Le azioni performative di Grilli abitano lo spazio immaginario della soglia, sono un costante anelito ad afferrare quel fragilissimo attimo in cui la decadenza contiene gia' in nuce la trasformazione.
COMUNICATO STAMPA
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, giovedì 12 marzo 2015, la prima personale nei propri spazi di Francesca Grilli dal titolo Anger. La parola 'soglia' possiede innumerevoli accezioni nella lingua italiana, da quelle applicabili in ambito simbolico, a quelle in campo edile, geografico, geologico e fisico, psicologico. Dal punto di vista tecnico-scientifico, generalmente la soglia individua il valore che un determinato agente o una determinata grandezza deve raggiungere perché si produca un certo fenomeno. Allo stesso tempo in senso figurato indica il principio di qualcosa, il passaggio da uno stato all'altro, il transito tra due luoghi.
Le azioni performative di Francesca Grilli abitano lo spazio immaginario della soglia, sono un costante anelito ad afferrare quel fragilissimo attimo in cui la decadenza, al massimo della sua espansione, contiene già in nuce la trasformazione. Sfidare i limiti fisici, perdurare, mettere alla prova la memoria, corrodere la materia sono tutti sforzi che hanno in comune l'atto di opporre resistenza ad una forza; l'estensione è fondamentale.
Via via i corpi resistenti diventano sempre più ancestrali. Se all'inizio viene indagata con più insistenza la sfera personale, affettiva ed emozionale, poi è il corpo sociale con i suoi aspetti relazionali ad essere messo in discussione, fino a dissolversi nella materia. In un processo a ritroso costellato di riferimenti alchemici, la ricerca di questa forza primigenia trasporta verso un'arcaica cosmogonia.
Ne' Le origini del pensiero europeo, ad esempio, Onians sceglie il lessico per raggiungere le radici dell'essere, convinto che ogni parola adoperata dai nostri avi per descrivere la realtà, racchiuda in sé interi universi cosmologici. Quasi negli stessi anni, ad altre latitudini, l'etnologo francese Marcel Griaule conferisce dignità filosofica e culturale autonoma alle popolazioni dell'Africa centro-occidentale, studiando le origini profonde della simbologia dei Dogon, che assegna un'area emotiva del linguaggio ad ogni specifica parte del corpo. In occasione della mostra Anger presso la Galleria Umberto Di Marino, l'artista si sofferma soprattutto sui passaggi in cui la genesi della parola viene fatta risalire ai diversi organi interni.
In particolare, per i Dogon, l'organo centrale risulta essere il fegato, attraverso il quale vengono veicolate tutte le emozioni, così come era stato intuito anche da Ippocrate alle origini della medicina occidentale. La rabbia, rappresentata dalla bile, diventa dunque il fulcro dell'indagine di Francesca Grilli in questo preciso momento storico, nell'attimo dell'esplosione come in quello successivo della dissoluzione.
Attraverso le sperimentazioni a lungo condotte durante il periodo di residenza dell’artista a Roma presso American Academy in stretta collaborazione con l'Istituto Centrale per la Grafica di Roma, infatti, il trattamento delle lastre con bile e inchiostro, ovvero attraverso rabbia e parola, dà luogo ad inaspettate reazioni durante la fase d'immersione in acido. L'artista ricopre con la miscela dei due liquidi la lastra incisoria, che quindi resta impressionata negli interstizi esposti all'azione dell'acido. Ne emergono superfici specchianti, vere e proprie sculture ottenute per sottrazione, in cui lo spettatore osserva la propria immagine attraverso l'interferenza dell’interazione bile-inchiostro. Francesca Grilli ribalta positivo e negativo del mezzo incisorio: la matrice dà luogo all'opera già completa in se stessa, mentre le stampe/mappe ottenute dal processo calcografico assumono valore documentario. La corrosione, in tal modo, riportata su carta, rivela imprevedibili paesaggi di altri mondi possibili, laddove la creazione può riprendere il suo ciclo. Ne sono testimonianza anche i frammenti di meteoriti all'interno del disco che introduce l'intero percorso espositivo a mo' di oracolo.
Ancora una volta ci troviamo davanti ad ulteriori paesaggi da mondi possibili, frammenti sonori e materici di corpi celesti sui quali sono state verificate condizioni di vita compatibili con quelle della Terra. Sulla scorta di un modello recuperato presso la Discoteca di Stato (ora Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi), il disco enigma, supporto sonoro creato all'inizio del '900 con funzione commemorativa, contiene tre tracce concentriche. La sua particolare struttura non consente di prevedere quale brano verrà suonato nel momento in cui il pubblico viene invitato ad appoggiare la puntina sul vinile. La prima percezione sarà, dunque, quella di trovarsi di fronte ad un oggetto difettoso, ma la forza dirompente della natura riempirà poi lo spazio col suono di altrettanti fenomeni che testimoniano l'esplosione della potenza vitale e geo-fisica (un vulcano, un tornado, i ghiacci che implodono). Resta, però, il tentativo di domare la rabbia del creato grazie alla reiterazione dei Ching che ricercano ordine nel caos.
Così come già per Fe2O3 Ossido ferrico presentato alla 55ma Biennale di Venezia, è nuovamente il suono, sempre presente nei lavori di Francesca Grilli, a permettere di raggiungere la soglia massima attraverso cui può avvenire la trasformazione. La dissoluzione della rabbia personale e collettiva è auspicabile, ma non è il fine ultimo: l'osservazione del processo non esclude alcuna possibilità del divenire.
Francesca Grilli è nata a Bologna nel 1978. vive e lavora tra Amsterdam e Bruxelles La sua ricerca esplora l'ambito del suono, nelle sue molteplici implicazioni espressive e percettive. Prediligendo il linguaggio performativo, i lavori muovono da elementi privati e personali per incontrare lo spazio d'azione dello spettatore, coinvolgendolo in un territorio incerto e perturbante. Nella sua ricerca si rintracciano infatti due aspetti centrali: il trattamento del suono in tutte le sue forme e registri, e lo spazio d'azione dello spettatore. Se il primo è un elemento linguistico dalle infinite possibilità di modulazione espressiva, il secondo è uno smisurato spazio di coinvolgimento fisico ed emotivo per lo spettatore.
La sua poetica si articola tramite video e performance, concentrando rispettivamente l'attenzione sulla complessità del racconto intimo e sulla ricerca di un'azione della massima intensità, coadiuvata dall'elemento sonoro, ritenuto dall'artista lo strumento più efficace per comunicare direttamente con l'inconscio personale e collettivo. Negli ultimi anni ha lavorato a lungo sul linguaggio, sulle sue metafore e suggestioni, come nella performance The conversation del 2010. La ricerca di un diverso grado di comunicazione, del tutto dematerializzato, a cavallo tra magia e rito, è invece l'elemento portante di numerose altre opere, tra le quali si ricorda Moth, 2009.
Tra le personali di rilievo si segnalano quella alla Fondazione Del Monte di Bologna (2014), MACRO di Roma (2012) - risultato di un periodo di residenza svolto presso il museo - e The Conversation al MAMbo di Bologna (2010). Il suo lavoro è stato presentato in diverse sedi espositive in Italia e all'estero come American Academy, Roma (2015), Padiglione Italia alla 55. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (2013), Centre Pompidou di Parigi (2013), il MADRE di Napoli (2012), la Serpentine Gallery di Londra (2010), Manifesta7 a Bolzano (2008). Numerose le partecipazioni ai festival di performance: Drodesera Festival alla Centrale Fies di Trento, Mantica al Teatro Comandini di Cesena, DNA Romaeuropa Festival, UOVO Performing Art Festival a Milano e Santarcangelo dei Teatri di Rimini.
----- english
The Galleria Umberto Di Marino is pleased to present the first solo show entitled Anger by Francesca Grilli at its gallery on Thursday 12 March 2015. The Italian word ‘soglia’ (threshold, entrance) has numerous different meanings which can be applied to the symbolic field as well as to building, geography, geology, physics and psychology. From the technical-scientific perspective, the threshold refers to the value that an agent or size must reach in order to produce a specific phenomenon. In a figurative sense, it also indicates the principle of something, the transition from one state or place to another.
Francesca Grilli’s performances inhabit the imaginary space of a threshold. They are a constant yearning to grasp the extremely fragile moment in which decadence, at its greatest expanse, already contains transformation in its embryonic phase. Challenging physical limits, persevering, putting memory to the test and corroding matter are all forms of exertion which involve resisting a force; the extension is crucial.
The resistant bodies gradually become more ancestral. Although the personal and emotional sphere is initially explored with greater insistence, the social body with its relational aspects is subsequently investigated until it dissolves into matter. In a reverse process strewn with references to alchemy, the search for this primordial force involves a journey towards an archaic cosmogony.
For example, in The Origins of European Thought, Onians chooses words to reach the roots of being in the conviction that each word used by our ancestors to describe reality encapsulates entire cosmological universes. During the same period, but elsewhere, the French ethnologist Marcel Griaule conferred autonomous philosophical and cultural dignity on the peoples of central-western Africa in his study of the origins of the symbolism of the Dogon in which an emotional area of language is assigned to each specific part of the body. To mark the exhibition Anger at the Galleria Umberto Di Marino, the artist focuses especially on the passages where the origins of a word can be traced back to various internal organs.
In particular, the Dogon consider the central organ to be the liver through which all the emotions spread, as had already been guessed by Hippocrates in the fledgling phase of western medicine. Anger, represented by bile, becomes the heart of Francesca Grilli’s investigation in this specific historical phase during the moment of the explosion and in the subsequent phase of dissolution.
Through experimentation carried out during the period of the artist residency at the American Academy in Rome in conjunction with the Istituto Centrale per la Grafica in Rome, the treatment of the plates with bile and ink, in other words through anger and the word, gives rise to unexpected reactions during the phase of immersion in acid. The artist covers the engraving plate with the mixture of the two liquids so that the plate is impressed in the cracks exposed to the effects of the acid. Reflective surfaces emerge from this procedure. They represent sculptures obtained by subtraction in which the spectator observes his or her image through the interference of the interaction between bile and ink. Francesca Grilli overturns the positive and negative of engraving: the stencil creates a work which is already complete in itself while the prints/maps obtained by the chalcographic process take on a documentary value. Corrosion displayed on paper reveals unexpected landscapes of other possible worlds where creation can resume its cycle. The fragments of meteorites within the disc that introduces the entire exhibition in the form of an oracle also provide proof of this.
Once again we find ourselves faced with further landscapes of possible worlds, sound and material fragments of celestial bodies upon which the conditions of life compatible with those found on Earth have been tested. On the basis of a model found at the State Recording Library (Discoteca di Stato, now known as the Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi), the mystery record, a sound support created in the early twentieth century with a commemorative function, contains three concentric tracks. Its special structure means that it is not possible to predict which track will be played at the moment when the audience is asked to place the stylus on the record. The initial impression is that the device is defective but the devastating power of nature will fill the space with the sound of phenomena which reflect the explosion of the vital geophysical force (a volcano, a tornado, imploding glaciers). However, there remains an attempt to control the anger of the universe through the repetition of the I Ching which seeks order within chaos.
As already achieved with the work Fe2O3 Ossido ferrico (Red iron oxide) presented at the 55th Venice Biennale, sound – a constant feature of Francesca Grilli’s art - makes it possible to reach the maximum threshold through which a transformation can take place. The dissolution of personal and collective anger is desirable but is not the ultimate aim: the observation of the process does not exclude any possibility of becoming.
Francesca Grilli was born in Bologna in 1978 and lives and works between Amsterdam and Bruxelles Her experimentation explores the realm of sound, in its multiple expressive and perceptive implications. Opting to utilize the language of performance, her works move from private and personal elements into spectators' space of action, drawing them into an ambiguous and unsettling territory. In fact, two central aspects can be traced in her research: sound processing in all its forms and registers, and the spectators' space of action. If the first is a linguistic element with infinite possibilities of expressive modes, the second is a boundless space of physical and emotional involvement for the viewer.
Her poetic is articulated through video and performance respectively, focusing attention on the complexity of the intimate story and seeking an action of maximum intensity, supported by the element of sound, which the artist considers the most effective means of communicating directly with the personal and collective unconscious. In recent years, she has worked extensively on language, its metaphors and suggestions as in the performance The conversation in 2010. The search for a completely dematerialized degree of communication straddling magic and ritual is instead the backbone of many works, among them Moth 2009 is recalled.
Among her important personal initiatives are MACRO of Rome (2012) – the result of a residency at the museum – and The Conversation at MAMbo, Bologna (2010). Her work has been exhibited in many venues in Italy and abroad such as, American Academy in Rome (2015), Italian Pavilion, 55th International Art Exhibition, la Biennale di Venezia (2013), Centre Pompidou Paris (2013), MADRE, Naples (2012), the Galleria d'Arte Contemporanea, Monfalcone (2012), the Serpentine Gallery, London (2010) and Manifesta7 in Bolzano (2008). She has also participated in numerous performance festivals including: Drodesera Festival at the Centrale Fies in Trento, Mantica at the Teatro Comandino in Cesena, DNA in the Romaeuropa Festival, UOVO Performing Art Festival in Milan and Santarcangelo at the Teatri in Rimini.
Inaugurazione 12 marzo ore 19 - 22
Galleria Umberto Di Marino
via Alabardieri, 1 Napoli
lun-sab 15-20
ingresso libero
FRANCESCA GRILLI
dal 12/3/2015 al 12/5/2015
lun-sab 15-20
segnala:
amalia di Lanno