In "Ambienti proiettivi animati, 1964-1984" di Luca Maria Patella, sono presentate installazioni, performance, tele fotografiche, film e libri d'artista. Il gruppo Cherimus e Valentina Vetturi, aprono i loro studi presso il museo con il risultato della loro ricerca degli ultimi mesi. I dipinti di Timur Kerim Incedayi costituiscono la mostra "Roma e Istanbul".
COMUNICATO STAMPA
Luca Maria Patella
Ambienti proiettivi animati, 1964-1984
29.1.2015 - 26.04.2015
a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Stefano Chiodi
Dal 30 gennaio al 26 aprile 2015 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta la mostra di Luca Maria Patella, Ambienti proiettivi animati, 1964-1984, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Stefano Chiodi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata con il sostegno e la collaborazione della Fondazione Morra di Napoli, che da anni ne cura le esposizioni e l’archivio generale.
Il progetto espositivo, che prende il titolo della prima mostra personale di Patella tenutasi a Roma nel 1968 alla galleria l’Attico di Fabio Sargentini, intende offrire, attraverso una selezione di alcune tra le opere più significative dei primi due decenni della sua lunga carriera la possibilità di rileggere criticamente gli esordi del percorso dell’artista.
In anticipo sulle tendenze artistiche e culturali che sarebbero emerse solo nei decenni successivi, Luca Maria Patella è stato nella prima metà degli anni Sessanta uno dei pionieri in Europa dell’uso artistico di fotografia e film, sovente posti in relazione con lo spazio naturale e l’architettura. Le sue sperimentazioni non solo sondano le nuove possibilità espressive di questi media ma ne esaltano le qualità concettuali e i potenziali allegorici, con la consapevolezza di avere a disposizione linguaggi da articolare e reinventare.
La mostra si snoda attraverso una serie di “ambienti” disposti in un percorso che mette in luce i peculiari procedimenti creativi della produzione degli anni Sessanta e Settanta dell’artista.
Le installazioni, le azioni performative, le tele fotografiche, i film e i libri d’artista concorrono a delineare l’immagine di un artista “totale”, creando inediti punti di vista da cui osservare i mutamenti del mondo circostante e le trasformazioni dei codici linguistici, in un periodo cruciale delle pratiche artistiche degli ultimi decenni.
Per la prima volta dal 1971 vengono presentati al pubblico gli Alberi parlanti, elementi multisensoriali che formano un ambiente sonoro interattivo, simbolo, con il suo duplice valore, onirico e poetico da un lato, scientifico e filosofico dall’altro, del doppio orientamento del lavoro di Patella, culminato nella felice integrazione delle due polarità estetiche.
Mentre le tele fotografiche presentate in mostra dialogano con il cortometraggio Terra Animata, girato da Patella in 16mm nel 1967 (film che la critica ha accostato alle primissime esperienze concettuali e alla land art), la serie originale di oltre trecento diapositive che fanno da sfondo all’azione comportamentale Camminare dialoga con l’installazione Voulez-vous une Aubelière? in uno spazio dal forte impatto sinestetico. Concludono il percorso della mostra due importanti installazioni che compendiano le polarità complementari del lavoro di Patella: Id e Azione, del 1974, e Mysterium Coniunctionis, del 1983-84.
Parte integrante della mostra è il programma di proiezioni di film realizzati negli anni Sessanta, presentato in Sala Cinema. Le pellicole, recentemente restaurate dalla Cineteca Nazionale di Roma, dimostrano un uso sperimentale e proto-concettuale del medium cinematografico.
La rassegna di film in mostra è realizzata in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale.
Il MACRO pubblicherà in occasione della mostra un catalogo nel quale una serie di testi critici, accompagnati da una ricca documentazione iconografica, compongono il primo studio sistematico sulla prima parte della carriera dell’artista.
Si ringraziano per la collaborazione: Fondazione Morra, Napoli; Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale, Roma.
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Artisti in Residenza
Cherimus - Valentina Vetturi
29.1.2015 - 1.3.2015
Dal 30 gennaio al 1 marzo 2015 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta la mostra finale degli Artisti in Residenza, nuovo appuntamento del programma coordinato da Rossana Miele dedicato ai giovani artisti italiani e internazionali, cui il museo mette a disposizione uno studio e un appartamento per poter realizzare un progetto artistico originale, elaborato per l’occasione. La mostra finale è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e realizzata con la collaborazione della Fondazione MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.
I protagonisti di questa edizione speciale sono Cherimus (fondato nel 2007 a Perdaxius- Sardegna - da Marco Colombaioni, Matteo Rubbi e Emiliana Sabiu) e Valentina Vetturi (Reggio Calabria, 1979).
In occasione della mostra Open Museum Open City, che si è svolta presso il MAXXI durante l’autunno 2014, il MACRO e il MAXXI hanno selezionato due artisti che hanno continuato la loro esperienza all’interno di una realtà istituzionale della Capitale. Nasce così l’invito a Cherimus e Vetturi, che dal 30 gennaio presenteranno, all’interno dei loro studi presso il MACRO, il risultato della loro ricerca di questi ultimi mesi.
Il lavoro che Cherimus esporrà al MACRO costituisce l’evoluzione dell’opera Il Gioco dell’Oca di Marco Colombaioni presentata al MAXXI nel mese di ottobre 2014 all’interno della rassegna Esercizi di rivoluzione, a cura di Nomas Foundation. L’opera è una riedizione de Il Gioco dell’Oca realizzato dall’artista Marco Colombaioni (Milano, 1983 – Ravenna, 2011) nel 2009 a Valledoria, in Sardegna: un grande dipinto a cielo aperto in cui tutti potevano entrare per partecipare al gioco. Cherimus ha rielaborato l’opera originale di Colombaioni in chiave performativa aprendo le porte a un mondo fantastico popolato da animali, che sono stati realizzati con la collaborazione di numerose realtà del territorio romano (laboratori di sartoria, licei artistici, centri SPRAR - Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) costruendo così, oltre ai costumi, l’idea del gioco come forma di discussione e strumento di coesione sociale.
La residenza al MACRO è stata per Cherimus l’occasione per alimentare un’interazione con la città ma anche con i diversi artisti invitati a collaborare al progetto. Da tale incontro sono nati dei piccoli video surreali, ad opera di Simone Berti, in cui gli animali creati durante i laboratori si animano e prendono vita lasciando vuoto lo studio per la conquista della città; o ancora, Carlo Spiga ha prodotto una playlist che raccoglie tutte le sonorità provenienti dai paesi dell’Africa e del Sud America, rielaborate attraverso oniriche e originali stratificazioni, che rimandano alla composizione circolare dei balli popolari.
In occasione della mostra presso il MACRO, il gruppo presenterà una video installazione che accosta ai nuovi materiali, piccole clip girate durante il corso dei laboratori, così come documenti d’archivio sulle passate edizioni del Gioco dell’oca realizzato prima in Sardegna (2009), poi alla Gamec di Bergamo (2011).
Hanno collaborato al progetto: Simone Berti, Alessandra Casadei, Leonardo Chiappini, Derek Maria Francesco Di Fabio, Cleo Fariselli, Edna Gee, Isa Griese, Valeria Frisolone, Michele Gabriele, Alice Mandelli, Marco Pezzotta, Matteo Rubbi, Emiliana Sabiu, Carlo Spiga.
Valentina Vetturi in occasione della mostra presso il MACRO l’artista presenta in forme inedite le opere Alzheimer Café II e La Mossa di Ettore.Alzheimer Café è parte di una ricerca in itinere sui rapporti tra ricordo e suono che l’artista ha avviato in collaborazione con la Kunsthalle di Goeppingen e del MAXXI. L’opera ha origine da una raccolta di motivi cantati o accennati con la sola voce e realizzata nell’arco di alcuni mesi,con intento non documentario, presso centri che accolgono persone affette da patologie neurologiche che colpiscono la memoria. L’ artista compone queste voci in un tessuto sonoro e crea uno spazio di ascolto, futuribile e non convenzionale, in cui i fragili ricordi personali assumono valore pubblico. Un video pone lo spettatore di fronte a questo luogo di ascolto portandolo a interrogarsi sul tema della memoria al presente e nel futuro.La Mossa di Ettore è un’opera ispirata alla figura di Ettore Majorana (1906 – 1938?), fisico nucleare e giocatore di scacchi, attorno alla cui scomparsa si annidano ancora molte ipotesi. Presso il MACRO rivivrà il ricordo della performance realizzata nello scorso ottobre negli spazi del museo in collaborazione con la Federazione Italiana Scacchi. I sommi maestri Lexy Ortega e Massimiliano Lucaroni si sono misurati una partita in cui, insieme all’artista, hanno introdotto una nuova mossa ispirata alla scelta di Majorana di scomparire per sottrarsi al coinvolgimento in una ricerca dagli esiti potenzialmente disastrosi. L’artista rielabora il cosiddetto “ dibattito post mortem”, in cui gli scacchisti si confrontano sulla partita e sulle sue possibili varianti aprendo così una riflessione sul senso del rifiuto. La realizzazione delle opere di Cherimus e di Valentina Vetturi è stata commissionata dal MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo grazie alla collaborazione del MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma, nell’ambito del programma “Artisti in residenza”. Biografie Cherimus nasce nel 2007 a Perdaxius, in Sardegna, su iniziativa di tre amici: Marco Colombaioni, Matteo Rubbi ed Emiliana Sabiu. Cherimus è un organismo che cambia grazie alle persone che incontra nel suo percorso. Ha I’obiettivo di innescare un rapporto nuovo fra arte, cultura e piccole realtà locali. Per questo invita artisti da tutto il mondo a un confronto diretto con le persone, con i luoghi, con possibili processi di innovazione culturali ed economici. Dal 2008 ad oggi Cherimus ha realizzato progetti di cooperazione internazionale: La biblioteca fantastica (2012-2013), in cui sono stai prodotti quattro cortometraggi attraverso workshops condotti da artisti internazionali all'interno di alcune piccole biblioteche del Sulcis Iglesiente; Chadal (2011) un incontro tra musicisti sardi e senegalesi, a Dakar, per la formazione di un inedito gruppo musicale partito poi per un tour mondiale. Nel 2014 Cherimus è selezionata per Tandem/Shaml, cultural managers exchange, coordinato da MitOst (Berlino); in partemariato con Al Mawred Al Thaqa{y (Cairo), ECF (Amsterdam) e Anadolu Kùlttir (lstanbul). Nel 2013 il MAN_Museo della provincia di Nuoro e il MACC Museo d'arte Contemporanea di Calasetta hanno dedicato una mostra ai progetti e alle attività di Cherimus: La biblioteca fantastica e la retrospettiva Sulcis Oddity. Ha inoltre preso parte a mostre e progetti collettivi tra cui: nel 2012 Fuoriclasse alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, "Les association libres" alla Maison Rouge di Parigi, The black market of translations - negotiating contemporary cultures all'NGBK & Kunstraum Kreuzberg/Bethanien di Berlino; nel 2011 Artissima Lido, Torino. Nel 2013 cura la mostra I quadri africani di Marco Colombaioni presso il museo di Storia Naturale di Piacenza e nel 2012 I quadri di Annibale di Marco Colombaioni al Museo di Storia Naturale di Milano. Nel 2011 cura la realizzazione del Gioco dell'Oca di Marco Colombaioni alla GAMeC di Bergamo per la mostra Il Bel Paese dell’Arte. Valentina Vetturi (Reggio Calabria, 1979). La pratica artistica di Valentina Vetturi intreccia memoria, scrittura e performance. Le sue opere si compongono attraverso lunghi processi e coinvolgono frammenti di realtà apparentemente molto diversi. Al continuo confine tra presenza e assenza i personaggi e le voci che popolano le sue performance e installazioni sono interpreti numerosi e invisibili del mondo che ci circonda. Ha partecipato a residenze in Italia e all’estero e esposto le sue opere in istituzioni pubbliche e private tra cui: MAXXI Roma, Kunsthalle Goeppingen (DE), Tranzit.ro Bucharest, Istituto Svizzero Roma, Fondazione Sandretto, MACRO, Aditorium Roma, Spazio Salenbauch Venezia, Viafarini, FAAP San Paolo. Ha collaborato con la Galleria Marilena Bonomo Bari.
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Timur Kerim Incedayi
Roma e Istanbul, sulle orme della storia
29.1.2015 - 1.3.2015
Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita dal 30 gennaio all’1 marzo 2015 la mostra Roma e Istanbul, sulle orme della storia dell’artista turco Timur Kerim Incedayi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, realizzata con il supporto del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, con il patrocinio e la collaborazione dell’Ambasciata di Turchia in Italia, e con il contributo di Polimeks Holding.
Dagli anni Sessanta ad oggi Timur Kerim lncedayi ha rappresentato sempre un vero e proprio ponte fra Oriente e Occidente e, in particolare, fra Istanbul e Roma, due città, due storie e civiltà che nei secoli si sono confrontate e intrecciate per diversi e molteplici aspetti e che tornano a rispecchiarsi e confrontarsi proprio nella memoria pittorica e nella sua figurazione.
Se la prima formazione dell’artista è avvenuta a Istanbul, la sua specializzazione artistica si è svolta prevalentemente a Roma, dove ha frequentato con successo l'Accademia di Belle Arti. Nella Capitale incontra e frequenta pittori famosi come Renato Guttuso, Mino Maccari e Luigi Montanarini, espone in varie edizioni della Quadriennale, e fonda, nel 1987, il movimento artistico del Metropolismo, insieme a Nico Paladini, Antonio Sciacca e Carlos Grippo.
Le opere esposte nella mostra al MACRO Roma e Istanbul, sulle orme della storia, per lo più inedite, sono dedicate al rapporto fra le due città, evidenziando un tema caro all’artista: la profonda e magica risonanza di un passato artistico e culturale che accomuna due grandi metropoli influenti nell'area del Mediterraneo.
Una mostra evocativa e di collegamento fra due popoli e civiltà che si confrontano nei segni e nel cromatismo delle figure di Incedayi, nei suoi lavori che sottolineano il sapore metafisico e rarefatto della cultura mistica ed esoterica orientale, nel rispetto di un canone compositivo occidentale.
Come afferma Maurizio Marini, “la pittura odierna di Timur Incedayi è preziosa e misteriosa, reale e metafisica, fissa e dinamica come le stelle, avendo egli riallacciato quella corda armonica che da sempre, senza dissolvenze, unisce il vicino Oriente all’Europa più raffinata: Roma a Costantinopoli, Bisanzio a Istanbul“.
Sottolinea inoltre Maurizio Calvesi: ”La recente produzione di Timur Kerim Incedayi, nativo della favolosa Instanbul, resta solidamente coerente con le sue prove precedenti, toccando, a ormai cinquant'anni dal suo definitivo approdo in Italia, risultati anche più sottili e sensibili, se possibile, della sua pittura trascorsa; e purificando la sua ispirazione in una tematica senz'altro più univoca, dove sono ormai dileguate le residue tracce del suo iniziale interesse per il mondo industriale… lasciando tutto lo spazio a quel sogno, a una contemplazione del “meraviglioso” Oriente, o meglio di quel magico varco tra Oriente e Occidente che è il Corno d'oro, con la indicibile malìa di una civiltà trapassata, come il nome della città, dal bizantino al classico di Roma e poi all'islamico, in una catena che la pittura di Incedayi fa rivivere nell'intreccio della propria ispirazione”.
L’artista espone al MACRO circa 50 opere di diverso formato, tecniche miste su cartone, dove a volte prevale il pigmento sulla figurazione, grazie anche all’utilizzo di un supporto appositamente realizzato per l’occasione dalle ditte Canson e Arches.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall’editore CieRre, con saggi di Maurizio Calvesi e Maurizio Marini.
Inaugurazioni giovedì 29 gennaio 2015 ore 18.00
MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00
Ingresso: intero 13,50 €, ridotto 11,50 €, residenti 1 € in meno
TRE MOSTRE
dal 29/1/2015 al 26/4/2015
mar - dom 11-19, sab 11-22, la biglietteria chiude un'ora prima
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amalia di Lanno