ARCHEOLOGIA / CONTEMPORANEA
VIDEO-DOCUMENTARI / FOTOGRAFIA / INSTALLAZIONI
FERDINANDO SCIANNA - ANTONIO RIELLO
DAL 15 AL 30 SETTEMBRE MUSEO ARCHEOLOGICO
PALAZZO PANICHI, PIAZZA ARRINGO 28 – ASCOLI PICENO
La S.V. è invitata al vernissage della mostra ARCHEOLOGIA / CONTEMPORANEA
sabato 15 settembre alle ore 18.30;
la serata proseguirà con il concerto dei Silly-Gravity.
VERNISSAGE:
SABATO 15 SETTEMBRE, ORE 18.30 < ingresso libero >
Info: 3491572960 | 3887445833 | info@galleriartecontemporanea.it
Evento organizzato:
Arte contemporanea picena
a cura di Valerio Dehò
In collaborazione:
Fondazione Libero Bizzarri, MIBAC - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, GIART.tv
Sponsor:
Amadio Bus Tour, D'Auria, Grupppo Gabrielli, Villa Cicchi, Velenosi Vini, British Schools of English, CADland
BIOGRAFIE
Ferdinando Scianna
Nato a Bagheria, 4 luglio 1943 è uno dei più importanti fotografi italiani.
Si iscrive alla Facolta di Lettere e Filosofia presso l’Università di Palermo, dove seguirà diversi corsi senza tuttavia portare a termine gli studi. Nel 1963 Leonardo Sciascia visita quasi per caso la sua prima mostra fotografica, che ha per tema le feste popolari, presso il circolo culturale di Bagheria. Quando s’incontrano di persona, nasce immediatamente un’amicizia che sarà fondamentale per la carriera di Scianna.
Sciascia partecipa infatti con prefazione e testi alla stesura del suo primo libro, Feste religiose in Sicilia, che gli fa vincere il premio Nadar nel 1966.
Si trasferisce a Milano nel 1967 ed entro un anno inizia a collaborare come fotoreporter e inviato speciale con l’Europeo, diventandone in seguito il corrispondente da Parigi.
Nel 1977 pubblica in Francia Les Siciliens (Denoel), con testi di Domenique Fernandez e Leonardo Sciascia, e in Italia La villa dei mostri (introduzione di Leonardo Sciascia).
A Parigi scrive perLe Monde Diplomatique e La Quinzaine Littéraire e soprattutto conosce Henri Cartier-Bresson, le cui opere lo avevano influenzato fin dalla gioventù. Il grande fotografo lo introdurrà nel 1982 come primo italiano nella prestigiosa agenzia Magnum, di cui diventerà socio a tutti gli effetti nel 1989. Nel 1984 collabora con Bresson e André Pieyre de Mandiargues per Henri Cartier-Bresson: portraits (Collins).
Nel frattempo stringe amicizia e collabora con vari scrittori di successo, tra i quali Manuel Vázquez Montalbán (che qualche anno più tardi scrive l’introduzione di Le forme del caos, 1989). Negli anni ottanta lavora anche nell’alta moda e in pubblicità, affermandosi come uno dei fotografi più richiesti. Fornisce un contributo essenziale al successo delle campagne di Dolce e Gabbana della seconda metà degli anni Ottanta.
Nel 1995 ritorna ad affrontare i temi religiosi, pubblicando Viaggio a Lourdes, e nel 1999 vengono pubblicati i ritratti del famoso scrittore argentino Jorge Luis Borges.
Il 2003 vede l’uscita del libro Quelli di Bagheria (facente parte di un progetto più ampio che include un documentario e varie mostre), ricostruzione dell’ambientazione e delle atmosfere della sua giovinezza attraverso una ricerca nella memoria individuale
Antonio Riello
Antonio Riello vive e lavora tra Londra e Asiago.
Nel 1997 ha realizzato “Italiani Brava Gente”, la prima opera d’arte in Europa in forma di videogame.
Ha esposto nel circuito di autorevoli musei e spazi espositivi in tutto il mondo, come la la Kunsthalle di Vienna, il MART – Museo d’Arte Contemporanea di Rovereto, il Musèe d’Art di Saint-Etienne, la Fondazione Pomodoro di Milano, il Palazzo delle Papesse a Siena, la Neue Galerie di Graz.
Nel novembre 2007, ha inaugurato alla Kunsthalle di Vienna la prima tappa espositiva di “BE SQUARE!”, realizzando le divise d’ordinanza per lo staff del Museo con un tessuto creato per l’occasione rielaborando in forma ironica e concettuale il “Tartan” della Comunità Europea.
Attualmente sta realizzando il progetto di net-art (opera d’arte creata con, per e nella rete Internet) dal titolo ONLYTHEGOOD.ORG.
Insegna alla Accademia di Belle Arti di Milano ed è “visiting professor” alla Domus Academy e alla Ruskin School of Art della Oxford University.
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Amalia Di Lanno