mercoledì 14 dicembre 2016

UrbanSouls di Biagio Antifora

Atelier d'Architettura apre le sue porte all'Arte intendendo rovesciare il significato di studio progettuale di architettura fine a se stesso e porsi come vetrina di conoscenza anche dei linguaggi espressivi dell'arte contemporanea. In un connubio Architettura e perché no, Ingegneria, Arte e Mestiere questo progetto vuole offrire al pubblico la possibilità di fruire di "Architetture di Spazi e di Pensiero Creativo" capaci di promuovere e valorizzare l'energia espressiva del nostro tempo e dei suoi protagonisti.
L’iniziativa di aprire le proprie porte all’Arte, per accogliere artisti e raccontarli in mostre personali, punta a dimostrare che l'espressione fresca e dinamica della creatività contemporanea può entrare nelle nostre case non solo come una bella opera da contemplare ma anche e soprattutto come armonia di pensiero estetico da comprendere, percepire, vivere e condividere. Ed eccoci, sulla scia di un cosciente e maturo percorso di professionali collaborazioni creative con la Dott.ssa Rosanna Mele, approdare a quell'unità delle arti indicata nel manifesto della "Casa della Costruzione" (il "Bauhaus"), dal suo protagonista originario, Walter Gropius di cui ricordiamo un pensiero che abbiamo voluto far nostro: " Creare una nuova corporazione di artigiani estranei a quell'orgoglio di categoria che eleva un muro di superbia tra artigiani ed artisti. Dobbiamo volare, immaginare, preparare in comune il nuovo edificio dell'avvenire, che unirà armoniosamente, Architettura, Scultura e Pittura, e questo edificio si innalzerà nelle mani per milioni di operai nel cielo futuro, emblema cristallino della nuova fede nell'avvenire".
R.M.@ProjectArt

Il ciclo di eventi espositivi in Atelier si conclude per il 2016 ospitando la personale fotografica dell'architetto barese Biagio Antifora, che esordisce come fotografo nella sua città presentando un progetto dal titolo URBAN SOULS curato, come i contenuti della Traccia d'Autore, da Rosanna Mele

Tracce d'Autore
UrbanSouls di Biagio Antifora

"Saper vedere per saper progettare"
Bruno Munari

La fotografia di Biagio Antifora, architetto di professione e fotografo per passione, è rappresentativa del nostro tempo sia per i contenuti tematici sia per il caratteristico stile “street life” delle sue rigorose e sobrie composizioni in bianco e nero. Come avviene in tutte le espressioni creative, anche nella fotografia lo stile è frutto della pratica e dell’istinto. Lo stile nasce spontaneamente e quello di Biagio Antifora è radicato nel suo amore per l’Architettura e l’Umanità. Fin dagli esordi, legati ad esperienze di studio con il Progetto Erasmus a Montpellier, il nostro autore indaga la rappresentazione del paesaggio antropico, “educato” dalla cultura moderna multietnica ed affina il suo innato gusto per la documentazione visiva dei luoghi visitati. L’attitudine a realizzare il “foto collage”, tecnica prediletta dalle avanguardie storiche a lui care, definisce anche nel proprio lavoro di Architetto un rapporto sempre più stretto tra fotografia e città, obiettività e metafora del vivere. Fotografare è per lui individuare il soggetto giusto guidato dalla curiosità per la gente e le cose che lo circondano; riuscire a restare invisibile per catturare e ritrarre momenti di vita da rendere come eterna memoria antropica.
A duecento anni dalla sua invenzione, malgrado la diffusione di altri media, la fotografia mantiene con la città un solido legame: Biagio Antifora ben riesce ad interpretare questa storica tradizione dando vita a scatti “urbani” che comunicano emozioni piene d’intensa contraddizione. Le sue fotografie “street” eleganti e grezze, evocative e talvolta malinconiche, spesso nebulose o fuori fuoco sono giocate su potenti contrasti espressivi - gli stessi che animano la fotografia di Vivian Maier, H.C. Bresson, William Klein solo per citare alcuni dei grandi fotografi del passato a cui il suo sguardo curioso ed appassionato si è rivolto - sul “bisticcio visivo” e sul “paradosso esistenziale”, tipico dei linguaggi creativi contemporanei.
Urban Souls è una collezione di scatti che ben racconta il significativo percorso stilistico, intimo e a tratti spiritoso della inedita fotografia di Biagio Antifora: queste sue immagini restituiscono un’istantanea del famoso e dell’ordinario, dello strano e del consueto, del sacro e del profano. Ogni fotografia è “territorio di anime” narrato non solo attraverso spazi urbani, pieni di frenesia o quiete, ma, sopra ogni cosa, attraverso le persone che li attraversano e vivono. Non a caso le ambientazioni che fanno da scena alle sue composizioni sono tutte particolari e sottolineano il legame tra la città ed i suoi abitanti.
In questo progetto espositivo, dunque, Biagio Antifora decide di far conoscere uno dei temi cari alla sua esperienza di fotografo: raccontare per immagini la città, il suo spirito unico, la sua forza, osservando chi la abita ed entrando, anche solo per un momento, all’interno del flusso esistenziale che la percorre. I suoi scatti non appaiono mai puliti, sterili, ma risultano pieni di energia, vitalità e audacia, comunicando un senso di ribellione all’ordine costituito. Nel suo indagare su Bari, Montpellier, Londra, Barcellona, Malta, e soprattutto Rio de Janeiro, Biagio Antifora esplora e rappresenta, come un vero e proprio etnografo, la cultura popolare, trovando nella sua ricerca - per citare le sue stesse parole – “frenesia, isolamento, assurdità e panico”. Le sue fotografie rappresentano una realtà cruda e desolante, mostrano un lato della città che molti trovano vergognoso ed “invisibile”. La sua ricerca è rivolta ai luoghi, ama riprendere la vita di strada, scene quotidiane nei tipici ambienti che ha visitato e vissuto: nei borghi antichi, nelle chiese, in metropolitana, per le strade e nei mercati egli rappresenta la solitudine pur nella moltitudine, il silenzio nel caos, l’essenza e l’effimero. Queste sue foto ci regalano uno spaccato di vita vera, una rappresentazione sincera dell’esistenza cittadina capace di cogliere, con il suo fedele obiettivo fotografico, tutti gli strati della società, dai clochard che frugano tra i rifiuti agli artigiani che lavorano in bottega, dai bambini che giocano, agli anziani che leggono o si godono il sole.
Con uno sguardo sempre attento ed umoristico rende protagonisti delle sue composizioni persone comuni, felici o dimenticate, ritratte in momenti di quotidiana abitudine, sorprese, talvolta, nella loro stessa sorpresa del “qui ed ora!”. Il senso e lo spirito della sua fotografia è, dunque, nei dettagli visibili ed invisibili che caratterizzano ogni scena urbana. L’humour sottile e brillante dei suoi scatti insegna ad accettare anche ciò che non si può cambiare nella moltitudine metropolitana, cogliendone, tuttavia, le opportunità nascoste nell’anima della gente e delle architetture che rendono viva e pulsante una città. La poetica dei suoi scatti sta sull’interazione fra realtà ed immaginazione là dove, però, ogni scena mantiene sempre un alone di verità assoluta; anche quando lievemente manipolata, l’osservatore è consapevole del gioco “visibile/invisibile” e lo accetta, riservandosi il piacere della sorpresa di spazi, personaggi e particolari evidenziati dal suo attento obiettivo.
Ogni città, anche la più caotica, rivela, di fatto, di avere una propria anima, una sua storia. Nella fotografia “street ” di Antifora tale anima riesce ad esprimersi nel modo più compiuto nell’inesauribile vitalità dei soggetti che riesce a ritrarre perché la città non è solo spazio costruito ma anche prodotto di una cultura che opera in un preciso luogo geografico. La città è, nelle intenzioni del nostro autore, il luogo per eccellenza dell’evoluzione, dell’esperienza e del progresso o regresso umano. Fotografare spazi urbani è per Biagio Antifora “studio antropologico”, dunque, che permette di cogliere e raccontare tanto l’energia quanto la tensione verso il cambiamento o il desiderio di conservazione utilizzando un metodo che ricerca la bellezza attraverso la verità e la coerenza rispetto alla conformazione degli spazi urbani come spazi di cultura individuale e collettiva.
Se l’attenzione al bianco e nero è una delle sue peculiarità espressive, la scelta tecnica dello scatto in “Raw” costituisce l’altra faccia della sua estetica e gli permette di catturare le immagini con una regolazione anche non ottimale di alcune impostazioni, esposizione, bilanciamento del bianco, in quanto la successiva elaborazione in studio, il cosiddetto sviluppo in camera chiara, gli consente di regolare questi parametri di ripresa mantenendo la qualità ai livelli più alti possibile. Sperimentatore curioso ed attento, con la sua Reflex in passato come oggi, fa tutto ciò che non è convenzionale, soprattutto quando si tratta di dettagli tecnici; l’utilizzo di soluzioni ad estesa granulosità e di grandangoli estremi, come anche l’uso di tempi di esposizione lunghi per dare un effetto di movimento e di confusione alle sue immagini, gli permette di rendere ogni particolare che cattura parte di un più ampio “tutto” che Biagio Antifora intende raccontare come testimonianza del proprio tempo.
La sua arte sta tutta nello scatto, dunque, proprio come diceva William Klain :
“Se si guarda attentamente la vita, si vede sfocato. Scuoti la tua mano quando scatti. La sfocatura è una parte della vita. Personalmente penso che ognuno debba scegliere il proprio stile, fate quello che vi piace fare e non smettete mai di sperimentare!”.

a cura di Rosanna Mele
storico dell’arte e critico indipendente