Prende il via martedì 23 settembre la stagione autunnale dei “Martedì Critici”, gli incontri con i protagonisti della scena contemporanea organizzati dall’'Associazione culturale I Martedì Critici. Per la prima volta, gli Incontri, al quinto anno di programmazione, saranno ospitati al MAXXI B.A.S.E. (ore 18:00-19:30, ingresso libero fino a esaurimento posti), seguendo l’ormai consueta formula dell’intervista pubblica condotta da Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti.
Ospite dell'appuntamento inaugurale del nuovo ciclo romano sarà Fabio Sargentini (Roma, 1939). Celebre gallerista, scrittore, regista teatrale e attore, fin dal 1957, anno di fondazione della Galleria L'Attico in piazza di Spagna, contribuisce con il padre Bruno a lanciare in Italia l’informale e il surrealismo. In seguito Sargentini si è distinto nel panorama dell'arte contemporanea per aver portato avanti un’arte di ricerca e di confine tra i linguaggi per un’accezione di spazio espositivo aperta, duttile, «teatrale» e performatica, uno spazio inteso come linguaggio e opera. In questo è stato pioneristico. Influssi letterari, di viaggio, esperienze personali di vita alimentano quindi un’idea di galleria come messa in scena di un pensiero, oltre che di oggetti estetici e azioni. L’incontro con Fabio Sargentini sarà quindi volto ad esplorare tutte quelle componenti della sua personalità culturale, dallo scrittore all’uomo di teatro, necessarie a restituire a tutto tondo la sua originale individualità.
Consumata la rottura professionale con il padre, Sargentini decide di dedicarsi all'opera di artisti giovani, guidato dall’intuizione, dall'orgoglio dell'anticipazione e dalla volontà di creare una propria identità culturale. Nel giugno del 1967, l'esposizione Fuoco immagine acqua terra getta le basi dell'Arte Povera. Nel gennaio 1969, ispirato dall’afflato ambientale delle opere che Pino Pascali aveva presentato a L’Attico, Sargentini cambia spazio espositivo, trasferendosi nel garage di via Beccaria, spazio che interpreta le esigenze delle nuove generazioni e che divenne presto un laboratorio di grande sperimentazione, di commistione tra le arti, rivoluzionando anche il rapporto tra artisti e pubblico. Il garage accoglie le mostre di Jannis Kounellis, Mario Merz, Eliseo Mattiacci, Sol Lewitt, Maurizio Mochetti, Luca Maria Patella, la prima mostra personale di Gino De Dominicis, e poi personali di Dennis Oppenheim, Jean Tinguely, Michelangelo Pistoletto, alternate a festival di danza e musica che portarono a Roma artisti, musicisti e performer internazionali, tra cui Simone Forti, La Monte Young, Terry Riley, Trisha Brown, Philip Glass, Steve Reich, Charlemagne Palestine, Yvonne Rainer, Joan Jonas. Mostre che hanno fatto storia, come i dodici cavalli vivi di Kounellis esposti nel 1969 o lo Zodiaco di De Dominicis, presentato nel 1970. Nel 1976 il garage di via Beccaria viene chiuso in maniera memorabile, inondato con cinquantamila litri di acqua, e aperto al pubblico per tre giorni. Sargentini si sposta allora nella galleria di via del Paradiso, aperta già dal 1972 e dove, dalla fine degli anni Settanta a oggi, alterna alle esposizioni d’arte (tra cui spiccano quelle più performative di Luigi Ontani e Gilbert & George), alcuni degli spettacoli di teatro sperimentale di cui è autore. I due spettacoli Peter Pan e Ballerina del 1979, presentati al Beat ’72, segnano in Italia l'avvento del teatro concettuale. Negli anni Ottanta Sargentini riprende una fitta e innovativa attività espositiva, presentando il lavoro degli artisti della scuola di San Lorenzo, quali Nunzio, Tirelli, Pizzi Cannella, accanto ad artisti quali Limoni, Ragalzi, Luzzi, Palmieri. Ancora oggi la Galleria L’Attico, lontana dalle logiche del mercato e dalle fiere, porta avanti un lavoro di ricerca, sostenendo molti artisti giovani, tra cui Matteo Montani, Luca Padroni, Giuseppe Capitano, Luigi Puxeddu, Mario Nalli.
Una sintesi dell’incontro sarà pubblicata su «Artribune», media partner dei Martedì Critici.
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Orario incontro: 18:00 – 19:30
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Con il contributo di:
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Riprese video:
DANIELE DE SANTIS
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amalia di Lanno