Igor Eskinja_Infinity Paper
Paolo Maria Deanesi è lieto di ospitare Infinity Paper,
seconda personale dell’artista Igor Eškinja presso i
propri spazi. La mostra raccoglie le opere concepite negli ultimi due anni
dall’artista utilizzando come elemento generativo la carta che i fotografi
impiegano in studio per creare gli sfondi nei ritratti o negli still
life, nonché un’installazione site specificrealizzata con il
medesimo materiale.
La carta seamless viene utilizzata per decontestualizzare
e camuffare lo spazio, per renderlo artificialmente neutro, in maniera non
dissimile da quanto accade con lo strumento delwhite cube. Tanto la
carta nello studio, quanto la galleria allestita nel bianco candido, servono
per minimizzare gli elementi caratterizzanti dei luoghi, per programmarne
ideologicamente la marginalizzazione e la non-interazione con il contenuto
principale. Il processo serve a costruire una percezione di preziosità del
soggetto (a renderlo cioè centro), ottenuta portando al grado
zero tutto ciò che vi è attorno, in maniera non dissimile a quanto accada nelle
chiese protestanti, in cui il senso di vuoto delle pareti sostantifica
l’importanza dell’elemento spirituale.
Igor Eškinja utilizza invece quello stesso materiale per sottolineare la condizione di discontinuità, ribaltando la sua funzione – quella cioè di annullare l’identità – e trasformando la semplice carta in surreale generatrice di immagini. In un contesto già neutro (la galleria in cui l’artista realizza gli scatti) lo strumento programmato per l’omogeneità si trasforma in questo modo nell’elemento perturbante. L’artista così dimostra come il white cube non sia tanto il suo artificiale amplificatore e moltiplicatore di interesse, ma semplicemente un ingrediente per la creazione di un’immagine.
Quelle immagini con ritagli di carta che raffigurano oggetti tridimensionali o persone, stampate ed esposte all’interno della galleria per la mostra, finiscono quindi ad essere meta-rappresentazione, teatro nel teatro in cui paradossalmente realtà e rappresentazione non smettono di scambiarsi i costumi di scena.
Igor Eškinja utilizza invece quello stesso materiale per sottolineare la condizione di discontinuità, ribaltando la sua funzione – quella cioè di annullare l’identità – e trasformando la semplice carta in surreale generatrice di immagini. In un contesto già neutro (la galleria in cui l’artista realizza gli scatti) lo strumento programmato per l’omogeneità si trasforma in questo modo nell’elemento perturbante. L’artista così dimostra come il white cube non sia tanto il suo artificiale amplificatore e moltiplicatore di interesse, ma semplicemente un ingrediente per la creazione di un’immagine.
Quelle immagini con ritagli di carta che raffigurano oggetti tridimensionali o persone, stampate ed esposte all’interno della galleria per la mostra, finiscono quindi ad essere meta-rappresentazione, teatro nel teatro in cui paradossalmente realtà e rappresentazione non smettono di scambiarsi i costumi di scena.
Igor Eškinja (Rijeka, HR, 1975) ha analizzato con
particolare attenzione i rapporti tra immagine e struttura tridimensionale
dell’ambiente servendosi di materiali di uso comune come il nastro adesivo, la
carta o cavi elettrici. I suoi scatti fotografici si caratterizzano per essere
dei prelievi di realtà in grado di mettere in discussione la percezione visiva
dell’osservatore.
Sue mostre personali sono state ospitate al MAC / VAL Musee D’Art Contemporain Du Val-De-Marne (Fr), al Museum of Contemporary Art di Zagrabia e Rijeka (HR), al Kunstforum di Vienna (A), al Casino Luxembourg, Forum d’Art Contemporain di Luxembourg (L), al Centro de Arte Caja di Burgos (E), al Centro Cultural Chacao di Caracas (YV).
Tra le collettive ha esposto al Kunsthalle Project Space di Vienna (A), al Royal Museum di Alberta (CDN), al Museum of Arts and Design di New York (USA), alla Wellcome Foundation di Londra (UK), al Mart a Rovereto (tn), al Centraal di Brugge (B), a Manifesta 7 a Rovereto.
Sue mostre personali sono state ospitate al MAC / VAL Musee D’Art Contemporain Du Val-De-Marne (Fr), al Museum of Contemporary Art di Zagrabia e Rijeka (HR), al Kunstforum di Vienna (A), al Casino Luxembourg, Forum d’Art Contemporain di Luxembourg (L), al Centro de Arte Caja di Burgos (E), al Centro Cultural Chacao di Caracas (YV).
Tra le collettive ha esposto al Kunsthalle Project Space di Vienna (A), al Royal Museum di Alberta (CDN), al Museum of Arts and Design di New York (USA), alla Wellcome Foundation di Londra (UK), al Mart a Rovereto (tn), al Centraal di Brugge (B), a Manifesta 7 a Rovereto.
Daniele Capra
Paolo Maria Deanesi is
pleased to announce Infinity Paper, second solo show of Igor Eškinja in the gallery. The exhibition
displays the works of the last two years done by the artist using the paper
photographers use in the studio to create the backgrounds in portraiture or
still life shooting. With this generative element Eškinja will arrange also a
site specific installation in the gallery.
The seamless paper is used to de-contextualize and disguise the space to make it artificially neutral, similar to what happens with the “tool” of the white cube. Both the paper in the studio and the pure white paint in the gallery are used to minimize the original features of the spaces, to set up an ideological marginalization and non-interaction with the main content (i.e. the artwork). The process aims to define perception of preciousness of the content (to make it the center), reached by erasing all the surroundings as happens in the Protestant churches, in which the sense of emptiness of the walls give importance to the spiritual feelings.
Igor Eškinja uses the paper for highlighting the situation of discontinuity, reversing its function – i.e to cancel the identity – and transforming the paper in a surreal images creator. In a context already neutral (the gallery where the artist did the shooting) the tool projected for homogeneity becomes an element of wonder. Thus the artist downgrades thewhite cube from an artificial amplifier and multiplier of interest to a simple ingredient for the creation of an image.
The images showed in the gallery for the exhibition with paper cutouts depicting people or three-dimensional objects become metarepresentations. A kind of theater within the theater where reality and representation swap the stage costumes in paradoxical way.
The seamless paper is used to de-contextualize and disguise the space to make it artificially neutral, similar to what happens with the “tool” of the white cube. Both the paper in the studio and the pure white paint in the gallery are used to minimize the original features of the spaces, to set up an ideological marginalization and non-interaction with the main content (i.e. the artwork). The process aims to define perception of preciousness of the content (to make it the center), reached by erasing all the surroundings as happens in the Protestant churches, in which the sense of emptiness of the walls give importance to the spiritual feelings.
Igor Eškinja uses the paper for highlighting the situation of discontinuity, reversing its function – i.e to cancel the identity – and transforming the paper in a surreal images creator. In a context already neutral (the gallery where the artist did the shooting) the tool projected for homogeneity becomes an element of wonder. Thus the artist downgrades thewhite cube from an artificial amplifier and multiplier of interest to a simple ingredient for the creation of an image.
The images showed in the gallery for the exhibition with paper cutouts depicting people or three-dimensional objects become metarepresentations. A kind of theater within the theater where reality and representation swap the stage costumes in paradoxical way.
Igor Eškinja (Rijeka, HR, 1975) has
analyzed with particular attention to the relationship between image and
three-dimensional spatial structure using common materials such as adhesive
tape, paper, or electrical wires. His photographs are sampling of reality the
bring visual perceptions of the spectator into question.
He had solo shows in several museum, as MAC / VAL Musee D’Art Contemporain Du Val-De-Marne (Fr), Museum of Contemporary Art of Zagrabia and Rijeka (HR), Kunstforum di Vienna (A), Casino Luxembourg, Forum d’Art Contemporain (L), Centro de Arte Caja di Burgos (E), at Centro Cultural Chacao di Caracas (YV).
He showed his work salso at Kunsthalle Project Space of Vienna (A), Royal Museum of Alberta (CDN), Museum of Arts and Design of New York (USA), Wellcome Foundation in Londra (UK), Mart of Rovereto (I), Centraal of Brugge (B), Manifesta 7 in Rovereto.
He had solo shows in several museum, as MAC / VAL Musee D’Art Contemporain Du Val-De-Marne (Fr), Museum of Contemporary Art of Zagrabia and Rijeka (HR), Kunstforum di Vienna (A), Casino Luxembourg, Forum d’Art Contemporain (L), Centro de Arte Caja di Burgos (E), at Centro Cultural Chacao di Caracas (YV).
He showed his work salso at Kunsthalle Project Space of Vienna (A), Royal Museum of Alberta (CDN), Museum of Arts and Design of New York (USA), Wellcome Foundation in Londra (UK), Mart of Rovereto (I), Centraal of Brugge (B), Manifesta 7 in Rovereto.
Daniele Capra
Rovereto // fino al 2 giugno 2013
Igor Eškinja - Infinity Paper
a cura di Daniele Capra
PAOLO MARIA DEANESI
Via San Giovanni Bosco 9
0464 439834
gallery@paolomariadeanesi.it
www.paolomariadeanesi.it
Igor Eškinja - Infinity Paper
a cura di Daniele Capra
PAOLO MARIA DEANESI
Via San Giovanni Bosco 9
0464 439834
gallery@paolomariadeanesi.it
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Amalia di Lanno