La XXI
edizione del festival prevede workshop con fotografi internazionali,
proiezioni, mostre e incontri con diversi ospiti come Oliviero Toscani, Davide
Mengacci e Lucien Clergue. La manifestazione, con la curatela di Franco
Fontana, coinvolge gli spazi del Comune, il Chiostro di Sant'Agostino, il
Convento delle Clarisse e Palazzo dell'Abbondanza.
comunicato
stampa
a cura di
Franco Fontana
Riparte anche quest'anno, con la direzione di Franco Fontana, il Toscana FotoFestival, ricco di mostre, incontri e proiezioni. Come sempre ampio spazio sarà dato ai workshop condotti dai più celebri maestri della fotografia. Le iscrizioni sono ancora aperte.
Tutti gli altri eventi si svolgeranno dal 10 luglio al 10 agosto Saranno protagonisti di alcune serate Oliviero Toscani, Davide Mengacci, Lucien Clergue e molti altri.
MOSTRE
Accerchiati Incanti
Francesca Della Toffola
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Chiostro di Sant'Agostino
Corso Diaz - Massa Marittima - GR
9.00 -19.00
Gli accerchiati incanti sono per il poeta Andrea Zanzotto quelle pozze d'acqua che si incontrano passeggiando nei palu' ma anche quei cerchi che si formano nell'acqua quando cade una foglia o un'infiorescenza o simili. Nel mio progetto quei momenti d'incanto diventano il tentativo di fusione con la natura. La stessa natura dalla quale il poeta si sentiva abbracciato, confortato, avvolto. Oltre l'orizzonte, oltre il limite, oltre il terreno….penetrare la superficie di materia, luce, fotografia…trasparire. Diventare parte di un tutto infinito che si completa nella figura del cerchio come simbolo di vita, di eterno ritorno. Non ci sono limiti, spigoli, orizzonti che dilatano, ma un cerchio che gira su se stesso che impone una visione penetrante che vuole oltrepassare la superficie. Dice Italo Calvino: 'Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, ci si puo' spingere a cercare quel che c'e' sotto. Ma la superficie delle cose e' inesauribile'.
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Surreale
Massimo De Gennaro
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Chiostro di Sant'Agostino
Corso Diaz - Massa Marittima - GR
9.00 - 19.00
Ho scelto la notte perche' volevo la luce artificiale per illuminare le quinte urbane che, come in un teatro, nascondono la realta' agli spettatori. Dietro i pochi segnali che appaiono si cela un dramma enorme, una citta' completamente svuotata, le vite di quelle case abbandonate in fretta sono altrove e negli edifici rimangono solo i ricordi del fare quotidiano. Adesso anche il terrore. Cammino in silenzio insieme a Carlo, l'angelo custode che legittima il permesso dell'Autorita', e ogni passo segna un percorso di dolore e inquietudini... Il silenzio e' totale, surreale, lo registro anche nelle inquadrature: ho sempre immaginato la bellezza, l'armonia, nella composizione delle scene; attraverso il mirino le immagini si fissano nella mia memoria, raggiungono l'anima diventano ricordi indelebili. Adesso, per la prima volta, mi spavento... posso ritrovare la bellezza nel dramma? Scatto velocemente, in sequenza, brevi soste per trovare l'inquadratura corretta, scatto con un senso profondo di pudore e rispetto per il dolore, per registrare questo dramma collettivo che ha colpito ancora una volta altra gente ignara e questa volta ha raggiunto anche me e il compagno di questo viaggio assurdo nel vuoto urbano. Riguardo in studio le immagini realizzate, con calma: i colori, le forme, sono in equilibrio fra loro, raccontano una storia. era quello che volevo. E' possibile la bellezza nel dramma? E' sicuramente possibile la bellezza dopo il dramma.
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Norma
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Atrio Palazzo Comunale - piazza del Duomo
Corso Diaz - Massa Marittima - GR
9.00 -19.00
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Cadute
Novella Oliana
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Convento delle Clarisse
Piazza XXIV Maggio - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
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I Cristi neri di Maiduguri
Riccardo Bicicchi
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Convento delle Clarisse
Piazza XXIV Maggio - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
C'e' una linea immaginaria in Nigeria, che dal nord scende di trasverso fino al confine orientale, tagliando fuori lo spigolo di Paese che si incunea tra il Camerun, ad est, Ciad e Niger a nord. Difficile attraversare quella linea con disinvoltura: i contractors occidentali sono spariti da tempo, troppo rischioso, non ci vanno facilmente i media stranieri, non ci si avventurano ormai quasi piu' neanche i Nigeriani del sud, che un tempo vi si affollavano per stabilire fiorenti commerci. Al di la' si estende un lembo di terra dai panorami sconfinati di savana aperta che si rarefa' via via in deserto man mano che si sale a nord, poche citta' grandi, simili piu' a paesoni di casette basse dal tetto di lamiera ondulata, strade polverose battute da un sole implacabile: il resto e' campagna, punteggiata di villaggi di fango, ombreggiati da rade acacie, catene montuose, impervie colline di pietra compatta grigio scura, mandrie di buoi gibbosi dalle lunghe corna diritte accompagnate dai nomadi Fulani, i folletti delle pianure, che vivono in simbiosi con gli animali nel loro eterno peregrinare.
L'ODIO FANATICO DI BOKO HARAM - Questo posto e' oggi una delle zone ad alto rischio dell'Africa, per certi versi la peggiore. Qui non e' guerra, non ci sono linee, bande o fazioni identificabili, non puoi dire «ecco, qui sono al riparo, al sicuro»; qui e' terrorismo della peggiore specie, strisciante, continuo, violenza primitiva, che usa il coltello piu' delle armi sofisticate, si muove al buio, quando la paura allunga le grinfie, nei vicoli dei quartieri di citta' come nei villaggi isolati delle campagne. Siamo nel cuore delle zone infestate dall'odio fanatico di Boko Haram, la setta integralista che ha steso su tutto un velo pesante, palpabile, di terrore soffocante, difficile da raccontare. Boko Haram. Suona quasi bene, pronunciato con l'acca aperta e aspirata della lingua Hausa, sa di deserto, di vento tra i cespugli spinosi, evoca carovane in marcia, lunghe teorie di viaggiatori, le corse dei cavalli tra le dune, qualcosa di misterioso ed evanescente. E invece e' la morte.
LA VIOLENZA FEROCE - Questa terra, evangelizzata dai missionari irlandesi cent'anni fa, per secoli punto di scambio tra il Sahara e il Golfo di Guinea, dove la pacifica convivenza tra religioni diverse era un fatto normale, e' il tragico palcoscenico di una violenza feroce che mira a dividere e imporre un odio che non c'era. I musulmani devono abbracciare il credo del fanatismo, altrimenti diventano bersaglio della setta che non accetta moderazione; e i cristiani se ne devono andare, o convertirsi anche se vivono qui da generazioni, in pace con la stragrande maggioranza dei musulmani, da buoni vicini oppure come famiglie allargate con parenti di fede diversa. Tutto questo e' cio' che e' nel mirino degli integralisti, tutto questo deve scomparire: chi non si piega viene ucciso o vive nel terrore di poter essere lui il prossimo a lasciarci la pelle.
IL VESCOVO CHE RESISTE - «La cosa piu' importante e' che, nonostante tutto, i sacerdoti non se ne vanno, non abbandonano i fedeli, finche' resta anche una sola anima di cui prendersi cura e' nostro dovere rimanere». Oliver Dashe Doeme e' il vescovo che regge forse la diocesi sotto la piu' pesante cappa di terrore di tutta l'Africa, ha sempre rifiutato la scorta, gira col suo assistente che fa anche da autista, bersaglio vivente ed esibito: «Come faccio ad andare nelle citta', nei villaggi a dire alla gente di resistere, pregare, aver fiducia nel futuro se mi presento con dieci soldati ed un pick up blindato?» «È un fatto di poverta' e mancanza di cultura: che cosa vuole Boko Haram? Vuole dire che la cultura e' peccato, perche' la cultura rende liberi, e loro vogliono che i giovani crescano nell'ignoranza, cosi' sono manovrabili. I terroristi pero' usano le armi fabbricate in Occidente: qualcuno insegna loro come maneggiare gli esplosivi, non e' forse anche questo cultura moderna?»
PARROCI IN PRIMA FILA - John ha meno di quarant'anni, ha studiato a Roma, fa il parroco nel villaggio natale del fondatore di Boko Haram, Mohamed Yusuf, parla un ottimo italiano. «Bisogna raccontare il terrore che la gente deve affrontare qui, in Italia e' difficile immaginare cosa significa vivere da queste parti, le persone non hanno gli strumenti mentali per poter comprendere». Insieme a lui ci sono William, Kevin, e Gideon, parroci giovani, costretti a convivere con questo terrore quotidiano come comporre i morti ogni volta che c'e' un attentato, un omicidio, occuparsi delle vedove e degli orfani. Kevin l'ultimo omicidio lo ha visto poco piu' di due settimane fa: hanno sgozzato un ragazzino di quindici anni, poi hanno freddato la madre ancora inginocchiata sul corpo del figlio. Agiscono sempre di notte i terroristi. Mostra le foto. «Ci sentiamo scoraggiati. L'anno scorso qui hanno ammazzato trenta studenti dell'Universita': andavano di casa in casa, alle tre del mattino, chiedevano 'come ti chiami ?' e ammazzavano tutti quelli che avevano un nome inglese, non tradizionale. Gli hanno sparato e squarciato la gola. Quando e' arrivato l'esercito era gia' tutto finito».
Quello che fa piu' male da queste parti e' il rischio della rassegnazione, l'interesse dei media che si allenta, quasi che vivere cosi' possa essere normale: «Vedi, noi da vivi non facciamo notizia - dice un testimone che vuole restare anonimo - chi mai vorrebbe leggere la mia storia? Ma da morti facciamo vendere i giornali, la gente vede i nostri corpi in tv e aspetta qualche secondo prima di cambiare canale. Ma ormai se moriamo solo in due o tre interessiamo sempre meno. Per fare audience dobbiamo morire in dieci, o venti. Di stranieri, di solito, ne basta uno solo. Ti prego, parlate di noi».
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Paesaggi dell'anima
Franco Fontana
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Palazzo dell'Abbondanza
Via Goldoni - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
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Bellezze disarmoniche
Franco Fontana
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Palazzo dell'Abbondanza
Via Goldoni - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
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Giovanna Santinucci
Comune di Massa Marittima
Settore Politiche Culturali - Musei Archivi Biblioteca
Rete Museale Provinciale
tel: 0566/906292
Diverse sedi, Massa Marittima (GR)
Riparte anche quest'anno, con la direzione di Franco Fontana, il Toscana FotoFestival, ricco di mostre, incontri e proiezioni. Come sempre ampio spazio sarà dato ai workshop condotti dai più celebri maestri della fotografia. Le iscrizioni sono ancora aperte.
Tutti gli altri eventi si svolgeranno dal 10 luglio al 10 agosto Saranno protagonisti di alcune serate Oliviero Toscani, Davide Mengacci, Lucien Clergue e molti altri.
MOSTRE
Accerchiati Incanti
Francesca Della Toffola
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Chiostro di Sant'Agostino
Corso Diaz - Massa Marittima - GR
9.00 -19.00
Gli accerchiati incanti sono per il poeta Andrea Zanzotto quelle pozze d'acqua che si incontrano passeggiando nei palu' ma anche quei cerchi che si formano nell'acqua quando cade una foglia o un'infiorescenza o simili. Nel mio progetto quei momenti d'incanto diventano il tentativo di fusione con la natura. La stessa natura dalla quale il poeta si sentiva abbracciato, confortato, avvolto. Oltre l'orizzonte, oltre il limite, oltre il terreno….penetrare la superficie di materia, luce, fotografia…trasparire. Diventare parte di un tutto infinito che si completa nella figura del cerchio come simbolo di vita, di eterno ritorno. Non ci sono limiti, spigoli, orizzonti che dilatano, ma un cerchio che gira su se stesso che impone una visione penetrante che vuole oltrepassare la superficie. Dice Italo Calvino: 'Solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose, ci si puo' spingere a cercare quel che c'e' sotto. Ma la superficie delle cose e' inesauribile'.
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Surreale
Massimo De Gennaro
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Chiostro di Sant'Agostino
Corso Diaz - Massa Marittima - GR
9.00 - 19.00
Ho scelto la notte perche' volevo la luce artificiale per illuminare le quinte urbane che, come in un teatro, nascondono la realta' agli spettatori. Dietro i pochi segnali che appaiono si cela un dramma enorme, una citta' completamente svuotata, le vite di quelle case abbandonate in fretta sono altrove e negli edifici rimangono solo i ricordi del fare quotidiano. Adesso anche il terrore. Cammino in silenzio insieme a Carlo, l'angelo custode che legittima il permesso dell'Autorita', e ogni passo segna un percorso di dolore e inquietudini... Il silenzio e' totale, surreale, lo registro anche nelle inquadrature: ho sempre immaginato la bellezza, l'armonia, nella composizione delle scene; attraverso il mirino le immagini si fissano nella mia memoria, raggiungono l'anima diventano ricordi indelebili. Adesso, per la prima volta, mi spavento... posso ritrovare la bellezza nel dramma? Scatto velocemente, in sequenza, brevi soste per trovare l'inquadratura corretta, scatto con un senso profondo di pudore e rispetto per il dolore, per registrare questo dramma collettivo che ha colpito ancora una volta altra gente ignara e questa volta ha raggiunto anche me e il compagno di questo viaggio assurdo nel vuoto urbano. Riguardo in studio le immagini realizzate, con calma: i colori, le forme, sono in equilibrio fra loro, raccontano una storia. era quello che volevo. E' possibile la bellezza nel dramma? E' sicuramente possibile la bellezza dopo il dramma.
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Norma
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Atrio Palazzo Comunale - piazza del Duomo
Corso Diaz - Massa Marittima - GR
9.00 -19.00
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Cadute
Novella Oliana
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Convento delle Clarisse
Piazza XXIV Maggio - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
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I Cristi neri di Maiduguri
Riccardo Bicicchi
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Convento delle Clarisse
Piazza XXIV Maggio - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
C'e' una linea immaginaria in Nigeria, che dal nord scende di trasverso fino al confine orientale, tagliando fuori lo spigolo di Paese che si incunea tra il Camerun, ad est, Ciad e Niger a nord. Difficile attraversare quella linea con disinvoltura: i contractors occidentali sono spariti da tempo, troppo rischioso, non ci vanno facilmente i media stranieri, non ci si avventurano ormai quasi piu' neanche i Nigeriani del sud, che un tempo vi si affollavano per stabilire fiorenti commerci. Al di la' si estende un lembo di terra dai panorami sconfinati di savana aperta che si rarefa' via via in deserto man mano che si sale a nord, poche citta' grandi, simili piu' a paesoni di casette basse dal tetto di lamiera ondulata, strade polverose battute da un sole implacabile: il resto e' campagna, punteggiata di villaggi di fango, ombreggiati da rade acacie, catene montuose, impervie colline di pietra compatta grigio scura, mandrie di buoi gibbosi dalle lunghe corna diritte accompagnate dai nomadi Fulani, i folletti delle pianure, che vivono in simbiosi con gli animali nel loro eterno peregrinare.
L'ODIO FANATICO DI BOKO HARAM - Questo posto e' oggi una delle zone ad alto rischio dell'Africa, per certi versi la peggiore. Qui non e' guerra, non ci sono linee, bande o fazioni identificabili, non puoi dire «ecco, qui sono al riparo, al sicuro»; qui e' terrorismo della peggiore specie, strisciante, continuo, violenza primitiva, che usa il coltello piu' delle armi sofisticate, si muove al buio, quando la paura allunga le grinfie, nei vicoli dei quartieri di citta' come nei villaggi isolati delle campagne. Siamo nel cuore delle zone infestate dall'odio fanatico di Boko Haram, la setta integralista che ha steso su tutto un velo pesante, palpabile, di terrore soffocante, difficile da raccontare. Boko Haram. Suona quasi bene, pronunciato con l'acca aperta e aspirata della lingua Hausa, sa di deserto, di vento tra i cespugli spinosi, evoca carovane in marcia, lunghe teorie di viaggiatori, le corse dei cavalli tra le dune, qualcosa di misterioso ed evanescente. E invece e' la morte.
LA VIOLENZA FEROCE - Questa terra, evangelizzata dai missionari irlandesi cent'anni fa, per secoli punto di scambio tra il Sahara e il Golfo di Guinea, dove la pacifica convivenza tra religioni diverse era un fatto normale, e' il tragico palcoscenico di una violenza feroce che mira a dividere e imporre un odio che non c'era. I musulmani devono abbracciare il credo del fanatismo, altrimenti diventano bersaglio della setta che non accetta moderazione; e i cristiani se ne devono andare, o convertirsi anche se vivono qui da generazioni, in pace con la stragrande maggioranza dei musulmani, da buoni vicini oppure come famiglie allargate con parenti di fede diversa. Tutto questo e' cio' che e' nel mirino degli integralisti, tutto questo deve scomparire: chi non si piega viene ucciso o vive nel terrore di poter essere lui il prossimo a lasciarci la pelle.
IL VESCOVO CHE RESISTE - «La cosa piu' importante e' che, nonostante tutto, i sacerdoti non se ne vanno, non abbandonano i fedeli, finche' resta anche una sola anima di cui prendersi cura e' nostro dovere rimanere». Oliver Dashe Doeme e' il vescovo che regge forse la diocesi sotto la piu' pesante cappa di terrore di tutta l'Africa, ha sempre rifiutato la scorta, gira col suo assistente che fa anche da autista, bersaglio vivente ed esibito: «Come faccio ad andare nelle citta', nei villaggi a dire alla gente di resistere, pregare, aver fiducia nel futuro se mi presento con dieci soldati ed un pick up blindato?» «È un fatto di poverta' e mancanza di cultura: che cosa vuole Boko Haram? Vuole dire che la cultura e' peccato, perche' la cultura rende liberi, e loro vogliono che i giovani crescano nell'ignoranza, cosi' sono manovrabili. I terroristi pero' usano le armi fabbricate in Occidente: qualcuno insegna loro come maneggiare gli esplosivi, non e' forse anche questo cultura moderna?»
PARROCI IN PRIMA FILA - John ha meno di quarant'anni, ha studiato a Roma, fa il parroco nel villaggio natale del fondatore di Boko Haram, Mohamed Yusuf, parla un ottimo italiano. «Bisogna raccontare il terrore che la gente deve affrontare qui, in Italia e' difficile immaginare cosa significa vivere da queste parti, le persone non hanno gli strumenti mentali per poter comprendere». Insieme a lui ci sono William, Kevin, e Gideon, parroci giovani, costretti a convivere con questo terrore quotidiano come comporre i morti ogni volta che c'e' un attentato, un omicidio, occuparsi delle vedove e degli orfani. Kevin l'ultimo omicidio lo ha visto poco piu' di due settimane fa: hanno sgozzato un ragazzino di quindici anni, poi hanno freddato la madre ancora inginocchiata sul corpo del figlio. Agiscono sempre di notte i terroristi. Mostra le foto. «Ci sentiamo scoraggiati. L'anno scorso qui hanno ammazzato trenta studenti dell'Universita': andavano di casa in casa, alle tre del mattino, chiedevano 'come ti chiami ?' e ammazzavano tutti quelli che avevano un nome inglese, non tradizionale. Gli hanno sparato e squarciato la gola. Quando e' arrivato l'esercito era gia' tutto finito».
Quello che fa piu' male da queste parti e' il rischio della rassegnazione, l'interesse dei media che si allenta, quasi che vivere cosi' possa essere normale: «Vedi, noi da vivi non facciamo notizia - dice un testimone che vuole restare anonimo - chi mai vorrebbe leggere la mia storia? Ma da morti facciamo vendere i giornali, la gente vede i nostri corpi in tv e aspetta qualche secondo prima di cambiare canale. Ma ormai se moriamo solo in due o tre interessiamo sempre meno. Per fare audience dobbiamo morire in dieci, o venti. Di stranieri, di solito, ne basta uno solo. Ti prego, parlate di noi».
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Paesaggi dell'anima
Franco Fontana
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Palazzo dell'Abbondanza
Via Goldoni - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
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Bellezze disarmoniche
Franco Fontana
10 Luglio - 10 Agosto 2013
Palazzo dell'Abbondanza
Via Goldoni - Massa Marittima - GR
10.00-13.00/17.00-20.00/21.00-23.00
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Giovanna Santinucci
Comune di Massa Marittima
Settore Politiche Culturali - Musei Archivi Biblioteca
Rete Museale Provinciale
tel: 0566/906292
Diverse sedi, Massa Marittima (GR)
Toscana FotoFestival 2013
dal 10/7/2013 al 10/8/2013
dal 10/7/2013 al 10/8/2013
Fonte: www.undo.net
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Amalia di Lanno