"Terribilis est locus iste, hic dumus Dei est et porta coeli". Questa frase, iscritta su una lapide posta sull'ingresso del portale angioino del Santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo, sottolinea l'eccezionalità e l'unicità di questo luogo, infatti il termine latino "terribilis", erroneamente tradotto nell'italiano "terribile", ha anche il significato di "cosa che incute rispetto", pertanto si può benissimo tradurre la frase nella seguente maniera: "Questo luogo incute rispetto, questa è la casa di Dio e la porta del cielo". Secondo la tradizione agiografica, infatti, l'8 maggio del 490 l'arcangelo Michele apparve al santo vescovo di Siponto Lorenzo Maiorano e gli ordinò di dedicare la grotta al culto cristiano in suo nome. Nel VII secolo i Longobardi, partico-larmente devoti di san Michele, elevarono la grotta a loro santuario nazionale, dovevano sentirsi particolarmente attratti da Michele, il santo guerriero capo dell'esercito celeste, lo considerarono il loro santo nazionale, facen-dolo rappresentare sugli scudi e sulle monete e diffondendone il culto dappertutto, anche fuori dalla penisola italica. Trasformarono la grotta nel più importante santuario dedicato all'Angelo: esso determinò la nascita di un centro che proprio dal santo ha tratto il nome (Monte Sant'Angelo). Attraverso il tratto della Via Francigena che congiungeva la Grotta con l'isola di Mont Saint-Michel, sul canale della Manica, si sviluppò un intensissimo flusso di pellegrini diretti in Terrasanta , un pellegrinaggio dal nord al sud, una rete importantissima di comunicazione e condivisione come quella che si è creata oggi con le altre realtà rappresentative del potere longobardo in Italia (Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio Torba, Spoleto, Campello sul Clitumno, Benevento), grazie all’ ingresso del Santuario nel circuito seriale "The Longobards in Italy, Places of Power, 568 – 774 A.D.", nuovamente si viene così a creare una sorta di ponte che attraversa tutta l'Italia, da Nord a Sud.
E non si può fare a meno di provare rispetto di fronte al Castello di Monte Sant’Angelo ed alla sua storia: edificato dai Longobardi, ospitò i Normanni, Federico II di Svevia, gli Aragonesi, gli Angioini, così via fino agli inizi del 1900 quando fu acquistato dal Comune di Monte Sant’Angelo. Tutti hanno contribuito al suo abbellimento ed alla sua ristrutturazione, fino a renderlo un esempio di grazia, forza e magnificenza.
La bellezza e la storia di Monte Sant’Angelo hanno incantato Pupi Avati, che non poteva scegliere set migliore per il suo film “I Cavalieri che fecero l’impresa” nel 2001, l’UNESCO che ha proclamato questo gioiello del Gargano Patrimonio Mondiale dell’Umanità, inserendolo nella World Heritage List ed il Maestro Athos Faccincani che, con inconfondibile intensità e grande rispetto, realizza concretamente presso le sale del Castello Normanno-Svevo-Aragonese dal 10 al 31 Dicembre 2011 la sua visione estetica e mistica di Monte Sant’Angelo.
Tra i suoi soggetti preferiti, le assolate marine e i porti pieni di imbarcazioni, campi, fiori e alberi, troveremo dipinti dedicati esclusivamente a questo storico borgo, dove i bianchi emanano un senso di freschezza e di bellezza in una pittura dove la natura e i luoghi presentano il loro volto più amichevole.
Vedute ariose e radiose, dai colori forti ma anche straordinariamente dolci, poiché tali sono le sensazioni che i suoi dipinti trasferiscono agli occhi di chi li guarda. Faccincani celebra con gioia l’atto pittorico in sé dimostrando che il valore spirituale di un dipinto può consistere anche solo nel suo essere un “dipinto”. La sua ricerca pittorica è quindi una «sintesi tra colore e luce, e interiorità espressiva» dove l’unione di impressioni puramente visive e espressioni soggettive si armonizzano tra loro e sono felicemente risolte.
Il Maestro Faccincani sarà presente all’inaugurazione il giorno 10 Dicembre 2011 alle ore 18.30, interverranno il Dr. Andrea Ciliberti e il Dr. Giovanni Granatiero, rispettivamente Sindaco ed Assessore alla cultura di Monte Sant’Angelo, e la Prof.ssa Carla Insalata, Artista.
La personale, patrocinata dal Comune, resterà aperta fino al 31 Dicembre 2011 con il seguente orario: 10-13 e 17-20.
BIOGRAFIA
Athos Faccincani nasce a Peschiera del Garda il 29 Gennaio 1951. Già da bambino dedica molte ore al disegno e alla pittura, per fare i compiti e studiare si alza alle quattro del mattino, perché il pomeriggio è consacrato all’arte: fa il piccolo di bottega di artisti quali Guidi, Seibezzi, Novati; maestri che non gli insegnano solo le varie tecniche pittoriche, ma gli trasmettono anche il coraggio di portare avanti le proprie passioni e a credere nel proprio talento. È affiancando loro che Athos capisce che l’arte non può che essere parte integrante della sua vita, e che vuole diventare un pittore.
I suoi lavori giovanili di stile espressionista ritraggono spesso personaggi cupi e piegati dal peso della sofferenza. Per approfondire lo studio della figura egli entra nel mondo delle carceri, degli emarginati e negli ospedali psichiatrici. Athos riesce a far propria la sofferenza altrui e a trasmetterla sulla tela. Il giovane artista comincia a vendere le sue prime opere e a fare le sue prime mostre. Non passa molto tempo che qualcuno nota la forza e l’intensità espressiva dei suoi quadri e gli commissiona lavori più importanti e gli offre spazi sempre più prestigiosi dove esporre. In quello stesso periodo, Athos affronta il lavoro più importante della sua precoce carriera: gli viene commissionata una mostra sulla Resistenza; le sue Personali ricevono la visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini che, colpito dalla forza dei sentimenti che i dipinti di Athos gli trasmettono e complimentandosi per aver rappresentato la guerra senza aver preso posizione, se non quella di un uomo dalla sensibilità straordinaria, lo nomina Cavaliere della Repubblica.
Questa per l’artista è una grande conferma dal punto di vista lavorativo, ma dal punto di vista umano deve affrontare un periodo di crisi interiore perché confrontarsi con tanto dolore e sofferenza lo ha turbato nel profondo. Per quasi un anno non si avvicinerà più ad un cavalletto. In compenso passa moltissimo tempo con il figlio Mattia, e sarà proprio questo rapporto così speciale che gli darà le giuste motivazioni per ricominciare a dipingere, anche se, ad un occhio inesperto, non sembrerà più lo stesso pittore. Il punto di rottura apre infatti una nuova fase per l’artista: eliminati i colori cupi dalla sua tavolozza, e ritrovata insieme a suo figlio la gioia di vivere, ricomincia a dipingere guardando al mondo con gli occhi di un bambino. Predilige i paesaggi che gli permettono di porre l’attenzione sulla natura che rappresenta generosa e lussureggiante. Vi è un mutamento radicale anche nello stile che diviene di chiara derivazione impressionista, utilizza i colori puri e accesi per ripetersi in ogni quadro con le stesse linee guida: la luce, il sole alto, il racconto semplice.
Non conoscendo il suo passato artistico, la sua ispirazione sembrerebbe quasi ingenua, pura, appartenente a qualcuno che della vita ha conosciuto solo il bello. In realtà Faccincani ha avuto eccome modo di conoscere anche le brutture del mondo, ma ha deciso di contrastarle, e non riprodurle, con la sua pittura. Inoltre ad un occhio attento non sfugge che, nonostante i colori festosi e gli innumerevoli fiori, i suoi “giardini” contengono sempre qualche angolo buio. Con la sua pittura Athos ha stregato pubblico e critica, ha esposto, oltre che nei posti più belli d’Italia, a Londra, Vienna, Parigi, Chicago, New York, Zurigo, Madrid, San Francisco, Los Angeles, Amburgo, Monaco, Tokyo, Montecarlo. Innumerevoli anche i premi dei quali è stato insignito durante la sua quarantennale carriera, fra gli ultimi a Roma, come Personalità Europea 2008, ad Ischia il premio Ischia Friends 2010 ed a Napoli il Premio Albatros.
Info: GALLERIA D’ARTE IL NOVECENTO
Tel. 349.5024990 – 0884.585594
ilnovecento@tiscali.it
Fonte: http://www.destinazionegargano.it
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Amalia Di Lanno