martedì 13 gennaio 2015

Gabriele Mauro / SENSO PLURIMO.6


SENSO PLURIMO.6
a cura di Marinilde Giannandrea

Al via il secondo appuntamento con Senso Plurimo.6, la rassegna dei Cantieri Teatrali Koreja curata dalla giornalista e critica Marinilde Giannandrea. Nella scatola dei desideri, progettata da Rune Ricciardelli per il foyer del teatro trovano spazio 4 giovani pugliesi: nata sei anni fa in un momento in cui si cominciavano a manifestare i segni della crisi, la rassegna è un territorio in cui si alternano i lavori degli artisti, le voci dei critici e degli studiosi per offrire una possibile chiave di lettura delle fragilità del presente e una probabile visione del futuro.

A proseguire la rassegna dopo Paolo Ferrante, il 22 gennaio alle ore 18.30 (in mostra fino al 10 febbraio 2015) ci sarà:
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GABRIELE MAURO

e mi sento l'amico perfetto di una perfetta amica
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Da fiore perfetto a oggetto socialmente alieno. La rosa nel lavoro di Gabriele Mauro acquista molteplici simbologie, perché la poesia di Rainer Maria Rilke da cui ha preso spunto, citata nel titolo di questo suo nuovo lavoro, è il punto di partenza per una riflessione sui nuovi ambienti sociali, sulla pratica e sulla simbologia degli oggetti.
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"Mauro è un artista alle prime esperienze espositive, in fase di sperimentazione tecnica e linguistica. In questo caso utilizza il disegno come strumento per un’osservazione diretta di dati della realtà. I venditori di rose sono presenze costanti nelle nostre città; la loro iterata e insistente pratica dell’offrire è diventata un sottofondo visivo e sonoro per le nostre serate e una questione che rimuoviamo velocemente con un gesto della mano.

Se questo è lo sfondo sociale, il lavoro di Mauro però riesce ad andare oltre con la costruzione di un’idea di solitudine e fragilità, di un rapporto alienato e simbiotico con gli oggetti, di un attraversamento di vite senza volto. Pone questioni che hanno a che fare con l’emergenza sociale, ma esprime anche una natura sensibile, vibratile, che lo porta costantemente a frequentare con i suoi lavori zone precarie. Anche nella descrizione della passeggiata di un venditore di rose, Gabriele Mauro coglie quel senso d’incertezza che appartiene a tutti noi, aprendo lo spazio alla riflessione sulla solitudine esistenziale, sul valore della bellezza e sul senso del disgusto.

Con l’empatia di una lunga sequenza di disegni, volutamente imperfetti, traccia gli elementi essenziali della figura, celandone alcuni, e riesce a segnalare l’immediatezza di un gesto, di una scintilla, che si consumano nello spazio limitato di un foglio di carta lucida. E nella sperimentazione dell’azione animata restituisce anche la realtà del tempo; un tempo che in questo caso è volutamente iterato, ossessivo e ci riporta alla questione iniziale: quella di una distanza umana e sociale difficile da colmare, anche per una rosa."

Marinilde Giannandrea

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amalia di Lanno