giovedì 30 maggio 2013

"EMILIO GRECO. La vitalità della scultura"



La Fondazione Carichieti celebra il centenario della nascita di Emilio Greco (Catania 1913-Roma 1995) presentando nelle sale di Palazzo de’ Mayo a Chieti, in collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e con l’Opera del Duomo di Orvieto, una grande mostra di sculture e disegni che documentano quasi quarant’anni di inesausta attività creativa, dal 1947 al 1987. Sarà questo un evento particolarmente rappresentativo nel contesto di una serie di importanti mostre che, sotto l’egida di un prestigioso Comitato per il centenario della nascita di Greco, renderanno omaggio al grande artista anche ad Orvieto (dal 22 giugno, nel Museo Emilio Greco), Roma (Museo di Roma in Palazzo Braschi) e Londra (Estorick Collection of Modern Italian Art). 

La mostra, curata da Gabriele Simongini e centrata sul tema del corpo nell’opera di Greco, presenterà sedici sculture fra bronzi, terrecotte, gessi e cementi, oltre ad un pregevole scelta di 26 disegni, quasi esclusivamente divisi fra quelli che esemplificano alcuni fra i motivi più sentiti dall’artista siciliano (l’avvolgente sensualità del corpo femminile, il volto di donna e gli amanti, in primis, e poi, benché più rari, l’autoritratto, la maternità e via discorrendo) e quelli a tematica sportiva. Le opere provengono dagli Archivi Greco di Roma, dal Museo Emilio Greco di Orvieto e da collezioni private. 
Greco è stato senza dubbio uno dei maggiori scultori italiani del secondo ‘900, come ha sancito anche il Gran premio per la scultura alla Biennale veneziana del 1956. La sua fama è internazionale e le sue opere sono, tra l’altro, conservate nei più prestigiosi musei di tutto il mondo, dalla Tate Gallery di Londra all’Ermitage di San Pietroburgo, dal Museo Puskin di Mosca all’Open-Air Museum di Hakone, dai Musei Vaticani alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, solo per citarne alcuni. Fra i suoi lavori più celebri basta ricordare le Porte della Cattedrale di Orvieto, il monumento a Papa Giovanni XXIII in San Pietro, il monumento a Pinocchio di Collodi.
Nel contesto di una ricerca essenzialmente figurativa, Greco ha però saputo rinnovare costantemente la forma plastica per raggiungere una pienezza e totalità di vita (evidente ad esempio nelle sensuali figure femminili) che costituisce forse la sua qualità essenziale. Il grande scultore catanese ha così conquistato una cifra totalmente personale muovendosi liberamente ed originalmente fra un ampio panorama di riferimenti: la scultura etrusca, la ritrattistica romana, il manierismo (il Giambologna, ad esempio), il barocco, le ricerche di Arturo Martini, Marino Marini, ma anche di Moore e Pevsner. Dall’opera scultorea di Greco promanano una profonda carica di umanità, una misura classica e una dolce sensualità, nonché una vena malinconica, che rivelano un’attitudine lirica confermata anche dalla sua vocazione di poeta, sia pur umile ed appartato a cospetto della sua attività maggiore. 
Il catalogo, edito da Allemandi, conterrà le riproduzioni delle opere esposte a Chieti, i saggi di Gabriele Simongini ed Elisabetta Cristallini ed un ricordo di Antonella Greco (figlia dell’artista), oltre ad una sezione relativa alla mostra di Orvieto incentrata sull’arte sacra del Maestro e curata da Alessandra Cannistrà (curatore del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto) con un saggio di Francesco Buranelli. 
Durante la mostra sarà proiettato il documentario realizzato da Franco Simongini per la Rai e dedicato ad Emilio Greco. 
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Massimo Nardi