martedì 19 marzo 2013

Jeff Wall_Actuality




La prima grande retrospettiva in Italia dell'artista canadese, intitolata Actuality, comprende 42 opere - tra fotografie e lighbox - sapientemente costruite in studio e alterate digitalmente. Le opere di Wall esplorano campi diversi, dai temi sociali a quelli politici, con un approccio molto simile a quello dei pittori dell'Ottocento e spesso con chiare allusioni alle composizioni dei maestri del passato.

comunicato stampa
A cura di Francesco Bonami

Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita dal 19 marzo al 9 giugno 2013 Actuality, la prima grande retrospettiva italiana del fotografo canadese Jeff Wall (Vancouver 1946), curata da Francesco Bonami e prodotta da Comune di Milano – Cultura Moda Design e Civita

. Le 42 opere in mostra, alcune presentate per la prima volta in Italia, tracciano il percorso creativo di uno fra gli artisti contemporanei più innovativi degli ultimi trenta anni, presente a Documenta Kassel e alla Biennale di Venezia e protagonista di mostre personali nei principali musei del mondo, come il MoMA di New York (2007), il Deutsche Guggenheim di Berlino (2007) il San Francisco Museum of Modern Art (2008) e la Tate Modern di Londra (2005).

Entrato ormai a far parte di importanti collezioni internazionali, Jeff Wall “ha trascinato la fotografia fuori dai confini del proprio mondo, facendola approdare all’arte contemporanea”, afferma il curatore della mostra Francesco Bonami “ed è stato forse il primo artista ad usare la fotografia avvalendosi delle nuove tecnologie digitali, pur non mostrandole mai nel proprio lavoro”.

I suoi famosi “lightbox”, mutuati dal linguaggio pubblicitario tipicamente americano e segno riconoscibile del suo lavoro, sono solo una parte della vastissima produzione del fotografo che inizia nel 1978. Pioniere della fotografia concettuale o post-concettuale della cosiddetta “ Scuola di Vancouver”, con le sue riflessioni Wall ha aperto la strada ad innumerevoli altri artisti influenzandoli con il suo lavoro.

Le opere di Wall esplorano campi diversi, che spaziano dai temi sociali a quelli politici. La violenza urbana, il razzismo, la povertà, le tensioni sociali, la storia: sono tutti soggetti che l’artista osserva e rappresenta con precisione e profondità, “mantenendo però un approccio molto simile a quello dei pittori dell’Ottocento”, sottolinea Bonami, perché “le foto di Wall hanno sempre una dimensione pittorica e fisica che spesso riporta ai quadri di Manet, Courbet e di altri protagonisti dell’arte Moderna”. Alcuni infatti lo hanno definito “pittore della vita moderna“, citando la definizione che Charles Baudelaire aveva dato agli artisti del suo tempo.

All’iniziale interesse per paesaggi al limite tra natura e realtà urbana, si aggiunge la riproduzione di scene drammatiche ritratte in uno stile narrativo, come Mimic (1982) o Insomnia (1994). Nel corso degli anni Wall lavora sulla concettualizzazione di scenari e fenomeni della vita quotidiana, da quelli apparentemente insignificanti, come in Morning Cleaning Barcelona (1999) o A woman Consulting a catalogue (2005) a quelli più mondani di Ivan Sayer ( 2009) o In front of a Nightclub (2006). Dai suoi scatti emerge una predilezione per gli angoli che sembrano dimenticati e abbandonati, come le finestre sbarrate di Blind Window o i muri scrostati che ritroviamo nella serie Diagonal Composition (1993 – 2000), fino alla riproduzione di dettagli che passano inosservati, come A Sapling supported by a Post (2000) o Clipped Branches (1999).

In mostra insieme ai lightbox anche le stampe fotografiche, alcune scelte tra le produzioni in bianco e nero, come l’arido paesaggio di Hillside Sicily ( 2007), una delle riproduzioni più grandi di Wall.

Le composizioni sono sapientemente costruite in studio, risultato della pianificazione di ogni dettaglio da parte di Wall e di giorni, a volte settimane, di prove e shooting. L’artista interviene alterando digitalmente molte delle sue creazioni, tuttavia le scene rappresentate sembrano afferrate dalla realtà e dalla quotidianità. Raffinato conoscitore della storia dell’ arte e autore di saggi e testi critici, il fotografo spesso ricorre a citazioni di grandi capolavori del passato o a ricostruzioni di scene trovate in famosi romanzi.

Come di consueto il PAC ha in programma attività didattiche gratuite, ideate e organizzate da MARTE e realizzate con il contributo del Gruppo COOP Lombardia, per avvicinare grandi e piccoli al lavoro dell’artista.

JEFF WALL ha studiato storia dell’arte all' University of British Columbia di Vancouver e presso il Courtauld Institute di Londra. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre internazionali, incluse le grandi personali retrospettive al MoMA di New York, al Art Institute di Chicago e al San Francisco Museum of Art.
Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il Paul de Hueck and Norman Walford Career Achievement Award for Art Photography (2001);; l’ Erna and Victor Hasselblad Foundation International Award in Photography conferito dall’ Ontario Arts Council del Canada (2002) e il Roswitha Haftmann Prize for the Visual Arts (2003).Vive e lavora a Vancouver.

Il catalogo della mostra è edito da Electa.

La mostra è realizzata con il sostegno di Tod’s, sponsor dell’attività espositiva annuale del PAC.

Uffici stampa Comune di Milano - Elena Conenna tel. 02 884 53314/50101 elenamaria.conenna@comune.milano.it Electa - Anna Salvioli tel. 02 71046250 ufficiostampa.electa@mondadori.it
Chiara Brighi tel. 02 71046441 electalibri@mondadori.it

Conferenza stampa lunedì 18 marzo 2013, ore 12.00 Inaugurazione 18 marzo ore 18.30

PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14, Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30 | Da martedì a domenica 9.30-19.30 | giovedì 9.30-22.30 (Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
Biglietti: 8 intero, 6,50 ridotto giovani dai 6 ai 26 anni, ultra 65enni e gruppi ( min. 15 persone), 4 ridotto speciale scuole
Milano
via Palestro, 14
02 88446359 FAX 02 88446351

Jeff Wall
dal 18/3/2013 al 9/6/2013
lun 14.30-19.30, mar-dom 9.30-19.30, gio fino alle 22.30 (ultimo ingresso un'ora prima della chiusura)

Fonte: www.undo.net

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Amalia di Lanno