ART and ARS Gallery presenta in anteprima nazionale a Set Up Contemporary Art Fair di Bologna dal 27 al 29 gennaio, il nuovo lavoro dell'artista Fabrizio Fontana.
Fabrizio Fontana
K17
AK-47 (Kalashnikov), a oltre sessant'anni dalla sua prima realizzazione, l'arma si posiziona tra quelle più usate (se non la più usata) nel mondo, grazie alle sue doti di affidabilità, economicità, facilità d'uso. È prodotta in diversi paesi e presta servizio in molte forze armate di tutto il mondo (sia nelle mani di forze regolari, sia in mano di milizie irregolari). (Wikipedia)
K17 è l’opera che Fabrizio Fontana presenta in anteprima assoluta a SetUp Contemprary Art Fair di Bologna, un Kalashnikov gigante rivestito da oltre 20.000 “sorpresine” e piccoli giocattoli, una scultura sproporzionata che convince il pubblico di trovarsi davanti ad un oggetto “divertente” facendo dimenticare la funzione principale di quest’arma micidiale.
Le sue dimensioni, paradossalmente, portano lo spettatore ad una considerazione ancora più distaccata, l'arma giocattolo delle nostre scorribande fanciullesche ritorna alla memoria e ci fa sorridere ancora, raggiungendo lo scopo dell'entertainment cinematografico che amplifica la violenza per amplificare il "divertimento" del pubblico.
Pertanto, lo scopo dell'opera non è far riflettere sulla violenza ma rimuoverla. Un tentativo disperato di riportare il mondo adulto a quella dimensione infantile nella quale nessuno si fa male. Caratteristiche queste molto vicine al suo precendente lavoro, G15, Il grande Teschio realizzato con la stessa tecnica, dove Fontana inizia il suo percorso a ritroso tentando di recuperare e far recuperare l'innocenza perduta.
Gigi Rigliaco
"Fabrizio Fontana […] è cresciuto, proiettando, nella durata del gioco, le proprie paure, fantasie, rabbie e desideri. Oggetti che abbiamo collezionato, custodito, mordicchiato, scambiato, mercificato, utilizzato, abbandonato e dimenticato, si ripresentano a noi nell’antica forma di puro oggetto di consumo, ma con il carico imprevisto di memoria specifica ad esso appartenente".
Katia Olivieri
"[…] Si può dire, quindi, che Fontana cattura l’oggetto infantile in una visione adulta e meno edulcorata della realtà, con uno sguardo alla Pop Art e al Dadaismo, “sviluppando un’arte popolare con elementi e personaggi fittizi considerati icone del divertimento della prima età. […]”