Inaugura il prossimo 20 ottobre alle 18.00 nelle sedi espositive
della Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina
dei Giardini, la mostra “Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities”, a cura di Lorenzo Fusi, curatore della Biennale di Liverpool.
Organizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno dell’Assessorato
alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, la mostra, in partnership
con Gender Bender, il festival internazionale che presenta al
pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea,
legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e
di orientamento sessuale (10 edizione, Bologna 27 ottobre-3 novembre
2012), prende in esame il lavoro di tre influenti artisti, image-maker e operatori della cultura underground
tracciando paralleli ed evidenziando analogie, pur nel rispetto
dell’individuale sensibilità artistica di ciascuno dei protagonisti.
Hujar, Morrisroe e Smith si muovono all’interno del
difficile territorio che separa la visibilità e l’assimilazione della
“differenza”. La loro opera mette in risalto i rischi che il fondere
arte e vita, ricerca formale e lotta politica, comporta. Il loro agire
diventa sempre più urgente con l’approssimarsi dell’AIDS, ma di fatto
traccia una complessa parabola che parte dagli anni Sessanta per
arrivare alla fine degli anni Ottanta. L’America e, in particolare New
York, fanno da sfondo a queste storie che si intersecano di fronte al
colpevole disinteresse di una classe politica (l’amministrazione
Reagan), che rifiuta di riconoscere quei diritti civili che la gravità
dell’emergenza sanitaria associata alla nuova epidemia mette
drammaticamente in evidenza.
Le opere di Hujar e Smith verranno distribuite nei due livelli di
Palazzo Santa Margherita (un artista per piano) in una narrazione visiva
che, se per Hujar si concentra esclusivamente sulle straordinarie foto
in bianco e nero, tra cui la serie dedicata alle catacombe di Palermo e
gli intensi ritratti di David Wojnarowicz (fotografo e scrittore
americano, morto di AIDS a 37 anni, nel 1982), per Smith predilige i
film e una cospicua antologia di immagini presentate nella forma dello
slide-show, anche se non manca una misurata selezione di bianconeri.
I circa 240 lavori del più giovane, Mark Morrisroe, saranno invece esposti alla Palazzina dei Giardini.
I circa 240 lavori del più giovane, Mark Morrisroe, saranno invece esposti alla Palazzina dei Giardini.
L’opera dei tre artisti accompagna lo spettatore in un percorso fatto di opposti che si integrano: arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte.
In sintesi l’itinerario suggerito è quello di un viaggio attraverso i
generi – maschile, femminile e transgender – e gli orientamenti sessuali
– eterosessualità, omosessualità e bisessualità – così come sono stati
raccontati dai film d’essai, dai b movies, dalla pornografia, dalla
cultura underground e da quella tradizionale. Il problema dell’AIDS,
inoltre, caratterizza pesantemente la vita e il lavoro di questi
artisti: il loro vibrante, tragico e spesso ironico operare fa
trasparire, oggi ancora più nettamente, le loro problematiche più
autentiche, come il rifiuto di essere ‘normalizzati’, istituzionalizzati
o trasformati in qualcosa di esotico.
Al di là delle facili apparenze il denominatore comune che tiene assieme Hujar, Morrisroe e Smith è la capacità di catturare le sfumature più volatili della personalità (la propria e quelle altrui). L’evidente vena edonistica e ironica che permea la maggior parte delle loro realizzazioni, non impedisce infatti il palesarsi di un’esplicita dichiarazione di intenti, una sorta di manifesto programmatico, e ancora più spesso la ricerca di un amore incondizionato.
Il catalogo bilingue italiano/inglese è pubblicato da Silvana Editoriale.
Al di là delle facili apparenze il denominatore comune che tiene assieme Hujar, Morrisroe e Smith è la capacità di catturare le sfumature più volatili della personalità (la propria e quelle altrui). L’evidente vena edonistica e ironica che permea la maggior parte delle loro realizzazioni, non impedisce infatti il palesarsi di un’esplicita dichiarazione di intenti, una sorta di manifesto programmatico, e ancora più spesso la ricerca di un amore incondizionato.
Il catalogo bilingue italiano/inglese è pubblicato da Silvana Editoriale.
La mostra osserva i seguenti orari: dal mercoledì al venerdì 10.30-13.00; 15.00-18.00
Sabato, domenica e festivi 10.30-19.00
Sabato, domenica e festivi 10.30-19.00
L’ingresso è gratuito.
Consulta il sito
Consulta il sito
Informazioni:
Galleria Civica di Modena
Corso Canalgrande 103, Modena
Tel: 059 2032911/2032940
Fax: 059 2032932
galcivmo@comune.modena.it
Galleria Civica di Modena
Corso Canalgrande 103, Modena
Tel: 059 2032911/2032940
Fax: 059 2032932
galcivmo@comune.modena.it
Fonte: www.tafter.it
Segnala:
Amalia Di Lanno