Lawrence Abu Hamdan
The All Hearing
Inaugurazione Sabato, 1 Agosto 2015, ore 19.00
04.08.15 – 31.10.15
Laveronica Arte Contemporanea presenta “The All-Hearing”, la prima personale di Lawrence Abu Hamdan in Italia, curata da Robert Leckie.
L’attività di Abu Hamdan è trasversale e abbraccia suono, video, scultura, performance e installazione. Le sue opere recenti comprendono una trilogia di saggi sonori che affrontano il ruolo della voce nella legge, un’installazione sulle emergenti tecnologie di audio-sorveglianza e una mappa che illustra le composite genealogie di accenti somali. Insistendo sulle voci in quanto “oggetti discutibili”, queste opere esaminano i modi in cui le parole e la loro pronuncia sono soggette a esame, burocrazia e ingiustizia quando finiscono nelle mani dello Stato, e svelano le relazioni – spesso poco chiare – fra ascolto, politica, confini, diritti umani, testimonianza e verità.
La mostra di Abu Hamdan presso Laveronica è incentrata su opere recenti realizzate al Cairo. L’audio-composizione Gardens of Death (2013, 29 min.) coglie la spillatura fra gli altoparlanti delle navi cariche di festaioli allineate sulle rive del Nilo. Presentata su un modello di altoparlante che proietta luci a LED, molto comune nelle strade e nei club del Cairo, quest’opera documenta la singolare cacofonia di suoni prodotta da queste “giurisdizioni di altoparlanti” in concorrenza fra loro e che costituiscono un aspetto essenziale del panorama acustico della città.
Dal canto suo, il video The All-Hearing (2014, 12 min.) mostra due sceicchi locali che tengono sermoni sull’inquinamento acustico della città, dopo che la giunta militare ha tentato di censurare tali sermoni su argomenti vietati dal governo (quella settimana, il tema era: L’ascensione del Profeta in Cielo). Tagliando fra primi piani di questi idiosincratici discorsi degli sceicchi alle loro congregazioni e campi lunghi degli altoparlanti che ne amplificano le voci nelle strade circostanti, le immagini di Abu Hamdan spesso contraddicono il contenuto del loro messaggio. In maniera analoga, verso la fine del video, una serie di altoparlanti impilati come quelli di Gardens of Death eruttano i versi – decisamente adatti all’occasione – di “Miracle Alley” di Shehta Karika, lanciati a tutto volume su un trascinante ritmo: “Keep it down, man. Quiet, guys! Keep it down, woman, and go inside. Keep it down, keep it quiet. I could use some peace and quiet…” (Calmati, amico. Calma, ragazzi! Calma, donna, ed entra. Calma e silenzio. Gradirei un po’ di pace e di quiete…).
L’ultima opera della mostra, A Conversation with an Unemployed (2013), contiene una serie di immagini ingrandite tratte dai nastri magnetici di cassette acquistate di seconda mano al mercato del venerdì del Cairo. Durante tutta la loro esistenza, queste cassette sono state incise più volte con sermoni, che poi sono stati cancellati e registrati nuovamente, lasciando dietro di sé resti sonori accumulatisi negli anni. Presentati in scatole luminose costruite su misura, questi resti sono oggi visibili sotto forma di buchi, crepe e burroni sulla superficie del nastro, e illustrano le peculiari impronte digitali sonore dell’audio-cultura del Cairo, alcune delle quali si possono anche ascoltare per mezzo dell’amplificatore tape-echo installato nella galleria principale.
Lawrence Abu Hamdan (Amman, Giordania 1985) è stato The Armory Show Commissioned Artist 2015; le sue opere sono state incluse nella New Museum Triennial “Surround Audience” (2015) e saranno presentate alla prossima mostra al Museum of Modern Art (MoMA), New York, in programma per l’autunno. Il video dell’artista, The All Hearing (2014), è stato selezionato per il 44° International Film Festival di Rotterdam. Nel 2014, le sue opere sono entrate nella collezione permanente del MoMA, New York, del Van Abbemuseum, Eindhoven, e della Barjeel Art Foundation, Emirati Arabi Uniti. Nel 2013, l’audio-documentario di Abu Hamdan, The Freedom of Speech Itself, è stato presentato come prova davanti al tribunale britannico per i richiedenti asilo, dove l’artista stesso è stato chiamato a testimoniare in qualità di esperto. Abu Hamdan continua a realizzare analisi sonore per indagini e cause legali, e di recente la sua opera ha svolto un ruolo importante nella campagna No More Forgotten Lives per Defense Children International. Le audio-indagini forensi dell’artista vengono condotte nell’ambito della sua ricerca per Forensic Architecture al Goldsmiths College di Londra, dove Abu Hamdan è candidato al dottorato di ricerca e professore associato. Fra le sue precedenti mostre personali si annovera: “The Freedom Of Speech Itself” (2012) al The Showroom, Londra; “The Whole Truth” (2012) presso Casco, Utrecht; e, più recente, “Tape Echo” (2013) al Beirut del Cairo e al Van Abbemuseum di Eindhoven. Inoltre, le sue opere sono state esposte ed eseguite in luoghi come la Biennale di Shanghai 2014, la Whitechapel Gallery di Londra, il MACBA di Barcellona, la Tate Modern di Londra, il M HKA di Anversa, il Beirut Art Center e la Biennale di Taipei 2012. Gli scritti di Abu Hamdan sono pubblicati in Forensis (Sternberg Press), Manifesta Journal e Cabinet Magazine.
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