27 settembre 2012 – 20 gennaio 2013
a cura di
Arthur K. Wheelock, Jr.
Curator of Northern Baroque Paintings National Gallery of Art, Washington
Walter Liedtke
Curator of European Paintings Metropolitan Museum of Art, New York
Sandrina Bandera
Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Milano
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Finalmente a Roma una rassegna su Johannes Vermeer, massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo e non rappresentato nelle collezioni italiane. La mostra delle Scuderie del Quirinale include, infatti, un’accurata selezione di opere di Vermeer – rarissime e distribuite nei musei di tutto il mondo - e all’incirca cinquanta opere degli artisti olandesi suoi contemporanei. Il visitatore potrà, quindi, non solo familiarizzare con questo genio artistico dalla vita ancora oggi avvolta dal mistero, a cominciare dalla sua data di nascita tuttora sconosciuta, ma anche comprendere come l’opera del maestro di Delft si sia rapportata con gli altri artisti attivi nella sua città natale e nei vicini centri di fermento culturale quali Amsterdam, Haarlem e Leida. Oltre a capolavori del maestro, celebri e incantevoli come La Stradina, oggi ad Amsterdam, la mostra esporrà opere di Carel Fabritius, il suo riconosciuto maestro morto nell’esplosione della polveriera che nel 1654 distrusse grande parte della città di Delft, Pieter de Hooch e Emmanuel de Witte, insieme ad artisti celebrati a suo tempo ma forse oggi da noi meno conosciuti tra cui Gerard ter Borch, Gerrit Dou, Nicolaes Maes, Gabriël Metsu, Frans van Mieris, Jacob Ochtervelt e Jan Steen e tanti altri maestri raffinati e sorprendenti. Il carattere specifico dei quadri di Vermeer e dei suoi contemporanei riflette la cultura medio-borghese dell’Olanda del XVII secolo. I temi casalinghi e il forte senso di realismo caratteristico del loro stile, affascinavano i collezionisti privati dell’epoca, per lo più mercanti, panettieri, birrai, che esponevano i quadri nelle loro abitazioni chiedendo sempre nuovi soggetti. Nello stesso periodo in Italia, al contrario, grandi committenze istituzionali, come la Chiesa e le corti principesche, richiedevano forme d’arte pubblica e di grande formato, molto diverse dalla pittura intima e ricca di sfumature di Vermeer che affrontava per lo più temi incentrati sul privato: la famiglia, i gesti e i momenti della vita quotidiana, la lettura e la scrittura (soprattutto la corrispondenza privata), il corteggiamento, la musica e lo studio della scienza, e poi le vedute della città, gli squarci di un mondo silente e operoso, luminosi di ironia e di assorta tenerezza.
In anni recenti l’arte olandese è stata abbondantemente e universalmente studiata e diverse rassegne espositive le sono state dedicate in Inghilterra, Olanda, Germania, Giappone, Spagna e Stati Uniti, tutte memorabili ma lontane, nel tempo e nello spazio.
Sebbene gli intenditori e i cultori d’arte in Italia siano oggi perfettamente al corrente delle virtù e della varietà della pittura olandese rispetto a quanto non lo fossero le generazioni precedenti, mancava ancora una rassegna veramente esaustiva su quel felice periodo artistico che fu il XVII secolo, sia per l’estrema difficoltà a reperirne le opere rare e preziosissime, conservate assai gelosamente da pochi musei e raffinati collezionisti, sia per la loro fragilità. Oggi, le Scuderie del Quirinale sono orgogliose di poter offrire questa mostra straordinaria e il suo catalogo che aiuteranno a comprendere e conoscere la pittura olandese e questo grande, indiscusso e assoluto maestro.
scuderiedelquirinale
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Massimo Nardi