“Quando si tratta di arte, la miglior cosa è non usare parole”. Oggi il grado della comprensibilità dell’arte contemporanea non è più commisurabile con la coerenza del vedere, poiché noi vediamo quel che sappiamo. E quando non sappiamo…E l’arte? E l’artista? L’artista sfida, rinnova, reinventa, sposta, scombina, definisce l’inciampo, apre allo sguardo obliquo, supera confini, apre territori, disperde ogni compostezza, rompe ogni schema.
Anche Antonio Carbone – con la recente ricerca presentata al pubblico con la mostra “Maps out. Transcritture visive” – altera le monotonie percettivo-visive con scritture immaginative che si manifestano attraverso il gesto-segno-traccia. Tramite varie sperimentazioni estetiche e linguistiche, l’artista riflette su inusuali concetti di scrittura e sovrascrittura manipolando la materia, lo spazio, le forme-figurazioni. Il luogo dell’azione creativa è la superficie cartacea, lavorata, scolpita, incisa. Il cammino che la mano percorre sulla carta diventa corpo e passo di un pensiero che configura il tempo e lo spazio dell’esistenza. Quello stesso spazio-tempo dell’esistenza che secondo Merleau-Ponty è l’unica realtà conosciuta direttamente.
La parola chiave di tutto è la carta, materiale indispensabile per scrivere, stampare, comunicare, trasmettere. Come accade nelle carte di Antonio Carbone, in esse viene posta in luce la problematica di una ra-presentazione costruita intenzionalmente che dà forma alla frattura tra arte e realtà in modo radicale, interrompendo completamente il rapporto con qualsiasi vero, per simulare un altro dal vero fatto di narrazioni che valgono per se stesse senza rinviare a niente.
Nei lavori qui presentati, possiamo individuare due percorsi. Il primo comprende opere completamente bianche realizzate con la tecnica della rilievografia su carta (rosaspina-fabriano e carta venezia artigianale); il secondo gruppo di opere, sempre su carta, raccoglie sperimentazioni effettuate con la tecnica della rilievografia unita ad interventi segnici e di scrittura monocromatica.
I tracciati incisi sulla carta evocano percorsi di scritture criptiche e appunti di mappe mentali realizzati con strumenti di metallo che, come spiega l’artista, con misurate e attente pressioni consentono di graffiare e creare rilievi o cavità: “Con dei punzoni, sempre in metallo, incido lettere dell’alfabeto simulando scritture. Scritture prive di alcun contenuto. Nei lavori con interventi cromatici, questi sono realizzati con la stessa tecnica usando carta copiativa che trasferisce l’inchiostro solo per il segno impresso.”
Queste transcritture visive, puramente concettuali, simili alle scritture di strappi su carta di Lucio Fontana o alle estroflessioni su carta a mano di Enrico Castellani, sembrano compiere l’ultimo passo per liberare la narrazione. Così, dalle costellazioni in movimento di segni e scritture, nel silenzio della superficie accolta dalla carta si confondono le identità precarie di caratteri alfabetici, suoni onomatopeici, ritmi acustici, in un disagio percettivo foriero di nuove esperienze ottiche. - Maria Vinella -
Antonio Carbone | 'MAPS OUT - Transcritture visive'
Inaugurazione: venerdì 10 novembre, ore 18.00.
A cura di Maria Vinella
dal 10 novembre al 2 dicembre 2017.
C/O Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti 13, 70122 Bari.
Orari di apertura
Martedì - Sabato ore 17:30 / 20:30