giovedì 10 marzo 2016

Misteri. I volti della Passione


Misteri. I volti della Passione
di Gianlorenzo di Gennaro Sclano
a cura di Alessia Venditti
19 marzo - 6 aprile 2016
Chiesa Santa Margherita Nuova
Salita Castello - Procida (Na)
orario mostra 9:30-13:30 /  16:00 -20:30


“Io non so dire quello che hai letto con parole diverse da quelle che ho usato. Quando la spieghi, la poesia diventa banale. Meglio delle spiegazioni, è l’esperienza diretta delle emozioni che può spiegare la poesia ad un animo disposto a comprenderla”.

(Pablo Neruda ne Il Postino, M. Radford, 1994)

Procida è un’emozione. Durante i giorni della Passione, Procida diventa poesia, un canto in bilico tra lirica dolce e damnatio. I peccati dell’ uomo di ogni tempo sembrano impastarsi con i tormenti e la magia odierna, in un tripudio di sensazioni che coinvolge l’isolano quanto il turista, il giovane, il vecchio, il bambino, l’osservatore attento e il passante. La Processione dei Misteri si compone di voti, mille volti, di gesti molteplici, espressioni compite, smorfie. Volti di gente, insieme a volti di santi. I colori sono quelli della quotidianità e del sacro, la luce si mischia con i toni più vari, il blu mare si riflette sulle case ammiccanti, i protagonisti del corteo celebrativo sembrano recitare un ruolo preciso, su un palcoscenico itinerante, che scandisce, di anno in anno, la vita degli abitanti dell’isola e di chi fa loro visita in questa occasione. Questa mostra fotografica ripercorre gli scenari tipici di un evento cardine della tradizione procidana e lo fa attraverso gli occhi di chi lo nutre di spiritualità: i suoi abitanti. Significativo è lo sguardo del fotografo, procidano non di nascita ma di adozione, che con evidente spirito di compartecipazione, subisce il fascino di cotanta bellezza sospesa tra fede e folclore e ne rimanda lo spirito a noi spettatori. Scoprire un luogo significa quasi sempre farlo attraverso i volti di chi lo popola; la fotografia si fa tramite del mistero della condivisione, attraverso un continuo rimando di sguardi.

29 agosto 2015
Alessia Venditti


Quel che accade a Procida dall’imbrunire del Giovedì Santo al giorno seguente, ci mostra un mondo a parte. La Processione degli Apostoli e quella dei Misteri si configurano come potente mezzo espressivo degli isolani; essi affermano con vigore e drammaticità la loro vita in relazione al mare: sentimento religioso, senso di comunità e legame con la tradizione, divengono elementi vitali e identitari, come nella migliore tradizione del Mezzogiorno d’Italia. La scenografia singolare e amena dell’isola di Procida sintetizza terra e mare, architetture e persone, colori e profumi, combinandoli in una fluida organicità che intride l’ambiente in modo assoluto. La Natura si mostra in tutti i suoi aspetti vitali. Le vie solitarie che si irradiano come arterie di un organismo vivente, sono il palcoscenico su cui si svolge questo spettacolo. Un percorso di fatica, passi cadenzati e brevi. Ne’ marcia, ne’ sfilata ma entropia, che si espande e permea le vie, colme di volti. Tutti diventano attori e spettatori di una storia immutabile e, al tempo stesso, sempre nuova. Tutto drammaticamente vario, si completa e si compenetra, Natura e Spirito. La Tradizione e’ il punto di partenza per autocelebrare la propria vita in una trasfigurazione collettiva. Un modello di uniformità costruita per parti tutte necessarie al “racconto”, alla celebrazione: un nucleo, raccolto intorno alla Abbazia, pronto a disperdersi e discendere per l’isola. La discesa dalla Chiesa Madre della Terra Murata diviene come lava di un vulcano che investe con il suo calore vitale, tutto e tutti. Una storia con partiture e stratificazioni successive, fatte di un fondo turchino e sovrapposizioni di colori e geometrie, forme, movimenti, albe, chiaroscuri, danze, rumori, evocazioni, dolori, sorrisi, giochi, scandite gerarchie. Gioia e dolore si fondono. Un senso di angoscia e soffocamento si tramuta in speranza, attesa attraverso la fatica del lento percorso. Sin da bambino ho visto come una festa l’approdo sull’isola e ho goduto della magia che offrono i Riti della Settimana Santa. Le prime volte a cui ho assistito alla Processione dei Misteri, nei primi anni ’70, lo sguardo era catturato dalle tavole imbandite e dagli animali vivi trasportati. Ciò che colpiva era, poi, l’inquietante squillo della tromba in testa alla processione, il frastuono e tormentoso rumore delle catene trascinate, infine la statua del Cristo Morto. Ci sono diversi modi di assistervi: stando fermi e facendo scorrere il corteo, come la pellicola di un film, lo si può anche osservare dall’alto dei belvedere o spostandosi continuamente partendo da Piazza d’Armi, per poi girovagare come reporter su un campo di battaglia. Negli anni la mia attenzione si è concentrata sui volti, veri protagonisti di questo evento. Li ho ritratti in preda al gioco, alla stanchezza, alla curiosità, alla rabbia, alla tensione, alla fatica, e alla devozione, anche verso la propria terra. Le effimere statue di cartapesta sembrano ridere beffarde della fatica, tronfie in processione. I protagonisti di questa solenne danza sacra ci offrono un affettuoso quadro di insieme fatto di mille particolari , ci mostrano la pirotecnica fantasia della loro opera. Le linee dei volti di vecchi, adulti, bambini, si intrecciano con i luoghi e coi manufatti e con gli sguardi di chi assiste alla processione, in un tripudio di fatica e tenerezza. Queste fotografie sono state riprese nel corso degli ultimi cinque anni, a partire dal 2011. Ho cercato di raccontare le storie di un luogo e della propria gente, filtrandole attraverso la mia emotività. Ho rivolto il mio sguardo con benevolenza e piacere verso la straordinaria umanità e dignità dei loro volti. Una fatica condivisa, frutto di passione e devozione, di sfida con se stessi e con gli altri, che è metafora della vita, intesa come sforzo collettivo. Procida diviene, durante la Settimana Santa, ancor più il centro di una totalità in cui ogni parte sa brillare di luce propria.

29 Agosto 2015
Gianlorenzo di Gennaro Sclano



Gianlorenzo di Gennaro Sclano, architetto e urbanista, nato nel 1967. Pugliese di nascita, procidano per vocazione ed origine familiare. Si occupa prevalentemente di restauro di immobili d’epoca e del recupero e valorizzazione di spazi urbani contigui alle città. Cultore di Storia della Architettura ha promosso iniziative legate alla funzione sociale della propria professione, come concorsi di progettazione e convegni a carattere nazionale su architetti, come Gae Aulenti, che hanno lasciato traccia della loro opera nell’ Italia del Sud. Fotografo per passione, ha focalizzato la sua attenzione su luoghi e architetture italiane ed europee. In questa mostra, si concentra sui volti dei procidani, potenti ed espressivi, i quali si dedicano con impegno e passione, sin dalla tenera età, energia ed entusiasmo, ai riti che precedono la Pasqua. Uno sguardo benevolo verso i protagonisti di un rito collettivo. I “Volti della Passione” si mostrano con naturalezza in un tutta la tensione emotiva, svelando la loro ricca umanità.



pubblica: