Il titolo rimanda all’infanzia, a
quel vecchio gioco d’abilità che da bambini abbiamo fatto un po’ tutti, lo Shanghai. Quei piccoli lunghi bastoncini
colorati che, dopo aver fatto cadere a caso sul tavolo, bisognava togliere uno
alla volta senza però far muovere tutti gli altri.
Miki Carone, com’è sua
consuetudine, ri-crea il gioco, lo fa divenire un grande gioco o un gioco per
grandi, (citando Pascali, Carone dice che giocare è l’unica cosa seria che
un’artista può fare col suo lavoro). Un grande gioco, dicevamo, e infatti le
dimensioni di questi bastoncini da Shanghai
sono diventate davvero ciclopiche, visto che sono lunghi 4 metri ciascuno.
Ma c’è qualcos’altro, di diverso:
a guardarli bene, questi bastoncini da Shanghai
in realtà sono dei remi, dei veri remi in legno smaltato delle barche dei
pescatori che Carone ha trovato sotto la sua casa-studio nell’Abbazia che
affaccia sul piccolo porto dei pescatori di San Vito a Polignano a Mare. Dunque
le sue radici culturali e antropologiche non vanno cercate molto lontano,…
basta affacciarsi da casa sua per vederle. La sua potremmo chiamarla una nuova proposta
di “Arte a Km. 0”.
pubblica:
Massimo Nardi