Ubay Murillo – Chic chic chic (chck chck chck)
a cura di Maria Cristina Strati
Avviso alle fashion victims: il titolo di questa mostra, Chic chic chic
(chck chck chck), ha poco a che fare con il mondo della moda, dei vari
trends e delle insalate bionde . Lungi dal configurarsi come un invito
ad assaporare il fascino discreto della borghesia, il titolo scelto da
Ubay Murillo per la sua prima mostra personale a Torino si ispira al
nome di una punk rock band e rimanda, in modo ironico e onomatopeico, al
suono procurato dalla lama di una ghigliottina nell’atto di calare la lama sul collo di un condannato. E tagliare.
Le figure riprodotte nei dipinti a olio di Murillo sono infatti tutte
senza testa, spesso anche senza corpo, e, oltre alla ghigliottina, non
mancano in mostra altri riferimenti a strumenti di tortura o di morte:
Vergini di Norimberga (o Iron Maiden, con altro richiamo musicale
implicito), mazze ferrate e altro ancora. Attenzione ancora una
volta, però: il tema non è soltanto la moda, ma nemmeno il Barone von
Masoch. Il riferimento è, molto più concretamente, all’attuale
situazione sociopolitica, in Spagna (paese natale di Murillo) in
particolare, e in tutta Europa. Il rimando alla tortura e alla pena
capitale è ovviamente ironico, ma nel senso che Pirandello dava al
termine ironia: evoca cioè lo studiato conflitto tra l’apparenza
dell’opera e il suo contenuto tragico. Scegliendo i propri soggetti e
gli stilemi con cui riprodurli, Murillo crea infatti uno spazio di
tensione emotiva e concettuale che ambisce a dar luogo a discussione,
dialogo, riflessione, prima ancora che mettere punti fermi, o formulare
tesi iderogabili.Ubay Murillo nasce a Santa Cruz de Tenerife, Isole
Canarie, nel 1978. È un artista giovane, ma con alle spalle un’intensa
carriera espositiva a livello internazionale, che ha portato già alcune
volte in Italia il suo lavoro.
I lavori presentati in questa mostra appartengono a due diverse serie: i dipinti e i collages.
I collages sono realizzati componendo tra loro strisce di carta tratte
cataloghi di case di moda come Diesel o Naf Naf o riviste di moda come
Elle, Vogue o Harpers Bazaar. Per quanto concerne la pittura, Murillo
presenta invece alcune tele di medie e grandi dimensioni, tutte, come
dicevamo – e qui sta il senso della ghigliottina - aventi come soggetto
personaggi privati della testa. In entrambi i casi, la poetica che anima
le opere ha a che fare con l’atto del tagliare o strappare. Tutto
sempre si gioca puntando a un risultato elegante, attento alle
proporzioni, alle luci, alle alchimie cromatiche e compositive: ma anche
se il lavoro appare esteticamente appagante, i soggetti e i temi hanno
in sé qualcosa di inquietante.
I lavori di Murillo s’iscrivono
infatti nello spazio di tensione che esiste tra il soggetto consapevole e
la dimensione storica e sociale all’interno della quale egli si trova.
Se ai suoi tempi Picasso poteva sostenere in un noto aforisma che “la
pittura non è fatta per decorare gli appartamenti, ma è uno strumento di
guerra offensiva e difensiva contro il nemico”, oggi forse i tempi sono
cambiati, e la pittura, pur sempre esprimendo una tensione interna
molto profonda, si gioca e si libera in superficie per il mezzo
dell’ironia, dell’eleganza formale, della leggerezza.
(dal testo di Maria Cristina Strati)
Scheda della mostra
Via della Rocca, 6/b – 10123 Torino
Date 16 maggio – 15 giugno 2013
Inaugura giovedì 16 maggio, ore 18
Informazioni al pubblico Riccardo Costantini Contemporary
Via della Rocca, 6/b – 10123 Torino
t. +39 011 8141099 | +39 348 6703677 – f. +39 011 8158776 riccardocostantini65@gmail
Segnala:
Amalia di Lanno