COMUNICATO STAMPA
ALLE ORE 18,30 DI SABATO 04 GIUGNO 2016, ALL’ ARTE/STUDIO – GALLERY DI VIA
SANT’AGOSTINO, 15 – BENEVENTO, CON LA DIREZIONE ARTISTICA DI MARIO LANZIONE, S’INAUGURA
“DAZEBAO”
MOSTRA
PERSONALE DELL’ARTISTA
ALBERTO
GALLINGANI
La mostra durerà fino al 21 giugno 2016 e sarà visitabile il martedi e il giovedi dalle 17,00 alle
19,00. Su appuntamento, telefonando al 3339242084.
ALBERTO
GALLINGANI
è
nato a Firenze dove vive e lavora. Dopo un primo momento di esperienze pittoriche
formative a carattere realista viene in contatto, nel 1961, con gli artisti
dell’area dell’astrazione fiorentina e in particolare con Vinicio Berti con il
quale porta a compimento la sua formazione e matura e realizza la sua
esperienza nell’ambito della Pittura di Nuova Realtà. Nello stesso momento
frequenta la Galleria Numero di Fiamma Vigo nella quale, giovanissimo, tiene la
sua prima personale. Nel 1965 vince una borsa di studio per giovani artisti
bandita dal Comune di Firenze. Nel 1969, redige il Primo Manifesto della
Pittura di Nuova Realtà. E’ il 1971 quando fonda con altri artisti fiorentini,
lo Studio d’Arte “Il Moro” e con loro aderisce al Manifesto della Morfologia
Costruttiva. Intanto la sua esperienza artistica si evolve, nasce il ciclo
della Geometria Utopica (1973) che mette in risalto i valori ideologici nei
rapporti umani. I suoi interessi si dilatano: usa la fotografia. E’ del 1976
l’allestimento “Ho disegnato sul pavimento un quadrato di 50 centimetri di
lato” e tiene, nel 1977, la sua prima performance, “Ho dipinto con il bianco”.
E’ l’inizio di un periodo di intense esperienze che lo portano fino alla
marginalità della Mail Art. Nel 1978 fonda con Gianni Becciani “Art in
Opposition”, la prima rivista, in Italia , di Arte Postale. E’ invitato alla
XVI Bienal de Sao Paulo – Arte Postal a cura di Walter Zanini (1981) Nello
stesso periodo realizza molte foto dipinte e nel 1979 la pittura riemerge
totalmente. Nasce così (1982-1986), il ciclo Lettere da Berlino. Dal 1981 la
sua attività esce dai confini nazionali trovando in Europa il terreno fertile
per la sua espansione. Dal 1992, il lavoro si evolve verso la complementarietà
dei linguaggi. Nel 1998 nasce la GALLINGANI&associati.
Partecipa alla 50° Biennale di
Venezia (2003) Sezione Extra 50 – Progetto Brain Apartment Curatori Emilio
Morandi e Guglielmo Di Mauro. Nel 2003 fonda con altri artisti ZEROTRE
Movimento per l’Arte Effimera Dal 2004 GALLINGANI&associati produce video. Sono passati molti anni, tanto
materiale è passato agli archivi della storia personale di Alberto
Gallingani ma l’incessante ricerca di
rinnovamento porta l’autore ad un costante processo di analisi del contesto
storico nel quale opera, dimostrando, con il suo lavoro, tutto il coraggio
tipico di quelle avanguardie ormai sepolte dal miope oblio della
contemporaneità. Il suo lavoro è sempre più presente sulla scena Europea,
Americana e Asiatica con esposizioni in musei e gallerie private consolidando
così la sua vocazione internazionale.
ALBERTO GALLINGANI
testo critico di
Sonia Zampini
“La quotidianità stessa, con il peso delle sue odierne contraddizioni
(concetto ben reso, negli ultimi quadri di Alberto Gallingani, con l’uso di fogli di quotidiani
come base della pittura) diventa il
principale referente dell’artista.
Insieme a questa corrispondenza tra società e arte osserviamo nel ciclo
“AGN...” anche un’ulteriore evoluzione strettamente connessa al segno, a quel
tratto certo e sicuro che contraddistingue da sempre la pittura di Gallingani e
la sua grafica. Il segno, a cui l’artista affida il compito di essere voce
irriverente di denuncia. Un apparente silenzio domina i quadri della serie
“AGN”, ma ben presto osservandoli con più attenzione ci accorgeremo che un
prolificare di voci, udite nella discordanza caotica che le accosta le une alle
altre, si alza come un sommesso coro che acquista preponderanza alla vista,
come un lento avanzare di suoni che indicano tumulti e che presto ci
domineranno. Questo silenzio interrotto nasce dall’osservazione della base del
dipinto della tela stessa. Le opere della serie “AGN” investono infatti di
suoni sordi lo spettatore che vi si immerge nell’osservazione; i quotidiani,
disposti l’uno accanto all’altro sulla superficie di fondo della tela,
avvertono costantemente lo sguardo astante, lo investono con moltitudini di
parole simili ad allarmi, come urgenze che invocano la vista. Questo esercito
di suoni descrive al meglio la disarmonia come nuovo equilibrio della
contemporaneità, in riferimento proprio al concetto di caos originario che
secondo le cosmologie greche era l’insieme degli elementi materiali senza
ordine che persiste nell’universo ordinato.
In questo disordine che giornalmente ci investe Alberto, recuperando la
connotazione attiva dell’arte di cui abbiamo trattato all’inizio del testo,
impone il colore ma anche il segno che ritorna ora di nuovo a definire bene
l’indicazione di una possibilità altra.
Colore e segno indicano il dialogo dell’artista con la realtà storica sociale
che lo circonda, rappresentata dalle pagine dei quotidiani in relazione alla
pittura. All’artista il compito non solo di dialogare ma di trovare alternative
possibili, vie di uscita rispetto a una
condizione di base, come quella rappresentata dai quotidiani, che disumanizza e
altera l’equilibrio fragile del tempo. Il gesto, attraverso il tratto e le zone
di colore, auspica un desiderio di incontro, di ripristino degli elementi
primi, del dialogo in forma di condivisione contro la minaccia latente delle
voci che prendono corpo. L’artista dipinge a tal scopo sulla tela ampi segni
che accolgono elementi direzionali a indicare vie di fuga, che si alternano tra
definizioni in riferimento sia alla presa di coscienza di sé e del proprio
stato.”
“The
everyday itself, with the weight of today’s contradictions (a well-rendered
concept in recent paintings by Alberto Gallingani, who uses daily newspapers as
his base for paintings) becomes the artist’s main reference. Along with this
correspondence between society and art, in the “AGN…” series we can also see a
further evolution closely connected to the stroke, that sure line that always
characterizes Gallingani’s paintings and drawings. The artist entrusts his
stroke with the task of being the irreverent voice of complaint.An apparent
silence dominates the paintings in the “AGN” series, but looking at them more
carefully, we quickly become aware of a proliferation of voices, heard in the
chaotic discords that overlay each other. It rises like a subdued chorus that
acquires a preponderance in its sight, like a slow advance of sounds that
indicate riots and will soon overwhelm us. This interrupted silence comes from
the sight of the painting’s base, the canvas itself. In fact, the works in the
series “AGN” besiege the viewer immersed in observation with deaf sounds;
newspapers, arranged side by side on the surface of the canvas, constantly warn
the bystander, assaulting him with multitudes of words like alarms, like urgent
appeals that invoke the viewing. This army of sounds describes the disharmony
as a new balance of contemporary life, in reference to the original concept of
chaos which according to the Greek Cosmology was all of the disordered material
elements that exist in the ordered universe.
In
this disorder that besieges us every day, Alberto, again taking up the active
connotation of art discussed at the beginning of this essay, imposes colour but
also the stroke that now returns to define the indication of a possible other. Colour and stroke indicate the artist’s
interaction with the social historical reality that surrounds him, represented
by pages of newspapers in relation to painting. The artist has the task not
only of communicating, but finding possible alternatives, exit strategies from
an underlying condition, such as that represented by newspapers, that
dehumanizes and alters the delicate balance of time. The gesture or stroke,
through its line and areas of colour, prays for an encounter, a recovery of
prime elements, a dialogue in the form of a sharing against the latent threat
of voices that take on body. To this end, the artist paints with sweeping
strokes that capture directional elements and indicate escape routes that
alternate between definitions in reference to both the awareness of the self
and of one’s own state. “
Pubblica:
Massimo Nardi