Sabato 23 maggio i canali social del festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull'uomo trasmetteranno l’intervista di Roberto Koch a Sebastião Salgado. Il dialogo è stato realizzato in occasione dell'appello lanciato dal fotografo brasilianoal governo, al congresso e alla Corte Suprema del Brasile per tutelare gli indigeni dell'Amazzonia dal rischio di genocidio che la diffusione del Coronavirus potrebbe causare alla loro specie. Un evento organizzato in collaborazione tra Contrasto e Pistoia - Dialoghi sull'uomo, festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pesciae dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli.
Il video affianca le conferenze in streaming e le proiezioni video con pensatori contemporanei che il festival ha organizzato il 22, 23 e 24 maggio, nei giorni che sarebbero stati della sua XI edizione, testimoniando così la volontà di proseguire, anche in queste condizioni di difficoltà, il suo impegno culturale e civile (www.dialoghisulluomo.it). Salgado ha lavorato negli ultimi dieci anni proprio tra le tribù amazzoniche potendone apprezzare le abitudini, la vita, vivendo con loro a contatto con la natura e con gli animali, esperienza di cui racconterà a fondo la sua testimonianza preziosa e inedita. Queste comunità hanno già sofferto a causa delle foreste in fiamme e dei fiumi avvelenati. La loro situazione è doppiamente critica perché i territori riservati per legge all'uso esclusivo delle tribù indigene viene ora invaso dai minatori, dai taglialegna e dagli allevatori di bestiame. Tali attività illecite si sono accelerate nelle ultime settimane perché fuori controllo a causa dell'emergenza sanitaria. Gli intrusi illegali hanno portato il Covid-19 tra gli indigeni: per questo servono misure urgenti per proteggerli. Cinque secoli fa, questi gruppi etnici furono decimati da malattie portate dai colonizzatori europei. Da allora, le successive crisi epidemiologiche hanno ucciso la maggior parte delle loro popolazioni. Ora, con questo nuovo flagello che si sta diffondendo rapidamente in tutto il Brasile, i popoli indigeni, come quelli che vivono isolati nel bacino amazzonico, potrebbero essere spazzati via del tutto.
“Queste popolazioni indigene fanno parte della straordinaria storia della nostra specie. La loro scomparsa sarebbe una tragedia estrema per il Brasile e una perdita immensa per l'umanità. Non c'è tempo da perdere. È questo il rischio che corrono le popolazioni indigene se non si prendono provvedimenti urgenti".
Sebastião Salgado
La mostra fotografica di Sebastião Salgado Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, a cura di Lélia Wanick Salgado, in corso a Palazzo Buontalenti e nell’Antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia, è stata prorogata sino al 26 luglio. L’esposizione è realizzata da Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con Pistoia - Dialoghi sull’uomo, Contrasto, Fondazione Caript, Comune di Pistoia.
Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. A 16 anni si trasferisce nella vicina Vitoria, dove finisce le scuole superiori e intraprende gli studi universitari. Nel 1967 sposa Lélia Deluiz Wanick. Dopo ulteriori studi a San Paolo, i due si trasferiscono prima a Parigi e quindi a Londra, dove Sebastião lavora come economista per l’Organizzazione Internazionale per il Caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavorando prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme a Lélia la agenzia Amzonas Images, Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli Indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo mondo, in due libri di grande successo: In camminoe Ritratti di bambini in cammino(Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (a Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche in questo caso l’uscita dei libri. Lélia e Sebastião hanno creato nello stato di Minas Gerais in Brasile l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale – che era a rischio di sparizione – una larga area in cui sino stati piantati decine di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire. L’Instituto Terra è una delle più efficaci realizzazioni pratiche al mondo di rinnovamento del territorio naturale ed è diventata un centro molto importante per la vita culturale della città di Aimorés. Nel 2013 Contrasto ha pubblicato la sua autobiografia Dalla mia terra alla terrae, da quell'anno, ha dato via a un lungo tour di presentazione della mostra Genesi in tutta Italia. Nel 2021 la mostra Amazzonia sarà presentata per la prima volta in Italia presso il MAXXI di Roma.
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