Mediterraneo, 1988
FRANCO FONTANA
FULL COLOR
La prima grande retrospettiva a Venezia di Franco Fontana, oltre 130
fotografie che raccontano la sua lunghissima storia di fotografo
conosciuto in tutto il mondo.
La mostra, promossa dall'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti è
curata da Denis Curti e prodotta da Civita Tre Venezie in
collaborazione con Venezia Iniziative Culturali.
Colori accesi, brillanti, talmente vibranti da apparire irreali.
Composizioni ritmate da linee e piani sovrapposti, geometrie costruite
sulla luce. Paesaggi iperreali, più veri del vero, surreali, sospesi,
spesso impossibili. Proporzioni ingannevoli in cui non c'è spazio per
l'uomo. Figure umane svelate in negativo, sublimate in ombre lunghe.
Presenza e assenza contemporaneamente. Corpi come paesaggi, e pianure e
colline dai contorni antropomorfi.
Questi sono i tratti distintivi che rimandano immediatamente ed in modo inequivocabile al linguaggio visivo di Franco Fontana.
Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra propone i paesaggi
degli esordi (anni '60) passando per le diverse ricerche dedicate ai
paesaggi urbani, le piscine e il mare.
Nato nel 1933 a Modena, città dove si riscontra già dall'inizio del
Novecento una tradizione fotografica piuttosto radicata, Franco Fontana
si avvicina alla fotografia nei primi anni Sessanta, secondo un percorso
comune a molti della sua generazione, ossia attraverso il mondo degli
amatori ma in una città che è culturalmente molto attiva, animata da un
gruppo di artisti di matrice concettuale, seppure ancora agli esordi,
tra cui vi sono Franco Vaccari, Claudio Parmeggiani, Luigi Ghirri e
Franco Guerzoni. Il lavoro di Franco Fontana condivide con questa
corrente il bisogno di rinnovamento e di messa in discussione dei codici
di rappresentazione ereditati, in campo fotografico, dal Neorealismo,
ma pone particolare attenzione e cura anche agli esiti visivi e alla
componente estetica della sua ricerca. Nel 1963 avviene il suo esordio
internazionale, alla 3a Biennale Internazionale del Colore di Vienna.
Nelle fotografie di questo primo periodo si vedono in nuce alcuni di
quelli che diverranno i suoi tratti distintivi. Soprattutto, c'è una
scelta di campo decisamente controcorrente rispetto alla maggioranza dei
suoi colleghi: è stato tra i primi in Italia a schierarsi con tanta
convinzione e fermezza, per il colore e lo rende protagonista, non come
mezzo ma come messaggio, non come fatto accidentale, ma come attore. E'
attratto dalla superficie materica del tessuto urbano, da porzioni di
muri, stratificazioni della storia, dettagli di vita scolpiti dalla
luce. Come fosse un ritrattista, Fontana mette in posa il paesaggio. Il
suo occhio fotografico ne sceglie il lato migliore con la consapevolezza
che la fotografia, con il suo tempo di posa, gli obiettivi e i
diaframmi, vede il mondo diversamente dall'occhio umano.
Nel 1978 Franco Fontana scatta un'immagine-simbolo del suo
repertorio, a Baia delle Zagare, in Puglia: una composizione pulita,
ritmata da fasce di colore, giocata su pochi toni cromatici, essenziale,
sintetica, che sarà impiegata per una campagna del Ministero della
Cultura Francese. "Questa foto rappresenta il mio modo di intendere la
fotografia", afferma Fontana. "Io credo infatti che questa non debba
documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l'abbiamo tutti
intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è
un po' come un blocco di marmo. Ci puoi tirar fuori un posacenere o la
Pietà di Michelangelo."
Nel 1979 intraprende il primo di una lunga serie di viaggi negli
Stati Uniti: Fontana non approda a nessuna rivelazione, bensì applica il
suo codice linguistico, ormai consolidato, a un ambiente urbano altro,
rispetto alla sua Modena, ma non per questo alieno o incomprensibile.
Qualche anno dopo, nel 1984, inizia la serie Piscine: porzioni di
sinuosi corpi di donna (e a volte d'uomo), esaltate da colori
squillanti, in uno spazio conchiuso, sospeso, di cui spesso non vediamo i
confini.
Nel 2000 inizia la serie dei Paesaggi Immaginari, in cui l'invenzione
sul reale arriva ai massimi livelli, rendendo chiaramente manifesto il
sottile inganno teorico sotteso alla produzione precedente. In questo
caso, il fotografo, che non disdegna la tecnologia digitale, riafferma
la propria libertà interpretativa della realtà tramite l'immaginazione.
La sua lunga carriera è costellata di riconoscimenti, premi e
onorificenze in tutto il mondo, sono più di quattrocento le mostre in
cui sono state esposte le sue fotografie e più di quaranta i volumi
pubblicati.
15 febbraio | 18 maggio 2014
Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti
Palazzo Cavalli Franchetti
Campo Santo Stefano 2842, 30124 Venezia
ORARI
Dal lunedì alla domenica 10.00 – 19.00
Martedì chiuso
Fonte e info:
segnala:
amalia di Lanno