Il titolo dal carattere fortemente evocativo è estrapolato da uno scritto dello stesso Barrias che utilizza questa locuzione proprio per definire sé stesso, Il testo in questione sarà pubblicato nel catalogo che accompagnerà l’esposizione. La mostra stessa si configura come un’installazione in certo modo globale ed unica, costituita da opere che rappresentano una specie di eco visivo e concettuale le une delle altre. “Piccolo mondo, opera del 1995 rivista oggi in modo da risultare uguale ma diversa dalla prima redazione, si riflette, per echi, sulla parete di fronte, in un lavoro che in certo modo sembra essere la proiezione della sua stessa ombra, o meglio, un derivato delle sue parti mancanti che qui trovano corpo e articolazione; le due opere si completano a vicenda. Questo elemento trova riscontro, o meglio si specchia nella forma di bronzo dorato, polita e brancusiana, che occupa la parte opposta della galleria“. Così Elisabetta Longari sottolinea nel testo quanto lo spazio espositivo sia organizzato dall’artista secondo un montaggio serrato e ricco di richiami. Le due opere appena descritte, di più ampie dimensioni rispetto alle altre in mostra, erano presenti alla personale dedicata a Barrias dal Porto Serralves Museum nel 2011.
“Un altro elemento ricorrente oltre all’uovo è l’occhio che, aperto e chiuso, evoca il regime diurno e quello notturno delle immagini. L'organo della visione, particolarmente celebrato, in ambito surrealista, soprattutto se chiuso e rivolto alle profondità dell'inconscio, è uno dei suoi oggetti preferiti. Si tratta del occhio selvaggio, capace di immergersi nell'ombra e creare nuove immagini che hanno sapore antico, ancestrale.
Lo sguardo di Barrias sa organizzare lo spazio dell'opera come uno detonatore che fa brillare una esplosione di meraviglia a catena.”
José Barrias è nato a Lisbona nel 1944. Ha frequentato la Scuola di Belle Arti di Oporto. Nel 1967-68 ha vissuto a Parigi e dal 1968 vive e lavora tra Milano e il Portogallo. La produzione dell’artista si organizza secondo grandi cicli tematici posti in relazione tra loro come pagine di un libro. Le sue istallazioni parlano linguaggi diversi accostando una varietà di mezzi, come la pittura, il disegno, la scultura, oggetti trovati, la fotografia, il testo scritto e il cinema. Nonostante questa varietà, la maggior parte delle sue opere è connessa ad un punto di partenza comune, solitamente un testo, una storia o un evento della vita dell’Artista o questioni relative al patrimonio e la memoria, dando alla scrittura un valore visivo e viceversa. Ha partecipato alla Biennale di Parigi nel 1980 ed alla Biennale di Venezia nel 1984 rappresentando il Portogallo.
José Barrias. Collezionista di echi
a cura di Elisabetta Longari
Dove: NUOVA GALLERIA MORONE, Via Nerino 3, Milano
Quando: 21 Settembre | 10 Novembre 2017
Inaugurazione: 21 Settembre 2017, ore 18
Orari: lun – ven: ore 11 - 19 | sabato: 15 - 19