Rosemarie Sansonetti
Domestiche sovversioni
Bari 15 aprile/15 maggio 2016
Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti, 13 – 70122 Bari –
Tel. e fax 080.5061158
e-mail:museonuovaera@alice.it www.museonuovaera.it
dalle. ore 17- 20
chiuso la domenica,lunedì e giorni festivi
INAUGURAZIONE VENERDI 15 APRILE 2016 - ORE 19.00
La casa diventa ready made nell’ultima mostra di Rosemarie Sansonetti. Arredi e oggetti domestici quali tavoli, sedie, brocche affioranti dalle pareti della galleria realizzano un cambio di luogo e di funzione dell’oggetto-casa trasformandola in spazio interiore, luogo elettivo della memoria e dell’inconscio. Le visioni diventano apparizioni come accade al piano inferiore dinanzi ai parallelepipedi di plexiglas luminosi e opalescenti al cui interno appena percepibile, s’intuisce la parvenza di alcuni abiti quasi ne fossero l’anima. Si assiste all’affiorare di ricordi personali e di memorie originarie, come se ci si affacciasse su un mondo di archetipi grazie ai quali poter rientrare in contatto col sapere antico. Entrando nella casa-mostra, occorre dunque sintonizzarsi con la grande memoria della natura e dell’universo superando la dimensione limitata del tempo umano. Il bianco che predomina assoluto accentua il carattere simbolico del luogo-casa che diventa cosmo e utero, entrambi custodi del mistero della vita. Nella nuova dimora convivono, dunque, sia il micro che il macrocosmo poiché solo unendo piccolo e grande, dentro e fuori, alto e basso e liberandosi dai vecchi concetti logici come quello di non contraddizione, si può favorire l’immaginazione creatrice. Chi entra nello spazio della mostra sappia, perciò, che sta varcando la soglia di un luogo iniziatico dal quale uscirà trasformato. La prima metamorfosi è la perdita delle dicotomie legate al rapporto tra interno ed esterno, pubblico e privato, alto e il basso. Negli spazi sotterranei su di una base bianca, museale, una sedia si allunga oltre i normali limiti per riproporsi ribaltata e duale. Anch’essa, come l’installazione della sala superiore, rimarca l’idea di uno spazio- tempo fluidi suggerendo una realtà pluridimensionale. Il peso, la materia, la composizione si mutano nel loro opposto: i tavoli si librano in aria, la solidità delle pareti cede alla morbidezza, la forma si dissolve nella frantumazione delle sue parti. Ciò che era semplice e banale assurge alla purezza del simbolo. “E’una dimensione domestica sovvertita e sovversiva -dice l’artista- io mi approprio del mondo e il mondo della mia immaginazione, è il sogno di sempre, il desiderio di superare le barriere fisiche e mentali, è una ipotesi futuribile anche se non vi è nessun uso della tecnologia, tutto è fatto con semplici mezzi arcaici, artigianali”. Negli ambienti sotterranei su un cuscino di velluto è collocata in posa regale una clessidra ad acqua. Come al piano superiore ci si trova dinanzi alla rappresentazione del tempo liquido. La mostra col suo anelito alla trascendenza riflette e ci fa riflettere sull’unità del tutto e sulla relatività dei limiti invitandoci ad infrangerli per affacciarci sull’altro-altrove che è da sempre la missione dell’arte.
Anna D’Elia
pubblica: