Palazzetto Tito, Dorsoduro 2826, Venezia
Entrare nella città alla ricerca dei suoi spazi e materie residuali. È questa la ricerca che Adàn Vallecillo (1977, Honduras) ha portato avanti durante la sua residenza a Venezia. Tre mesi di lavoro che arrivano grazie alla collaborazione tra la Fondazione BLM e illycaffè e che si inserisce nell'ambito del progetto illySustainArt con cui l'azienda triestina promuove i giovani artisti provenienti dai paesi emergenti. Centro del progetto è il sito www.illysustainart.org, una vetrina sul mondo dell’arte contemporanea per artisti e curatori provenienti da Paesi emergenti, che qui hanno la possibilità di mostrare il proprio lavoro a noti esponenti dell’arte contemporanea e che ha permesso ad Adàn Vallecillo di essere scelto come assegnatario della residenza.
La mostra “Adonde va..?”, a cura di Stefano Coletto (curatore BLM) presenta una serie di fotografie e installazioni con materiali e “pigmenti” composti da elementi di scarto prodotti dai vari processi della città.
Camminare o navigare a Venezia, attraverso centinaia di ponti, ha permesso all'artista di scoprire da una parte le pressioni esercitate dallo sviluppo della società consumistica nel fenomeno del turismo di massa, dall'altra la resistenza di questa città a mutare la propria natura, cercando di sopravvivere a spinte disgregatrici che possono comportare trasformazioni violente.
“L'entropia come misura dello stato di disordine di un sistema è strettamente connessa alla continua dispersione di energia che riguarda i sistemi fisici e organici in cui viviamo” spiega il curatore Coletto.
L'artista infatti cerca di avvicinarsi e di studiare i contesti sociali in cui si manifestano fenomeni che sembrano avere un basso contenuto di informazione e quindi con un alto valore di entropia. Ad esempio la sua attenzione si rivolge agli scarti nei rifiuti urbani, alla sporcizia, alla polvere che si stacca dalle superfici dei palazzi o di opere d'arte oppure alle abitudini di classi sociali o individui che vivono ai margini della società.
“Tutte le opere sono realizzate cercando di restituire densità e significato a ciò che non sembra averne. È lo sguardo intimo ed emotivo di questi incontri a caratterizzare queste opere – spiega il curatore- per brevi momenti il processo entropico sembra arrestarsi in un equilibrio fragile e temporaneo. La sua ricerca estetica produce forme e immagini che provenendo da fenomeni caotici ci interrogano sulla loro natura”.
Durante la residenza Adàn ha avuto il supporto dei Laboratori del Restauro della Misericordia della Soprintendenza: è stato infatti coinvolto in diverse attività quali incontri e conferenze volte a conoscere i differenti processi di restauro, associandoli a una particolare indagine del concetto di entropia nei fenomeni sociali e urbani.
Parallelamente la Fondazione BLM, nell'ambito delle attività che organizza per i suoi artisti, ha messo in contatto Adàn con giornalisti, critici e curatori indipendenti o provenienti da importanti istituzioni artistiche italiane e straniere che hanno contribuito alla definizione dei lavori pensati e realizzati a Venezia.
Entrare nella città alla ricerca dei suoi spazi e materie residuali. È questa la ricerca che Adàn Vallecillo (1977, Honduras) ha portato avanti durante la sua residenza a Venezia. Tre mesi di lavoro che arrivano grazie alla collaborazione tra la Fondazione BLM e illycaffè e che si inserisce nell'ambito del progetto illySustainArt con cui l'azienda triestina promuove i giovani artisti provenienti dai paesi emergenti. Centro del progetto è il sito www.illysustainart.org, una vetrina sul mondo dell’arte contemporanea per artisti e curatori provenienti da Paesi emergenti, che qui hanno la possibilità di mostrare il proprio lavoro a noti esponenti dell’arte contemporanea e che ha permesso ad Adàn Vallecillo di essere scelto come assegnatario della residenza.
La mostra “Adonde va..?”, a cura di Stefano Coletto (curatore BLM) presenta una serie di fotografie e installazioni con materiali e “pigmenti” composti da elementi di scarto prodotti dai vari processi della città.
Camminare o navigare a Venezia, attraverso centinaia di ponti, ha permesso all'artista di scoprire da una parte le pressioni esercitate dallo sviluppo della società consumistica nel fenomeno del turismo di massa, dall'altra la resistenza di questa città a mutare la propria natura, cercando di sopravvivere a spinte disgregatrici che possono comportare trasformazioni violente.
“L'entropia come misura dello stato di disordine di un sistema è strettamente connessa alla continua dispersione di energia che riguarda i sistemi fisici e organici in cui viviamo” spiega il curatore Coletto.
L'artista infatti cerca di avvicinarsi e di studiare i contesti sociali in cui si manifestano fenomeni che sembrano avere un basso contenuto di informazione e quindi con un alto valore di entropia. Ad esempio la sua attenzione si rivolge agli scarti nei rifiuti urbani, alla sporcizia, alla polvere che si stacca dalle superfici dei palazzi o di opere d'arte oppure alle abitudini di classi sociali o individui che vivono ai margini della società.
“Tutte le opere sono realizzate cercando di restituire densità e significato a ciò che non sembra averne. È lo sguardo intimo ed emotivo di questi incontri a caratterizzare queste opere – spiega il curatore- per brevi momenti il processo entropico sembra arrestarsi in un equilibrio fragile e temporaneo. La sua ricerca estetica produce forme e immagini che provenendo da fenomeni caotici ci interrogano sulla loro natura”.
Durante la residenza Adàn ha avuto il supporto dei Laboratori del Restauro della Misericordia della Soprintendenza: è stato infatti coinvolto in diverse attività quali incontri e conferenze volte a conoscere i differenti processi di restauro, associandoli a una particolare indagine del concetto di entropia nei fenomeni sociali e urbani.
Parallelamente la Fondazione BLM, nell'ambito delle attività che organizza per i suoi artisti, ha messo in contatto Adàn con giornalisti, critici e curatori indipendenti o provenienti da importanti istituzioni artistiche italiane e straniere che hanno contribuito alla definizione dei lavori pensati e realizzati a Venezia.
segnala:
amalia di Lanno