venerdì 25 novembre 2016

Susy Manzo. Storie sospese

Susy Manzo
Storie sospese

A cura di
Dora Marchese e Aurelia Nicolosi

3 dicembre 2016 – 8 gennaio 2017

Inaugurazione 3 dicembre
ore 19,00

Galleria Kōart: unconventional place
Via San Michele 28
Catania


Storie Sospese, il Paese delle Meraviglie di Susy Manzo

«Spesso dalle piccole cose si capiscono quelle grandi, dalle cose manifeste si arguiscono quelle nascoste».
Esopo

Giorno 3 dicembre 2016 presso la Galleria Kōart: unconventional place sarà inaugurata la mostra di Susy Manzo dal titolo 'Storie Sospese' a cura di Dora Marchese e Aurelia Nicolosi.
Invenzione, creazione, poesia, magia sono elementi peculiari del cammino, originale e ante litteram, dell'artista. Le sue sono favole, brevi narrazioni dove immagini eteree e delicate sostituiscono i versi di un racconto metaforico sull’esistenza umana. Uomini, animali, oggetti interagiscono da soli o assieme per suggerirci un ricordo, un moto dell’animo, una verità morale o un insegnamento di saggezza pratica. È tutto lì, in un unico tableau vivant, scrigno prezioso da cui si diffondono soavi melodie o si aprono finestre della mente. Susy è una nuova Alice che trasforma il mondo reale in una dimensione altra, dove paure, ansie e desideri più intimi vengono sublimati attraverso il sogno e le delicate sagome che animano le sue composizioni. «Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa; ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe, chiaro?» Sembra suggerire la poliedrica autrice allo spettatore che sicuramente verrà coinvolto e rapito dalle sue composizioni, quasi a sentirsi parte attiva della piccola istallazione.
Dov’è la verità? Qual è la finzione? In realtà è difficile dare dei limiti, creare dei confini: ognuno interpreta e reinterpreta la storia come vuole. Ogni azione della vita quotidiana offre uno spunto narrativo con cui giocare e creare delle situazioni che appartengono un po’ a ciascuno di noi. Basta avvicinarsi per riscoprire quegli angoli di mondo a noi cari e quelle persone/personaggi che ci hanno accompagnato durante un percorso irto di ostacoli. Attraverso gli occhi di Susy/Alice scopriamo la gioia delle piccole grandi cose e impariamo ad apprezzare ciò che sembra scontato e quasi banale, ciò che la quotidianità rifugge ma che, invece, appartiene al nostro Universo Parallelo, al nostro Paese delle Meraviglie.
Oscar Wilde sosteneva che «I grandi eventi della vita spesso non lasciano traccia: escono dalla nostra coscienza, e quando per puro caso ci si riaffacciano alla mente, ci appaiono irreali. Perfino il fiore scarlatto della passione sembra crescere nello stesso prato dei papaveri dell’oblio. Ci rammarichiamo del fardello dei nostri ricordi, e abbiamo degli antidoti per difendercene. Ma le piccole cose, le cose di nessuna importanza, quelle ci restano impresse. In qualche minuscola, eburnea cellula il cervello conserva le impressioni più delicate e fuggevoli». L’Arte è in grado di raccontare anche questo e Susy Manzo ne diventa raffinata interprete, scardinando le regole del tempo e ribaltando quelle dello spazio.
L'esposizione sarà visitabile fino all'8 Gennaio 2017, dal lunedi al sabato dalle 16,30 alle 21,00. In altri orari per appuntamento, telefonando al 3391779005, 3391190585.
Per info: aurelianicolosi@gmail.com; info@galleriakoart.com


Visioni oniriche in chiave fiabesca
"Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni", scriveva Shakespeare nella Tempesta.
E da questa sostanza, sfuggente e misteriosa, paiono essere originati i delicati e seducenti lavori di Susy Manzo, artista milanese, maestra nell’arte del paper-cutting, della pittura ad olio e del disegno.
In Storie sospese Susy Manzo ha voluto raccontarci qualcosa di sé, aspetti legati alle parti più profonde del suo vissuto e del suo immaginario. Ha voluto fondere il passato, fatto di esperienze ora gioiose ora tristi, con il presente, intriso di speranze e attese, realizzando delle opere fortemente intimistiche, delle visioni oniriche in chiave fiabesca.
Ironia, gioco e leggerezza sono gli ingredienti principali delle sue Storie ma a ben guardare l’artista ci catapulta anche in un mondo perturbato e perturbante. Lo si capisce avvicinandosi e osservando da vicino i piccoli quadri preziosi di dettagli e simboli significativi.
L’urgenza di comunicazione di Susy si esprime nel rifiuto della bidimensionalità, dunque nella negazione di una condizione d’irrealtà a favore della “verità” della terza dimensione, realizzata attraverso personaggi e oggetti che evadono dalle cornici, si affacciano e si protendono verso lo spettatore creando più livelli di narrazione: l’infrazione della bidimensionalità mira a rendere concreto il fantastico. E così le delicate figure femminili, biancovestite di ricami fatti da chiaroscurali intarsi, sono icone di candore e innocenza ma si muovono in un universo senza spazio e senza tempo, fatto di colori tenui rivivificati solo dal fulvo delle chiome muliebri. In questo universo vige la duplicità, si muovono opposte tensioni. Da una parte vi si accampano alberi e rami che svettano verso l’alto senza soluzione di continuità, senza mai finire, sconfinando dai margini fisici del quadro stesso, emblemi di libertà e voglia d’infinità. Dall’altra, campeggiano lunghe e articolate radici, simili a ragnatele, espressioni del bisogno di realtà e stabilità che però si risolve in utopia: le radici infatti sono aeree, non affondano saldamente nel terreno, fluttuano del vuoto, sono altrettanti inganni di sicurezza e stabilità. E se le radici si diramano nel cielo, i pesci volano nell'aria e i fiori, perduta la loro carnalità e i loro sgargianti colori, sono bianche silhouette, quasi astrazioni. Solo le fragili barchette di carta sembrano garantire che la continua inesausta ricerca è quella che, alla fine, ci tiene davvero legati al mondo e ne rende possibile il viaggio nel suo cuore.
Susy interpreta così le tensioni della vita moderna, raccontando storie che sono quelle di noi tutti, dimidiati tra desideri e fallimenti, tra età adulta e fanciullezza, tra malinconie e sogni: le linee verticali del pensiero s’intersecano con quelle orizzontali della materia.
Le Storie sospese di Susy Manzo emanano una piccola musica, un sussurro che pare scandire le parole del poeta Lucio Piccolo: «Se noi siamo figure/ di specchio che un soffio conduce/ senza spessore né suono/ pure il mondo dintorno/ non è fermo ma scorrevole parete/ dipinte, ingannevole gioco/ equivoco d'ombre e barbagli/ di forme che chiamano/ e negano un senso».
Dora Marchese