mercoledì 15 ottobre 2014

Sognatore di opera grave. Tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero.



Presentazione del libro "Singularis in singulis. Duodecim columnae vitinae e marmore nella Basilica di San Pietro a Roma", di Antonio Labalestra, dedicato al serto delle colonne marmoree correlate al luogo del martirio di san Pietro sul colle vaticano, che si avvale dei contributi scritti di Cosimo Damiano Fonseca, Francesco Moschini e Cherubino Gambardella.
Mercoledì 22 ottobre, Sala Consiliare della Provincia di Bari, ore 18.
Intervengono: Antonio Labalestra, Antonio Dellisanti, Caterina Rinaldo.

Successivamente, alle ore 19,00 presso la Sala Colonnato della Provincia, inaugurazione della mostra:
"Sognatore di opera grave. Tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero", di Antonio Labalestra a cura di Caterina Rinaldo.
Catalogo (Daniela Idda a cura di) Antonio Dellisanti Editore.
Inaugurazione: mercoledì 22 ottobre 2014, ore 19,00.
Sala Colonnato del Palazzo della Provincia di Bari.

Palazzo della Provincia di Bari,
Lungomare Nazario Sauro, 29 – Bari.
Apertura: dal 22 al 29 ottobre 2014.
lun. – sab. ore 9,00/19,00, domenica ore 9,00/13,00.
Info: indiscretodisordine AT email.it
alabalestra AT hotmail.com
caterinarinaldo AT email.it

Con la collaborazione di Smetwork, Manitillo Marmi, Damiano marmi, Petram srl.

Mercoledì 22 ottobre 2014, alle ore 18, presso la Sala Consiliare del Palazzo della Provincia di Bari, sarà presentato il volume di Antonio Labalestra, edito per Antonio Dellisanti Editore, dal titolo, "Singularis in singulis. Duodecim columnae vitinae e marmore nella basilica di San Pietro a Roma", dedicato al serto delle colonne tortili di età romana correlate al luogo del martirio di San Pietro sul colle vaticano, che si avvale dei contributi scritti di Cosimo Damiano Fonseca, Francesco Moschini e Cherubino Gambardella.
Questo studio, a partire dalle minuziose descrizioni di Tiberio Alfarano, chierico beneficiario della basilica costantiniana, tenta di ricostruire il percorso legato alla traslazione e al riutilizzo delle colonne gerosolimitane all’interno del cantiere della fabbrica di San Pietro, nel continuo processo di adattamento dello spazio liturgico che dall’età di Costantino si sussegue fino al pontificato di Urbano VIII. Gli studi condotti sulle celebri colonne tortili si intrecciano con la storia, l’architettura e i problemi tecnici che hanno caratterizzato l’intervento di Gian Lorenzo Bernini tracciando i tratti della forza espressiva di questi elementi architettonici che, ben presto, travalicarono le mura della basilica, per invadere l’ambito dell’iconografia dell’arte.
Parte di queste argomentazioni ritornano nell’esposizione intitolata, “Sognatore di opera grave. Tra leggerezza della pietra e gravità del pensiero” di Antonio Labalestra a cura di Caterina Rinaldo. Il titolo riprende una conversazione di Fernando Távora con Álvaro Siza in cui lo studioso portoghese, citando un documento del Seicento, definisce il secondo come “Muratore di opera grave”, il maestro che pratica l’architettura, che costruisce con la pietra o con un altro materiale; l’opera è un’opera ‘grave’, vale a dire seria, importante, significativa, meditata, frutto del pensiero ragionato dell’architetto colto. La mostra, che raccoglie disegni di architettura e forme archetipiche di una Puglia arcaica e immaginata, forse non più esistente, è incentrata su un percorso di lettura volto alla ricerca di un dialogo tra la produzione dei disegni e la realizzazione dei manufatti, intendendosi la carta e la pietra come la pratica del disegno d’architettura e l’architettura stessa.
Sedici disegni, realizzati con la tecnica del fotomontaggio architettonico, dialogano con quattro oggetti della produzione tradizionale locale progettati da altrettanti designer pugliesi, invitati a ripensare ai loro luoghi d’origine. La carta diventa così casa ideale del pensiero, tema portante del percorso dell’architetto, mentre la pietra si fa leggera per tramutarsi in opera d’architettura. Gravità della carta e levità della pietra tramutano l’attitudine al progetto in un discorso aperto che fa propri i temi della tradizione storica pugliese. Così, Corbis, realizzato in Biancone Minervino e legno di quercia, evoca l’immagine di un cesto, Itaca Spring, realizzata in Mazzaro di Gravina, reca sulla parte inferiore del blocco di pietra incisa la prefazione dell’Odissea, perché la combinazione dell’acqua con la pietra e il loro linguaggio formale si trovano nei codici dell’architettura e negli arredi di pietra del Mediterraneo, mentre Habita, interpretazione in chiave iconica della casetta per uccelli, rappresenta l’elogio dell’appartenenza ad un luogo, una casa in cui tornare non effimera ma di pietra. Infine Apulia, progettata interpretando la forma geografica della regione, è una panca composta da lastre affiancate verticalmente, ciascuna delle quali realizzata con un tipo di pietra calcarea della zona, Apricena, Trani, Fasano-Ostuni e Lecce e prodotta dalla rete di impresa Smetwork.

La mostra, che sarà inaugurata a partire dalle ore 19, presso la Sala Colonnato del Palazzo della Provincia di Bari è accompagnata da un elegante libro, a cura di Daniela Idda, edito da Antonio Dellisanti Editore, dedicato alla lezione delle avanguardie come prodromo di una nuova architettura disegnata e si avvale dei contributi scritti di Antonio Labalestra e Caterina Rinaldo.

Antonio Labalestra nasce a Torino. Si laurea in Architettura con una tesi in Storia dell’Architettura e teoria della Progettazione con il prof. Francesco Moschini e il prof. Franco Purini. Dal 2000 svolge attività didattica nei Corsi di Storia dell’Architettura e di Storia dell’Arte Contemporanea presso il Politecnico di Bari. Consegue istituzionalmente il Master Europeo di secondo livello in Storia dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Roma Tre e il Perfezionamento in filosofie teoretiche ed estetiche del Novecento presso i dipartimenti di Lingue e Letterature Romanze e Mediterranee e di Italianistica dell’Università Degli Studi di Bari. Dal 2004 collabora con l’Archivio disegni del Fondo Francesco Moschini Archivio A. A. M. Architettura Arte Moderna per le Arti, le Scienze e l’Architettura avendo l’opportunità di guardare, da un osservatorio privilegiato, una serie di mostre dedicate all’architettura e alle arti ed autori del ‘900. Dottore di ricerca in Storia dell’Architettura presso lo IUAV di Venezia è attualmente professore a contratto in storia dell’arte contemporanea presso il Politecnico di Bari. Ha organizzato, coordinato e curato seminari, cicli di lezioni, rassegne cinematografiche, mostre ed eventi espositivi in Italia ed all’estero. All’attività didattica e divulgativa esercitata attraverso interventi ed incontri pubblici, giornate di studio e convegni, associa un’intensa attività editoriale attraverso la pubblicazione di libri, e con interventi su riviste e media specializzati. È autore di saggi, articoli e recensioni dedicati principalmente al rapporto tra arte e architettura e tra storia, teoria e progetto, con pubblicazioni autonome e su riviste italiane di settore, tra queste: “XY dimensioni del disegno”, “Segno”, “L’Industria delle Costruzioni”, “Paesaggio Urbano”, “Disegnare idee immagini” e “Progetti”.

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