mercoledì 27 marzo 2013

Giulio Paolini_Sulla soglia

Giulio Paolini, Studio per “Sulla soglia” (Recto-verso), 2011-12
Matita e collage su carta
33 x 48 cm (foglio), 46 x 61 cm (con cornice)
Titolato, firmato e datato al verso, al centro


Giulio Paolini a Roma dal 16/02/2013 al 15/04/2013

Questa importante mostra personale di Giulio Paolini, indiscusso maestro dell’ arte concettuale, per cui l’artista ha realizzato eccezionalmente dei lavori “site-specific”, conferma il prestigio raggiunto e la dinamicità della galleria Giacomo Guidi.

La mostra si articola in due suggestive opere che dialogano con le architetture della galleria introdotte da undici collages: Qui e ora (Roma, 15 febbraio 2013) e Sulla Soglia
Lo stesso Paolini intitola l’ intera mostra “Sulla Soglia” con preciso riferimento al secondo capitolo del suo libro recentemente pubblicato da Johan & Levi, Milano 2012, L’ Autore che credeva di esistere, guida ai suoi attuali progetti espositivi.

Qui e ora (Roma, 15 febbraio 2013) , luogo e data dell’ inaugurazione della mostra e dunque della presentazione dell’ opera stessa, allestita nello spazio centrale della galleria sotto i grandi archi rinascimentali è costituita da materiali e oggetti addossati gli uni agli altri, a formare un denso accorpamento di elementi “d’affezione”. Tele, telai, cornici e immagini ritrovate suggeriscono, “qui e ora”, lontani echi e incerti indizi di un’opera in divenire.

Sulla Soglia, secondo lavoro realizzato per l’occasione, occupa la parete di fondo e costituisce una nuova variante di un tema avviato nel 2011. La metà posteriore di una testa dell’Apollo Parnòpios, in gesso patinato color bronzo dorato, è posata su una base in modo da essere addossata alla grande tela sospesa alla parete, come se il volto, invisibile, ne trapassasse la superficie. Un disegno di riquadri delineato sulla tela a inchiostro dorato si diparte a raggiera dal centro – ovvero dallo sguardo di Apollo – fino a proseguire, con un tracciato a matita, sull’intera estensione della parete. La figura di spalle che, sulla soglia del quadro, avvista il “disegno” di un’opera rappresenta una controfigura tanto dello spettatore quanto dell’autore, che notoriamente in Paolini tendono a corrispondere: lo sguardo dell’uno e dell’altro si orientano, fino a perdersi, verso le infinite immagini possibili di un quadro.


Giulio Paolini nasce a Genova nel 1940. Vive e lavora a Torino.
La poetica e la pratica artistica di Paolini si stagliano nel panorama artistico italiano come una meditazione sulla dimensione dell’arte, sulla sua “classicità” senza tempo e sulla sua prospettiva senza punto di fuga. L’artista ha fatto suoi diversi linguaggi come la fotografia, il collage, il calco in gesso e il disegno e l’obiettivo è sempre di nuovo quello di indagare, con grande rigore concettuale, la natura nella logica contemporanea e nello stesso tempo “metafisica” della pratica artistica.
Dalla prima partecipazione a un’esposizione collettiva nel 1961 (Premio Lissone) e dalla prima personale nel 1964 (Galleria La Salita, Roma), Paolini ha esposto in numerose gallerie e musei internazionali. Tra le maggiori antologiche si ricordano quelle al Palazzo della Pilotta a Parma (1976), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), al Nouveau Musée di Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie di Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), alla Fondazione Prada a Milano (2003) e al Kunstmuseum di Winterthur (2005). È stato invitato più volte alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997, 2013). Il suo lavoro è rappresentato in numerose collezioni pubbliche internazionali.
Giulio Paolini viene annoverato ora tra i più grandi artisti concettuali italiani.


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Amalia di Lanno