martedì 16 ottobre 2012

IL TERZO LUOGO


IL TERZO LUOGO Presenta Rosa Didonna intervento critico di Mirella Casamassima "Phos e Nyx" di Domenico De Cosmo e Luigi Corinna con la partecipazione di Annamaria Todisco "Le Baccanti" di Breathing Art Company con Simona De Tullio, Katia Rossi, Ilaria Lacriola, Josephine De Sario. Mirella Casamassima introduce: In un racconto di Calvino, L’altra Euridice, Una cosmicomica trasformata, il mito di Orfeo e Euridice subisce una variazione, grazie all’intervento di Plutone, il dio degli Inferi. Calvino, come sempre, “capovolge le cose” e immagina che Plutone si ribelli alla consueta lettura negativa del concetto di Inferi, tenebre e morte. Plutone “parla” dal centro della terra: da lì avrebbe voluto che si espandesse la vita, da lì avrebbe voluto che la terra si propagasse alle sfere concentriche che la compongono e circolasse tra i metalli fluidi e compatti. Il sogno di Plutone era questo: solo così si sarebbe evitata la condizione di perenne esilio che la vita subisce, in precario dualismo tra il peso della materia inanimata sotto di sé e sopra il vuoto… ..Vi fate chiamare terrestri, non si sa con che diritto: perché il vero nome vostro sarebbe extraterrestri, gente che sta fuori: terrestre è chi vive dentro, come me e come Euridice, fino al giorno in cui me l’avete portata via, ingannandola, in quel vostro fuori desolato… ..Un cielo di pietra ruotava sopra le nostre teste, più limpido del vostro, e attraversato, come il vostro, da nuvole, là dove si addensano sospensioni di cromo o di magnesio. Ombre alate si levano in volo: i cieli interni hanno i loro uccelli, concrezioni di roccia leggera che descrivono spirali scorrendo verso l’alto finchè non spariscono a vista. Il tempo cambia all’improvviso: quando scariche di pioggia plumbea si abbattono, o quando grandinano cristalli di zinco, non c’è altro scampo che infiltrarsi nelle porosità della roccia spugnosa. A tratti il buio è solcato da un zig-zag infuocato: non è un fulmine, è metallo incandescente che serpeggia giù per una vena.. ..Sotto i cieli di basalto già vedevamo sorgere le città plutoniche che avremmo fondato, circondate da mura di diaspro, città sferiche e concentriche, naviganti, su oceani di mercurio, attraversate da fiumi di lava incandescente. Era un corpo vivente-città-macchina che volevamo crescesse e occupasse tutto il globo, una macchina tellurica che avrebbe adoperato la sua energia smisurata per costruirsi continuamente, per combinare e permutare tutte le sostanze e le forme, compiendo con la velocità di una scossa sismica il lavoro che voi là fuori avete dovuto pagare con il sudore dei secoli. E questa città-macchina-corpo vivente sarebbe stata abitata da esseri come noi, giganti che dai cieli rotanti avrebbero proteso il loro membruto abbraccio sopra gigantesse che nelle rotazioni delle terre concentriche si sarebbero esposte in sempre nuove positure rendendo possibili sempre nuovi accoppiamenti. Era il regno della diversità e della totalità che doveva prendere origine da quelle mescolanze e vibrazioni: era il regno del silenzio e della musica. Il racconto di Calvino, dalle Cosmicomiche, ha in sé molte affinità con il Terzo luogo di Domenico De Cosmo, luogo intermedio, l’intermondo dell’anima. De Cosmo, appassionato di Storia delle religioni, si immerge nell’immensa teoria filosofica dei confini tra materia, spirito, anima, Io, inconscio: da Platone all’Orfismo, dai filosofi persiani ai sufi andalusi, fino a Nietzsche e Jung. Terzo luogo: i persiani lo chiamano barzakh, luogo intermedio dell’anima. Per questo mondo Dio ha creato il corpo, per l’aldilà lo spirito, per l’intermondo l’anima. Questo è il mondo nero, delle figure dell’ombra, quello in cui dialoghiamo con i demoni e gli inferi, ma anche dell’inconscio più profondo, laddove vivono le immagini e la creatività . Ecco allora le opere di De Cosmo. Nero, notte, ombra, tenebre, il regno mercuriale di Plutone, quello della vertigine calviniana, il negativo del mondo. La linea, astratta e mentale, bianca, i fantasmi della notte, l’invisibile e il mistero, la condizione prenatale, l’inconscio. Le città plutoniche, naviganti, su oceani di mercurio… invisibili, immaginarie..mentre grandinano cristalli di zinco..in un buio solcato da un zigzag di luce. Le immagini hanno la stessa immaterialità di Euridice negli inferi, Orfeo-De Cosmo con il suono-disegno le conduce verso la luce..ma: ..E tutto fu silenzio. Ma proprio in quel tacere/ avvenne un nuovo inizio, cenno, mutamento./ ..Perché è Orfeo.La sua metamorfosi/ di cosa in cosa. Inutile affannarsi/ a cercare altri nomi. Ogni volta/ è Orfeo quando c’è canto. Viene e va/ ..Quanto deve dileguare, perché lo comprendiate!/ benché del suo svanire si dovette spaventare./ Poiché la sua parola sopravanza la presenza,/ lui è già là, dove non lo potete accompagnare./ La trama della lira non intralcia le sue mani./ E’ nella trasgressione la sua unica obbedienza. (R.M.Rilke, Sonetti a Orfeo). Per SABATO 3 NOVEMBRE 2012 alle ore 20 è prevista la performance "Orfeo ed Euridice" di Rosa Didonna introduce Sabrina Delliturri Musiche di Ivan Piepoli Danza di Liliana Delliturri e Breathing Art Company Con la partecipazione di Colorata TV di Vito Giuss Potenza e Roberto Pascale La mostra sarà visitabile dal 20 ottobre al 20 novembre 2012, tutti i giorni dalle 9 alle 12,30 e dalle 18 alle 20,30. La domenica è chiuso. ingresso libero. GALLERIA GLOBALART Via Ugo Foscolo 29 70016 Noicattaro (Bari) 0804782863 / 3471843201 www.youtube.com/user/globalartdidonna info@globalartweb.org www.rosadidonna.jimdo.com
Ricevo e pubblico:
Massimo Nardi