domenica 12 giugno 2016

dazebao


COMUNICATO STAMPA

 

ALLE ORE 18,30  DI SABATO 04 GIUGNO  2016, ALL’ ARTE/STUDIO – GALLERY  DI  VIA SANT’AGOSTINO, 15 – BENEVENTO, CON LA DIREZIONE ARTISTICA DI  MARIO LANZIONE, S’INAUGURA


 “DAZEBAO”

 

MOSTRA PERSONALE DELL’ARTISTA

ALBERTO GALLINGANI

 

 

 

 

 

La mostra durerà fino al  21 giugno 2016 e sarà visitabile il martedi e il giovedi dalle 17,00 alle 19,00. Su appuntamento, telefonando al 3339242084.

 

 

ALBERTO GALLINGANI

è nato a Firenze dove vive e lavora. Dopo un primo momento di esperienze pittoriche formative a carattere realista viene in contatto, nel 1961, con gli artisti dell’area dell’astrazione fiorentina e in particolare con Vinicio Berti con il quale porta a compimento la sua formazione e matura e realizza la sua esperienza nell’ambito della Pittura di Nuova Realtà. Nello stesso momento frequenta la Galleria Numero di Fiamma Vigo nella quale, giovanissimo, tiene la sua prima personale. Nel 1965 vince una borsa di studio per giovani artisti bandita dal Comune di Firenze. Nel 1969, redige il Primo Manifesto della Pittura di Nuova Realtà. E’ il 1971 quando fonda con altri artisti fiorentini, lo Studio d’Arte “Il Moro” e con loro aderisce al Manifesto della Morfologia Costruttiva. Intanto la sua esperienza artistica si evolve, nasce il ciclo della Geometria Utopica (1973) che mette in risalto i valori ideologici nei rapporti umani. I suoi interessi si dilatano: usa la fotografia. E’ del 1976 l’allestimento “Ho disegnato sul pavimento un quadrato di 50 centimetri di lato” e tiene, nel 1977, la sua prima performance, “Ho dipinto con il bianco”. E’ l’inizio di un periodo di intense esperienze che lo portano fino alla marginalità della Mail Art. Nel 1978 fonda con Gianni Becciani “Art in Opposition”, la prima rivista, in Italia , di Arte Postale. E’ invitato alla XVI Bienal de Sao Paulo – Arte Postal a cura di Walter Zanini (1981) Nello stesso periodo realizza molte foto dipinte e nel 1979 la pittura riemerge totalmente. Nasce così (1982-1986), il ciclo Lettere da Berlino. Dal 1981 la sua attività esce dai confini nazionali trovando in Europa il terreno fertile per la sua espansione. Dal 1992, il lavoro si evolve verso la complementarietà dei linguaggi. Nel 1998 nasce la GALLINGANI&associati.
Partecipa alla 50° Biennale di Venezia (2003) Sezione Extra 50 – Progetto Brain Apartment Curatori Emilio Morandi e Guglielmo Di Mauro. Nel 2003 fonda con altri artisti ZEROTRE Movimento per l’Arte Effimera Dal 2004 GALLINGANI&associati  produce video. Sono passati molti anni, tanto materiale è passato agli archivi della storia personale di Alberto Gallingani  ma l’incessante ricerca di rinnovamento porta l’autore ad un costante processo di analisi del contesto storico nel quale opera, dimostrando, con il suo lavoro, tutto il coraggio tipico di quelle avanguardie ormai sepolte dal miope oblio della contemporaneità. Il suo lavoro è sempre più presente sulla scena Europea, Americana e Asiatica con esposizioni in musei e gallerie private consolidando così la sua vocazione internazionale.
 
 
 
 
ALBERTO GALLINGANI
testo critico di
Sonia Zampini
“La quotidianità stessa, con il peso delle sue odierne contraddizioni (concetto ben reso, negli ultimi quadri di Alberto  Gallingani, con l’uso di fogli di quotidiani come base della  pittura) diventa il principale referente dell’artista.  Insieme a questa corrispondenza tra società e arte osserviamo nel ciclo “AGN...” anche un’ulteriore evoluzione strettamente connessa al segno, a quel tratto certo e sicuro che contraddistingue da sempre la pittura di Gallingani e la sua grafica. Il segno, a cui l’artista affida il compito di essere voce irriverente di denuncia. Un apparente silenzio domina i quadri della serie “AGN”, ma ben presto osservandoli con più attenzione ci accorgeremo che un prolificare di voci, udite nella discordanza caotica che le accosta le une alle altre, si alza come un sommesso coro che acquista preponderanza alla vista, come un lento avanzare di suoni che indicano tumulti e che presto ci domineranno. Questo silenzio interrotto nasce dall’osservazione della base del dipinto della tela stessa. Le opere della serie “AGN” investono infatti di suoni sordi lo spettatore che vi si immerge nell’osservazione; i quotidiani, disposti l’uno accanto all’altro sulla superficie di fondo della tela, avvertono costantemente lo sguardo astante, lo investono con moltitudini di parole simili ad allarmi, come urgenze che invocano la vista. Questo esercito di suoni descrive al meglio la disarmonia come nuovo equilibrio della contemporaneità, in riferimento proprio al concetto di caos originario che secondo le cosmologie greche era l’insieme degli elementi materiali senza ordine che persiste nell’universo ordinato.  In questo disordine che giornalmente ci investe Alberto, recuperando la connotazione attiva dell’arte di cui abbiamo trattato all’inizio del testo, impone il colore ma anche il segno che ritorna ora di nuovo a definire bene l’indicazione di una possibilità altra.  Colore e segno indicano il dialogo dell’artista con la realtà storica sociale che lo circonda, rappresentata dalle pagine dei quotidiani in relazione alla pittura. All’artista il compito non solo di dialogare ma di trovare alternative possibili, vie di uscita  rispetto a una condizione di base, come quella rappresentata dai quotidiani, che disumanizza e altera l’equilibrio fragile del tempo. Il gesto, attraverso il tratto e le zone di colore, auspica un desiderio di incontro, di ripristino degli elementi primi, del dialogo in forma di condivisione contro la minaccia latente delle voci che prendono corpo. L’artista dipinge a tal scopo sulla tela ampi segni che accolgono elementi direzionali a indicare vie di fuga, che si alternano tra definizioni in riferimento sia alla presa di coscienza di sé e del proprio stato.”
 
“The everyday itself, with the weight of today’s contradictions (a well-rendered concept in recent paintings by Alberto Gallingani, who uses daily newspapers as his base for paintings) becomes the artist’s main reference. Along with this correspondence between society and art, in the “AGN…” series we can also see a further evolution closely connected to the stroke, that sure line that always characterizes Gallingani’s paintings and drawings. The artist entrusts his stroke with the task of being the irreverent voice of complaint.An apparent silence dominates the paintings in the “AGN” series, but looking at them more carefully, we quickly become aware of a proliferation of voices, heard in the chaotic discords that overlay each other. It rises like a subdued chorus that acquires a preponderance in its sight, like a slow advance of sounds that indicate riots and will soon overwhelm us. This interrupted silence comes from the sight of the painting’s base, the canvas itself. In fact, the works in the series “AGN” besiege the viewer immersed in observation with deaf sounds; newspapers, arranged side by side on the surface of the canvas, constantly warn the bystander, assaulting him with multitudes of words like alarms, like urgent appeals that invoke the viewing. This army of sounds describes the disharmony as a new balance of contemporary life, in reference to the original concept of chaos which according to the Greek Cosmology was all of the disordered material elements that exist in the ordered universe.
In this disorder that besieges us every day, Alberto, again taking up the active connotation of art discussed at the beginning of this essay, imposes colour but also the stroke that now returns to define the indication of a possible other.  Colour and stroke indicate the artist’s interaction with the social historical reality that surrounds him, represented by pages of newspapers in relation to painting. The artist has the task not only of communicating, but finding possible alternatives, exit strategies from an underlying condition, such as that represented by newspapers, that dehumanizes and alters the delicate balance of time. The gesture or stroke, through its line and areas of colour, prays for an encounter, a recovery of prime elements, a dialogue in the form of a sharing against the latent threat of voices that take on body. To this end, the artist paints with sweeping strokes that capture directional elements and indicate escape routes that alternate between definitions in reference to both the awareness of the self and of one’s own state. “
Pubblica:
Massimo Nardi