La mostra Baci dalla Luna, nell’occasione del cinquantesimo anniversario del primo sbarco dell’uomo sullaLuna, riporta le testimonianze dei viaggi lunari di sei artisti attraverso una narrazione intergenerazionale tra realtà e immaginazione. Provenienti da diverse zone geografiche, gli artisti mostrano visioni personali di un’esperienza appartenente alla memoria storica collettiva, ricorrendo a diversi medium, dalla fotografia al video, dalla performance alle installazioni.
La Luna si è popolata di memorie e storie terrestri che attendono di essere raccontate. Fin dal suo primosbarco, il 20 luglio 1969, e in tutte le spedizioni successive, l’uomo ha lasciato dietro di sé tracce e resti atestimonianza del suo passaggio: una piuma, un martello, fotografie, libri, sculture, amache, guanti, caschi, stivali... Di tutti questi oggetti è costituita la scenografia lunare. Così gli interventi di Daniela de Paulis e Imke Akihary rivelano una dimensione scientifica e immaginifica allo stesso tempo. La prima ricorre al video e a un radiotelescopio per trasmettere immagini alla Luna e restituisce nello spazio espositivo la memoria visibile di questa comunicazione. La seconda, invece, riporta in mostra un frammento del suolo lunare con le sue tracce mobili e fantastiche. Entrambe invitano in qualche modo a riconsiderare il valore degli scarti, terrestri e lunari.
Le fotografie di Alexis Pichot immergono il visitatore in un ambiente surreale portandolo al confine tra mito e realtà. Le parole scritte nel 1978 da Mirella Bentivoglio rievocano invece l’atavica relazione tra la Luna e la Terra, antica come quella tra la donna e l’uomo, e in cui le gerarchie e genealogie terrestri sono ribaltate inun tentativo ecologico più che mai attuale. Le immagini di Cécile Staes-Lacommère raccontano il viaggio compiuto insieme alla Luna riportando una visione periferica, intima e sperimentale, attraverso la manipolazione del medium fotografico.
Vittorio Campanella interviene nel quartiere con una serie di performance aliene che si susseguono fino al giorno dell’inaugurazione, invitando gli spettatori a prendere parte alla mostra e a diventarne coautori.
A cura di Martina Cavalli e Alice Labor
Inaugurazione 4 Luglio h.19
Imke Akihary (1994) vive e lavora nei Paesi Bassi come artista e art educator. Si è laureata nel 2017 con un Bachelor of Fine Art and Design in Education alla HKU di Utrecht. Fa parte del collettivo artistico olandese Zonderpunt. La sua ricerca nella creazione di oggetti e installazioni intende confondere le apparenze esplorando il confine tra finzione e realtà attraverso il ricorso a materiali kitsch o di scarto e facendo emergere le loro qualità estetiche. Ha recentemente esposto i suoi lavori nella mostra Theatraal (Frame de galerie, Amersfoort, 2019, Zonderpunt Collective), Twentyfourseven (Academiegalerie, Utrecht, 2019) e This art fair (Beurs van Berlage, Amsterdam, 2018).
Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922 - Roma, 2017) è stata poetessa, artista, critica, curatrice e protagonista del mondo della ricerca verbovisuale italiana e internazionale.
Vittorio Campanella (1996) frequenta l’Accademia di Belle Arti di Torino. Oltre alla ricerca artistica visuale porta avanti un progettodi musica con il gruppo zYp. La sua pratica multimediale è legata al territorio in cui agisce attraverso interventi scultorei el’installazione temporanea del proprio studio a partire dal 2015. Con l’opera video VA! vince il concorso Sillumina promosso da Mibact e SIAE. Con zYp vince il bando ORA!X promosso da Compagnia di San Paolo per la produzione del progetto LUMIMIC, una rete internazionale di musicisti e artisti visivi di cui è direttore artistico. Dal 2016 collabora con ULAOP (Un Luogo AmicO dei Piccoli) che organizza laboratori creativi per bambini. Ha esposto i suoi lavori a HERE (Cavallerizza irreale, Torino, 2019), Young at heart old on the skin (Trevi, 2018), La prima notte di quiete (ArtVerona, 2016).
Alexis Pichot (1980) ha lavorato come designer di interni a Parigi per più di dieci anni prima di dedicarsi interamente alla fotografia. Questa esperienza ha acuito la sua sensibilità verso lo spazio influenzando la sua pratica artistica e la sua percezione dei volumi. Utilizza la luce e lo spazio, sperimentando il movimento e i limiti della visibilità. Ha esposto in diverse gallerie a Parigi, Hong Kong e Megeve. Tra i suoi progetti si ricorda la collaborazione con l’Hotel National des Invalides conclusasi con una mostra. Ha collaboratocon la società di trasporti di Parigi RATP creando un progetto espositivo che ha avuto luogo durante Les Journées du Patrimoine. Le sue fotografie sono state pubblicate su diverse riviste tra cui Wired, Reponses Photo, Lens Culture, Story, Aesthetica Magazine, Objects, Gestalten, British Journal of Photography.
Cécile Staes-Lacommère (1991) è cresciuta a Parigi. Ha studiato letteratura francese alla Sorbona e cinema all'ESEC-École supérieure d'études cinématographiques di Parigi. Dopo la laurea, ha iniziato a lavorare come montatrice di film. Dal 2017 studia e sperimenta il medium fotografico e dirige documentari. I suoi viaggi influenzano profondamente il suo lavoro. Attraverso la pittura e il lavoro in post-produzione, l’artista racconta storie di vagabondaggi, combinando sogno e realtà.
Info Studio Tiepolo 38
Via Giovanni Battista Tiepolo, 38 00196 Roma RM
tel. +39 335 831 0878 info@studiotiepolo38.eu
Baci dalla Luna
Imke Akihary Mirella Bentivoglio Vittorio Campanella Daniela de Paulis Alexis Pichot Cécile Staes-Lacommère
5 Luglio – 20 Luglio 2019
Studio Tiepolo 38
Via G.B. Tiepolo 38, 00196 Roma Lunedì - Sabato h. 16 - 22