venerdì 1 giugno 2012

Anamorfi

"Anamorfi"
mostra personale di Lorenza Casamassima
a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
dal 9 al 30 giugno 2012
Vernissage 9 giugno ore 20.00
Officine culturali - Largo Gramsci, 7 - Bitonto (Ba)


" Visible et mobile, mon corps est au nombre des choses, il est l’une d’elles, il est pris dans le tissu du monde et sa cohésion est celle d’une chose, [...]elles sont incrustées dans sa chair, elles font partie de sa définition pleine et le monde est fait de l’étoffe même du corps".
Merleau-Ponty

Sabato 9 giugno, presso le Officine culturali di Bitonto in Largo Gramsci 7 (Palazzo della Regia Corte / ex Scuola di disegno) si inaugura "Anamorfi", personale dell'artista Lorenza Casamassima, a cura di Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone, realizzata nell'ambito del progetto di promozione artistica "Dieci per dieci". Il vernissage prevede un'intervento performativo a cura di Mimma di Vittorio e Natalia Abbascià.

Il corpo è materia viva, nella sua esistenza biologica e psichica, è il ricettacolo delle pulsioni, coscienza incorporata, è teatro fisico dell'Io che l'arte costantemente interpreta e rinnova col suo linguaggio. Figlio dello spazio, il corpo è intessuto di spazio e tende per sua natura a occuparlo.
Il corpo è mondano - afferma Binswanger. Ma nella fenomenologia husserliana è il concetto di Leib il solo a corrispondere alla piena materia vivente, è il corpo che sono, coscienza vissuta che inabita lo spazio, è spazialità dell'essere nel mondo e si definisce dinamicamente in una cornice dimensionale, nei rapporti pieno-vuoto, vicino-distante, ampio-stretto. È contrapposto a Körper, il corpo materiale in cui la distanza tra l'Io e l'oggetto della percezione è tale da non consentire l'acquisizione di un pieno riconoscimento da parte del Sé. Malgrado siano entrambi immersi nello spazio, solo il corpo vissuto ha consapevolezza del suo essere al mondo in quanto l'intuizione sensoriale del corpo è resa possibile solo dalla presenza di una dialettica processuale e attiva dello stesso con l'ambiente circostante.
Le forme femminili della serie, costantemente in bilico tra Körper e Leib, sospese tra stare al mondo ed essere al mondo, appaiono simili a quelle forme organiche che la zoologia indica col nome di anamorfi, una classe di microorganismi con riproduzione asessuata e caratteri simili alle forme adulte ma con un numero di segmenti minore che li inserisce di fatto in uno stadio evolutivo mai completamente maturo. Infatti, la fisicità nuda dei corpi rappresentati, unita alle tonalità adoperate, alla leggerezza del tratto, non giunge mai alla sua piena realizzazione tanto da restare forma intermedia, mai esplicitamente sensuale, e né tantomeno erotica. Quella di corporeità è non a caso una nozione che ingloba contemporaneamente l'essere corpo e l'avere un corpo. E lo sanno bene queste "incomplete anamorfi" che la loro fisicità non può prescindere dallo spazio, lo desiderano, anelano allo spazio tanto da deformarlo per eccesso di desiderio. La composizione è tesa al ripristino di un rapporto dinamico e osmotico tra soggetto e spazio, tramite l'organizzazione dei suoi elementi, e particolarmente attenta all'attitudine dello sguardo che si posa su di esso, al suo punto di vista. Tale rapporto soggetto-spazio assume ora i connotati di precario e silente equilibrio, ora di contrasto, asfissiante e solitario confine, stridente delimitazione con l'esterno e pertanto partorisce immagini fortemente scorciate che sfiorano la distorsione visiva, riflettendo la complessa emotività del soggetto che si mostra e ritrae nella sua stessa fisicità, puntando di tanto in tanto lo sguardo verso lo spettatore, nel suo continuo ricercarsi materia, forma, identità.
-Sono qui, desidero, esisto- vorrebbero urlare queste esili e acerbe ninfe, figlie insature e taciturne delle mancanze, isolate nell'apnea dello spazio, nell'esasperata fragilità e instabilità del punto di vista che traduce le immagini in composizioni ovattate e rarefatte, di cui fare esperienza percettiva diretta per ricevere in cambio un dettaglio narrativo del Sé, imprescindibilmente unito alla carne ma tuttavia incapace di sentirsi Uno. La ricerca del Sé passa necessariamente attraverso l'acquisizione di una corporeità cosciente ma si tratta di una genesi affannosa, complessa che finisce con lo sfociare in anamorfosi della dimensione spaziale e visiva. E se non vi è ancora spazio per il Sé non vi è neppure spazio per l'altro. Il corpo parla ma la sua voce non si lascia udire se non dopo aver attraversato il silenzio della pelle, come anello di uno stadio evolutivo necessario e progressivo. Anamorfi di spazio. Anamorfi di carne.

Programma in dettaglio:
tipologia di evento: mostra personale (nell'ambito del progetto di promozione artistica "Dieci per dieci")
artista: Lorenza Casamassima
a cura di: Alexander Larrarte e Giuliana Schiavone
testo critico: Giuliana Schiavone
vernissage: 9 giugno 2012 ore 20.00
intervento performativo a cura di Mimma di Vittorio e Natalia Abbascià
periodo: dal 9 giugno al 30 giugno 2012
location: Officine culturali - Largo Gramsci, 7 - Bitonto (Ba)
orari: tutti i giorni dalle 9,00 alle 18.30
info: 080 3743487 ‐ info@officineculturali.it

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Amalia Di Lanno