PAESAGGI | PASSAGGI _Francesca Loprieno
a cura di Carlo Garzia
Mercoledì 11 luglio, nella sede de “La Corte, fotografia e ricerca” nel Castello Svevo di Bari si inaugura la mostra Paesaggi / Passaggi di Francesca Loprieno, curata da Carlo Garzia.
Lungo le due pareti laterali in modo quasi simmetrico due serie di dittici, da un lato immagini dal taglio poetico-mitologico, ninfe che saggiano il mare o distruggono parole scritte, pescatori in perenne attesa, parche che tessono il filo rosso dell’esistenza umana; dall’altro, immagini opache e confuse, scattate dal finestrino di un treno locale, gocce di pioggia o macchie di sporco che filtrano un’esperienza visiva quasi quotidiana del viaggio.
Queste esperienze della ripetizione che, con un involontario umorismo sono dette pendolari, sono come un metronomo che con regolarità scandisce ogni giorno la vita di migliaia di persone e ne regola per un tratto l’esperienza visiva del paesaggio.
Tra opacità e trasparenza (il doppio, lo specchio, il riflesso, l’ombra) si costruisce l’esperienza quasi site-specific, come usa dire, di Francesca Loprieno, giovane fotografa emergente ancora in bilico tra una metafisica del quotidiano e i turbamenti di una identità individuale e anche generazionale dai confini labili e indecisi, essere o non essere, o piuttosto vedere o non vedere, come attesta la sua ricerca sin dalle prime mostre.
La mostra resterà aperta per tutta l’estate ed è accompagnata da un teso critico-cronologico di Maria Vinella e da un testo metacritico del curatore, costruito come un bricolage di frammenti di scrittura di varia natura, truismi, citazioni, scambi postali, corrispondenze.
La Corte
Fotografia e Ricerca
La fotografia di Francesca Loprieno
Francesca Loprieno predilige i linguaggi fotografico e video per analizzare le problematiche dei non-luoghi (luoghi del disagio sociale e dello straniamento) e delle non-identità (temi della mancanza dei diritti umani), spesso coniugati ai temi del viaggio. Viaggio inteso come attraversamento dello spazio fisico ma anche dello spazio mentale (lo spazio del ricordo personale e della memoria collettiva), e come occasione di perdita del senso e della condizione del tempo, che non appartiene più all’interiorità dell’individuo ma si fa condizione essenziale della vita.
Ad esempio, l’articolato work in progress Identi-Kit (2008/2011) raccoglie le duplici immagini fotografiche di donne ritratte in dittici. Il titolo riconduce a un metaforico Kit d’identità costituito da oggetti dell’universo simbolico femminile. Il tema è quello dell’identità o meglio della non-identità dell’altra metà del cielo soffocata tra stereotipi occidentali e condizionamenti della cultura orientale, tra tabù religiosi e inumani riti tribali. E’ incentrato, invece, sulla precarietà delle relazioni umane il progetto fotografico dedicato all’immigrazione Soi meme pourtant condotto nel 2010 nei quartieri multietnici di Parigi
Del 2009 è Transizioni, lavoro focalizzato sulla perdita della condizione stabile dello spazio e della condizione certa del tempo. Spaesamento, incertezza, perturbanza: le strade e le piazze della metropoli (in questo caso Roma) sono condizionate dalla mutante presenza umana. Nel video Next Station, Loprieno indaga il non-luogo di una stazione ferroviaria abitata dal vuoto, dalla velocità, dall’impersonalità, dall’impermanenza di spazi/tempi/narrazioni/volti/corpi/nomi/immagini/suoni/eventi.
Mentre il ciclo Autonarrazioni visive (2010) si affida alle sperimentazioni di flussi con-fusi di storie intime vissute al margine tra corpo e scrittura. Insistendo sul concetto di tempo all’interno della narrazione contemporanea, Loprieno approfondisce il tema del non-racconto quotidiano. Influenzata dal lavoro di Sophie Calle, del cinema dei fratelli Coen, dalle scritture di Pessoa, Auster, Sarah Kane e molti altri, si interessa di meta-narrazione. In Francia sviluppa Appunti per caso, che ben rappresenta gli aspetti del vivere quotidiano. Ciò che conta è il mentre, momenti diversi e storie che si sovrappongono fino a costituire una narrazione priva di inizio e senza una fine, eppure ciclo vitale tra spazi alcune volte privati e altre volte condivisi.
Contemporaneamente, in Paesaggi-Passaggi dirige la propria ricerca fotografica verso lo studio dell’habitat contemporaneo e del paesaggio in relazione all’individuo che lo vive. Qui, il soggetto (quasi sempre soggetto femminile) sembra tessere una invisibile trama vitale che lega ampi panorami, dettagli oggettuali, semplici azioni, gesti surreali, magici stati d’attesa.
Maria Vinella
Castello Svevo
P.zza Federico II di Svevia
Bari
Dal 11 luglio al 2 settembre 2012
aperto tutti i giorni
8:30 - 19:30
Mercoledi Chiuso
Segnala:
Amalia Di Lanno
a cura di Carlo Garzia
Mercoledì 11 luglio, nella sede de “La Corte, fotografia e ricerca” nel Castello Svevo di Bari si inaugura la mostra Paesaggi / Passaggi di Francesca Loprieno, curata da Carlo Garzia.
Lungo le due pareti laterali in modo quasi simmetrico due serie di dittici, da un lato immagini dal taglio poetico-mitologico, ninfe che saggiano il mare o distruggono parole scritte, pescatori in perenne attesa, parche che tessono il filo rosso dell’esistenza umana; dall’altro, immagini opache e confuse, scattate dal finestrino di un treno locale, gocce di pioggia o macchie di sporco che filtrano un’esperienza visiva quasi quotidiana del viaggio.
Queste esperienze della ripetizione che, con un involontario umorismo sono dette pendolari, sono come un metronomo che con regolarità scandisce ogni giorno la vita di migliaia di persone e ne regola per un tratto l’esperienza visiva del paesaggio.
Tra opacità e trasparenza (il doppio, lo specchio, il riflesso, l’ombra) si costruisce l’esperienza quasi site-specific, come usa dire, di Francesca Loprieno, giovane fotografa emergente ancora in bilico tra una metafisica del quotidiano e i turbamenti di una identità individuale e anche generazionale dai confini labili e indecisi, essere o non essere, o piuttosto vedere o non vedere, come attesta la sua ricerca sin dalle prime mostre.
La mostra resterà aperta per tutta l’estate ed è accompagnata da un teso critico-cronologico di Maria Vinella e da un testo metacritico del curatore, costruito come un bricolage di frammenti di scrittura di varia natura, truismi, citazioni, scambi postali, corrispondenze.
La Corte
Fotografia e Ricerca
La fotografia di Francesca Loprieno
Francesca Loprieno predilige i linguaggi fotografico e video per analizzare le problematiche dei non-luoghi (luoghi del disagio sociale e dello straniamento) e delle non-identità (temi della mancanza dei diritti umani), spesso coniugati ai temi del viaggio. Viaggio inteso come attraversamento dello spazio fisico ma anche dello spazio mentale (lo spazio del ricordo personale e della memoria collettiva), e come occasione di perdita del senso e della condizione del tempo, che non appartiene più all’interiorità dell’individuo ma si fa condizione essenziale della vita.
Ad esempio, l’articolato work in progress Identi-Kit (2008/2011) raccoglie le duplici immagini fotografiche di donne ritratte in dittici. Il titolo riconduce a un metaforico Kit d’identità costituito da oggetti dell’universo simbolico femminile. Il tema è quello dell’identità o meglio della non-identità dell’altra metà del cielo soffocata tra stereotipi occidentali e condizionamenti della cultura orientale, tra tabù religiosi e inumani riti tribali. E’ incentrato, invece, sulla precarietà delle relazioni umane il progetto fotografico dedicato all’immigrazione Soi meme pourtant condotto nel 2010 nei quartieri multietnici di Parigi
Del 2009 è Transizioni, lavoro focalizzato sulla perdita della condizione stabile dello spazio e della condizione certa del tempo. Spaesamento, incertezza, perturbanza: le strade e le piazze della metropoli (in questo caso Roma) sono condizionate dalla mutante presenza umana. Nel video Next Station, Loprieno indaga il non-luogo di una stazione ferroviaria abitata dal vuoto, dalla velocità, dall’impersonalità, dall’impermanenza di spazi/tempi/narrazioni/volti/corpi/nomi/immagini/suoni/eventi.
Mentre il ciclo Autonarrazioni visive (2010) si affida alle sperimentazioni di flussi con-fusi di storie intime vissute al margine tra corpo e scrittura. Insistendo sul concetto di tempo all’interno della narrazione contemporanea, Loprieno approfondisce il tema del non-racconto quotidiano. Influenzata dal lavoro di Sophie Calle, del cinema dei fratelli Coen, dalle scritture di Pessoa, Auster, Sarah Kane e molti altri, si interessa di meta-narrazione. In Francia sviluppa Appunti per caso, che ben rappresenta gli aspetti del vivere quotidiano. Ciò che conta è il mentre, momenti diversi e storie che si sovrappongono fino a costituire una narrazione priva di inizio e senza una fine, eppure ciclo vitale tra spazi alcune volte privati e altre volte condivisi.
Contemporaneamente, in Paesaggi-Passaggi dirige la propria ricerca fotografica verso lo studio dell’habitat contemporaneo e del paesaggio in relazione all’individuo che lo vive. Qui, il soggetto (quasi sempre soggetto femminile) sembra tessere una invisibile trama vitale che lega ampi panorami, dettagli oggettuali, semplici azioni, gesti surreali, magici stati d’attesa.
Maria Vinella
Castello Svevo
P.zza Federico II di Svevia
Bari
Dal 11 luglio al 2 settembre 2012
aperto tutti i giorni
8:30 - 19:30
Mercoledi Chiuso
Segnala:
Amalia Di Lanno