sabato 16 marzo 2013

Michele Zaza_Il risveglio del paesaggio

La Galleria Giorgio Persano presenta la mostra personale di Michele Zaza Il risveglio del paesaggio, a cura di Elena Re.
Attraverso una video-installazione site specific a cui si unisce un’ampia selezione di lavori fotografici che vanno dai primi anni ’70 alle più recenti realizzazioni, la mostra propone una riflessione che affronta nel profondo l’opera di Michele Zaza. L’idea curatoriale è infatti quella di sottolineare l’importanza storica ma soprattutto la piena attualità di questo autore, per cogliere la forza propositiva di un percorso di ricerca nel suo complesso. Secondo questa direzione, viene creato un dialogo tra momenti diversi, da cui emergono alcune questioni essenziali, tanto che la mostra diventa un’occasione per mettere in luce il pensiero e la poetica che animano tutto il lavoro.

Il titolo della video-installazione che attraversa l’intero spazio della Galleria costituisce il titolo stesso della mostra: IL RISVEGLIO DEL PAESAGGIO. Il pensiero astratto trova finalmente l'appoggio della carne... Non si raccontano più “storie”, ma si crea il proprio universo (A. Camus). La citazione rivela fin da subito l’impegno concettuale ed esistenziale dell’opera di Zaza. L’esigenza è quella di esprimere una sintesi, un’unità tra arte e vita, tra astrazione ed esperienza, tra materia e spirito, per creare appunto un possibile universo. Il legame tra maschile e femminile – da sempre presente nel lavoro dell’artista – viene qui messo in gioco in una dimensione totale. Due volti, una forma scultorea, il movimento delle mani, il ritmo dato dal battito del cuore e un orizzonte blu oltremare, in cui presenze simboliche disegnano un paesaggio cosmico, infinito, rinnovato dall’energia vitale.
Parallelamente a questo grande lavoro installativo, alcuni spazi accolgono un vero e proprio viaggio all’interno dell’opera fotografica di Zaza. Vengono qui presentati vari lavori storici fra i più rappresentativi. Quelli degli anni ’70, in cui il padre, la madre, il legame con la terra e con l’origine, sono il fulcro di una indagine interiore assolutamente radicale, come Mimesi (1975) o Neo terrestre (1979). Oppure quelli degli anni ’80-’90, in cui la presenza della moglie introduce un’idea del femminile assai intensa sebbene eterea e sognante, favorendo la ricerca della vera bellezza nella sua componente sottile e spirituale, come Cielo abitato (1985). Per arrivare agli anni 2000, ai lavori più recenti, in cui il rapporto con la figlia arricchisce ed enfatizza la dimensione performativa e teatrale dell’opera di Zaza, come Ritratto magico (2005) o Paesaggio magico (2009). La simbologia si accende di nuovi toni e nuove presenze, i volti sono sempre più icone, figure che trascendono da una specifica identità, per essere davvero parte di un possibile universo.

Segnala:
Amalia di Lanno