Ivano Bolondi
Fotografie 1980-2012. Atmosfere sospese
23 febbraio – 21 aprile 2013
La Fondazione Palazzo Magnani dal 23 febbraio al 21 aprile 2013
promuove un importante appuntamento con la fotografia. La cinquecentesca
sede espositiva ospita la mostra Ivano Bolondi. Fotografie 1980/2012. Atmosfere sospese
che, nell’ottica della valorizzazione delle eccellenze del territorio –
uno degli obiettivi che la Fondazione ha posto tra i punti di azione
all’interno del proprio progetto culturale -, intende celebrare il
grande fotografo reggiano.
La mostra – curata da Massimo Mussini, storico dell’arte – presenta oltre 180 scatti del fotografo realizzati in diversi luoghi del mondo tra il 1980 e oggi, capaci di raccontare il viaggio artistico ed umano di un uomo straordinario, sensibile e attento ad ogni aspetto visivo ed emozionale che può celarsi nella realtà circostante.
La mostra – curata da Massimo Mussini, storico dell’arte – presenta oltre 180 scatti del fotografo realizzati in diversi luoghi del mondo tra il 1980 e oggi, capaci di raccontare il viaggio artistico ed umano di un uomo straordinario, sensibile e attento ad ogni aspetto visivo ed emozionale che può celarsi nella realtà circostante.
Ivano Bolondi fotografa dagli anni settanta del
Novecento e, senza mai passare al professionismo, ha dedicato
all’immagine un ampio spazio della sua attività, tanto da poter essere
assimilato a un fotografo free lance per l’impegno creativo. Alle sue
origini vi è l’appartenenza a un attivo circolo cinefotografico e,
pertanto, muove i primi passi guardando a Henry Cartier Bresson, il mito
dei fotografi amatoriali, ben presto superato dall’attenzione verso
Luigi Ghirri, di cui coglie le proposte innovative del linguaggio
fotografico italiano. Fervido nell’immaginazione e creativo per natura,
utilizza queste doti nell’attività imprenditoriale inventando congegni
meccanici venduti in tutto il mondo e le riversa, in parallelo, nella
ricerca fotografica, che affianca la sua passione per i viaggi, intesi
come occasione per conoscere altre realtà esistenziali. Se inizialmente
registra le esperienze di viaggiatore con immagini narrative e con
l’attenzione alle particolarità dei luoghi, seguendo una consolidata
tradizione, nel corso degli anni ottanta il suo linguaggio fotografico
subisce una sensibile trasformazione. Dall’esempio di Ghirri ricava
l’idea che la fotografia sia un’operazione principalmente concettuale,
non destinata a proporre soltanto immagini descrittive della realtà ma a
fornire strumenti interpretativi capaci di sollecitare pensieri ed
emozioni nell’osservatore.
Nel primo decennio del nuovo secolo, in parallelo al superamento del dibattito sull’essenza ontologica della fotografia e sul problema della sua referenzialità, determinato dall’introduzione della tecnologia digitale e dall’assimilazione della fotografia all’interno dell’attività artistica, Bolondi modifica ulteriormente il suo approccio fotografico alla realtà. Anziché direttamente sull’ambiente, inizia a puntare l’obiettivo con sempre maggiore frequenza verso la immagine del circostante riflessa da superfici specchianti e a utilizzare lo sfocato al fine di contrastare l’abitudine all’interpretazione referenziale della fotografia e per favorirne una lettura più orientata alla sfera psicologica. In tal modo raccontare le proprie sensazioni di fronte ai modelli di esistenza e agli aspetti paesaggistici dei territori visitati, diventa occasione per verificare non tanto le differenze fra le varie culture, quanto le analogie di risposta a bisogni fondamentali e comuni. A questa testimonianza dell’identità umana, celata nella varietà delle forme espressive, corrisponde il linguaggio fotografico utilizzato, sempre diretto e privo di rielaborazioni successive al momento della ripresa.
Soltanto negli ultimi tempi, a cominciare dal volume Quale Cina? (2012), Bolondi ha iniziato a modificare qualche fotografia con le tecnologie digitali, ritoccandone i valori cromatici allo scopo di evidenziare passaggi tematici nell’impaginato del libro, così come ha aggiunto brani di filmato negli audiovisivi, da sempre utilizzati per presentare al pubblico le proprie ricerche fotografiche, manifestando, anche in queste trasformazioni del suo linguaggio espressivo, l’attenzione costante all’evolversi delle arti visive odierne. Ha al suo attivo una decina di libri fotografici, diverse diecine di audiovisivi elaborati con la collaborazione della moglie Eugenia, sua costante compagna di viaggio e “segretaria di redazione” dalla memoria inossidabile.
Nel primo decennio del nuovo secolo, in parallelo al superamento del dibattito sull’essenza ontologica della fotografia e sul problema della sua referenzialità, determinato dall’introduzione della tecnologia digitale e dall’assimilazione della fotografia all’interno dell’attività artistica, Bolondi modifica ulteriormente il suo approccio fotografico alla realtà. Anziché direttamente sull’ambiente, inizia a puntare l’obiettivo con sempre maggiore frequenza verso la immagine del circostante riflessa da superfici specchianti e a utilizzare lo sfocato al fine di contrastare l’abitudine all’interpretazione referenziale della fotografia e per favorirne una lettura più orientata alla sfera psicologica. In tal modo raccontare le proprie sensazioni di fronte ai modelli di esistenza e agli aspetti paesaggistici dei territori visitati, diventa occasione per verificare non tanto le differenze fra le varie culture, quanto le analogie di risposta a bisogni fondamentali e comuni. A questa testimonianza dell’identità umana, celata nella varietà delle forme espressive, corrisponde il linguaggio fotografico utilizzato, sempre diretto e privo di rielaborazioni successive al momento della ripresa.
Soltanto negli ultimi tempi, a cominciare dal volume Quale Cina? (2012), Bolondi ha iniziato a modificare qualche fotografia con le tecnologie digitali, ritoccandone i valori cromatici allo scopo di evidenziare passaggi tematici nell’impaginato del libro, così come ha aggiunto brani di filmato negli audiovisivi, da sempre utilizzati per presentare al pubblico le proprie ricerche fotografiche, manifestando, anche in queste trasformazioni del suo linguaggio espressivo, l’attenzione costante all’evolversi delle arti visive odierne. Ha al suo attivo una decina di libri fotografici, diverse diecine di audiovisivi elaborati con la collaborazione della moglie Eugenia, sua costante compagna di viaggio e “segretaria di redazione” dalla memoria inossidabile.
La mostra, che è arricchita da audiovisivi e documenti, è frutto di
un progetto prodotto e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani, con la
partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Pietro
Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia e con il contributo di
Landi Renzo spa e CCPL Reggio Emilia; Media partner IBS Italcuscinetti.
Orari
apertura al pubblico sabato 23 febbraio ore 15.30
da martedì a venerdì 10.00 -13.00 / 15.30 – 19.00
sabato e festivi 10.00 – 19.00.
Chiuso lunedì – Lunedì 1 aprile aperto 10.00-19.00
apertura al pubblico sabato 23 febbraio ore 15.30
da martedì a venerdì 10.00 -13.00 / 15.30 – 19.00
sabato e festivi 10.00 – 19.00.
Chiuso lunedì – Lunedì 1 aprile aperto 10.00-19.00
Ingressi
Intero 7 €; Ridotto 5 €; Studenti 4 €
Intero 7 €; Ridotto 5 €; Studenti 4 €
Biglietto cumulativo con Arte in agenda. A tu per tu con Pablo Picasso: 10 €
Arte in agenda. A tu per tu con Pablo Picasso Reggio Emilia, Palazzo Magnani 8 marzo – 1 aprile 2013
Arte in agenda. A tu per tu con Pablo Picasso Reggio Emilia, Palazzo Magnani 8 marzo – 1 aprile 2013
Visite Guidate
per gruppi fino a 20 persone: 60,00 euro + ingresso ridotto
per gruppi fino massimo 40 persone: 3,00 a persona + ingresso ridotto
per classi di studenti: da 4,00 a 6,00 euro in base al grado scolastico
visita guidata in lingua: 100 euro + ingresso ridotto
per gruppi fino a 20 persone: 60,00 euro + ingresso ridotto
per gruppi fino massimo 40 persone: 3,00 a persona + ingresso ridotto
per classi di studenti: da 4,00 a 6,00 euro in base al grado scolastico
visita guidata in lingua: 100 euro + ingresso ridotto
Visite riservate ed eventi in mostra
Per Associazioni, gruppi ed aziende è possibile prenotare visite riservate alla mostra
Per Associazioni, gruppi ed aziende è possibile prenotare visite riservate alla mostra
Per informazioni e prenotazioni
Biglietteria Tel. 0522 454437 – 444446, Email info@palazzomagnani.it
Biglietteria Tel. 0522 454437 – 444446, Email info@palazzomagnani.it
Fonte e info:
Segnala:
Amalia di Lanno