Mostra d’arte contemporanea: “Ibridazione”
Artisti: Pierpaolo Miccolis, Aldo Berardi, Chiara Gatto, Gianmaria
Giannetti e Vito Lopriore come scrittore e interprete dell’opera
teatrale “Storia di un prete e del suo pastore”.
Sede espositiva: Beluga Art Project Space, via Magenta 1, Rutigliano (BA)
Testo critico: Antonella Marino
Inaugurazione: Sabato 9 marzo 2013, ore 19,00
Durata: Fino al 7 aprile 2013. Apertura: martedì, giovedì e venerdì 18 - 20.30.
Altri giorni su appuntamento.
Info: sito internet www.artgallerybeluga.com; e-mail artgallery.beluga@gmail.co m; cell 347. 5495188
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Secondo appuntamento espositivo, sabato 9 marzo alle 19, per il giovane Beluga art project space diretto da Elisabetta Longo e Gaetano Gagliardi a Rutigliano (BA). Non si tratta di una semplice mostra, ma di un momento di confronto a più voci: occasione di “Ibridazione” creativa intesa come contaminazione di visioni e linguaggi differenti, nelle proposte artistiche di Pierpaolo Miccolis, Chiara Gatto, Gianmaria Giannetti e Aldo Berardi, con un intervento teatrale di Vito Lopriore.
Il concetto di ibridazione si applica oggi a molti campi di sapere, perché ben si presta a suggerire la complessità di un mondo in mutazione in ambito scientifico ma anche sociale e culturale, e ad esprimere l’idea di un’ identità metamorfica, sfrangiata e in costruzione, propria di una realtà instabile ma carica di potenzialità.
Il tema è particolarmente pertinente alla ricerca di Pierpaolo Miccolis, ventisettenne nativo di Noci, che coniuga il gusto per la classificazione ornitologica di antica memoria ai più attuali fantasmi della clonazione. Creature ibride raffinate ma oscure, popolano i suoi acquerelli di cui sono presentati qui esempi tratti da due cicIi. Il primo, della serie “Cantico”, propone in chiave più “realistica” un campionario di uccelli osservati tra le specie in migrazione che arrivano nella Valle d’Itria. L’intento catalogatorio, alla Linneo, fa da premessa alla fase successiva: quella dei “Disagi atomici”: in cui le specie aviarie perdono specificità e si innestano tra loro col filtro visionario della artista, componendo incroci di creature impossibili immerse in scene di allusiva violenza. Contraltare inquieto -insieme a tre nuovi lavori del gruppo “fly sicks” dove più evidente è il richiamo ad una condizione “malata”- alle derive della genetica e alle minacce nucleari, che s’ innestano su inquietudini ed ossessioni personali, pur con un lieve sottofondo progettuale.
La leggerezza elegante dell’acquerello, tecnica antica ma modernissima per la sua velocità di esecuzione e per la dimensione “liquida”, dialoga in questo contesto con la pittura altrettanto forte e delicata insieme della giovanissima barese Chiara Gatto. Che, dopo l’ esordio in galleria a dicembre, prova a tradurre le sue intimistiche e sintetiche figurazioni condensate di solito in piccoli frammenti, in un inedito quadro di grandi dimensioni. Un interno sghembo abitato da misteriose presenze stilizzate e fragili, enigmaticamente sospese su prospettici vuoti esistenziali.
A questo coro “ibrido” si uniscono poi un’ incursione pittorica di Gianmaria Giannetti, (emergente di origini liguri, cui era stata già dedicata una personale), maestro nel rimixare cultura alta e bassa, filosofia e gioco, sacro e profano,sul filo del paradosso pensoso.
E, ancora, i particolari fotografici di Aldo Berardi (nato a Cosenza nel ’63 ma residente a Monopoli con una formazione musicale ed una laurea in Lettere e Filosofia al Dams di Bologna): il quale punta il suo sguardo, corretto da interventi digitali, su dettagli di un quotidiano di per sé ordinario, ma che rivela nelle sue pieghe poco visibili e nascoste aspetti singolari. Caricandosi così di significati onirici e quasi simbolici che i titoli ambiguamente vanno ad accentuare.
Connotazioni più critiche e politiche ha infine il brano scritto ed interpretato nel corso della serata da Vito Lopriore, “ Storia di un prete e del suo pastore”: “una storia vera...Nell' Italia del '68, nella chiesa post-conciliare, in una provincia del sud-est,un giovane prete, un vescovo conservatore, una comunità parrocchiale. Lo scontro inevitabile, impari, tra le alte sfere del potere ecclesiastico e un giovane sacerdote “ ribelle”, diviene detonatore casuale di una contestazione sociale a tutti i livelli. È il caos. Poi... l' epilogo….”
Altri giorni su appuntamento.
Info: sito internet www.artgallerybeluga.com; e-mail artgallery.beluga@gmail.co
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Secondo appuntamento espositivo, sabato 9 marzo alle 19, per il giovane Beluga art project space diretto da Elisabetta Longo e Gaetano Gagliardi a Rutigliano (BA). Non si tratta di una semplice mostra, ma di un momento di confronto a più voci: occasione di “Ibridazione” creativa intesa come contaminazione di visioni e linguaggi differenti, nelle proposte artistiche di Pierpaolo Miccolis, Chiara Gatto, Gianmaria Giannetti e Aldo Berardi, con un intervento teatrale di Vito Lopriore.
Il concetto di ibridazione si applica oggi a molti campi di sapere, perché ben si presta a suggerire la complessità di un mondo in mutazione in ambito scientifico ma anche sociale e culturale, e ad esprimere l’idea di un’ identità metamorfica, sfrangiata e in costruzione, propria di una realtà instabile ma carica di potenzialità.
Il tema è particolarmente pertinente alla ricerca di Pierpaolo Miccolis, ventisettenne nativo di Noci, che coniuga il gusto per la classificazione ornitologica di antica memoria ai più attuali fantasmi della clonazione. Creature ibride raffinate ma oscure, popolano i suoi acquerelli di cui sono presentati qui esempi tratti da due cicIi. Il primo, della serie “Cantico”, propone in chiave più “realistica” un campionario di uccelli osservati tra le specie in migrazione che arrivano nella Valle d’Itria. L’intento catalogatorio, alla Linneo, fa da premessa alla fase successiva: quella dei “Disagi atomici”: in cui le specie aviarie perdono specificità e si innestano tra loro col filtro visionario della artista, componendo incroci di creature impossibili immerse in scene di allusiva violenza. Contraltare inquieto -insieme a tre nuovi lavori del gruppo “fly sicks” dove più evidente è il richiamo ad una condizione “malata”- alle derive della genetica e alle minacce nucleari, che s’ innestano su inquietudini ed ossessioni personali, pur con un lieve sottofondo progettuale.
La leggerezza elegante dell’acquerello, tecnica antica ma modernissima per la sua velocità di esecuzione e per la dimensione “liquida”, dialoga in questo contesto con la pittura altrettanto forte e delicata insieme della giovanissima barese Chiara Gatto. Che, dopo l’ esordio in galleria a dicembre, prova a tradurre le sue intimistiche e sintetiche figurazioni condensate di solito in piccoli frammenti, in un inedito quadro di grandi dimensioni. Un interno sghembo abitato da misteriose presenze stilizzate e fragili, enigmaticamente sospese su prospettici vuoti esistenziali.
A questo coro “ibrido” si uniscono poi un’ incursione pittorica di Gianmaria Giannetti, (emergente di origini liguri, cui era stata già dedicata una personale), maestro nel rimixare cultura alta e bassa, filosofia e gioco, sacro e profano,sul filo del paradosso pensoso.
E, ancora, i particolari fotografici di Aldo Berardi (nato a Cosenza nel ’63 ma residente a Monopoli con una formazione musicale ed una laurea in Lettere e Filosofia al Dams di Bologna): il quale punta il suo sguardo, corretto da interventi digitali, su dettagli di un quotidiano di per sé ordinario, ma che rivela nelle sue pieghe poco visibili e nascoste aspetti singolari. Caricandosi così di significati onirici e quasi simbolici che i titoli ambiguamente vanno ad accentuare.
Connotazioni più critiche e politiche ha infine il brano scritto ed interpretato nel corso della serata da Vito Lopriore, “ Storia di un prete e del suo pastore”: “una storia vera...Nell' Italia del '68, nella chiesa post-conciliare, in una provincia del sud-est,un giovane prete, un vescovo conservatore, una comunità parrocchiale. Lo scontro inevitabile, impari, tra le alte sfere del potere ecclesiastico e un giovane sacerdote “ ribelle”, diviene detonatore casuale di una contestazione sociale a tutti i livelli. È il caos. Poi... l' epilogo….”
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Amalia di Lanno