al Centro documentazione grafica e pittura; 1980 Fano, Sala comunale di S.Arcangelo; 1981 Trieste, Galleria Torbandena. Bologna, Galleria Circolo Cittadino. Cattolica, Sala esposizione del Comune. Capo D’Orlando (Sicilia), Galleria Agatirio; 1983 Roma, Galleria Orsa Minore. Torino, Galleria Nik Hedel. Milano, Galleria S. Carlo; 1984 Chiaravalle, mostra dedicata a Giacomo Leopardi, Sala Comunale. Borgio Verezzi (Liguria), Galleria S. Agostino;
1985 Verona, Galleria Guelfi; 1986 Bologna, Galleria Ariete. Vicenza, Galleria Albanese. Lugano, Sala Mostre Hotel Splendide Royal; 1987 Lucca, Galleria Nazionale. Lugano, Galleria Passardi;
1991 Sulmona, Palazzo dell’Annunziata, Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea. Cori, Artisti contemporanei, patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali; 1992 Roma, Galleria La Pigna; 1997 Bolzano, Galleria Les chances de L’art. Trento, Galleria L’Isola; 2005 Castello Ruffo di Scilla, mostra antologica promossa dal Consorzio Cerere dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; 2008 Pistoia, Fondazione Museo Marino Marini; 2009 Bolzano, Galleria Capricorno 10; 2009 Roma, Teatro Eliseo; 2010 Roma, Dike Legal.



Dike Legal
Lo studio Legale Dike Legal nasce su iniziativa di giovani ed affermati avvocati che hanno deciso di trasferire l’esperienza quindicennale maturata in alcuni dei più prestigiosi studi internazionali in una dimensione differente: una boutique di professionisti d’eccellenza con cui il Cliente può avere sempre un rapporto diretto ed immediato volto ad ottenere risposte rapide e concrete per soluzioni personalizzate.
Una filosofia di consulenza globale, con focus nei settori del diritto societario e della proprietà industriale ed intellettuale senza affatto trascurare gli aspetti di diritto amministrativo, diritto del lavoro e contenzioso in genere creando così su ogni progetto team di professionisti specializzati in diverse discipline.
A Dike dea della giustizia, si è reso omaggio intestando il nome dello studio con l’auspicio che gli alti ideali di giustizia e legalità divengano principi ispiratori del vivere sociale e del mestiere.
Con l’esposizione di Carlo Simoni si dà contestualmente avvio al nuovo Studio Legale ed al “Progetto Arte”.
“La particolare attenzione e sensibilità verso la tutela e la diffusione delle opere dell’ingegno da un lato e la tecnologia e l’industria dei contenuti dall’altro, hanno sempre animato la mia curiosità e aumentato la passione per il mio lavoro – afferma l’avv. Maria Francesca Quattrone, fondatore dello Studio Dike Legal e specializzata in proprietà intellettuale. “Sono fortunata perché con caparbietà, e non senza fatica, sono riuscita a realizzare il mio sogno “professionale” unire il diritto all’arte in ogni sua forma e declinazione. L’idea di questa mostra e del “Progetto Arte” che lo Studio porterà avanti grazie al contributo della dottoressa Elettra Filardo, è volto a creare quella sinergia tra Arte e Diritto che aiuta a comprendere meglio ed a diffondere il valore di entrambi”.


Info:
D Legal
Via Michele Mercati 17/A
Tel. 06. 32. 02. 760
Email eventi@dikelegal.it
Dott. Elettra Filardo

Apertura mostra 8 giugno-30 settembre 2010
Ingresso gratuito
Visita su prenotazione





Segnala-TIELLE Communication

giovedì 3 giugno 2010

L’Olismo massonico” di Antonio Morciano


Sarà presentato sabato 5 giugno, a partire dalle ore 18.30, presso il Castello Medievale di Massafra, il volume edito da Antonio Dellisanti


Sarà presentato sabato 5 giugno, a partire dalle ore 18.30, presso il Castello Medievale di Massafra, il volume “Olismo Massonico” di Antonio Morciano. Scopo del testo è quello di cercare di presentare la Massoneria nella veste che gli compete, cioè di struttura creata dall'uomo per l'uomo.
Il testo presenta quattro tronconi: filosofia (nel quale si cerca di capire se la massoneria sia una filosofia sufficiente e fine a se stessa o se si serva del pensiero filosofico); antropologia (in cui si spiega che l'analisi di alcuni miti massonici cerca di aiutare i massoni ed i profani a considerare la Massoneria come una realtà ben diversa dalla considerazione di arte dedita a pratiche magico-misteriche quanto piuttosto l'analisi delle giustificazioni e dei bisogni più interiori dell'uomo di ogni tempo); sociologia (dove si presenta la Massoneria come un insieme zigotico sempre in evoluzione continua e mai pienamente formata ed in cui si spiega che l'esigenza di far parte di un gruppo come quello massonico deve prescindere dal sentirsi privilegiati per il solo fatto di appartenervi quanto piuttosto per il seguire un percorso iniziatico particolare); psicologia (attraverso la quale le tornate ed i lavori di loggia vengono letti in vista di un' autoanalisi sia individuale che di gruppo). Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Martino Tamburrano, degli Assessori alla cultura Giandomenico Pilolli, all’associazionismo Antonio Cerbino e al marketing territoriale Raffaele Gentile e del Dirigente Angelo Giannotta, ad analizzare il volume di Morciano saranno il giornalista Domenico Fumarola, critico letterario e membro della Fondazione Etnos, che relazionerà sul tema “La Massoneria tra filosofia e sociologia”, il neurologo Giuseppe Russo, con un intervento dedicato all’”Antropologia del mito, del rito e dell’archetipo massonico”, e Pietro Bonanno, psicoterapeuta, che parlerà de “Le strutture della Loggia: aspetti psicologici”. La serata sarà moderata dall’editore del volume, Antonio Dellisanti.

Segnala D.Fumarola

mercoledì 2 giugno 2010

Dance Theatre Performance: CASA (Home)


lunedì 9 agosto 2010 alle ore 21.00
Fine: venerdì 13 agosto 2010 alle ore 22.30
CAMDEN FRINGE FESTIVAL:Camden People's Theatre
Via: 58-60 Hampstead Road NW1 2PY
Città/Paese: London, United Kingdom
Vedi mappa
Lumenis Theatre Presents:
“Casa” (Home) a theatrical dance piece choreographed by ANNARITA MAZZILLI as Part of the Camden Fringe
Casa is a Theatrical dance piece with elements of structured improvisation.
The work explores the themes of cultural identity and personal alienation.
It looks at the problems with cultural identification and integration despite living in a globalised changing culture. Human interrelation, sense of community and solitude are all part of the everyday struggle to fit.
The piece is a collage of still images and stylized sketches inspired from typical everyday life situations, such as that of a crowd of people in a public place. As the piece unfolds characters wearing big heavy coats come to life with their own little story and go through a journey where they interact with each other and sense of belonging and what makes a place home are questioned.
The work is performed by a mixed ensemble of professional and non-professional dancers and actors.

All tikets are £7.50 and you can buy them on:
The Camden Fringe website www.camdenfringe.org
box office phone number 08444 77 1000