mercoledì 15 aprile 2015

Anche le sculture muoiono



Anche le sculture muoiono


Firenze, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Palazzo Strozzi

17 aprile-26 luglio 2015
Inaugurazione: giovedì 16 aprile 2015, ore 19.00

Artisti: Francesco Arena (Italia), Nina Beier (Danimarca), Katinka Bock (Germania), Giorgio Andreotta Calò (Italia), Dario D’Aronco (Italia), N.Dash (USA), Michael Dean (Regno Unito), Oliver Laric (Austria), Mark Manders (Olanda), Michael E. Smith (USA), Fernando Sánchez Castillo (Spagna), Francisco Tropa (Portogallo), Oscar Tuazon (USA)

A cura di Lorenzo Benedetti



Dal 17 aprile 2015 il Centro di Cultura Contemporanea Strozzina di Palazzo Strozzi propone la nuova mostra Anche le sculture muoiono (17 aprile-26 luglio 2015), una riflessione sulla scultura contemporanea a cura di Lorenzo Benedetti, che presenta opere e nuove produzioni di tredici artisti italiani e internazionali:Francesco Arena (Italia), Nina Beier (Danimarca), Katinka Bock (Germania), Giorgio Andreotta Calò(Italia), Dario D’Aronco (Italia), N.Dash (USA), Michael Dean (Regno Unito), Oliver Laric (Austria), Mark Manders (Olanda), Michael E. Smith (USA), Fernando Sánchez Castillo (Spagna), Francisco Tropa(Portogallo), Oscar Tuazon (USA).


Gli artisti contemporanei utilizzano nuove forme e materiali investendo su una condizione temporale più ampia, in un dialogo tra passato e futuro. Allo stesso tempo, tuttavia, la mostra riflette su come gli artisti di oggi riscoprano materiali quali il bronzo, la pietra o la ceramica, che sembravano essere relegati alla pura accademia. Questi materiali sono ripresi e utilizzati in forma concettuale per riflettere su temi come quello del monumento, del frammento, del consumo della materia o sul recupero del recente passato modernista.

L’esposizione si tiene in concomitanza con la mostra di Palazzo Strozzi Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico (14 marzo-21 giugno 2015) organizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e la National Gallery of Art di Washington, che illustra, attraverso l’esposizione di eccezionali esempi di sculture bronzee di grandi dimensioni, lo sviluppo dell’arte nell’Età ellenistica fra il IV e il I secolo a.C.. La presenza di queste due mostre crea a Palazzo Strozzi una straordinaria occasione di dialogo e confronto tra antico e contemporaneo. La scultura del passato ci è pervenuta soprattutto grazie alla sua capacità di sopravvivere nel tempo, in alcuni casi solo come frammento, mentre la percezione oggi di queste opere si divide tra una dimensione di durevolezza e una di effemerità e trasformazione del proprio valore e della propria connotazione originaria.

Come sottolinea il curatore Lorenzo Benedetti, la mostra del CCC Strozzina permette di andare oltre una mera contrapposizione tra passato e presente andando a individuare aspetti centrali della scultura contemporanea nella sua contrapposizione alla cultura dell’immagine consumata nell’immediatezza del presente e nella sua trasformazione di significato e valore, la “morte” di una sua condizione originaria, a confronto con il passaggio del tempo, rispondendo all’esigenza di uno sguardo verso un futuro indeterminato.


Il rapporto della scultura con il potere e con la storia si evidenzia nelle opere di Francesco Arena attraverso l’uso del concetto del monumento. La scultura come copia e dunque come trasferimento di conoscenza ad altre culture future si vede soprattutto nell’opera di Oliver Laric che utilizza le nuove tecniche 3D come reinterpretazione di immagini e simboli culturali già esistenti. L’aspetto della temporalità e della specificità dei materiali viene mostrato nelle composizioni di Mark Manders ma anche in quelle di Michael E. Smith. La deformazione, perdita e ritrovamento della scultura si vede spesso nelle opere di Nina Beier in quelle frammentate, reinterpretate e mutilate di di Francisco Tropa. Il tempo viene descritto anche attraverso la fragilità dei materiali che sembrano condensare un’epoca molto più ampia come nelle opere di Katinka Bock e Giorgio Andreotta Calò. La tecnica della scultura ha dunque un valore di continuità sviluppando linguaggi che arrivano a tradurre forme contemporanee inserendole su una scala di ricerca che spazia dal recupero di un recente passato modernista, come nell’uso del cemento da parte di Michael Dean e di Dario D’Aronco a un riferimento a una forma più organica come nelle fotografie di N. Dash che rappresentano l’ultimo stadio di un processo temporale sulla materia.



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Palazzo Strozzi, piazza Strozzi, 50123 Firenze
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