domenica 28 aprile 2013

Fotografia Europea_VIII edizione



Quasi 400 mostre, ma anche installazioni, conferenze, incontri, workshop, proiezioni, spettacoli. Le giornate inaugurali (3-5 maggio) aprono l'ottava edizione della manifestazione che quest'anno ha per tema: "Cambiare. Fotografia e responsabilita'". Le mostre si svolgono in diversi luoghi della citta' e lungo 4 percorsi abbinati ad altrettante parole-chiave: straniamento, fiducia, sorpresa e visione.

comunicato stampa
Il cambiamento è ovunque. Lo vediamo nella società, nella tecnologia, nella politica, nella natura e nella fotografia, che non solo osserva le mutazioni della realtà ma cambia con essa. A questo tema è dedicata l'ottava edizione di Fotografia Europea. Un festival che è ormai punto di riferimento nazionale e internazionale nel panorama degli appuntamenti dedicati alla fotografia e che quest'anno - ancor più che nelle stagioni passate - spinge il suo sguardo oltre i confini dell'Europa, con un approccio sempre più globale e contemporaneo. “La realtà è in continuo cambiamento ed è sempre più avanti. – afferma il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio – Quello che fatica a mutare e a cambiare è il nostro sguardo su di lei, la nostra capacità di interpretarla e di agire di conseguenza. Fotografia Europea ci porta anche quest’anno a confrontarci sul piano artistico e filosofico su un tema di grande attualità. La fotografia può aiutare infatti il nostro sguardo a cogliere ciò che normalmente non vediamo”.

Promosso dal Comune di Reggio Emilia, il festival sarà aperto dal ricco weekend di conferenze, performance, proiezioni, spettacoli e workshop (quasi tutti gratuiti) delle giornate inaugurali (dal 3 al 5 maggio) che avranno come ospiti scrittori, filosofi, musicisti, giornalisti, critici d'arte e accompagneranno il vernissage delle mostre. Queste rimarranno aperte fino a domenica 16 giugno e sono suddivise in quattro percorsi legati al cambiamento e abbinati ad altrettante parole-chiave: straniamento, fiducia, sorpresa e visione.

Lo straniamento di una fotografia che non è solo testimone ma anche protagonista della mutazione, attraverso gli scatti “illuminanti” della giapponese Rinko Kawauchi, la sfida al tempo del francese Philippe Chancel (tornato in luoghi come Fukushima o Kabul, dopo che si sono spenti i riflettori dei media) e il lato eccentrico delle persone svelati dal britannico David Stewart.

La fiducia nel cambiamento del sé, filo conduttore delle mostre Vita Nova (scatti di Evan Baden, Julia Fullerton-Batten, Luigi Gariglio, Paul Graham, Lise Sarfati, Hannah Starkey, Hellen van Meene, Raimond Wouda, Tobias Zielony), Rock' Stars con le celebrità immortalate da Mick Rock, To Belong di Anders Petersen sui luoghi emiliani colpiti dal terremoto e dei progetti Reggio Children e Speciale diciottoventicinque.

La sorpresa nel riconoscere il cambiamento in progetti surreali come The Afronauts di Cristina De Middel, in spettri di errori del passato da non ripetere in futuro (la Chernobyl di Sergey Shestakov), nella relazione enigmatica tra madre e figlia (Viktoria Sorochinski), nel desiderio di evasione (Lucia Ganieva), nei sogni kitsch dei nuovi ricchi (Tim Parchikov). O anche nelle trasformazioni dell'industria (GD4 PhotoArt) e nel coraggio di riportare in vita, attraverso il moderno, una struttura secolare (Alessandro Rizzi sul Teatro Sociale di Gualtieri); la sorpresa di fronte a fatti polizieschi e alla vita di strada (Weegee, al secolo Arthur Fellig).

La visione, infine, come strada per iniziare il cambiamento. Passando da un artista finlandese che – su committenza del Comune di Reggio Emilia – indaga diverse realtà del contesto emiliano (Esko Männikkö) a un fotografo italiano che conduce esperimenti nei mari del Nord (Andrea Galvani); da una serie di scatti che spengono la luce delle metropoli per ritrovare quella stellare (Thierry Cohen) a un'altra che documenta il lavoro di scienziati “spaziali” (Stefano D'Amadio). Per tornare sulla Terra e recuperare il fascino dell'esotismo orientale della mostra della collezione dell’ambasciatore Alberto e Maria Pansa della Biblioteca Panizzi o rileggere, attraverso il cambiamento dello sguardo fotografico, i cambiamenti della società italiana nel grande omaggio a Carla Cerati.

L’edizione 2013 si presenta ancora più ricca di proposte espositive rispetto agli anni passati. In totale saranno 390 le mostre presentate nell’ambito della rassegna in città ma anche in numerosi comuni della provincia: 21 esposizioni istituzionali, 83 mostre inserite nel percorso collegato, 166 appartenenti al circuito Off e 120 Portfolio online che presenta mostre virtuali di fotografi italiani ed europei.

Numerosissime anche le sedi: le mostre istituzionali sono ospitate negli spazi più prestigiosi della città, come la Biblioteca Panizzi, i Chiostri di San Domenico, i Chiostri di San Pietro, la Galleria Parmeggiani, Palazzo Casotti, Palazzo Magnani, la Sinagoga, lo Spazio Gerra; mentre le piazze Prampolini, San Prospero e Casotti fanno da cornice agli eventi. A queste si sommano altri luoghi pensati per incontri e per esposizioni come il Centro Internazionale Loris Malaguzzi, il cinema Al Corso, l’Istituto Musicale Achille Peri, l’Officina delle Arti e l’Università di Modena e Reggio. Senza contare un nuovo percorso che si aggiunge agli altri e arricchisce le occasioni di conoscenza della città includendo l’Atelier Viaduegobbitre, le case elemosiniere di via Fontanelli, le chiese di San Filippo e San Carlo, il Chiostro della Ghiara, il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, la Gabella di via Emilia San Pietro, i Musei Civici, il Museo dei Cappuccini, il Palazzo della Frumentaria e il Palazzo della Prefettura.

Appuntamento ormai consolidato, anche quest’anno accompagna il festival il circuito indipendente Off, programma parallelo con incontri, progetti, mostre e installazioni disseminate nella gallerie d’arte, nei bar, nei ristoranti, nelle librerie e in altri spazi della città e della provincia che culmina con X-Off, contest fotografico lanciato per premiare i migliori progetti del circuito cittadino.

Fotografia Europea è organizzata dal Comune di Reggio Emilia con l’apporto di numerosi curatori. Oltre alle partecipazioni di Elio Grazioli, Walter Guadagnini, Laura Serani, Sandro Parmiggiani, Olga Sviblova, Studio Blanco e Laura Gasparini, si aggiungono quest’anno quelle di Ilaria Campioli, Rossella Menegazzo, Marinella Paderni e Hiroshi Yano.

LE GIORNATE INAUGURALI

Come è ormai tradizione, Fotografia Europea si apre con la formula delle giornate inaugurali: tre giorni di conferenze, workshop, letture, incontri e spettacoli che – da venerdì 3 a domenica 5 maggio 2013 – accompagnano il vernissage delle mostre. Il taglio del nastro è previsto per venerdì 3 maggio ai Chiostri di San Pietro alle 17.30, alla presenza di Graziano Delrio (sindaco di Reggio Emilia), Sonia Masini (presidente della Provincia di Reggio Emilia), Massimo Mezzetti (assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna), Elio Grazioli (curatore della rassegna), Carla Cerati (fotografa e protagonista di una delle mostre), Sandro Parmiggiani (critico d'arte), Olga Sviblova (direttrice del MAMM-Multimedia Art Museum Moscow) e l’agenzia VII Photo.

Le conferenze a tema

Nelle giornate inaugurali, le mostre sono accompagnate da incontri con gli artisti e da una serie di conferenze sui nuclei tematici del festival, in cui i fotografi e i curatori dialogano con critici, filosofi, scrittori, scienziati:

Per la sezione Sorpresa: cambiare il mondo, il giornalista Piero Del Giudice e lo scrittore Dževad Karahasan ripercorrono l'assedio di Sarajevo, durante il conflitto balcanico negli anni '90, le sue drammatiche implicazioni di ieri e quelle di oggi;
Per Fiducia: cambiare sé, la scrittrice Ginevra Bompiani e il cantautore David Riondino dialogano sul legame che intercorre tra l'attesa e il cambiamento;
Per Straniamento: cambiare l'immagine, il filosofo Riccardo Panattoni e lo scrittore Tiziano Scarpa, nell'ambito del progetto Le stanze del tempo promosso dai Musei Civici di Reggio Emilia, si confrontano su come le immagini riescano a mettere in gioco un cambiamento del nostro sguardo, lasciando emergere sensazioni di straniamento e turbamento;
Per Visione: cambiare il modo di vedere, l'artista Tomás Saraceno, la biologa Yael Lubin, il filosofo Armando Massarenti e il critico d'arte Marinella Paderni esplorano il tema del cambiamento da una prospettiva di dialogo e di scambio culturale tra arte e scienza.

Gli spettacoli serali

Un altro elemento caratteristico delle giornate inaugurali sono le proiezioni, i dj set e gli spettacoli dal vivo. Il primo appuntamento è la sera di venerdì 3 maggio, in Piazza San Prospero, con il dj set di Marco Castoldi, in arte Morgan. Uno show multimediale, dove la musica è accompagnata dalle immagini del progetto Giovane Fotografia Italiana#02, in collaborazione con GAI Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani a cura di Daniele De Luigi. Il tutto è arricchito dalle componenti interattive rese possibili da Pyck, un'applicazione per iPhone (scaricabile gratuitamente da App Store) sviluppata dal Laboratorio di Physical Computing del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e dal free photographshow in collaborazione con la community Instagramers con la proiezione che accoglie le foto taggate su Instagram con #cambia_re e #igersreggioemilia. La nottata si conclude con l’aftershow (dopo mezzanotte) al Circolo Arci Tunnel. Sabato 4 maggio, sempre in Piazza San Prospero (ore 21.30), è la volta di Transformer. Da David Bowie a Lou Reed, attraverso Freddy Mercury, Peter Gabriel, Iggy Pop: Il trasformismo musicale in fotografia, il racconto di quattro decenni di immagini attraverso le parole di Mick Rock, intervistato dal giornalista Carlo Massarini. Ad aprire la serata Welcome Back Sailors, dalle 22.30 concerto di Paolo Benvegnù e Wolther Goes Stranger e chiusura per nottambuli all'Officina delle Arti, con gli atelier aperti, le performance e i dj set di Glam Night. La sera di domenica 5 maggio, infine, Fotografia Europea si chiude nei Chiostri di San Pietro con X-Off, presentazione dei fotografi selezionati nell'ambito del Concorso Circuito Off e premiazione del vincitore X-Off 2013 da parte del pubblico e della giuria composta dall'attore Enrico Salimbeni, dal regista e direttore artistico della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia Gabriele Vacis e dalla blogger Claudia Vago. Sonorizzazione live di Torafugu Project.

Le partnership internazionali e nazionali

Fotografia Europea avvia quest’anno un’altra collaborazione di rilievo e respiro internazionale con VII Photo Agency. Nata tre giorni prima dell’ 11 settembre 2001, VII è un’agenzia fotografica fondata da sette dei più autorevoli fotogiornalisti contemporanei; ha sede a New York e a Parigi e rappresenta oggi 23 fotografi. Su invito del Comune di Reggio Emilia e in collaborazione con aBcM, VII Photo Agency porta in città il suo Annual General Meeting (dal 3 al 7 maggio) dove è confermata la partecipazione dei fotografi Marcus Bleasdale, Ron Haviv, Ed Kashi, Antonin Kratochvil, Joachim Ladefoged, Christopher Morris, Franco Pagetti, John Stanmeyer, Jocelyn Bain Hogg, Stefano De Luigi, Jessica Dimmock, Adam Ferguson, Ashley Gilbertson, Davide Monteleone, Seamus Murphy, Maciek Nabrdalik, Anastasia Taylor-Lind, Tomas Van Houtryve, Donald Weber e del direttore Nick Papadopoulos. Il contesto che lo ospita è quello di HOST, nuova iniziativa satellite del Festival caratterizzata da una partnership produttiva con un’agenzia internazionale e che prevede una serie di attività, durante i giorni inaugurali del festival, che comprendono venerdì 3 e sabato 4 maggio il workshop VII Shoot dedicato all’editing e alla produzione fotografica per raccontare la città e i suoi cambiamenti, il Pranzo d’autore VII Lunch, un incontro a tema e letture porfolio con menù firmato dallo chef Gianni D’Amato al Caffè Arti e Mestieri, le proiezioni al Cinema AlCorso dei dieci migliori multimedia prodotti dai fotografi dell’agenzia. Conclude il programma Host la VII Night con la presentazione dell’agenzia e proiezione dei lavori prodotti durante il VII Shoot. Il programma dettagliato, le informazioni e le modalità di iscrizione su www.fotografiaeuropea.it/host-vii/.

Si rinnova anche nel 2013 l'esperienza di Portfolio Europa – International Portfolio Review, il progetto a cura di Gigliola Foschi, che inserisce Fotografia Europea nel circuito internazionale di letture portfolio di cui fanno parte i più importanti festival europei. L'evento è realizzato in collaborazione con FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) e InSide Professional Training. Le letture portfolio hanno luogo sabato 4 e domenica 5 maggio, su prenotazione in Biblioteca Panizzi, e sono tenute da Peggy Sue Amison (Sirius Arts Centre di Cork, Irlanda), Krzysztof Candrowicz (Fotofestival di Łodz, Polonia), Miha Colner (Photonic Month of Photography di Ljubljana, Slovenia), Elina Heikka (Finnish Museum of Photography di Helsinki, Finlandia), Gigliola Foschi (curatrice del progetto) e Laura Serani (curatrice di Fotografia Europea). La premiazione dei tre migliori portfolio, selezionati da una giuria composta dai lettori e presieduta da Laura Serani, è prevista domenica 5 maggio alle ore 16. Sempre nell'ambito di Portfolio Europa, sabato 4 maggio una conferenza con slide show – Fotografie in dialogo. A confronto le nuove tendenze artistiche della fotografia europea – presenta una selezione di artisti provenienti da Irlanda, Slovenia, Finlandia e Polonia (ore 21 Biblioteca Panizzi).

Uno sguardo sulla giovane fotografia europea è reso possibile grazie alla collaborazione con il festival parigino Circulation(s) – Festival de la Jeune Photographie Européenne, diretto da Marion Hislen e promosso da Fetart, che presenta una selezione dell'edizione 2013 all’Officina delle Arti.

Un appuntamento particolarmente importante e articolato è quello con il progetto La Giovane Fotografia Italiana #02, promosso con la rete GAI – Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani. Già protagoniste il venerdì sera durante lo spettacolo di Morgan, le immagini dei giovani artisti vengono proposte anche in una selezione a cura di Daniele De Luigi, ideata per raccontare il cambiamento, ospitata da sabato 4 maggio all'Officina delle Arti e aperta fino al 16 giugno. Sabato 4 maggio alle 17 Giovanni Catellani Assessore Cultura e Università Comune di Reggio Emilia, Daniele De Luigi curatore, Luigi Ratcliff segretario GAI e i fotografi incontrano il pubblico. Alle 19 in Piazza Casotti è prevista invece la conferenza Sbagliare per cambiare, in cui GAI e Associazione Internazionale BJCEM, presentano progetti di collaborazione tra Mediterranea 16, Fotografia Europea e La Giovane Fotografia Italiana #02, con Emiliano Paoletti (segretario BJCEM), Daniele De Luigi (per Fotografia Europea), Luigi Ratclif (segretario GAI e coordinatore dell'incontro), Alessandro Castiglioni (curatore per Mediterranea 16) e gli artisti Andrea Magaraggia e Alice Pedroletti.

Gli altri appuntamenti (installazioni, incontri, workshop, visite)

Il programma delle giornate inaugurali si completa con l'installazione Ri-tessere Riflessi delle artiste Antonella De Nisco, Mirella Gazzotti e Pina Tromellini, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo Monti “Achille Peri” (venerdì e sabato con performance teatrale); con la conferenza di inaugurazione della mostra Viaggiatori, fotografi, collezionisti nell'Oriente di fine Ottocento (con il geografo Guglielmo Scaramellini, la curatrice Rossella Menegazzo, il direttore del Tokyo Japan Camera Industry Institute Hiroshi Yano); la tavola rotonda Dalla Diapositiva all'iPhone Photography. Quali regole attivano oggi il mercato con Marco Toldi per Obiettivo Reporter, Anna Schiavone per Milestone Media e i fotografi Matteo Nanni e Giuliano Zanettini; la presentazione del libro Viaggio in Europa, nell'ambito del progetto Baobab/Spazio Giovani Scritture curato da Giuseppe Caliceti.

A fotografi professionisti, grafici e operatori della comunicazione sono rivolti i workshop di approfondimento e formazione distribuiti lungo il weekend e curati da FotografiaProfessionale.it, InSide Professional Training, Work In Progress Communication e Verison.(presso l’Università). Nella giornata di domenica sono infine previste visite guidate alle sale della Biblioteca Panizzi, laboratori di fotografia per bambini dai sei agli undici anni (in collaborazione con Reggio Children) e le letture Zoom a cura di Nati per leggere per i più piccoli (da 2 anni).

LE MOSTRE

L'omaggio a Carla Cerati

La mostra di Carla Cerati Guardare la metamorfosi ai Chiostri di San Domenico, a cura di Sandro Parmiggiani, presenta centoquaranta immagini, realizzate nel corso di cinquant’anni di attività, che documentano il suo intero percorso di fotografa, sempre svolto all’insegna di una passione e di una sensibilità estrema per le cose, per i volti, per i corpi che ha incontrato nel cammino della sua vita. Nata a Bergamo nel 1927, Carla Cerati vive e lavora a Milano dal 1951. Inizia a fotografare alla fine degli anni ‘50, ritraendo le prove di uno spettacolo teatrale di Franco Enriquez al Teatro Manzoni. “Fotografare - dice la Cerati - ha significato la conquista della libertà e anche la possibilità di trovare risposte a domande semplici e fondamentali: chi sono e come vivono gli altri?”. Questa curiosità e l’esigenza di documentare una società che cambia sono elementi chiave dell’intera carriera dell’artista. A Milano, frequentando gli incontri culturali alla Libreria Einaudi, ritrae scrittori, architetti, artisti. A Firenze nel 1966 documenta l’alluvione; nel 1968 entra in alcuni ospedali psichiatrici e pubblica un libro (Morire di classe), firmato con Berengo Gardin che, rivela le sofferenze terribili delle persone ricoverate, svolgendo un ruolo fondamentale nel mutamento della coscienza collettiva. La fotografia si fonde con uno sguardo che va spesso oltre i confini delle arti e delle discipline. Si avvicina al teatro (il Living Theatre), alla danza (Antonio Gades) e alle posizioni assunte dal corpo nudo di una ballerina (Valeria Magli); nei primi anni ’70 racconta il mondo milanese dei cocktail party; fotografa la contestazione studentesca e le lotte operaie, i processi (tra cui quello legato all’omicidio Calabresi). Si dedica anche alla fotografia delle nuove architetture, ennesima manifestazione di un paesaggio che cambia. Dal 1973 affianca all’attività di fotografa quella di scrittrice, pubblicando vari romanzi, l’ultimo dei quali è L’eredità uscito a marzo per Marsilio.

Straniamento: cambiare l'immagine

La fotografia ci aiuta a percepire il passare del tempo e il cambiamento che esso comporta. Pensiamo alle immagini che conserviamo nei nostri archivi analogici e digitali: a quanto siamo diversi oggi rispetto a come eravamo al momento degli scatti. Ma la fotografia non è solo testimone di una mutazione. Anche lei, negli anni, è stata sottoposta a un continuo processo di cambiamento: nella tecnica, nello sguardo, nell'immagine. Le Polaroid che diventano Instagram, i primi piani che lasciano spazio a panorami a 360 gradi, la differenza nel modo di guardare ai dettagli. Proprio i dettagli, gli effetti che appaiono come strani o addirittura estranei, le atmosfere inedite, le piccole incongruenze, sono lo strumento scelto in questa sezione – attraverso tre mostre curate da Elio Grazioli – per avvicinarci alla comprensione del cambiamento della fotografia. Un viaggio nella diversità, nella sospensione, nell'allusione, oltrepassando anche il confine del perturbante, in quei flash improvvisi che spesso – a sorpresa – ci rivelano aspetti che non immaginavamo della realtà.
Flash che attraversano Illuminance di Rinko Kawauchi, prima mostra personale in Italia di un'artista che da tempo rappresenta lo sguardo trasfigurante della fotografia giapponese, quello che cerca sempre altro in ciò che osserva, cogliendo nell'apparire della realtà anche qualcosa del proprio cuore, della propria essenza, della propria aura. In Datazone di Philippe Chancel, anche lui al debutto nel nostro paese, lo straniamento si muove invece sull'asse del tempo, introducendo elementi (il ritardo, il dopo, la lentezza) che vanno a cozzare contro quel culto dell'evento, dell'istante e della rapidità a cui siamo abituati nella società contemporanea (e nella tradizione del reportage). Il fotografo francese torna in luoghi fortemente mediatizzati – Kabul, Fukushima, Port-au-Prince – e ce li mostra per quel che sono: dopo la guerra, dopo lo tsunami, dopo il terremoto. Non più “immagini” da telegiornale, ma pura realtà. Si concentra invece sulle persone David Stewart in Stuff, esplorandone una stranezza che può essere di comportamento (quando fanno qualcosa di eccentrico) o di immagine (quando li si guarda con occhio curioso). Invitando non solo a percepire il cambiamento, ma anche a interrogarlo: perché le cose e le persone cambiano? Che cosa genera quella differenza che ai nostri occhi e alle nostre menti appare come straniamento?

Fiducia: cambiare sé

Il mondo cambia. Se non lo facciamo anche noi, la nostra esistenza rischia di ridursi a un continuo subire (o al massimo adattarsi), senza la capacità di comprendere e vivere attivamente il cambiamento. Si può cominciare lottando contro i conformismi, le debolezze, le disattenzioni nei confronti degli altri. Ritrovando una più generale fiducia verso il prossimo, verso il mondo, verso il futuro. E perché no, anche verso le immagini. Le immagini come interpretazione positiva del cambiamento – e degli sforzi che le persone e le comunità fanno per cambiare – sono al centro di questa sezione di Fotografia Europea, dove la parola chiave è fiducia e il percorso si snoda attraverso una ricca serie di esposizioni.
Vita Nova (a cura di Walter Guadagnini) è un contenitore collettivo che prende spunto e titolo dall'opera del Sommo Poeta, per soffermarsi su una stagione precisa dell'esistenza: l'adolescenza, l'età del cambiamento per eccellenza, che – senza risalire al Medioevo dantesco – anche nel più prosaico XX secolo ha avuto i suoi cantori e testimoni. Partendo da immagini di Lise Sarfati, Hannah Starkey e Hellen Van Meene – che letteralmente guardano in faccia gli adolescenti – la mostra evidenzia da un lato la varietà delle proposte fotografiche sulla scena internazionale, dall'altro come la tematica adolescenziale venga affrontata da diversi punti di vista, che muovono dal privato al sociale, dalla documentazione all'invenzione, dall'inquietudine all'ironia. La scuola, le relazioni familiari e di lavoro, sono coordinate fondamentali negli scatti di Raimond Wouda, Luigi Gariglio e Tobias Zielony, mentre il potere immaginifico della fotografia digitale irrompe nelle immagini di Julia Fullerton-Batten (che proietta i giovani protagonisti in una magica dimensione parallela) e di Evan Baden (che affronta la pratica della produzione/scambio di immagini erotiche, scattate in casa e condivise su Internet, ricordando che nel cambiamento delle persone e delle abitudini si può nascondere anche una dark side). I protagonisti del lavoro del fotografo inglese Paul Graham sono infine i ragazzi e le ragazze ritratti nei club e nei bar d'Europa e d'America, colti nei momenti di svago, alla fine di un'età, di una stagione della vita, rispetto alla quale gli sguardi persi nel vuoto indicano sì una mancanza di certezze, ma al contempo anche la tensione verso un altrove, un futuro, indefinito e indefinibile ma pur sempre possibile.
In Rock’ Stars, il fotografo britannico Mick Rock racconta il mondo giovanile da un altro punto di vista, quello della cultura rock, del glamour, della trasgressione come ricerca di un modo diverso di stare nel cambiamento, spesso anticipandolo e alimentandolo. Grande interprete degli anni Settanta, famoso per aver immortalato leggende della musica come Queen, David Bowie, Lou Reed, Iggy Pop, Sex Pistols, Blondie, l'artista espone a Reggio Emilia i suoi scatti più celebri.
To Belong dello svedese Anders Petersen è un progetto realizzato assieme all'agenzia Studio Blanco, in partnership con Fotografia Europea e SlamJam e in collaborazione con Arctic Paper e Centroffset, ideato per restituire alla terra d'Emilia, offesa e umiliata dal terremoto, una memoria fotografica di quei giorni difficili e un omaggio alle persone colpite dal sisma. Petersen ha percorso la via Emilia, ha incontrato cittadini, si è fatto raccontare storie. Il risultato è una visione straniera, adulta, matura, priva di morbosità, in cui risaltano la dignità e il senso di appartenenza di un popolo colpito che si è rimesso al lavoro senza troppo clamore.
Sempre i cittadini di Reggio – in particolare le nuove generazioni – sono al centro dei progetti di Reggio Children e Speciale diciottoventicinque. Nel primo, intitolato Figura umana moltiplicata. Tra grafica, creta, fotografia e digitale, lo sguardo si pone sui bambini e sulla loro concezione del cambiamento, su come immaginano il mondo e il futuro verso cui vanno incontro. All’interno di uno spazio-laboratorio appositamente allestito i bambini sperimentano la trasformazione del corpo: ombre, superfici specchianti, lenti e filtri restituiscono una diversa e sorprendente immagine di sé. Il secondo, ribattezzato Morphing, è invece un'esperienza che ritorna, dopo l'edizione 2012. Curato da Alessandro Bartoli, Fabio Boni, Fabrizio Cicconi e Laura Sassi, Speciale diciottoventicinque è un workshop in cui cinquanta giovani (tra i 18 e 25 anni) conducono un'indagine fotografica legata ai loro interessi e al loro universo. Il tema è “la metamorfosi del corpo” e le fotografie realizzate vengono presentate, a partire dal 3 maggio, come una vetrina di una giovane comunità che avanza e a cui, inesorabilmente, sono riservati l'onore e la responsabilità del cambiamento della società. I luoghi designati per la mostra sono i Chiostri di San Pietro ed i Petali, galleria dello shopping che, per l’ottava edizione della kermesse, ha indetto il concorso a premi “My Petali Photo”.

Sorpresa: cambiare il mondo

Spesso la fotografia riesce a trasmettere l'idea del cambiamento non solo nel modo in cui lo rappresenta, ma anche nello sguardo di chi riesce davvero – prima di altri, meglio di altri – a riconoscerlo e comprenderlo. Chi vi ripone aspettative, ne trasmette la novità, ne condivide la meraviglia. È questo il fil rouge della sezione Sorpresa, nella quale lo stupore suscitato dalle opere umane attraversa trasversalmente il firmamento fotografico: sfiorando storie incredibili, grandi costruzioni, tecnologie avanzate o anche luoghi ed eventi che solo in pochi possono vedere.
Accade in The Afronauts, a cura di Ilaria Campioli, dove gli scatti di Cristina De Middel raccontano il surreale tentativo fatto dallo Zambia di portare il primo astronauta africano sulla Luna, in un racconto eccentrico che intreccia realtà e finzione, sogni fantascientifici e materiale d'archivio.
E accade nelle quattro mostre realizzate grazie alla partnership con il nuovo museo multimediale MAMM – Multimedia Art Museum di Mosca. A cominciare dall’inquietante scenario rappresentato in Journey into the Future. Stop #1 di Sergey Shestakov a cura di Laura Serani e Olga Sviblova direttrice del MAMM. Il contesto è Chernobyl, luogo-simbolo della paura nucleare, che l'uomo ha quasi voluto confinare in un recinto geografico lontano e impenetrabile. È in quelle strade deserte, a tratti irreali, che – venticinque anni dopo il fatidico 25 aprile 1986 – l'artista conduce un impressionante recupero del passato che è anche monito per il futuro.
Le immagini di Lucia Ganieva in Dreaming Walls (sempre a cura di Laura Serani e Olga Sviblova) sono rappresentazioni di piccoli mondi perfetti, dove vibra il desiderio di un altrove accessibile solo in sogno. I lavori della fotografa, che dal 1993 vive in Olanda, hanno come oggetto gli interni delle case degli abitanti della Udmurtia, rivestiti di carta da parati fotografica. Paesaggi di carta che si fondono perfettamente negli ambienti, senza soluzione di continuità con arredi e accessori, e creano uno strano effetto di trompe-l'oeil. La natura entra nelle case e il limite tra interni ed esterni appare confuso, come i sogni dei loro abitanti.
Suggestioni post-sovietiche si celano nella ricerca identitaria di Viktoria Sorochinski, artista che ormai da tempo ha abbandonato la natia Ucraina e che in The Wonder-House of Anna & Eve (a cura di Laura Serani) svela le incertezze di una generazione che deve affrontare la crisi di una società in profonda trasformazione, attraverso lo sviluppo della relazione tra una mamma e sua figlia, fotografate per sette anni consecutivi dal 2005 al 2012. In un dialogo con le opere, falsi e copie della Galleria Parmeggiani, Times New Roman. Episodio 3: Mosca, (a cura di Laura Serani), il fotografo moscovita Tim Parchikov esplora il contatto/contrasto tra la tradizione classica e le ambizioni dei nuovi miliardari russi che, per legittimare il loro status, spesso si circondano di copie kitsch di opere d'arte antiche. Sono questi diversi sguardi al centro di un incontro, sabato 4 maggio (ore 12), coordinata da Elio Grazioli, per riflettere con gli stessi artisti e le curatrici Serani e Sviblova sui diversi modi di interpretare e vedere il tema della la sorpresa. Se un respiro internazionale permea anche GD4 PhotoArt – La fotografia s’industria - una mostra promossa da G.D e Fondazione Isabella Seràgnoli, che propone le opere dei quattro fotografi finalisti (Andrea Stultiens, Jiang Jun, Tomoko Sawada, Txema Salvans) dell'omonimo concorso dedicato alla documentazione dell'industria in tutte le sue manifestazioni/trasformazioni - in Theater Translation di Alessandro Rizzi si torna verso orizzonti più prossimi: il lavoro si sofferma sulla vicenda del Teatro Sociale di Gualtieri, una ventina di chilometri a nord di Reggio Emilia, mostrando come sia possibile ridare vita, attraverso la ricombinazione con la contemporaneità e le nuove forme di arte e spettacolo, a una struttura che sembrava destinata all'oblio e alla storicizzazione.
Nell'ambito dell’ottava edizione di Fotografia Europea, inoltre Palazzo Magnani ospita la mostra Weegee. Murder Is My Business dedicata ad Arthur Fellig (in arte Weegee), importante nome della fotografia americana d’azione e di strada (1899 -1968). L’ appuntamento espositivo, curato da Brian Wallis, Chief Curator dell’ICP, è realizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani, GAMM Giunti e International Center of Photography (ICP) di New York.

Visione: cambiare il modo di vedere

Una sezione del viaggio di Fotografia Europea nell'universo del cambiamento non poteva che essere dedicata anche alla visione: intesa non tanto come proiezione/previsione di uno scenario immaginario futuro, quanto come facoltà progettuale utile a cambiare concretamente le nostre modalità di approccio. In ciò, si torna a una caratteristica inalienabile della fotografia: l'idea di immagine che vede il mondo diversamente da come lo cogliamo con i nostri occhi.
La visione è alla base della nuova produzione Time will make all plain dedicata al territorio di Reggio Emilia e incentrata sul cambiamento del paesaggio contemporaneo, curata da Marinella Paderni e affidata all'artista finlandese Esko Männikkö: le relazioni tra città e campagna, cultura e natura, passato e presente, interno ed esterno, come cardini per raccontare la “trasformazione silenziosa” del territorio. La visione si fa magia in Darkened Cities di Thierry Cohen, a cura di Laura Serani e presentata per la prima volta in Italia a Fotografia Europea dopo il successo di Parigi e New York. La mostra rappresenta una sorta di volo libero su metropoli globali (Los Angeles, San Francisco, Rio de Janeiro, ...) catturate nella notte, in una utopistica e affascinante assenza di luci artificiali, dove i contorni di grattacieli, monumenti e parchi si inchinano di fronte al maestoso spettacolo della Via Lattea e delle costellazioni. Agli interrogativi sull'impatto della tecnologia sulla società, dalla sfera privata a quella pubblica, è dedicato un altro lavoro dell'autore presentato a Reggio Emilia: Binary Kids, una serie di ritratti di bambini e adolescenti, rappresentanti emblematici della “generazione internet”, che diventano supporto di proiezioni di circuiti informatici e componenti elettroniche.
E' il rapporto con lo spazio a giocare un ruolo rilevante in diverse esposizioni di questa sezione. Nella serie Higgs Ocean (a cura di Marinella Paderni), al debutto in uno spazio pubblico in Italia dopo la presentazione nel 2011 alla Biennale di Mosca, Andrea Galvani documenta alcune esperienze condotte oltre il Circolo Polare Artico, al largo delle isole Svalbard. L'artista, che ha lavorato in collaborazione con ingegneri russi per diversi mesi, ha prodotto esperimenti di carattere acustico, utilizzando l'energia naturale del sole e riconvertendola tramite tecnologie militari in un raggio luminoso ad altissima intensità, in grado di perforare il gelido paesaggio artico e la stessa ionosfera terrestre. Gli scatti colgono ogni singolo momento di questo trasferimento di energia. Atmosfere cosmiche sono alla base anche del progetto Artigiani dello spazio, nel quale Stefano D'Amadio documenta il lavoro di ingegneri, fisici e tecnici dell'azienda aerospaziale italo-francese Thales Alenia Space. Scienziati che – muovendosi tra turbine gigantesche e serre piccolissime, tra computer dorati e satelliti trapezoidali, in location che ricordano il mitico design di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick – sperimentano la crescita in orbita di germogli di piante.
A questo tuffo nell'innovazione e nel futuro fanno da contraltare i documenti dal passato raccolti in Viaggiatori, fotografi, collezionisti nell'Oriente di fine Ottocento. Fotografie della collezione dell’ambasciatore Alberto e Maria Pansa alla Biblioteca Panizzi, a cura di Rossella Menegazzo, Laura Gasparini e Hiroshi Yano: quattro preziosi album fotografici (Turchia, Japan, China e Siam) e una raccolta di immagini giapponesi che – restituendo il gusto, la curiosità e l’attenzione verso quei paesi lontani – ci riportano a un'epoca in cui il sogno del futuro e del cambiamento si esprimeva attraverso collezioni di esotici paesaggi orientali, diversi, stranianti, tutti da scoprire.

LE ALTRE INIZIATIVE

Tornano a deliziare visitatori e cittadini, per il quinto anno consecutivo, anche I Menu di Fotografia Europea. Durante la kermesse fotografica dal 3 maggio al 16 giugno il centro storico promuove un’ampia offerta di ristoro con ventinove luoghi di sapore – ristoranti, pizzerie, brasserie e caffetterie – che si propongono di soddisfare le esigenze più varie: dal pasto veloce al menu di degustazione, dalla tradizione alla creatività.

Diversi sono gli appuntamenti che tengono viva Fotografia Europea anche nelle settimane successive alle giornate inaugurali. Sabato 11 maggio è previsto il workshop Postproduzione – Primo Dan – a cura di FotografiaProfessionale.it - sabato 18 maggio il festival è inserito nella Notte Europea dei Musei, con aperture straordinarie, animazioni per famiglie, installazioni e altre iniziative di partecipazione. Il 13 e 14 giugno è in programma il workshop Più belli con il fotoritocco a cura di Inside Professional Training.

Inoltre l’attenzione rivolta ai bambini e ai ragazzi non si ferma: proseguono anche dopo le visite guidate alle mostre rivolte alle scuole e i laboratori didattici Moltiplica lo sguardo e Tra prima e dopo, organizzati in collaborazione con Reggio Children, e Cambia sguardo a cura di A regola d’arte.

L’attenzione all’ambiente caratterizza anche questa edizione di Fotografia Europea la collaborazione con NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti - Milano. Il Comune di Reggio Emilia ha infatti deciso di tornare a promuovere il progetto legato alla realizzazione di borse in PVC attraverso il riutilizzo creativo degli striscioni pubblicitari confezionati negli anni passati in occasione di mostre, eventi e manifestazioni pubbliche. Gli studenti del Triennio di Scenografia sono stati coinvolti infatti nell’ideazione e nella realizzazione di nuovi prototipi di borse e gadget e nella progettazione di un desk per la vendita degli stessi oggetti realizzati con il contributo della Caritas. Oltre a ciò sarà proposta durante le giornate inaugurali a cura del fotografo e docente Mariano Dallago, una macchina fotografica a foro stenopeico, meglio conosciuta come Pinhole, fatta in cartoncino quindi analogica a pellicola. Saranno i cittadini e gli appassionati a poter costruire questo originale oggetto, assemblando gli elementi presenti in un kit fai-da-te a disposizione gratuitamente nella biglietteria dei Chiostri di San Pietro. E non solo: sempre a cura di Mariano Dallago, in piazza Prampolini prenderà forma un progetto che prevede la creazione in loco di una camera oscura per la stampa analogica di fotografie partendo da un file digitale. Il procedimento, noto come Laptopgrafia, potrà essere da tutti sperimentato attraverso la stampa di un proprio ritratto.
Determinante per il successo di Fotografia Europea è la collaborazione di una squadra di volontari, che affiancano il team organizzativo. Sono oltre quaranta quelli che si sono candidati per Fotografia Backstage, il progetto di volontariato legato alla manifestazione. Si tratta per la maggior parte di ragazzi compresi tra i 20 e i 40 anni, provenienti da tutta Italia, legati all’ambito fotografico per studi, interesse, passione.
Il catalogo

Le opere in mostra, i saggi dei curatori e i contributi dei critici e dei protagonisti dell'ottava edizione di Fotografia Europea sono raccolti nel catalogo, cura di Elio Grazioli e Riccardo Panattoni, pubblicato da Electa.

Per il calendario completo degli appuntamenti, per seguire alcuni dei principali eventi in diretta streaming e per tutte le informazioni su orari, indirizzi e ingressi: www.fotografiaeuropea.it

Ufficio stampa:

Comune di Reggio Emilia
Patrizia Paterlini tel. + 39 0522 456532 / cell. + 39 348 8080539 mail: patrizia.paterlini@municipio.re.it mail: ufficiostampa@fotografiaeuropea.it

Ex Libris Comunicazione
Carmen Novella tel. 02 45475230 / cell. 334 6533015 mail: ufficiostampa@exlibris.it

Inaugurazione Venerdì 3 maggio ore 17.30 presso i Chiostri di San Pietro

Sala stampa e biglietteria:
Chiostri di San Pietro via Emilia San Pietro, 44/c – 42121 Reggio Emilia
orari:
venerdì 3 maggio aperto dalle 16.00 alle 20.00; sabato 4 e domenica 5 maggio dalle 10.00 alle 20.00.
dal 10 maggio aperto venerdì dalle 19.00 alle 23.00; sabato dalle 10.00 alle 23.00, domenica dalle 10 alle 21.00.
Biglietto unico per tutte le mostre:
intero € 10,00
ridotto € 7,00 per studenti, soci TCI, CTS, AIB, CRAL Comune di Reggio Emilia, Carta Giovani Comune di Reggio Emilia, ragazzi dai 13 ai 25 anni, over 65, gruppi composti da almeno 15 persone e visitatori della mostra in programma alla Fondazione Palazzo Magnani, dipendenti Cariparma, soci e dipendenti Unieco.
Gratuità per visitatori di età inferiore ai 12 anni, scolaresche, disabili e accompagnatori, giornalisti accreditati e soci ICOM.

Fotografia Europea
dal 3/5/2013 al 16/6/2013
3 maggio: 16-20, 4 e 5 maggio: 10-20; dal 10 maggio: ven 19-23, sab 10-23, dom 10-21
0522 456249

Fonte: www.undo.net

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Amalia di Lanno